Segni disfunzionali a carico dei sistemi attentivi correlati con la funzione visiva
Salve,
in seguito ad una crisi depressiva esordita nel 1995, mi trovo tutt'ora (salvo brevi periodi di sospensione) ad assumere Dumirox (150 mg) e Valium (1.6 ml). Da circa 2 mesi soffro di parestesie all'emisoma destro (in particolar modo alle dita della mano). Mi sono rivolto al medico curante, il quale mi ha consigliato di rivolgermi ad un neurologo. Secondo quest'ultimo, i disturbi sono da attribuire al prolungato uso di psicofarmaci ma mi ha comunque prescritto 2 esami (elettroencefalogramma e potenziali evocati visivi e uditivi). Dal referto del secondo risultano segni disfunzionali a carico dei sistemi attentivi correlati con la funzione visiva. Saprebbe cortesemente spiegarmi che cosa significa ed eventualmente confermarmi se il problema potrebbe essere attribuito ai farmaci? Consiglierebbe altri esami di approfondimento?
Grazie in anticipo per la risposta.
Saluti
in seguito ad una crisi depressiva esordita nel 1995, mi trovo tutt'ora (salvo brevi periodi di sospensione) ad assumere Dumirox (150 mg) e Valium (1.6 ml). Da circa 2 mesi soffro di parestesie all'emisoma destro (in particolar modo alle dita della mano). Mi sono rivolto al medico curante, il quale mi ha consigliato di rivolgermi ad un neurologo. Secondo quest'ultimo, i disturbi sono da attribuire al prolungato uso di psicofarmaci ma mi ha comunque prescritto 2 esami (elettroencefalogramma e potenziali evocati visivi e uditivi). Dal referto del secondo risultano segni disfunzionali a carico dei sistemi attentivi correlati con la funzione visiva. Saprebbe cortesemente spiegarmi che cosa significa ed eventualmente confermarmi se il problema potrebbe essere attribuito ai farmaci? Consiglierebbe altri esami di approfondimento?
Grazie in anticipo per la risposta.
Saluti
[#1]
Gentile utente,
non mi risulta che l'uso degli antidepressivi sia pure prolungato possa portare al disturbo che lamenta. Però sarebbe utile che per la depressione si facesse seguire da uno psichiatra, che è lo specialista di competenza, tanto più che il diazepam (Valium) non va utilizzato per lunghi periodi, mentre la sospensione dell'antidepressivo va sempre valutata con molta attenzione.
Per quanto riguarda la risposta che le ha dato il neurologo, dovrebbe innanzitutto chiedere a chi ha fatto l'esame, sia quello che significa che eventuali approfondimenti. Turbe dell'attenzione si possono avere anche a causa dell'ansia, secondo me non sono molto significative, ma non è il mio campo.
L'esame obiettivo neurologico, cioè la visita che il neurologo le ha fatto prima di prescrivere gli esami, che risultati ha dato?
non mi risulta che l'uso degli antidepressivi sia pure prolungato possa portare al disturbo che lamenta. Però sarebbe utile che per la depressione si facesse seguire da uno psichiatra, che è lo specialista di competenza, tanto più che il diazepam (Valium) non va utilizzato per lunghi periodi, mentre la sospensione dell'antidepressivo va sempre valutata con molta attenzione.
Per quanto riguarda la risposta che le ha dato il neurologo, dovrebbe innanzitutto chiedere a chi ha fatto l'esame, sia quello che significa che eventuali approfondimenti. Turbe dell'attenzione si possono avere anche a causa dell'ansia, secondo me non sono molto significative, ma non è il mio campo.
L'esame obiettivo neurologico, cioè la visita che il neurologo le ha fatto prima di prescrivere gli esami, che risultati ha dato?
Franca Scapellato
[#2]
Utente
Buongiorno Dottoressa,
innanzitutto la ringrazio per la risposta. Provo a riassumerle brevemente la mia storia clinica. A seguito dell'episodio depressivo di cui le ho scritto, oltre ad assumere psicofarmaci, sono stato in cura da uno psicoterapeuta per circa cinque anni. Non avendone alla fine tratto beneficio, ho abbandonato la terapia psicologica e continuato quella farmacologica, "seguito" dal mio medico di base. In realtà, il mio medico altro non faceva (e fa) che compilarmi le ricette per i farmaci. Solo dopo aver accusato i disturbi che le ho descritto (parestesie), lo stesso mi ha consigliato una visita neurologica. Ora, lei mi chiede che risultati ha dato l'esame obiettivo neurologico. Beh, questo esame non c'è proprio stato. Il neurologo si è limitato a chiedermi di quali disturbi (psicologici e fisici) soffrissi e da quanto tempo assumevo farmaci. Dopo aver avuto la mia risposta, mi ha prescritto elettroencefalogramma, potenziali evocati e PET cerebrale (nel precedente messaggio mi sono scordato di riferirle di quest'ultimo esame che ho effettuato due giorni fa e di cui avrò l'esito domani), comunque apparentemente sicuro che i miei problemi siano imputabili all'abuso di ansiolitici e antidepressivi. E' stato comunque lo stesso neurologo ad effettuare i primi due esami e, in seguito all'analisi dell'esito, a concludere che (scusi la ripetizione) i disturbi siano causati dai farmaci. Ha anche cercato di spiegarmi il siginicato di "segni disfunzionali a carico dei sistemi attentivi correlati con la funzione visiva", ma non è stato molto chiaro. Le provo comunque a fare un esempio, sulla base della spiegazione del medico: supponiamo che sul pacchetto di sigarette ci sia scritto "Il fumo ostruisce le arterie...". A detto del neurologo, è come se il mio cervello, pur afferrando il significato della frase, leggesse soltanto "Il fu ostru le arte...". Ad ogni modo, la terapia da lui scelta, è quella di dimezzare la dose di Dumirox per 28 giorni e poi smettere, e allo stesso tempo scalare di una goccia di Valium ogni tre giorni fino alla sospensione totale. L'unico dubbio che a me rimane, comunque, è questo: come si può essere così certi, in base finora all'esito di due soli esami, che le parestesie siano causate dai farmaci? Non sono un medico ma questa conclusione mi lascia un po' perplesso.
Grazie, saluti.
innanzitutto la ringrazio per la risposta. Provo a riassumerle brevemente la mia storia clinica. A seguito dell'episodio depressivo di cui le ho scritto, oltre ad assumere psicofarmaci, sono stato in cura da uno psicoterapeuta per circa cinque anni. Non avendone alla fine tratto beneficio, ho abbandonato la terapia psicologica e continuato quella farmacologica, "seguito" dal mio medico di base. In realtà, il mio medico altro non faceva (e fa) che compilarmi le ricette per i farmaci. Solo dopo aver accusato i disturbi che le ho descritto (parestesie), lo stesso mi ha consigliato una visita neurologica. Ora, lei mi chiede che risultati ha dato l'esame obiettivo neurologico. Beh, questo esame non c'è proprio stato. Il neurologo si è limitato a chiedermi di quali disturbi (psicologici e fisici) soffrissi e da quanto tempo assumevo farmaci. Dopo aver avuto la mia risposta, mi ha prescritto elettroencefalogramma, potenziali evocati e PET cerebrale (nel precedente messaggio mi sono scordato di riferirle di quest'ultimo esame che ho effettuato due giorni fa e di cui avrò l'esito domani), comunque apparentemente sicuro che i miei problemi siano imputabili all'abuso di ansiolitici e antidepressivi. E' stato comunque lo stesso neurologo ad effettuare i primi due esami e, in seguito all'analisi dell'esito, a concludere che (scusi la ripetizione) i disturbi siano causati dai farmaci. Ha anche cercato di spiegarmi il siginicato di "segni disfunzionali a carico dei sistemi attentivi correlati con la funzione visiva", ma non è stato molto chiaro. Le provo comunque a fare un esempio, sulla base della spiegazione del medico: supponiamo che sul pacchetto di sigarette ci sia scritto "Il fumo ostruisce le arterie...". A detto del neurologo, è come se il mio cervello, pur afferrando il significato della frase, leggesse soltanto "Il fu ostru le arte...". Ad ogni modo, la terapia da lui scelta, è quella di dimezzare la dose di Dumirox per 28 giorni e poi smettere, e allo stesso tempo scalare di una goccia di Valium ogni tre giorni fino alla sospensione totale. L'unico dubbio che a me rimane, comunque, è questo: come si può essere così certi, in base finora all'esito di due soli esami, che le parestesie siano causate dai farmaci? Non sono un medico ma questa conclusione mi lascia un po' perplesso.
Grazie, saluti.
[#3]
Sono perplessa anch'io.
Per quanto riguarda l'antidepressivo, il comportamento più corretto sarebbe: una visita psichiatrica con valutazione della situazione psichica attuale, diagnosi ed eventuale sospensione graduale della terapia.
Comunque può anche seguire il consiglio del neurologo, ma se dopo qualche giorno dalla riduzione i sintomi depressivi si ripresentano, meglio che si faccia visitare da uno specialista in psichiatria, che valuterà se la causa che ha provocato la depressione è ancora presente o se si tratta di sintomi da sospensione.
Per quanto riguarda le parestesie al lato destro del corpo, le cause possono essere molteplici, da fattori artrosici e compressivi a carico delle vertebre a somatizzazioni dovute all'ansia o altro. L'unica ipotesi poco probabile è quella iatrogena da antidepressivi, perché i disturbi sarebbero bilaterali; chiederei un secondo parere da parte di un neurologo che usi anche le mani e il martelletto per i riflessi; poi si possono fare esami più sofisticati, ma orientati da quello che si è visto praticamente, non solo dalla storia clinica.
Cordiali saluti
Per quanto riguarda l'antidepressivo, il comportamento più corretto sarebbe: una visita psichiatrica con valutazione della situazione psichica attuale, diagnosi ed eventuale sospensione graduale della terapia.
Comunque può anche seguire il consiglio del neurologo, ma se dopo qualche giorno dalla riduzione i sintomi depressivi si ripresentano, meglio che si faccia visitare da uno specialista in psichiatria, che valuterà se la causa che ha provocato la depressione è ancora presente o se si tratta di sintomi da sospensione.
Per quanto riguarda le parestesie al lato destro del corpo, le cause possono essere molteplici, da fattori artrosici e compressivi a carico delle vertebre a somatizzazioni dovute all'ansia o altro. L'unica ipotesi poco probabile è quella iatrogena da antidepressivi, perché i disturbi sarebbero bilaterali; chiederei un secondo parere da parte di un neurologo che usi anche le mani e il martelletto per i riflessi; poi si possono fare esami più sofisticati, ma orientati da quello che si è visto praticamente, non solo dalla storia clinica.
Cordiali saluti
[#4]
Utente
Grazie Dottoressa,
per il momento proverò a seguire i consigli del medico che mi sta seguendo. Nel frattempo, comunque, chiederò il parere di un altro neurologo che usi, come giustamente dice lei e come abitualmente andrebbe fatto, anche le mani e il martelletto per i riflessi. E' stata molto gentile.
Cordiali saluti
per il momento proverò a seguire i consigli del medico che mi sta seguendo. Nel frattempo, comunque, chiederò il parere di un altro neurologo che usi, come giustamente dice lei e come abitualmente andrebbe fatto, anche le mani e il martelletto per i riflessi. E' stata molto gentile.
Cordiali saluti
[#5]
Utente
Salve Dottoressa,
due giorni fa ho ritirato l'esito della PET cerebrale. L'esame sembrerebbe nella norma, a parte questo particolare: "L'indagine mostra sostanziale normale distribuzione del tracciante a livello della corteccia cerebrale, salvo modesto ipometabolismo in sede parietale superiore bilaterale". Siccome dovrò attendere due settimane prima di poter consegnare l'esito al neurologo e sono un po' preoccupato, saprebbe cortesemente spiegarmi il siginificato di "ipometabolismo" e quali possono esserne le cause?
Grazie, cordiali saluti.
due giorni fa ho ritirato l'esito della PET cerebrale. L'esame sembrerebbe nella norma, a parte questo particolare: "L'indagine mostra sostanziale normale distribuzione del tracciante a livello della corteccia cerebrale, salvo modesto ipometabolismo in sede parietale superiore bilaterale". Siccome dovrò attendere due settimane prima di poter consegnare l'esito al neurologo e sono un po' preoccupato, saprebbe cortesemente spiegarmi il siginificato di "ipometabolismo" e quali possono esserne le cause?
Grazie, cordiali saluti.
[#6]
Mi sembra più importante la "normale distribuzione del tracciante".
L'ipometabolismo, modesto e bilaterale, aspetti entrambi importanti, significa che ci sono aree cerebrali nelle quali il consumo di ossigeno è leggermente inferiore alla norma, ma sulle possibili cause è inutile fare speculazioni. Non sembra ci siano rapporti comunque tra questi esami e le parestesie di cui soffre.
Saluti
L'ipometabolismo, modesto e bilaterale, aspetti entrambi importanti, significa che ci sono aree cerebrali nelle quali il consumo di ossigeno è leggermente inferiore alla norma, ma sulle possibili cause è inutile fare speculazioni. Non sembra ci siano rapporti comunque tra questi esami e le parestesie di cui soffre.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.5k visite dal 20/10/2011.
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