Una "degenerazione" mentale

BUONGIORNO, sono nata nel '72. Soffro di epilessia da ca. 15anni, ho cominciato ad avere delle auree in un momento di forte stress mentale. Inizialmente ho cercato la collaborazione di un ospedale, che mi tenne per qualche giorno ricoverata, somministrandomi Tegretol. Ne rimasi talmente stordita che decisi di interompere, progressivamente e di cercare di convivere con questo mio disturbo, senza piu' asumere medicinali.
D'altra parte si presentava con modalita' costanti: raramente di giorno, dandomi solo pochi secondi di assenza, soprattutto di notte.
Purtroppo un anno fa, mentre dormivo a fianco di mio marito, ho avuto un forte attacco, che ~mi e' stato poi riferito~ mi ha dato convulsioni e spasmi per cinque minuti, e uno stato di totale incoscienza per un'ora, poi un lento recupero (pochi movimenti, progressivamente piu' vigile, ma senza capire e biascicando: ricoverata, sono stata dimessa a tarda mattinata. Dormo frequentemente sola, e solo una volta mi e' capitato ancora accanto a lui, ma mi succede ormai ca. una volta al mese di svegliarmi indolenzita, con le labbra "masticate" e difficolta' di concentrazione.
E' quest'ultimo punto che piu' mi preoccupa: ho talvolta la sensazione di non avere piu' la prontezza mentale di una volta, ne' la capacita' di concentrazione, e di dimenticare parecchi dettagli. Vi domando se, non trattando specificamente il mio disturbo, questi problemi possano andare peggiorando piu' rapidamente che se assistita e se l'epilessia possa determinare una "degenerazione" mentale. GRAZIE
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 76.9k 2.4k
Gentile Signora,

è ovvio che se le crisi hanno una certa frequenza avrebbe bisogno di iniziare una terapia specifica. Se il problema non viene curato le crisi possono aumentare di frequenza ed aggravarsi fino ad arrivare, talvolta, allo stato di male epilettico che è un evento temibile. Pertanto Le consiglio di rivolgersi ad un centro di epilettologia o ad un neurologo esperto in epilessie per avere inizialmente una diagnosi corretta del Suo tipo specifico e quindi iniziare un'adeguata terapia.
Non tralasci il problema, mi ascolti.

Cordiali saluti

Dr. Antonio Ferraloro