Intervento di stimolazione cerebrale profonda in malata di parkinson

Mia madre, 63 anni, malata di parkinson da circa 13 anni, assume farmaci antiparkinson e grazie ed essi riesce a contenere parzialmente i sintomi, riuscendo a camminare (con qualche difficoltà) e ad essere relativamente autonoma (anche se ha tremori e spesso bisogno di aiuto). Le è stata prospettata, da un medico, la possibilità di effettuare un intervento per stimolazione cerebrale profonda inserendo un elettrodo nel cervello. Le è stato detto che se ha intenzione di sottoporsi a tale intervento, è meglio farlo presto, perchè se si è troppo avanti con l'età, l'intervento non è più fattibile.
Io sinceramente sono preoccupato perchè mi sembra un intervento molto invasivo.
Mi chiedo:
- E' davvero consigliabile che si sottoponga a tale intervento nella situazione sopra descritta?
- L'intevento comporta dei rischi gravi? In che probabilità?
- Ci sono possibilità che l'intervento non porti a miglioramenti? In che percentuale?
- E' vero che se rinuncia oggi all'intervento, un domani, magari quando sarà più anziana e competamente non autosufficiente, non potrà più sottoporsi a tale intervento?
- Se decide di operarsi, quanto dura la degenza? (Dovremmo spostarci in una città lontana per l'eventuale intervento)

Grazie, mi scuso per le troppe domande.
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 76.7k 2.4k
Gentile Utente,

l'intervento di stimolazione cerebrale profonda (DBS) deve essere proposto da un neurochirurgo che si occupi quasi esclusivamente di queste problematiche perchè esistono delle limitazioni assolute e relative (l'età di cui parla è una di queste). Ciò significa che un tale tipo di intervento si attua in pazienti altamente selezionati in base a diversi parametri che valuterà il neurochirurgo.
Pertanto la proposta è dello specialista che Le indicherà anche tutti i vantaggi e gli svantaggi della tecnica ed in particolare gli obiettivi che potranno essere raggiunti dopo l'intervento perchè, sia chiaro, non avviene la guarigione ma un miglioramento della sintomatologia e/o una riduzione della terapia farmacologica.
Pertanto vi dovreste rivolgere ad un neurochirurgo.

Cordiali saluti ed auguri alla mamma

Dr. Antonio Ferraloro

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