Neuropatia?
Mi scuso in anticipo se sarò un po' prolissa, la storia si protrae un po' nel tempo, spero di spiegarmi bene.
Ho 37 anni, a settembre 2008 ho iniziato ad accusare dolori al pollice della mano sinistra e al polso, il medico mi ha prescritto degli antinfiammatori e mi ha detto di tenere la mano il più possibile a riposo. Premetto che lavoro in un ufficio, lavoro al computer 8 ore al giorno, perciò a riposo più di tanto non potevo stare senza assentarmi dal lavoro. Dopo poco il dolore è aumentato e con esso la perdita di forza al braccio, non riuscivo più ad appoggiare la mano, a stringere una caffettiera, girare la chiave nella serratura e altre cose simili, in più mano e braccio hanno iniziato a tremarmi, sopratutto se in tensione, mentre a riposo tremava solo dopo averlo sforzato. Il neurologo che mi ha visitata ha notato anche iporeflessia e mi ha fatto fare un'ecografia al polso (21 ottobre 2008) da cui è risultato un “modico versamento peritendineo a carico dell'estensore del pollice e dell'est radiale del carpo in corrispondenza dell'interlinea articol radio carpica”, ho portato il gesso per due settimane e successivamente ho fatto dieci sedute di laserterapia, l'ecografia successiva (14 gennaio 2009) dimostrava un'“evidente riduzione della componente di versamento peritendineo all'interlinea radio carpica dell'est radiale del carpo e del 1° dito”.
Per un periodo sono stata meglio, anche se la forza al braccio non era tornata del tutto, avvertivo solo una leggera sensazione di bruciore questa volta lungo il braccio e formicolio alle ultime due dita, sensazione di affaticamento e bruciore al pollice e palmo della mano. Il medico mi ha assicurato che anche questi fastidi sarebbero passati. Col tempo invece sono aumentati, concentrandosi al gomito, alla spalla, sotto l'ascella. Ho fatto un'altra visita da cui è risultata evidente perdita di forza e tremore, iporeflessia al gomito, difficoltà nel compiere movimenti di precisione con la mano, (nei movimenti fini mi devo concentrare per far fare alle dita quello che voglio). Il neurologo mi ha quindi fatto fare un RX alla colonna cervicale per verificare la presenza di un'ernia ma l'rx non ha mostrato nulla (21 marzo 2009).
Il 14 novembre 2010, data l'evidente persistenza dei sintomi, il mio dottore mi manda da un nuovo neurologo che mi consiglia una RM cervicale senza contrasto, il cui risultato è il seguente:
“indagine condotta mediante sequenze pesate in t1 e t2 secondo piano sagittali e trasversi. Buona visualizzazione dell'articolazione occipito-atlantoidea che non presenta alterazioni morfologiche.
Riduzione della fisiologica lordosi cervicale.
Non evidenti alterazioni morfo-strutturali ossee dei metameri esamiati, i quali mostrano normali e reciproci rapporti articolari.
Canale vertebrale ampio.
Il midollo cervicale non presenta alterazioni morfologiche o di segnale.
Lo studio dei dischi intersomatici mostra rilievi di normalità-
regolare il tratto di passaggio cervico-dorsale.”
Ho 37 anni, a settembre 2008 ho iniziato ad accusare dolori al pollice della mano sinistra e al polso, il medico mi ha prescritto degli antinfiammatori e mi ha detto di tenere la mano il più possibile a riposo. Premetto che lavoro in un ufficio, lavoro al computer 8 ore al giorno, perciò a riposo più di tanto non potevo stare senza assentarmi dal lavoro. Dopo poco il dolore è aumentato e con esso la perdita di forza al braccio, non riuscivo più ad appoggiare la mano, a stringere una caffettiera, girare la chiave nella serratura e altre cose simili, in più mano e braccio hanno iniziato a tremarmi, sopratutto se in tensione, mentre a riposo tremava solo dopo averlo sforzato. Il neurologo che mi ha visitata ha notato anche iporeflessia e mi ha fatto fare un'ecografia al polso (21 ottobre 2008) da cui è risultato un “modico versamento peritendineo a carico dell'estensore del pollice e dell'est radiale del carpo in corrispondenza dell'interlinea articol radio carpica”, ho portato il gesso per due settimane e successivamente ho fatto dieci sedute di laserterapia, l'ecografia successiva (14 gennaio 2009) dimostrava un'“evidente riduzione della componente di versamento peritendineo all'interlinea radio carpica dell'est radiale del carpo e del 1° dito”.
Per un periodo sono stata meglio, anche se la forza al braccio non era tornata del tutto, avvertivo solo una leggera sensazione di bruciore questa volta lungo il braccio e formicolio alle ultime due dita, sensazione di affaticamento e bruciore al pollice e palmo della mano. Il medico mi ha assicurato che anche questi fastidi sarebbero passati. Col tempo invece sono aumentati, concentrandosi al gomito, alla spalla, sotto l'ascella. Ho fatto un'altra visita da cui è risultata evidente perdita di forza e tremore, iporeflessia al gomito, difficoltà nel compiere movimenti di precisione con la mano, (nei movimenti fini mi devo concentrare per far fare alle dita quello che voglio). Il neurologo mi ha quindi fatto fare un RX alla colonna cervicale per verificare la presenza di un'ernia ma l'rx non ha mostrato nulla (21 marzo 2009).
Il 14 novembre 2010, data l'evidente persistenza dei sintomi, il mio dottore mi manda da un nuovo neurologo che mi consiglia una RM cervicale senza contrasto, il cui risultato è il seguente:
“indagine condotta mediante sequenze pesate in t1 e t2 secondo piano sagittali e trasversi. Buona visualizzazione dell'articolazione occipito-atlantoidea che non presenta alterazioni morfologiche.
Riduzione della fisiologica lordosi cervicale.
Non evidenti alterazioni morfo-strutturali ossee dei metameri esamiati, i quali mostrano normali e reciproci rapporti articolari.
Canale vertebrale ampio.
Il midollo cervicale non presenta alterazioni morfologiche o di segnale.
Lo studio dei dischi intersomatici mostra rilievi di normalità-
regolare il tratto di passaggio cervico-dorsale.”
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Ex utente
Mi scuso per il disguido ma nella fretta di pubblicare ciò che avevo scritto non mi sono accorta che mancava la parte finale del testo, probabilmente perché troppo lungo. L'elettromiografia all'arto sinistro alla fine è stata fatta. Ad aprile 2011 mi dicono che il tremore non può dipendere dalla stessa causa degli altri sintomi e mi fanno fare un RM encefalo con e senza contrasto (11 maggio 2011), dal quale risulta però essere tutto a posto.
A seguito di ciò decido di chiedere il parere di un altro specialista il quale esegue un'elettromiografia al braccio sinistro (28 maggio 2011), con il seguente risultato:
“elettroneurografia motoria massimale del nervo ulnare sinistro
reperto patologico per lieve rallentamento della velocità di conduzione al gomito. Con la tecnica di stimolazione progressiva centimetrica al gomito, si dimostra un repentino aumento della latenza del potenziale a livello della parte mediana della doccia epitrocleare (0,5 msec. In 1 cm, < 0,3 msec. Negli altri settori)”. Secondo il neurologo devo solo cercare di tenere il meno possibile il braccio flesso e rifare una visita fra tre mesi. Ripeto che, lavorando al computer tutto il giorno, tenere il braccio a riposo mi è praticamente impossibile, oltretutto sono mancina.
Ultimamente però il dolore alla scapola è aumentato, con irrigidimento del collo, bruciore sotto l'ascella, difficoltà ad alzare il braccio sopra la spalla, se porto il braccio all'altezza della spalla sento come una sensazione di freddo lungo tutto il braccio e formicolio. Non so davvero se c'entra qualcosa ma avverto anche un fastidioso fischio all'orecchio sinistro. I dolori sono più forti quando sto seduta o cammino, provo sollievo solo sdraiata a pancia in su col braccio sinistro lungo il fianco o mettendo il gomito o la mano sotto l'acqua ghiacciata. Da qualche giorno sento anche bruciore alla gamba sinistra e dolori lombari nel sedermi o nell'alzarmi dal letto. Tutti questi dolori non sono allucinanti ma mi limitano decisamente. Mi alzo alla mattina alle sette e dopo un paio d'ore sono già distrutta! L'unica cosa che mi è tornata alla mente è che diversi anni fa mi avevano diagnosticato una leggera scoliosi e una gamba più corta dell'altra non ricordo se di soli 5 o 7 mm, ma dato che la cosa era di poco conto il medico di base aveva lasciato correre. Ora non so nemmeno con sicurezza a chi dovrei rivolgermi, se a un neurologo, a un fiosioterapista o a chi altro, so però che non vorrei arrivare ad avere a 40 anni i dolori di un'ottantenne e dover passare delle ore sdraiata a letto. Se potete darmi un consiglio ve ne sarei grata.
A seguito di ciò decido di chiedere il parere di un altro specialista il quale esegue un'elettromiografia al braccio sinistro (28 maggio 2011), con il seguente risultato:
“elettroneurografia motoria massimale del nervo ulnare sinistro
reperto patologico per lieve rallentamento della velocità di conduzione al gomito. Con la tecnica di stimolazione progressiva centimetrica al gomito, si dimostra un repentino aumento della latenza del potenziale a livello della parte mediana della doccia epitrocleare (0,5 msec. In 1 cm, < 0,3 msec. Negli altri settori)”. Secondo il neurologo devo solo cercare di tenere il meno possibile il braccio flesso e rifare una visita fra tre mesi. Ripeto che, lavorando al computer tutto il giorno, tenere il braccio a riposo mi è praticamente impossibile, oltretutto sono mancina.
Ultimamente però il dolore alla scapola è aumentato, con irrigidimento del collo, bruciore sotto l'ascella, difficoltà ad alzare il braccio sopra la spalla, se porto il braccio all'altezza della spalla sento come una sensazione di freddo lungo tutto il braccio e formicolio. Non so davvero se c'entra qualcosa ma avverto anche un fastidioso fischio all'orecchio sinistro. I dolori sono più forti quando sto seduta o cammino, provo sollievo solo sdraiata a pancia in su col braccio sinistro lungo il fianco o mettendo il gomito o la mano sotto l'acqua ghiacciata. Da qualche giorno sento anche bruciore alla gamba sinistra e dolori lombari nel sedermi o nell'alzarmi dal letto. Tutti questi dolori non sono allucinanti ma mi limitano decisamente. Mi alzo alla mattina alle sette e dopo un paio d'ore sono già distrutta! L'unica cosa che mi è tornata alla mente è che diversi anni fa mi avevano diagnosticato una leggera scoliosi e una gamba più corta dell'altra non ricordo se di soli 5 o 7 mm, ma dato che la cosa era di poco conto il medico di base aveva lasciato correre. Ora non so nemmeno con sicurezza a chi dovrei rivolgermi, se a un neurologo, a un fiosioterapista o a chi altro, so però che non vorrei arrivare ad avere a 40 anni i dolori di un'ottantenne e dover passare delle ore sdraiata a letto. Se potete darmi un consiglio ve ne sarei grata.
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Ex utente
La ringrazio molto e mi informerò al riguardo. Vorrei se possibile un parere sul tremore, perché il neurologo che mi ha fatto fare l'RM encefalo mi ha detto che se non fosse risultato nulla da questo esame avrebbe significato che il mio tremore al braccio è una forma di tremore chiamata "tremore essenziale" e che la cosa non aveva a che fare con gli altri problemi che presentavo, mentre il neurologo che mi ha visitato successivamente sostiene che il tremore essenziale non può interessare solo un arto e che il nervo ulnare infiammato può determinare il tremore e la difficoltà nell'eseguire operazioni fini. Quale delle due teorie dovrei ritenere giusta, visto che sono così contrastanti?
Grazie mille
Grazie mille
[#5]
Gentile Utente,
senza una visita diretta non è possibile darLe una risposta attendibile. Diciamo che il tremore essenziale è generalmente bilaterale ma un problema del nervo ulnare raramente provoca tremore. Personalmente non l'ho mai riscontrato.
Anche per questi motivi sarebbe opportuno rivolgersi ad un centro specializzato.
Cordialità
senza una visita diretta non è possibile darLe una risposta attendibile. Diciamo che il tremore essenziale è generalmente bilaterale ma un problema del nervo ulnare raramente provoca tremore. Personalmente non l'ho mai riscontrato.
Anche per questi motivi sarebbe opportuno rivolgersi ad un centro specializzato.
Cordialità
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 10.1k visite dal 12/07/2011.
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