Stato vegetativo dopo arresto cardiaco
Salve. Poichè avrei bisogno di un vostro consulto medico vi descrivo il problema di mio padre 60enne. La notte tra il 4 e il 5 Ottobre egli ha avuto un infarto e successivamente portato in ospedale ha avuto un arresto cardiaco all'interno della struttura "preso" a tempo zero. Poichè la pressione era bassa e l'infarto era prolungato c'è stato un momento in cui c'è stata mancanza di ossigeno al cervello. Oggi (quasi 3 mesi) mio padre è ancora in questo stato vegetativo. Pressione, urina e cuore procedono in modo piu o meno normale e da quasi due settimane non ha più febbre. Sembra che la nostra stimolazione a volte serva (occhi spalancati, movimento leggero della testa). Cosa mi devo aspettare e soprattutto quante sono le probabilità di recupero? I medici continuano a dire che sarà il tempo a dire se lui riesce ad uscire o no da questa situazione. Cosa posso fare personalmente? Conviene lasciarlo in ospedale o qualcuno sa consigliarmi di prendere in esame un'altra possibilità? E' giusto pensare di farlo seguire da un nostro medico personale poichè le notizie vengono date con il contagoccie? Lascio ogni giorno il lettore Mp3 con musica e parlato dei familiari...è corretto questo? Posso fare altro? Grazie per il momento...
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Purtroppo credo che Suo padre abbia avuto un problema di ipossia a seguito dell'arresto cardiaco.
Le stimolazioni sonore vanno bene (personalmente già 15 anni fa ho sperimentato con un certo successo tale tecnica), ma non bastano perchè bisogna integrarle con tutta una serie di procedure a volte da continuare per molte ore al giorno.
E' chiaro che tali metodiche hanno solo un valore relativo, empirico, e non vanno considerate come delle terapie efficaci.
Sono a disposizioni per eventuali altri chiarimenti.
Intanto Auguri per tutto
Dr. GIOVANNI MIGLIACCIO
Specialista in
Neurochirurgia
Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli
C.so di Porta Nuova,23 - MILANO (MI)
Tel.: 3356320940
giovannimigliaccio@medicitalia.it
https://www.medicitalia.it/giovannimigliaccio/
Le stimolazioni sonore vanno bene (personalmente già 15 anni fa ho sperimentato con un certo successo tale tecnica), ma non bastano perchè bisogna integrarle con tutta una serie di procedure a volte da continuare per molte ore al giorno.
E' chiaro che tali metodiche hanno solo un valore relativo, empirico, e non vanno considerate come delle terapie efficaci.
Sono a disposizioni per eventuali altri chiarimenti.
Intanto Auguri per tutto
Dr. GIOVANNI MIGLIACCIO
Specialista in
Neurochirurgia
Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli
C.so di Porta Nuova,23 - MILANO (MI)
Tel.: 3356320940
giovannimigliaccio@medicitalia.it
https://www.medicitalia.it/giovannimigliaccio/
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L'interpretazione del Collega al quadro presentato da Suo padre è sicuramente condivisibile.
Per un dato strumentale che integri la clinica suggerirei (se già non eseguito) un esame elettroencefalografico (EEG) che mostra reperti inconfondibili in caso si ipossia cerebrale. Eventualmente tale esame può essere ripetuto in caso di evoluzione del quadro clinico.
Cordialmente
Dr. Marco Trucco
Per un dato strumentale che integri la clinica suggerirei (se già non eseguito) un esame elettroencefalografico (EEG) che mostra reperti inconfondibili in caso si ipossia cerebrale. Eventualmente tale esame può essere ripetuto in caso di evoluzione del quadro clinico.
Cordialmente
Dr. Marco Trucco
Dott. Marco Trucco
Specialista in Neurologia e Neurofisiologia Clinica
www.marcotrucco.it
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