Sindrome gambe senza riposo
alla mia ragazza è stata diagnosticata la sindrome delle gambe senza riposo. Il neurologo a questa diagnosi è arrivato dopo gli esiti di un ecodoppler venoso (negativo) ed elettromiografia degli arti inferiori (negativa).
Alla mia ragazza è stato prescritto un farmaco dopaminergico (di cui purtroppo non ricordo il nome) ma, avendolo assunto per circa 1-2 settimane e non avendo constatato nessun effetto benefico (anzi, c'è stato un aggravamento dei sintomi, ora oltre all'insonnia si deve proprio alzare di notte a muovere le gambe), la mia ragazza ne ha sospeso l'assunzione.
Nel giro di qualche giorno si recherà presso un centro apposito che tratta anche questa malattia per una ulteriore visita. Preciso che la dose prescritta era bassa, a detta del medico curante. Nel frattempo, il suo medico di base le ha prescritto alcune analisi del sangue tra cui la vitamina D3 (risultata inferiore alla norma). Tutte le altre analisi erano a posto.
Ora, io avevo un quesito generale sui farmaci cosiddetti dopaminergici: se fanno effetto agiscono subito oppure esiste anche qui un tempo di latenza (si dice così?) come per gli antidepressivi ad esempio?
Ringrazio e saluto cordialmente.
Gentile Utente,
i dopaminergici sono i farmaci di prima scelta per la sindrome delle gambe senza riposo. Il loro beneficio generalmente si nota dopo alcuni giorni ma non hanno bisogno del tempo di latenza tipico degli antidepressivi.
Un'ipotesi per cui il farmaco non è stato efficace potrebbe essere il basso dosaggio prescritto, inoltre esistono per lo stesso farmaco delle formulazioni a rilascio immediato ed altre a rilascio prolungato, anche questo potrebbe incidere sull'efficacia.
A volte basta sostituire un farmaco con un altro, anche della stessa classe.
Cordiali saluti
Dr. Antonio Ferraloro
una piccola correzione al mio post, la mia ragazza non ha mai smesso di assumere il farmaco prescrittole, per cui lo sta assumendo da circa 3 settimane, con un marcato perggioramento, nel senso che ora non dorme praticamente nulla di notte e le capita di alzarsi per muovere un pò le gambe ed attenuare il dolore. Speriamo che la prossima visita fornisca una terapia più efficace, l'insonnia è invalidante!
Cordiali saluti
Una domanda: di norma questi effetti collaterali tendono a scomparire continuando ad assumere il farmaco oppure, in linea teorica, si tende a provare un'altra terapia se questi effetti collaterali si presentano?
Cordiali saluti
concordo col fatto che l'insonnia potrebbe essere un'associazione di entrambi i fattori menzionati.
Circa gli effetti collaterali, questi potrebbero ridursi col tempo ma se dovessero persistere ed essere importanti si tende a cambiare farmaco.
Cordialmente
Quali sono gli esami da fare nel caso in cui si sospetti che sia presente questa sindrome?Ovviamente se ne esistono(ho capito male io o la si diagnostica "per esclusione"?)
In linea generale, l'approccio alla terapia da parte degli specialisti qual è?nel senso, qual è l'iter terapeutico che di norma si segue (oltre ai dopaminergici che come ha detto Lei sono il trattamento principale)?
L'unics cosa che penso di aver capito peregrinando qua e là è che questa sindrome non si può curare ma solo tenere a bada nelle manifestazioni più fastidiose (come il diabete per intenderci).
Ciò che mi ha fatto un pò sorridere è che si tenta di tenere a bada i sintomi (le gambe che si muovono e che provocano insonnia) con un farmaco che però allo stesso tempo provoca insonnia...
Ringrazio e porgo cordiali saluti
la diagnosi è clinica, cioè basata sui sintomi e sul racconto del paziente. Non vengono effettuati esami se non in presenza di dubbi diagnostici. I farmaci di prima scelta sono i dopaminoagonisti, altri farmaci utilizzati sono alcune benzodiazepine ed alcuni antiepilettici.
Cordialità
Ora, l'intenzione dell'ultimo neurologo è quella di continuare la terapia per qualche mese (circa 3) e poi provare a sospenderla per vedere se le gambe si sono "assestate", in quanto non è dell'opinione di continuare la cura a tempo indefinito.
In linea generale, che ne pensate di questo tipo di approccio?
Cordiali saluti
attualmente la mia ragazza utilizza Pramipexolo Teva 0,18 mg (credo sia il principio attivo del mirapexin o sbaglio?) per una compressa al giorno, ed è in cura con tale farmaco da circa 40-50 giorni. Sull'efficacia mah non saprei, alle volte sembra funzionare alle volte no. Di sicuro comunque i sintomi non sono scomparsi del tutto, per quanto a volte risultano attenuati. L'insonnia persiste ed è a dire il vero sempre peggio, il neurologo ha prescritto stilnox 10 mg per 1/2 pastiglia "al bisogno", ma anche quella non fa effetto. Purtroppo non ho trovato nessuna indicazione, sul foglietto illustrativo, a riguardo del tipo di rilascio del farmaco.
Nel ringraziarla, La saluto cordialmente.
è corretto, il pramipexolo è il principio attivo del mirapexin. Il dosaggio da 0.18 è la forma a rilascio immediato. Il farmaco, per questo problema, andrebbe assunto la sera. In caso di inefficacia o di riduzione dell'efficacia nel corso della terapia (evenienza spesso possibile) può essere aumentato il dosaggio, ovviamente su prescrizione del neurologo.
Sull'approccio proposto dallo specialista esistono diverse correnti di pensiero ed è chiaro che la Sua ragazza debba seguire le indicazioni specialistiche. In caso, alla sospensione del farmaco, di eventuale aggravamento sarà il neurologo che prescriverà un nuovo farmaco o tornerà al vecchio.
Cordialmente
C'è tuttavia un punto che non ho ben compreso. Sul foglietto illustrativo del farmaco è scritto che il principio attivo si dimostra efficace ad una dose di 1,1 mg. Alla mia ragazza ne è stata prescritta una capsula per equivalenti 0,18 mg giornalieri, ma questa quantità è circa 1/10 della quantità che si dimostra efficace, come mai?La quantità sopra ripportata fa riferimento ad altri usi (anti-Parkinson?) e non all'uso per la sindrome in oggetto?
Infine, approfitto ulteriormente della Sua gentilezza: è possibile che ci sia (sempre riferendosi a livelli generali e teorici) una qualche correlazione tra la sindrome delle gambe senza riposo ed uno stato ansioso? C'è chi non riesce a stare fermo quando è agitato, si può applicare lo stesso ragionamento alla sindrome sopracitata?
Nel ringraziarLa, La saluto cordialmente.
circa il dosaggio non si formalizzi su ciò che trova scritto, lo decide lo specialista. Si inizia sempre col dosaggio minimo che spesso è efficace per poi incrementarlo gradualmente se necessario ma, Le ripeto, questo è di competenza specialistica.
Circa la correlazione con un eventuale stato ansioso, non è possibile stabilirla in quanto non è nota la causa nè la patogenesi di questa sindrome.
Cordialità
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