Ictus
Buonasera egregi dottori,
mia suocera ha avuto, 7 giorni fa, un ictus temporo parietale ischemico.
Non ha avuto perdita di conoscenza. Lei riferisce di aver capito che qualcosa non andava e di essersi accasciata lentamente. Nel pomeriggio il medico di base, chiamato per l'accaduto, ha deciso per il ricovero, anche in virtù di un mal di testa persistente di mia suocera. Il tutto è avvenuto contro la volontà di mia suocera, che l'ha quindi vissuto come un sopruso alla sua persona. Riferisco questo avvanimento questo perchè anche nei giorni successivi, in ospedale, mia suocera ha più di una volta fatto capire che si è sentita imprigionata.
Allo stato attuale mia suocera è ricoverata, è cosciente, parla come sempre, cammina, ecc., ma siccome ha degli scatti di forte aggressività,viene tenuta quasi sempre sotto valium e tenuta bloccata nel letto. I medici dicono che per poter iniziare la terapia è necessario che mia suocera collabori e fino a quel momento si deve tenere sotto controllo in questo modo. Quindi lei alterna lunghe fasi di torpore e fasi aggressive. Chiaramente, vedendosi legata, mia suocera crede che in qualche modo sia stata rinchiusa in una prigione e un paio di volte ha manifestato l'intenzione di suicidarsi (lenzuolo intorno al collo, fazzoletto in bocca.). Ora immagino che questi comportamenti siano conseguenza dell'ictus e che non dipendono dalla sua volontà, ma vi chiedo se, in qualche modo, questa privazione della libertà sia per lei insostenibile e la porti, coscientemente, a tentare gesti estremi. Vi ringrazio per la consulenza che verrete darmi.
mia suocera ha avuto, 7 giorni fa, un ictus temporo parietale ischemico.
Non ha avuto perdita di conoscenza. Lei riferisce di aver capito che qualcosa non andava e di essersi accasciata lentamente. Nel pomeriggio il medico di base, chiamato per l'accaduto, ha deciso per il ricovero, anche in virtù di un mal di testa persistente di mia suocera. Il tutto è avvenuto contro la volontà di mia suocera, che l'ha quindi vissuto come un sopruso alla sua persona. Riferisco questo avvanimento questo perchè anche nei giorni successivi, in ospedale, mia suocera ha più di una volta fatto capire che si è sentita imprigionata.
Allo stato attuale mia suocera è ricoverata, è cosciente, parla come sempre, cammina, ecc., ma siccome ha degli scatti di forte aggressività,viene tenuta quasi sempre sotto valium e tenuta bloccata nel letto. I medici dicono che per poter iniziare la terapia è necessario che mia suocera collabori e fino a quel momento si deve tenere sotto controllo in questo modo. Quindi lei alterna lunghe fasi di torpore e fasi aggressive. Chiaramente, vedendosi legata, mia suocera crede che in qualche modo sia stata rinchiusa in una prigione e un paio di volte ha manifestato l'intenzione di suicidarsi (lenzuolo intorno al collo, fazzoletto in bocca.). Ora immagino che questi comportamenti siano conseguenza dell'ictus e che non dipendono dalla sua volontà, ma vi chiedo se, in qualche modo, questa privazione della libertà sia per lei insostenibile e la porti, coscientemente, a tentare gesti estremi. Vi ringrazio per la consulenza che verrete darmi.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.6k visite dal 10/07/2011.
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