La convinzione che mantenendo la calma
Buonasera!
Descrivo ciò che mi è capitato diverse volte negli ultimi mesi: improvvisamente accuso una sensazione di mancamento imminente accompagnata da improvviso gelo e sudore freddo alle mani. Essendo capitato in estate pensavo fosse collegato ad un calo di pressione dovuto al caldo, invece la cosa si è ripetuta, in ultimo oggi. Fatto curioso è che l'episodio si è manifestato nella maggior parte delle volte a tavola mentre mangiavo o stavo per mangiare. Altre volte è successo in ambienti saturi di persone o caldi (perciò mi viene in mente possa essere la mancanza di aria - della quale sento la necessità durante questi eventi). Dopo questi episodi non sono mai svenuta, anche perchè mi sono fatta la convinzione che mantenendo la calma e l'autocontrollo lo svenimento (in questi casi) lo si possa evitare. Anni fa sono svenuta realmente in 2 occasioni (la prima da ragazzina dopo aver pranzato ed essendomi esposta al sole diretto in estate - svenimento accompagnato da sintomi tipici dell'attacco epilettico, seguito da tutti gli esami del caso anche TAC che hanno dato esiti negativi; la seconda per aver mantenuto la postura eretta ferma sempre in un luogo molto caldo senza ricambio di aria). Tornando all'attualità la cosa è molto fastidiosa anche perchè avviene improvvisamente e, come oggi, senza uno dei classici fattori scatenanti che ho conosciuto (mantenimento della posizione eretta troppo a lungo, caldo, affollamento con mancanza di aria....). Inoltre mi pare di avere un'accessiva sensibilità alla luce (tipo le luci lampeggianti mi infastidiscono). Lavoro al computer (può centrare?), sono in un periodo di particolare stanchezza/stress?..grazie!
Descrivo ciò che mi è capitato diverse volte negli ultimi mesi: improvvisamente accuso una sensazione di mancamento imminente accompagnata da improvviso gelo e sudore freddo alle mani. Essendo capitato in estate pensavo fosse collegato ad un calo di pressione dovuto al caldo, invece la cosa si è ripetuta, in ultimo oggi. Fatto curioso è che l'episodio si è manifestato nella maggior parte delle volte a tavola mentre mangiavo o stavo per mangiare. Altre volte è successo in ambienti saturi di persone o caldi (perciò mi viene in mente possa essere la mancanza di aria - della quale sento la necessità durante questi eventi). Dopo questi episodi non sono mai svenuta, anche perchè mi sono fatta la convinzione che mantenendo la calma e l'autocontrollo lo svenimento (in questi casi) lo si possa evitare. Anni fa sono svenuta realmente in 2 occasioni (la prima da ragazzina dopo aver pranzato ed essendomi esposta al sole diretto in estate - svenimento accompagnato da sintomi tipici dell'attacco epilettico, seguito da tutti gli esami del caso anche TAC che hanno dato esiti negativi; la seconda per aver mantenuto la postura eretta ferma sempre in un luogo molto caldo senza ricambio di aria). Tornando all'attualità la cosa è molto fastidiosa anche perchè avviene improvvisamente e, come oggi, senza uno dei classici fattori scatenanti che ho conosciuto (mantenimento della posizione eretta troppo a lungo, caldo, affollamento con mancanza di aria....). Inoltre mi pare di avere un'accessiva sensibilità alla luce (tipo le luci lampeggianti mi infastidiscono). Lavoro al computer (può centrare?), sono in un periodo di particolare stanchezza/stress?..grazie!
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Gentile Signora,
Non è semplice esprimere un parere a distanza, senza visita. La descrizione dei sintomi farebbe pensare, in prima istanza, ad una possibile lipotimia o presincope, disturbo caratterizzato da abbassamento improvviso della pressione arteriosa con debolezza, visione offuscata, vertigini, sudorazione, senza tuttavia raggiungere una completa perdita di coscienza. In altri casi si osserva una vera e propria sincope (come è già avvenuto in passato) con perdita di coscienza della durata di pochi secondi. Si tratta in genere di una disfunzione del sistema nervoso vegetativo, abbastanza comune nella popolazione generale. Il disturbo, relativamente benigno, si riscontra spesso in più soggetti di una stessa famiglia. Tuttavia, al fine di identificare con precisione la causa dei precitati episodi di "mancamento", è necessario effettuare numerose indagini strumentali e di laboratorio.
Consiglierei pertanto di richiedere: visita neurologica, EEG, ECG, monitoraggio della pressione arteriosa delle 24 ore, esame delle urine, esami ematochimici completi con valutazione di emocromo, glicemia, transaminasi, creatinina, elettroliti, TSH, FT3, FT4, sideremia, elettroforesi delle proteine sieriche, ecc.
Inoltre potrebbe essere utile il cosiddetto Tilt test, esame che si può effettuare presso un ambulatorio per lo studio del vegetativo.
Cordiali saluti.
DOTT. MASSIMO MUCIACCIA
Specialista in Neurologia
Dirigente Medico ASL BARI
www.medicitalia.it/massimo.muciaccia
Non è semplice esprimere un parere a distanza, senza visita. La descrizione dei sintomi farebbe pensare, in prima istanza, ad una possibile lipotimia o presincope, disturbo caratterizzato da abbassamento improvviso della pressione arteriosa con debolezza, visione offuscata, vertigini, sudorazione, senza tuttavia raggiungere una completa perdita di coscienza. In altri casi si osserva una vera e propria sincope (come è già avvenuto in passato) con perdita di coscienza della durata di pochi secondi. Si tratta in genere di una disfunzione del sistema nervoso vegetativo, abbastanza comune nella popolazione generale. Il disturbo, relativamente benigno, si riscontra spesso in più soggetti di una stessa famiglia. Tuttavia, al fine di identificare con precisione la causa dei precitati episodi di "mancamento", è necessario effettuare numerose indagini strumentali e di laboratorio.
Consiglierei pertanto di richiedere: visita neurologica, EEG, ECG, monitoraggio della pressione arteriosa delle 24 ore, esame delle urine, esami ematochimici completi con valutazione di emocromo, glicemia, transaminasi, creatinina, elettroliti, TSH, FT3, FT4, sideremia, elettroforesi delle proteine sieriche, ecc.
Inoltre potrebbe essere utile il cosiddetto Tilt test, esame che si può effettuare presso un ambulatorio per lo studio del vegetativo.
Cordiali saluti.
DOTT. MASSIMO MUCIACCIA
Specialista in Neurologia
Dirigente Medico ASL BARI
www.medicitalia.it/massimo.muciaccia
DOTT. MASSIMO MUCIACCIA
SPECIALISTA IN NEUROLOGIA
ASL BARI
[#2]
Utente
Grazie molte per la risposta e velocità!!!
Chiedo inoltre, questa condizione può essere considerata congenita, ovvero ci si deve convivere e stop, attibuendola magari ad uno stato particolare (stanchezza psico fisica ecc......) o può essere il campanello di allarme di qualcosa di più grave? Capisco che a una richiesta così vaga sia difficoltoso rispondere, ma non vorrei ritrovarmi a fare una trafila infinita di esami e visite per poi sentirmi dire che questa "è la mia condizione naturale" (che appunto magari si acutizza in particolari momenti della mia vita).
Approfitto per segnalare anche un fastidio alla zona toracica, tipo dolore intercostale che ogni tanto si fa sentire. L'anno scorso addirittura mi è capitato diverse volte di essere svegliata nel sonno da un dolore acuto al petto in una zona circoscritta sotto al petto a sinistra (quando mi svegliavo ero coricata sul fianco sinistro e dovevo cambiare immediatamente posizione - fatto che è capitato diverse volte anche a mia madre); dopo evidente preoccupazione mi sono rivolta al mio medico che mi ha fatto fare un ecografia ed elettrocardiogramma che hanno riscontrato tutto nella norma, attribuendo il fatto forse ad eventuale schiacciamento da posizione.....Segnalo quanto sopra per dare eventuali ulteriori elementi in caso ci possa essere un collegamento tra le due circostanze evidenziando che l'unica cosa che rimane in comune è una generalizzata sensazione di spossatezza dopo entrambe le manifestazioni.. La ringrazio!
PS: è verosimile che quando si avverte la sensazione di svenimento e ci si concentra nel mantenere la calma, nel "non pensarci" effettivamente si può interrompere uno svenimento? ovvero se ci si fa prendere dal panico e si pensa "oddio svengo" sia più facile svenire effettivamente?
Chiedo inoltre, questa condizione può essere considerata congenita, ovvero ci si deve convivere e stop, attibuendola magari ad uno stato particolare (stanchezza psico fisica ecc......) o può essere il campanello di allarme di qualcosa di più grave? Capisco che a una richiesta così vaga sia difficoltoso rispondere, ma non vorrei ritrovarmi a fare una trafila infinita di esami e visite per poi sentirmi dire che questa "è la mia condizione naturale" (che appunto magari si acutizza in particolari momenti della mia vita).
Approfitto per segnalare anche un fastidio alla zona toracica, tipo dolore intercostale che ogni tanto si fa sentire. L'anno scorso addirittura mi è capitato diverse volte di essere svegliata nel sonno da un dolore acuto al petto in una zona circoscritta sotto al petto a sinistra (quando mi svegliavo ero coricata sul fianco sinistro e dovevo cambiare immediatamente posizione - fatto che è capitato diverse volte anche a mia madre); dopo evidente preoccupazione mi sono rivolta al mio medico che mi ha fatto fare un ecografia ed elettrocardiogramma che hanno riscontrato tutto nella norma, attribuendo il fatto forse ad eventuale schiacciamento da posizione.....Segnalo quanto sopra per dare eventuali ulteriori elementi in caso ci possa essere un collegamento tra le due circostanze evidenziando che l'unica cosa che rimane in comune è una generalizzata sensazione di spossatezza dopo entrambe le manifestazioni.. La ringrazio!
PS: è verosimile che quando si avverte la sensazione di svenimento e ci si concentra nel mantenere la calma, nel "non pensarci" effettivamente si può interrompere uno svenimento? ovvero se ci si fa prendere dal panico e si pensa "oddio svengo" sia più facile svenire effettivamente?
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Gentile Signora,
Come ho già detto non è semplice esprimere un parere a distanza, poichè manca il colloquio diretto e soprattutto la possibilità di effettuare un esame obiettivo nonchè visionare il referto degli esami clinici e strumentali espletati.
Consiglierei pertanto di parlare del problema con il suo medico di base o un neurologo.
Per quanto riguarda la domanda finale, nel caso di sensazione di svenimento è importante misurare la pressione arteriosa per capire se il problema sia causato da ipotensione arteriosa; nel caso di PA sistolica inferiore a 100 mm Hg forse sarebbe meglio mettersi in posizione supina per qualche minuto piuttosto che tentare di mantenere la calma.
Tanti cordiali saluti.
DOTT. MASSIMO MUCIACCIA
Specialista in Neurologia
Dirigente Medico ASL BARI
www.medicitalia.it/massimo.muciaccia
Come ho già detto non è semplice esprimere un parere a distanza, poichè manca il colloquio diretto e soprattutto la possibilità di effettuare un esame obiettivo nonchè visionare il referto degli esami clinici e strumentali espletati.
Consiglierei pertanto di parlare del problema con il suo medico di base o un neurologo.
Per quanto riguarda la domanda finale, nel caso di sensazione di svenimento è importante misurare la pressione arteriosa per capire se il problema sia causato da ipotensione arteriosa; nel caso di PA sistolica inferiore a 100 mm Hg forse sarebbe meglio mettersi in posizione supina per qualche minuto piuttosto che tentare di mantenere la calma.
Tanti cordiali saluti.
DOTT. MASSIMO MUCIACCIA
Specialista in Neurologia
Dirigente Medico ASL BARI
www.medicitalia.it/massimo.muciaccia
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