Un soggetto ipocondriaco
Buonasera a tutti i medici. Vorrei avere un parere circa un episodio di emicrania avuto oggi nel pomeriggio. Sentendomi molto stanco (avevo dormito pochissimo questa notte) mi sono sdraiato a riposare nel primo pomeriggio, subito dopo il pranzo. Dopo circa dieci minuti dal risveglio, ho iniziato ad avvertire strani disturbi visivi (tipo lampi e scintille e una strana sensazione che non mi consentiva di leggere), il tutto è durato circa dieci minuti per poi attenuarsi spontaneamente. A seguit di questo episodio e a distanza di circa mezz'ora, mi è iniziato un mal di testa forte, pulsante, localizzato al solo emisfero destro. Mal di testa accompagnato da nausea e che si è estinto nell'arco di circa tre ore e mezza in maniera spontanea. Ora sto bene. Ho letto che l'emicrania con aura dà una manifestazione di questo genere, tuttavia, essendo un soggetto ipocondriaco e non avendo mai sofferto di mal di testa, mi sono messo subito a pensare al peggio (tumore cerebrale).
Lunedì parto per le vacanze e ora sono in ansia al pensiero di avere gravi malattie. Crdete che le mie paure siano infondate? Preciso che è il primo e finora unico episodio di questo tipo
Grazie in anticipo
Lunedì parto per le vacanze e ora sono in ansia al pensiero di avere gravi malattie. Crdete che le mie paure siano infondate? Preciso che è il primo e finora unico episodio di questo tipo
Grazie in anticipo
[#1]
Gentile Utente,
con tutti i limiti del consulto on line, il Suo semrerebbe un tipico attacco di emicrania con aura.
Comunque la visita neurologica diretta è fondamentale per avere una diagnosi precisa.
Non pensi a malattie importanti.
Cordiali saluti
con tutti i limiti del consulto on line, il Suo semrerebbe un tipico attacco di emicrania con aura.
Comunque la visita neurologica diretta è fondamentale per avere una diagnosi precisa.
Non pensi a malattie importanti.
Cordiali saluti
Dr. Antonio Ferraloro
[#5]
Utente
Dottore mi scusi se scrivo la mia richiesta in questo post (c'era già un post apposito ma attualmente non risulta più sul sito). Vorrei avere delucidazioni su un nuovo sintomo che mi è comparso in questi giorni e che mi ha riattivato dei problemi di ipocondria. Premetto che è da un mese e mezzo circa che, di comune accordo con il terapeuta, ho provato a togliere daparox visto che stavo sensibilmente meglio. Premetto inoltre che ho avuto un periodo di stress intensissimo nei mesi di settembre e ottobre per un impegno accademico cui tenevo moltissimo (impegno che nelle ultime settimane si è risolto in maniera estremamente positiva). Paradossalmente proprio nel momento in cui si è attenuato lo stress sono emersi di nuovo i disturbi ipocondriaci. In pratica da qualche giorno mi sembra di avere un fastidio agli arti, tipo formicolio o leggero dolore (comunque migrante, a volte prende un braccio, avolte una gamba, a volte a destra, a volte a sinistra), fastidio che mi spinge a muovere continuamente gli arti. Preciso inoltre che mi accorgo spesso di avere la muscolatura rigida, contratta (quando me ne accorgo ovviamente mi sforzo di rilassarmi). Il mio curante ha subito ipotizzato che questi formicolii siano una somatizzazione della situazione di forte stress che ho vissuto per molto tempo, e che proprio nel momento in cui mi sono rilassato ho scaricato sul fisico. Da parte mia invece mi sono preoccupato di avere una malattia neurologica come la sclerosi multipla e che questi disturbi siano un sintomo d'esordio. Aggiungo infine che, da qualche tempo (dopo la sospensione di daparox), ho problemi di eiaculazione precoce, problemi che non ho mai avuto prima di assumere il farmaco (e che a maggior ragione non avevo durante la terapia); ma non mi è chiaro se questo possa essere anch'esso un eventuale sintomo della sclerosi multipla.
La ringrazio in anticipo per l'attenzione
La ringrazio in anticipo per l'attenzione
[#6]
Gentile Utente,
dalla Sua descrizione ritengo poco probabile sospettare una SM in quanto le parestesie sono migranti. Considerata la Sua storia clinica è più probabile pensare all'origine psicosomatica del disturbo.
Ovviamente questo è un parere a distanza, ne parli con lo specialista che La segue.
Cordiali saluti
dalla Sua descrizione ritengo poco probabile sospettare una SM in quanto le parestesie sono migranti. Considerata la Sua storia clinica è più probabile pensare all'origine psicosomatica del disturbo.
Ovviamente questo è un parere a distanza, ne parli con lo specialista che La segue.
Cordiali saluti
[#7]
Utente
Grazie Dottore. Lo specialista lo vedo domani. L'importanza del suo consulto è legato al fatto che mi rassicura maggiormente il parere rassicurante di un medico che non conosco personalmente piuttosto che quello del curante; che conoscendomi giustamente attribuisce all'ansia il disturbo, ma che io da ansioso giudico sempre semplicistico.
Spero di essermi spiegato e la ringrazio molto
Spero di essermi spiegato e la ringrazio molto
[#11]
Utente
Dottore le comunico solamente che ieri sono andato dal mio terapeuta (lo psicologo per la psicoterapia). L'incontro mi ha un pò risollevato, secondo lui infatti si tratta di una ricaduta, sotto certi aspetti "fisiologica" e comunque prevedibile, dovuta al calo di tensione dopo i due mesi di fuoco che avevo trascorso per preparare gli esami di dottorato.
Pertanto non ritiene che necessariamente si tratti di un effetto rimbalzo dovuto alla sospensione del farmaco (ciò malgrado, giustamente visto che non è la sua specializzazione, si è raccomandato di parlarne con lo psichiatra per sentire anche il suo parere), e che forse è un sintomo che può rientrare senza per forza dover riassumere di nuovo il daparox.
In effetti la chiacchierata credo mi abbia giovato e oggi sto molto meglio (per quanto ammetto che una controllatina ogni tanto ai mignoli per verificarne la sensibilità mi capita di farla!).
Nel frattempo la ringrazio ancora e la terrò informata sull'evoluzione.
Cordiali saluti
Pertanto non ritiene che necessariamente si tratti di un effetto rimbalzo dovuto alla sospensione del farmaco (ciò malgrado, giustamente visto che non è la sua specializzazione, si è raccomandato di parlarne con lo psichiatra per sentire anche il suo parere), e che forse è un sintomo che può rientrare senza per forza dover riassumere di nuovo il daparox.
In effetti la chiacchierata credo mi abbia giovato e oggi sto molto meglio (per quanto ammetto che una controllatina ogni tanto ai mignoli per verificarne la sensibilità mi capita di farla!).
Nel frattempo la ringrazio ancora e la terrò informata sull'evoluzione.
Cordiali saluti
[#12]
Utente
Caro Dottore.
voleso comunicarle che sto molto meglio, attualmente non ho più pensieri di tipo ossessivo e sono nuovamente tranquillo. Pertanto continuo a restare in vigile attesa sperando di poter fare a meno definitivamente del farmaco.
Approfitto ancora della sua gentilezza per chiederle un consulto: mi rendo conto che non è la sua specializzazione ma eventualmente se me lo consiglia posterò la domanda nella sezione opportuna.
Ciò che in effetti mi è rimasto è una sensazione di fastidio alle due dita più esterne (mignolo e anulare) delle mani. Questa sensazione non è costante, e può colpire entrambe le mani. Inoltre quando ho questo fastidio, il dolore si prolunga nel palmo della mano (zona sempre esterna) fino al gomito (sempre all'esterno) e mi peggiora premendo in zone opportune del gomito. Ciò che tuttavia mi farebbe propendere per l'origine psicosomatica del disturbo è la variabilità del fenomeno (che colpisce sia la destra che la sinistra). Preciso , non so se la cosa abbia attinenza, che per lavoro uso moltissimo la tastiera del computer.
Lei cosa ne pensa?
Grazie come sempre
voleso comunicarle che sto molto meglio, attualmente non ho più pensieri di tipo ossessivo e sono nuovamente tranquillo. Pertanto continuo a restare in vigile attesa sperando di poter fare a meno definitivamente del farmaco.
Approfitto ancora della sua gentilezza per chiederle un consulto: mi rendo conto che non è la sua specializzazione ma eventualmente se me lo consiglia posterò la domanda nella sezione opportuna.
Ciò che in effetti mi è rimasto è una sensazione di fastidio alle due dita più esterne (mignolo e anulare) delle mani. Questa sensazione non è costante, e può colpire entrambe le mani. Inoltre quando ho questo fastidio, il dolore si prolunga nel palmo della mano (zona sempre esterna) fino al gomito (sempre all'esterno) e mi peggiora premendo in zone opportune del gomito. Ciò che tuttavia mi farebbe propendere per l'origine psicosomatica del disturbo è la variabilità del fenomeno (che colpisce sia la destra che la sinistra). Preciso , non so se la cosa abbia attinenza, che per lavoro uso moltissimo la tastiera del computer.
Lei cosa ne pensa?
Grazie come sempre
[#14]
Utente
Si dottore molto spesso. Ironia della sorte soffro di disturbi di questo genere proprio ora che non pratico più attività sportive; mentre per anni ho praticato arrampicata a livello agonistico (che è uno sport estremamente traumatico per dita e gomiti) senza riportare mai infortuni di questo tipo.
La ringrazio e se perdurasse contatterò il mio medico.
Cordiali saluti
La ringrazio e se perdurasse contatterò il mio medico.
Cordiali saluti
[#19]
Utente
Dottore approfitto ancora una volta della sua gentilezza e disponibilità per chiederle un parere su un sintomo che da sempre mi preoccupa molto (infatti da un sintomo di questo tipo iniziarono le mie preoccupazioni ipocondriache ormai alcuni anni fa): le vertigini. In pratica è da qualche tempo (alcune settimane) che mi capita di avere delle leggere sensazioni di vertigini o di carenza di equilibrio, la sensazione è a dire il vero molto lieve e forse soggettiva, nel senso che quando mi accorgo di avere una sensazione di questo tipo cerco di verificare con qualche prova il mio equilibrio (per esempio provo a camminare ad occhi chiusi o stare su di un piede) e questo si rivela sempre perfetto. In verità questi "attacchi" mi durano pochi secondi ogni volta per cui le prove avvengono inevitabilmente sempre ad attacco appena ultimato. Il problema si è presentato in questi anni diverse volte, sempre associato a periodi di forte stress e stanchezza, e anche questa volta non fa eccezione visto che per motivi di lavoro finisco sempre per dormire circa 5 ore per notte. Tuttavia ogni volta che mi si presenta provo una fortissima ansia vedendolo come un campanello d'allarme di malattie neurologiche gravi come un tumore. Il mio medico curante ritiene invece che queste manifestazioni siano delle manifestazioni ansiose legate alla stanchezza e che l'unico rimedio sia cercare (nei limiti del possibile) di riposare e non focalizzarsi su questo sintomo. Aggiungo che tutte le volte a questa sintomatologia si accompagna dolore al collo e che queste "vertigini" si associano ai movimenti del collo stesso.
Grazie come di consueto
Grazie come di consueto
[#20]
Gentile Utente,
concordo con quanto Le ha detto il Suo medico curante, l'ipotesi dello stress e dell'ansia è probabile, anche associata probabilmente a problemi di postura con irrigidimento muscolare cervicale considerata la dolorabilità che riferisce.
Cordiali saluti
concordo con quanto Le ha detto il Suo medico curante, l'ipotesi dello stress e dell'ansia è probabile, anche associata probabilmente a problemi di postura con irrigidimento muscolare cervicale considerata la dolorabilità che riferisce.
Cordiali saluti
[#22]
Utente
Chiedo scusa nuovamente per il disturbo, avrei un nuovo quesito da porle. E' da alcuni giorni che ho dei problemi uditivi e, tanto per cambiare, sono già in ansia attribuendo questi problemi a motivi di natura neurologica. Premetto che ho da sempre sofferto di formazione di tappi di cerume e di acufeni vari (al punto che da bambino ricordo che chiamavo questi leggeri acufeni come il "rumore della notte" tanto li sentivo frequentemente e debolmente). Venendo al presente è iniziato tutto circa una settimana fa quando mi sono accorto che parlando sentivo l'orecchio destro risuonare come in maniera metallica, e anche alcuni rumori esterni venivano percepiti in maniera "vibrante" e metallica, questa sensazione veniva modificata toccando il padiglione auricolare (a volte in maniera migliorativa a volte peggiorativa); associato a questo sentivo l'orecchio tappato con continua necessità di stapparlo soffiando nel naso, nel fare questo avvertivo un leggero fastidio (non saprei se prurito o dolore vero e proprio) accompagnato da rumore. La sinotomatologia non si è del tutto risolta, nel senso che la sensazione di rumori metallici e vibranti è del tutto sparita, tuttavia permane la sensazione di orecchio pieno, tappato e un continuo acufene all'orecchio destro, non intensissimo ma più intenso dei consueti "rumori della notte" cui sono abituato. Giusto per completare il quadro aggiungo che tutta la sinotmatologia ha esordito in concomitanza con lo spuntare dei due denti del giudizio (sia superiore che inferiore) dal medesimo lato.
Ho fissato per domani una visita otorinolaringoiatrica ma mi rendo conto che sono preoccupatissimo per eventuali risvolti neurologici che questo problema potrebbe rivelare.
Fermo restando che tutte queste problematiche che stanno riemergendo mi impongono di rivalutare la mia situazione psicologica la ringrazio come sempre per la disponibilità
Ho fissato per domani una visita otorinolaringoiatrica ma mi rendo conto che sono preoccupatissimo per eventuali risvolti neurologici che questo problema potrebbe rivelare.
Fermo restando che tutte queste problematiche che stanno riemergendo mi impongono di rivalutare la mia situazione psicologica la ringrazio come sempre per la disponibilità
[#24]
Utente
Eccomi di ritorno dalla visita. In effetti ha trovato due piccoli tappi (da entrambe le orecchie) ma nulla di eccessivamente importante. Dopodiche' mi ha fatto un esame con uno strumento atto a verificare l'elasticita' timpanica, con un esito eccellente (dice che raramente trova dei timpani cosi' in buone condizioni). Viceversa mi ha riscontrato un forte rigidita' dei muscoli mascellare (che sono anche doloranti), e si dice sicuro che tutti questi fastidi all'orecchio (sia gli acufeni che la sensazione di ovattamento) sono da attribuire alla forte tensione muscolare, a cui si aggiunge un esasperato controllo sulle sensazioni corporee che esergito quotidianamente. In effetti la diagnosi sarebbe anche in linea con quei fastidi di vertigine (ora passati) che accusavo qualche tempo fa.
A questo punto, prendendo per buona la diagnosi dell'otorino, credo si imponga una rivalutazione psichiatrica. In effetti di recente mi rendo conto che non riesco più ad essere tranquillo, a cominciare dalle vertigini fino a quest'ultimo problema passando per una banale afta che come potra' vedere da un mio precedente consulto mi ha causato tanta apprensione.
A questo punto, prendendo per buona la diagnosi dell'otorino, credo si imponga una rivalutazione psichiatrica. In effetti di recente mi rendo conto che non riesco più ad essere tranquillo, a cominciare dalle vertigini fino a quest'ultimo problema passando per una banale afta che come potra' vedere da un mio precedente consulto mi ha causato tanta apprensione.
[#27]
Utente
Dottore mi scusi se la disturbo ancora. Ho contattato telefonicamente il mio psichiatra il quale, sentendomi estremamente agitato, mi ha detto di riprendere subito il trattamento con daparox (dapprima 10 mg al giorno per abituarmi nuovamente e poi salire a 20 mg). Tuttavia non riesco a tranquillizzarmi per questo sintomo dell'acufene: più che altro quello che mi spaventa è che questa volta è piuttosto localizzato su un solo orecchio piuttosto che su entrambi. Volevo chiederle una delucidazione: il fatto che sia aggravato dal serrare i denti o da torsioni del collo depone a favore dell'origine muscolare del disturbo? o è ininfluente? In effetti l'otorino ieri è sembrato tranquillissimo ma non è riuscito a comunicarmi la stessa tranquillità
grazie ancora
grazie ancora
[#32]
Utente
Dottore mi scusi dopo molti mesi sono di nuovo qui a sottoporle nuovi quesiti. Purtroppo tutto è iniziato con un grave problema famigliare capitatomi di recente in maniera completamente inaspettata. Li per li come spesso mi accade ho dato l'impressione di reagire con grande forza, ma nel giro di pochi giorni sono crollato (anche dal punto di vista psicologico con frequenti episodi di tristezza disarmante associata anche a pianto, una cosa per me davvero inusuale).
Come spesso mi accade nel giro di poco tempo si è instaurata una problematica di tipo fisico e come sempre questo alimenta l'ansia verso la paura di aver una malattia grave. In pratica è ormai da circa una settimana che accuso ogni tipo di sintomo neurologico: senso di formicolii vari a braccia, mani, piedi, a volte addirittura al volto e alla lingua (tutte sensazioni estremamente migranti anche nel corso della stessa giornata, er esempio avverto un formicolio alla parte destra della lingua, dopo un pò sparisce e passa alla parte sinistra per poi migrare nuovamente). A ciò si aggiunge una sensazione di vertigini e a volte nausea. Non saprei se queste vertigini siano oggettive o solo una sensazione di sbandamento. Oggi ad esempio ho la sensazione che questa vertigine con nausea sia associata allo stare in piedi mentre che da seduto svanisca, altre volte mi sembra esattamente il contrario.
L'unico sintomo fisico che direi essere costante è una grossa dolorabilità al collo che mi si irradia fino alle spalle, al punto che qualunque movimento mi causa di fatto dolore e la mobilità risulta estremamente limitata. Inoltre, se la cosa può avere un legame, mi sono accorto che camminando avverto un continuo scoppiettio all'orecchio destro, come di un osso per intenderci.
Ovviamente tutti questi sintomi scatenano in me la paura di una malattia neurologica seria, paura tale da non consentirmi di fare accertamenti per la certezza di avere un responso nefasto. L'unica cosa che mi tranquillizza leggermente è che, malgrado tutto questo corredo di sintomi, non soffro assolutamente di cefalea, nemmeno lieve.
Come spesso mi accade nel giro di poco tempo si è instaurata una problematica di tipo fisico e come sempre questo alimenta l'ansia verso la paura di aver una malattia grave. In pratica è ormai da circa una settimana che accuso ogni tipo di sintomo neurologico: senso di formicolii vari a braccia, mani, piedi, a volte addirittura al volto e alla lingua (tutte sensazioni estremamente migranti anche nel corso della stessa giornata, er esempio avverto un formicolio alla parte destra della lingua, dopo un pò sparisce e passa alla parte sinistra per poi migrare nuovamente). A ciò si aggiunge una sensazione di vertigini e a volte nausea. Non saprei se queste vertigini siano oggettive o solo una sensazione di sbandamento. Oggi ad esempio ho la sensazione che questa vertigine con nausea sia associata allo stare in piedi mentre che da seduto svanisca, altre volte mi sembra esattamente il contrario.
L'unico sintomo fisico che direi essere costante è una grossa dolorabilità al collo che mi si irradia fino alle spalle, al punto che qualunque movimento mi causa di fatto dolore e la mobilità risulta estremamente limitata. Inoltre, se la cosa può avere un legame, mi sono accorto che camminando avverto un continuo scoppiettio all'orecchio destro, come di un osso per intenderci.
Ovviamente tutti questi sintomi scatenano in me la paura di una malattia neurologica seria, paura tale da non consentirmi di fare accertamenti per la certezza di avere un responso nefasto. L'unica cosa che mi tranquillizza leggermente è che, malgrado tutto questo corredo di sintomi, non soffro assolutamente di cefalea, nemmeno lieve.
[#33]
Gentile Utente,
mi pare di capire che la sintomatologia che riferiva precedentemente sia regredita. Sta assumendo ancora il daparox? In caso affermativo con quale dosaggio?
Inoltre la modalità d'insorgenza dei sintomi attuali (dopo il grave problema di famiglia) ci orienta verso un disturbo psicosomatico.
Anche il dolore al collo potrebbe avere questa origine insieme, per es., a problemi della colonna cervicale.
Cordiali saluti
mi pare di capire che la sintomatologia che riferiva precedentemente sia regredita. Sta assumendo ancora il daparox? In caso affermativo con quale dosaggio?
Inoltre la modalità d'insorgenza dei sintomi attuali (dopo il grave problema di famiglia) ci orienta verso un disturbo psicosomatico.
Anche il dolore al collo potrebbe avere questa origine insieme, per es., a problemi della colonna cervicale.
Cordiali saluti
[#34]
Utente
Grazie come sempre per la veloce risposta. In effetti la sintomatologia era regredita molto, salvo poi riaccentuarsi nei periodi di stress intenso lavorativo (nei quali mi accorgo che tengo spessissimo la mascella serrata e questo mi porta un indolenzimento di tutti i muscoli masticatori). Questo mi aveva tranquillizzato e indotto a credere alla diagnosi dell'otorino visto anche che associato si presenta un click ogni volta che apro molto la bocca.
Il daparox l'ho assunto in quell'occasione per circa una settimana riportando effetti collaterali estremamente pesanti e in generale un forte peggioramento della mia depressione; poi per sbaglio l'ho dimenticato per qualche giorno notando un miglioramento netto di tutto il quadro. Questo mi ha spinto a sospenderlo e continuare con la sola psicoterapia, la quale mi sembra mi dia benefici più duraturi e immediati. Tutto andava bene fino a quest'ultima brutta esperienza che mi ha abbattuto di nuovo molto.
Il daparox l'ho assunto in quell'occasione per circa una settimana riportando effetti collaterali estremamente pesanti e in generale un forte peggioramento della mia depressione; poi per sbaglio l'ho dimenticato per qualche giorno notando un miglioramento netto di tutto il quadro. Questo mi ha spinto a sospenderlo e continuare con la sola psicoterapia, la quale mi sembra mi dia benefici più duraturi e immediati. Tutto andava bene fino a quest'ultima brutta esperienza che mi ha abbattuto di nuovo molto.
[#36]
Utente
Si sul fatto che il problema masticatorio possa essere all'origine sia della dolorabilità al collo che di quelle lievi vertigini ne ero consapevole, ma da ipocondriaco quale sono c'è sempre l'ansia che la spiegazione più ragionevole sia anche la più semplicistica. In effetti ho la sensazione che tale problema masticatorio sia se possibile peggiorato ultimamente: proprio ieri mi è capitato di accorgermi che a volte aprendo e chiudendo la bocca sento una sensazione di intenso calore nell'orecchio e come di presenza di liquidi (non so se mi spiego). Tuttavia non ho ben capito quale dovrebbe essere la figura medica corretta: il dentista, o chi altri?
Infine la ringrazio nuovamente perchè le sue parole rassicuranti (lei che oltretutto è neurologo) sono riuscite a calmarmi maggiormente e oggi finalmente ho trascorso una giornata tranquilla
Saluti
Infine la ringrazio nuovamente perchè le sue parole rassicuranti (lei che oltretutto è neurologo) sono riuscite a calmarmi maggiormente e oggi finalmente ho trascorso una giornata tranquilla
Saluti
[#38]
Utente
Grazie Dottore come sempre, cercherò uno gnatologo e le riferirò il responso.
In questi giorni tra l'altro ho analizzato meglio alcune caratteristiche dei sintomi che accuso. Mi rendo conto che spesso tutto inizia con una considerazione personale apparentemente ottimistica: mi capita infatti di pensare tra me e me e realizzare che mi sento bene e non ho sintomi particolari di vertigini o nausea. In breve a seguito di questo pensiero comincia a venirmi nausea seguito da vertigini e/o sensazione di torpore alla lingua piuttosto che al volto o agli arti, unitamente a nervosismo e sensazione di imminente pericolo. La situazione ha un crescendo per una ventina di minuti per poi attenuarsi. Mi rendo conto che il modo in cui la sinotmatologia appare (unitamente al fatto che i sintomi stessi sono sempre molto variabili e piuttosto vaghi) fanno propendere per la componente ansiosa, e mi sto rassicurando di questo. Tuttavia mi domandavo se da un punto di vista medico è normale che, anche se il paziente ha preso consapevolezza di questa componente ansiosa, questi attacchi continuino a persistere (seppure con intensità molto minore). Ovviamente lunedì vedrò il mio terapeuta e affronterò la questione anche con lui.
La ringrazio come sempre e a presto (o forse in un certo senso sarebbe meglio sperare che non sia troppo presto :-) )
In questi giorni tra l'altro ho analizzato meglio alcune caratteristiche dei sintomi che accuso. Mi rendo conto che spesso tutto inizia con una considerazione personale apparentemente ottimistica: mi capita infatti di pensare tra me e me e realizzare che mi sento bene e non ho sintomi particolari di vertigini o nausea. In breve a seguito di questo pensiero comincia a venirmi nausea seguito da vertigini e/o sensazione di torpore alla lingua piuttosto che al volto o agli arti, unitamente a nervosismo e sensazione di imminente pericolo. La situazione ha un crescendo per una ventina di minuti per poi attenuarsi. Mi rendo conto che il modo in cui la sinotmatologia appare (unitamente al fatto che i sintomi stessi sono sempre molto variabili e piuttosto vaghi) fanno propendere per la componente ansiosa, e mi sto rassicurando di questo. Tuttavia mi domandavo se da un punto di vista medico è normale che, anche se il paziente ha preso consapevolezza di questa componente ansiosa, questi attacchi continuino a persistere (seppure con intensità molto minore). Ovviamente lunedì vedrò il mio terapeuta e affronterò la questione anche con lui.
La ringrazio come sempre e a presto (o forse in un certo senso sarebbe meglio sperare che non sia troppo presto :-) )
[#40]
Utente
Purtroppo direi che il non molto presto non si è avverato. Proprio stamattina appena alzato ho avuto un altro attacco. Di nuovo ho iniziato con il pensiero anticipatorio, rilevando che non avevo nausea e stavo bene. Poi ho iniziato a leggere e dopo alcuni minuti (ma il pensiero anticipatorio, ammesso che lo fosse, era completamente superato) ha cominciato a comparire la nausea. Questa è aumentata e successivamente sono iniziate le vertigini (o i capogiri come sempre stento a distinguerli); il tutto ha avuto un crescendo e poi si è attenuato come di consueto. Quello che mi sembra di avere realizzato è che è quasi sempre la nausea ad anticipare la vertigine e quasi mai il contrario. Sicuramente la parte ansiosa è importante ma forse c'è qualcosa d'altro? Per esempio mi rendo conto che proprio in concomitanza della comparsa di questa sintomatologia si è riacuito il famoso acufene all'orecchio destro, che lo stesso orecchio lo sento pieno, che la dolorabilità al collo è molto forte e soprattutto proprio più intensa da quel lato e che ad aprire e chiudere la bocca sento la mandibola fare molti rumori sempre da quella parte.
Mi rendo conto che una persona "normale" inizierebbe un percorso di indagine ma purtroppo la paura mi attanaglia al punto da bloccarmi, mi convinco che se inizio un percorso diagnostico la diagnosi sarà infausta e di fatto preferisco rimanere nel limbo dell'incertezza.
Lei crede che questi nuovi elementi non spostano la convinzione che la causa ansiosa sia predominante?
la ringrazio come sempre
Mi rendo conto che una persona "normale" inizierebbe un percorso di indagine ma purtroppo la paura mi attanaglia al punto da bloccarmi, mi convinco che se inizio un percorso diagnostico la diagnosi sarà infausta e di fatto preferisco rimanere nel limbo dell'incertezza.
Lei crede che questi nuovi elementi non spostano la convinzione che la causa ansiosa sia predominante?
la ringrazio come sempre
[#45]
Utente
Caro Dottore,
torno ad aggiornarla dopo tanti mesi visto che lei si è sempre dimostrato così gentile nei miei confronti. Purtroppo ho passato un periodo molto difficile: attanagliato dall'ansia non sono riuscito a fare la visita gnatologica per tanto tempo (troppa la mia convinzione che quella visita avrebbe scatenato una serie di accertamenti che mi avrebbero portato a scoprire una patologia tumorale). Nel frattempo gli episodi di vertigine si erano completamente attenuati ma al loro posto era subentrata la paura di avere allucinazioni uditive (continuando ad ascoltare in modo ossessivo il mio acufene ogni minima variazione di quest'ultimo veniva da me percepito come una possibile allucinazione), da parte mia collegavo queste pseudo allucinazioni ad una manifestazione di crisi epilettiche e quindi ad una manifestazione di una malattia neurologica grave. Tutta questa paura mi causava continui miocloni notturni tali da impedirmi di fatto il sonno e rendendomi invivibile la vita di giorno (verso la fine di questo periodo mi sembrava di avere miocloni anche diurni, con movimento a scatti degli arti). A seguito di una sintomatologia così invalidante ho finalmente preso la decisione, di comune accordo con il mio psicologo, di ricontattare il mio psichiatra e riprendere una terapia farmacologica (tramite Daparox). Ebbene è da circa un mese che prendo daparox e la vita è tornata a sorridermi: dopo soli otto giorni di cura ero una persona completamente diversa, le paure, le pseudo allucinazioni e i miocloni era no un lontano ricordo e solo ora mi rendo conto di quanto sono stato stupido ad aspettare così a lungo. Finalmente ho avuto il coraggio di fare la visita gnatologica che ha evidenziato una malucclosione di discreta entità che a breve combatteremo tramite bite (prima di fare questo mi hanno suggerito di sisteare la situazione dei miei denti del giudizio) e mi è stato detto una volta per tutte che è assai verosimile che la malocclusione e il bruxismo mi causino tutte le varie sintomatologie di cui abbiamo discusso.
La ringrazio davvero tanto per il supporto dei mesi scorsi e ne approfitto per porle un paio di domande:
1) questa reazione così positiva al daparox si sta evidenziando con una dose bassissima di farmaco: sto infatti assumendo solo 10 mg al giorno di paroxetina. Il mio psichiatra mi ha consigliato di mantenere questo dosaggio e che visto la remissione di tutti i sintomi psicologici non c'è alcuna necessità di alzare il dosaggio a 20 mg. Lei che ne dice?
2) circa una settimana fa, per il problema al dente del giudizio cui le ho accennato, ho dovuto assumere per tre giorni azitromicina; in contemporanea con questa assunzione ho avuto una recrudescenza dei sintomi psicologici che si sono immediatamente attenuati fino a sparire al termine della cura. E' verosimile che questa breve ricaduta sia attribuibile all'antibiotico?
Grazie ancora e saluti
torno ad aggiornarla dopo tanti mesi visto che lei si è sempre dimostrato così gentile nei miei confronti. Purtroppo ho passato un periodo molto difficile: attanagliato dall'ansia non sono riuscito a fare la visita gnatologica per tanto tempo (troppa la mia convinzione che quella visita avrebbe scatenato una serie di accertamenti che mi avrebbero portato a scoprire una patologia tumorale). Nel frattempo gli episodi di vertigine si erano completamente attenuati ma al loro posto era subentrata la paura di avere allucinazioni uditive (continuando ad ascoltare in modo ossessivo il mio acufene ogni minima variazione di quest'ultimo veniva da me percepito come una possibile allucinazione), da parte mia collegavo queste pseudo allucinazioni ad una manifestazione di crisi epilettiche e quindi ad una manifestazione di una malattia neurologica grave. Tutta questa paura mi causava continui miocloni notturni tali da impedirmi di fatto il sonno e rendendomi invivibile la vita di giorno (verso la fine di questo periodo mi sembrava di avere miocloni anche diurni, con movimento a scatti degli arti). A seguito di una sintomatologia così invalidante ho finalmente preso la decisione, di comune accordo con il mio psicologo, di ricontattare il mio psichiatra e riprendere una terapia farmacologica (tramite Daparox). Ebbene è da circa un mese che prendo daparox e la vita è tornata a sorridermi: dopo soli otto giorni di cura ero una persona completamente diversa, le paure, le pseudo allucinazioni e i miocloni era no un lontano ricordo e solo ora mi rendo conto di quanto sono stato stupido ad aspettare così a lungo. Finalmente ho avuto il coraggio di fare la visita gnatologica che ha evidenziato una malucclosione di discreta entità che a breve combatteremo tramite bite (prima di fare questo mi hanno suggerito di sisteare la situazione dei miei denti del giudizio) e mi è stato detto una volta per tutte che è assai verosimile che la malocclusione e il bruxismo mi causino tutte le varie sintomatologie di cui abbiamo discusso.
La ringrazio davvero tanto per il supporto dei mesi scorsi e ne approfitto per porle un paio di domande:
1) questa reazione così positiva al daparox si sta evidenziando con una dose bassissima di farmaco: sto infatti assumendo solo 10 mg al giorno di paroxetina. Il mio psichiatra mi ha consigliato di mantenere questo dosaggio e che visto la remissione di tutti i sintomi psicologici non c'è alcuna necessità di alzare il dosaggio a 20 mg. Lei che ne dice?
2) circa una settimana fa, per il problema al dente del giudizio cui le ho accennato, ho dovuto assumere per tre giorni azitromicina; in contemporanea con questa assunzione ho avuto una recrudescenza dei sintomi psicologici che si sono immediatamente attenuati fino a sparire al termine della cura. E' verosimile che questa breve ricaduta sia attribuibile all'antibiotico?
Grazie ancora e saluti
[#46]
Gentile Utente,
mi fa piacere che abbia superato il periodo critico e che adesso la sintomatologia sia regredita. Personalmente consiglio sempre ai soggetti con i Suoi problemi di affrontare tempestivamente il caso in modo da poterlo risolvere.
Purtroppo ci sono ancora tanti pregiudizi infondati sulla terapia farmacologica.
<<questa reazione così positiva al daparox si sta evidenziando con una dose bassissima di farmaco: sto infatti assumendo solo 10 mg al giorno di paroxetina. Il mio psichiatra mi ha consigliato di mantenere questo dosaggio e che visto la remissione di tutti i sintomi psicologici non c'è alcuna necessità di alzare il dosaggio a 20 mg. Lei che ne dice?>> Concordo perfettamente in quanto i dosaggi vanno individualizzati al massimo.
<<circa una settimana fa, per il problema al dente del giudizio cui le ho accennato, ho dovuto assumere per tre giorni azitromicina; in contemporanea con questa assunzione ho avuto una recrudescenza dei sintomi psicologici che si sono immediatamente attenuati fino a sparire al termine della cura. E' verosimile che questa breve ricaduta sia attribuibile all'antibiotico?>> da ciò che riferisce è possibile, anche considerando eventuali interazioni tra i due farmaci.
Cordiali saluti e auguri
mi fa piacere che abbia superato il periodo critico e che adesso la sintomatologia sia regredita. Personalmente consiglio sempre ai soggetti con i Suoi problemi di affrontare tempestivamente il caso in modo da poterlo risolvere.
Purtroppo ci sono ancora tanti pregiudizi infondati sulla terapia farmacologica.
<<questa reazione così positiva al daparox si sta evidenziando con una dose bassissima di farmaco: sto infatti assumendo solo 10 mg al giorno di paroxetina. Il mio psichiatra mi ha consigliato di mantenere questo dosaggio e che visto la remissione di tutti i sintomi psicologici non c'è alcuna necessità di alzare il dosaggio a 20 mg. Lei che ne dice?>> Concordo perfettamente in quanto i dosaggi vanno individualizzati al massimo.
<<circa una settimana fa, per il problema al dente del giudizio cui le ho accennato, ho dovuto assumere per tre giorni azitromicina; in contemporanea con questa assunzione ho avuto una recrudescenza dei sintomi psicologici che si sono immediatamente attenuati fino a sparire al termine della cura. E' verosimile che questa breve ricaduta sia attribuibile all'antibiotico?>> da ciò che riferisce è possibile, anche considerando eventuali interazioni tra i due farmaci.
Cordiali saluti e auguri
[#49]
Utente
caro dottore, approfitto della sua gentilezza per chiederle un parere: premesso che sono circa 3 mesi che assumo daparox e continuo ad avere degli ottimi effetti positivi (anche se ho dovuto alzarela dose a 15mg), da quando assumo il farmaco mi sembra di soffrire di un effetto collaterale oculare. Ho sempre sofferto di mosche volanti da quando ero ragazzino e la cosa non mi ha mai disturbato più di tanto, tuttavia da quando assumo la medicina (fin dai primi giorni) mi sembra di avere un fenomeno simile anche al buio: praticamente mi capita di vedere, muovendo rapidamente gli occhi, dei filamenti tipo le mosche volanti ma sul chiaro. crede che la correlazione col farmaco sia credibile?
grazie come sempre
grazie come sempre
[#50]
Gentile Utente,
consideri che 15 mg di daparox non rappresentano nemmeno il dosaggio minimo consigliato (20 mg), per cui non sta assumendo una dose alta.
Sull'eventuale effetto collaterale Le posso dire che teoricamente potrebbe essere possibile, soprattutto se si è verificato dopo l'assunzione del farmaco, ma non è possibile stabilirlo a distanza.
Cordialmente
consideri che 15 mg di daparox non rappresentano nemmeno il dosaggio minimo consigliato (20 mg), per cui non sta assumendo una dose alta.
Sull'eventuale effetto collaterale Le posso dire che teoricamente potrebbe essere possibile, soprattutto se si è verificato dopo l'assunzione del farmaco, ma non è possibile stabilirlo a distanza.
Cordialmente
[#54]
Utente
Caro dottore,
torno ad aggiornarla perchè avrei bisogno di qualche consiglio. Attualmente mi trovo in Asia per lavoro (resterò qui per almeno due anni) e quindi mi risulta difficile avere un'assistenza adeguata (visto che la maggior parte dei medici qui hanno difficoltà con l'inglese). E' almeno sei mesi che sto benissimo, non ho più pensieri ossessivi o fobie varie. Il trasferimento in Asia ha, se possibile, migliorato questo stato di cose e sono felicissimo di essermi trasferito e di aver accettato questa possibilità lavorativa. Tuttavia sto avendo ultimamente dei problemi con l'assunzione di daparox: dopo un'influenza intestinale nel mese di luglio ho cominciato ad avere problemi di intolleranza al farmaco. Infatti assumerlo mi mette una stitichezza estrema, al punto che mi ritrovo a doverlo sospendere continuamente per alcuni giorni in modo da riprendermi. Purtroppo l'effetto mi sembra quasi dose-indipendente, e a meno di sospenderlo completamente la situazione sembra non migliorare riducendo la dose. Visto anche che sto così bene da almeno sei mesi stavo pensando che forse potrei cercare di terminare la terapia, ma purtroppo non mi è facile perchè quando sospendo l'assunzione del farmaco per alcuni giorni per i motivi suddetti dopo alcuni giorni mi vengono sintomi che immagino siano da sospensione (tipo mal di testa una certa irrequietezza e mal di stomaco).
Avrebbe qualche consiglio da darmi su come potrei risolvere questa situazione?
Grazie come sempre
torno ad aggiornarla perchè avrei bisogno di qualche consiglio. Attualmente mi trovo in Asia per lavoro (resterò qui per almeno due anni) e quindi mi risulta difficile avere un'assistenza adeguata (visto che la maggior parte dei medici qui hanno difficoltà con l'inglese). E' almeno sei mesi che sto benissimo, non ho più pensieri ossessivi o fobie varie. Il trasferimento in Asia ha, se possibile, migliorato questo stato di cose e sono felicissimo di essermi trasferito e di aver accettato questa possibilità lavorativa. Tuttavia sto avendo ultimamente dei problemi con l'assunzione di daparox: dopo un'influenza intestinale nel mese di luglio ho cominciato ad avere problemi di intolleranza al farmaco. Infatti assumerlo mi mette una stitichezza estrema, al punto che mi ritrovo a doverlo sospendere continuamente per alcuni giorni in modo da riprendermi. Purtroppo l'effetto mi sembra quasi dose-indipendente, e a meno di sospenderlo completamente la situazione sembra non migliorare riducendo la dose. Visto anche che sto così bene da almeno sei mesi stavo pensando che forse potrei cercare di terminare la terapia, ma purtroppo non mi è facile perchè quando sospendo l'assunzione del farmaco per alcuni giorni per i motivi suddetti dopo alcuni giorni mi vengono sintomi che immagino siano da sospensione (tipo mal di testa una certa irrequietezza e mal di stomaco).
Avrebbe qualche consiglio da darmi su come potrei risolvere questa situazione?
Grazie come sempre
[#56]
Utente
Grazie per la risposta. Ho ripreso ad assumerlo, dopo circa tre anni che non lo assumevo più, da febbraio di quest'anno. Inizialmente il dosaggio era di 10mg poi, a partire da maggio l'ho alzato a 20mg. A partire proprio da maggio ho avuto un notevole miglioramento della qualità della vita, miglioramento che si è ulteriormente accentuato con il mio trasferimento in Asia.
Grazie
Grazie
[#57]
Da questa postazione non possiamo gestire terapie a distanza.
In generale Le dico che se il problema è superato i sintomi da sospensione generalmente regrediscono dopo un paio settimane. Se invece il problema fosse ancora in atto i sintomi sarebbero dovuti al riemergere del disturbo antecedente.
In ogni caso è una pratica sbagliata assumere il farmaco per brevi periodi e poi sospenderlo.
Per la stitichezza beva molta acqua e pratichi attività fisica regolare.
Buona serata
In generale Le dico che se il problema è superato i sintomi da sospensione generalmente regrediscono dopo un paio settimane. Se invece il problema fosse ancora in atto i sintomi sarebbero dovuti al riemergere del disturbo antecedente.
In ogni caso è una pratica sbagliata assumere il farmaco per brevi periodi e poi sospenderlo.
Per la stitichezza beva molta acqua e pratichi attività fisica regolare.
Buona serata
[#59]
Utente
Gentile Dottore,
torno a scriverle perchè vorrei darle un aggiornamento, e anche perchè avrei alcune curiosità da sottoporle. Come le avevo raccontato al momento mi trovo in Asia e, visto che il periodo di benessere psicologico continua ad essere presente, ho deciso con la supervisione del mio terapeuta di ridurre un pò l'assunzione di paroxetina, più che altro al fine di ridurre qualche effetto collaterale: al momento assumo 13mg al giorno (con le gocce si ha il vantaggio di poter dosare molto facilmente il farmaco), gli effetti collaterali sono praticamente assenti e ho un ottimo controllo dei sintomi ipocondriaci. Pertanto il mio psichiatra mi ha consigliato di non scalare ulteriormente il farmaco e andare avanti così (decisione che mi è sembrata saggia). Come le dicevo, da un'ultima conversazione con il mio psichiatra mi sono emerse alcune curiosità che vorrei sottoporle: parlando dell'opportunità di scalare il farmaco o meno, lui mi ha specificato che i miei problemi sono, per così dire, di tipo endogeno, ossia non sono causati da qualche problema esterno ma sono causati da meccanismi fisiologici miei. Per questo motivo mi ha spiegato che, sebbene a tratti potrò ridurre (o sospendere) l'assunzione del farmaco, la terapia farmacologica sarà verosimilmente una mia compagna per tutta la vita, o comunque per un periodo molto lungo. Non le nego che la cosa mi ha in un certo senso rincuorato: spesso mi sono sentito dire da amici e parenti che una persona con problemi psicologici deve reagire e farcela da solo; dentro di me ero consapevole che si trattasse di frasi insensate (nessuno va da un diabetico a dirgli che deve convincere il suo organismo ad autocurarsi, ma per qualche motivo a me oscuro per i disagi psichiatrici c'è sempre questa tendenza), tuttavia sentirlo dire da un medico mi ha fatto piacere. La mia domanda a riguardo è la seguente: il fatto che io reagisca così bene (e velocemente) alla terapia farmacologica, e che nel giro di una settimana di assunzione di farmaco io diventi un'altra persona, è un indizio che rafforza l'ipotesi endogena dei miei disturbi? E che, se invece i disturbi fossero di origine ambientale/ reattiva, questa reazione al farmaco sarebbe meno marcata e immediata?
L'altra curiosità è un pò difficile da spiegare ma ci provo lo stesso: se ripenso a tutte le volte (due finora) che ho iniziato a manifestare i sintomi dei miei disturbi in una maniera così marcata da richiedere l'intervento farmacologico, mi rendo conto che il problema non si è mai manifestato lentamente nel tempo ma come un attacco acuto, e che in entrambi i casi la manifestazione è stata identica. Praticamente, ambedue le volte ho avuto come un attimo di estraniamento, come se mi vedessi vivere dall'esterno, qualcosa di difficile da spiegare a parole ma molto intenso, il tutto seguito da un tremendo giramento di testa e stordimento. Sebbene in entrambi i casi il sintomo non sia durato che più di qualche secondo, da quel momento ho per così dire smesso di ragionare, e ho cominciato ad essere ossessionato dalla paura di malattie, in una maniera e con un'intensità ingestibile. Mi domando, come semplice curiosità, se una tale manifestazione dei sintomi (così repentina e ben definita nel tempo) sia comune in questo tipo di problematiche o no.
La ringrazio come sempre per la sua attenzione
Cordiali saluti
torno a scriverle perchè vorrei darle un aggiornamento, e anche perchè avrei alcune curiosità da sottoporle. Come le avevo raccontato al momento mi trovo in Asia e, visto che il periodo di benessere psicologico continua ad essere presente, ho deciso con la supervisione del mio terapeuta di ridurre un pò l'assunzione di paroxetina, più che altro al fine di ridurre qualche effetto collaterale: al momento assumo 13mg al giorno (con le gocce si ha il vantaggio di poter dosare molto facilmente il farmaco), gli effetti collaterali sono praticamente assenti e ho un ottimo controllo dei sintomi ipocondriaci. Pertanto il mio psichiatra mi ha consigliato di non scalare ulteriormente il farmaco e andare avanti così (decisione che mi è sembrata saggia). Come le dicevo, da un'ultima conversazione con il mio psichiatra mi sono emerse alcune curiosità che vorrei sottoporle: parlando dell'opportunità di scalare il farmaco o meno, lui mi ha specificato che i miei problemi sono, per così dire, di tipo endogeno, ossia non sono causati da qualche problema esterno ma sono causati da meccanismi fisiologici miei. Per questo motivo mi ha spiegato che, sebbene a tratti potrò ridurre (o sospendere) l'assunzione del farmaco, la terapia farmacologica sarà verosimilmente una mia compagna per tutta la vita, o comunque per un periodo molto lungo. Non le nego che la cosa mi ha in un certo senso rincuorato: spesso mi sono sentito dire da amici e parenti che una persona con problemi psicologici deve reagire e farcela da solo; dentro di me ero consapevole che si trattasse di frasi insensate (nessuno va da un diabetico a dirgli che deve convincere il suo organismo ad autocurarsi, ma per qualche motivo a me oscuro per i disagi psichiatrici c'è sempre questa tendenza), tuttavia sentirlo dire da un medico mi ha fatto piacere. La mia domanda a riguardo è la seguente: il fatto che io reagisca così bene (e velocemente) alla terapia farmacologica, e che nel giro di una settimana di assunzione di farmaco io diventi un'altra persona, è un indizio che rafforza l'ipotesi endogena dei miei disturbi? E che, se invece i disturbi fossero di origine ambientale/ reattiva, questa reazione al farmaco sarebbe meno marcata e immediata?
L'altra curiosità è un pò difficile da spiegare ma ci provo lo stesso: se ripenso a tutte le volte (due finora) che ho iniziato a manifestare i sintomi dei miei disturbi in una maniera così marcata da richiedere l'intervento farmacologico, mi rendo conto che il problema non si è mai manifestato lentamente nel tempo ma come un attacco acuto, e che in entrambi i casi la manifestazione è stata identica. Praticamente, ambedue le volte ho avuto come un attimo di estraniamento, come se mi vedessi vivere dall'esterno, qualcosa di difficile da spiegare a parole ma molto intenso, il tutto seguito da un tremendo giramento di testa e stordimento. Sebbene in entrambi i casi il sintomo non sia durato che più di qualche secondo, da quel momento ho per così dire smesso di ragionare, e ho cominciato ad essere ossessionato dalla paura di malattie, in una maniera e con un'intensità ingestibile. Mi domando, come semplice curiosità, se una tale manifestazione dei sintomi (così repentina e ben definita nel tempo) sia comune in questo tipo di problematiche o no.
La ringrazio come sempre per la sua attenzione
Cordiali saluti
[#60]
Gentile Utente,
Le rispondo sinteticamente in modo affermativo ad entrambe le domande, infatti la rapidità di azione del farmaco confermerebbe un disturbo d'ansia non reattivo a problemi ambientali in senso lato.
Così anche un inizio improvviso della sintomatologia riferita non è poi così raro a verificarsi.
Concordo pure sulla non opportunità della frase "dipende da te, ci vuole volontà" ecc.
Comunque mi fa piacere che Lei stia bene e che tutto proceda senza problemi particolari.
Cordiali saluti
Le rispondo sinteticamente in modo affermativo ad entrambe le domande, infatti la rapidità di azione del farmaco confermerebbe un disturbo d'ansia non reattivo a problemi ambientali in senso lato.
Così anche un inizio improvviso della sintomatologia riferita non è poi così raro a verificarsi.
Concordo pure sulla non opportunità della frase "dipende da te, ci vuole volontà" ecc.
Comunque mi fa piacere che Lei stia bene e che tutto proceda senza problemi particolari.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 61 risposte e 5.3k visite dal 30/07/2011.
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