Sospetto deterioramento cognitivo
Gentile Dottore,
mi rivolgo a lei per avere un consulto.
Mia mamma 66 anni ha effettuato recentemente due esami diagnostici neurologici, in seguito all’indicazione del medico curante, per sospetto deterioramento cognitivo (sporadiche difficoltà di memorizzazione), con i seguenti esiti.
TC Encefalo basale (Dicembre 2006) : Controllo in paziente con deterioramento cognitivo. In fossa posteriore si apprezza una discreta dilatazione dei solchi cerebellari. In ambito sovratentoriale si riconoscono alcuni minuti focolai ipodensi a carico della sostanza bianca in sede frontale a destra, segno di una minima ed iniziale sofferenza vasculogenetica sottocorticale. Non altre lesioni focali. Ventricoli e solchi nella norma.
Risonanza magnetica dell’encefalo (Maggio 2007) : sono state effettuate scansioni nei tre piani dello spazio con impiego di sequenza SE, FSE e FLAIR pesate in T1, T2 e in diffusione. In anamnesi paziente con deterioramento cognitivo. Non si documentano significative alterazioni dell’intensità di segnale a carico delle strutture encefaliche prese in esame nelle sequenze pesate in diffusione riferibili a lesioni ischemiche di recente insorgenza.
Nel contesto della sostanza bianca profonda e sottocorticale di entrambi gli emisferi cerebrali, in sede frontale, a livello dei nuclei della base, in sede periventricolare, in corrispondenza della corona raggiata e dei centri semiovali, bilateralmente, si riconoscono piccoli e sparsi focolai di alterata intensità di segnale, iperintensi nelle sequenze con TR lungo, espressione di aree di gliosi su base vasculogenetica cronica. Si evidenzia modesta procidenza delle tonsille cerebellari oltre il formae magno. Le strutture della linea mediana sono in asse. Le cavità ventricolari, in asse, hanno ampiezza regolare e conformazione asimmetrica per prevalenza di quelle di sinistra. Gli spazi subaracnoidei della convessità ed isolchi cerebellari sono modicamente ampliati.
Vorrei la sua opinione in merito alla situazione sopra descritta.
A completamento della situazione clinica le seguenti informazioni: mia mamma è portatrice di diabete tipo 2 di recente riscontro (OGTT), contenuto allo stato attuale con dieta opportuna, ipertensione arteriosa, dislipidemia, trattate farmacologicamente, CHD-IMA-PTCA + stent nel 2005, artrite reumatoide in attuale fase di remissione, non trattata farmacologicamente.
Grazie per una cortese risposta.
mi rivolgo a lei per avere un consulto.
Mia mamma 66 anni ha effettuato recentemente due esami diagnostici neurologici, in seguito all’indicazione del medico curante, per sospetto deterioramento cognitivo (sporadiche difficoltà di memorizzazione), con i seguenti esiti.
TC Encefalo basale (Dicembre 2006) : Controllo in paziente con deterioramento cognitivo. In fossa posteriore si apprezza una discreta dilatazione dei solchi cerebellari. In ambito sovratentoriale si riconoscono alcuni minuti focolai ipodensi a carico della sostanza bianca in sede frontale a destra, segno di una minima ed iniziale sofferenza vasculogenetica sottocorticale. Non altre lesioni focali. Ventricoli e solchi nella norma.
Risonanza magnetica dell’encefalo (Maggio 2007) : sono state effettuate scansioni nei tre piani dello spazio con impiego di sequenza SE, FSE e FLAIR pesate in T1, T2 e in diffusione. In anamnesi paziente con deterioramento cognitivo. Non si documentano significative alterazioni dell’intensità di segnale a carico delle strutture encefaliche prese in esame nelle sequenze pesate in diffusione riferibili a lesioni ischemiche di recente insorgenza.
Nel contesto della sostanza bianca profonda e sottocorticale di entrambi gli emisferi cerebrali, in sede frontale, a livello dei nuclei della base, in sede periventricolare, in corrispondenza della corona raggiata e dei centri semiovali, bilateralmente, si riconoscono piccoli e sparsi focolai di alterata intensità di segnale, iperintensi nelle sequenze con TR lungo, espressione di aree di gliosi su base vasculogenetica cronica. Si evidenzia modesta procidenza delle tonsille cerebellari oltre il formae magno. Le strutture della linea mediana sono in asse. Le cavità ventricolari, in asse, hanno ampiezza regolare e conformazione asimmetrica per prevalenza di quelle di sinistra. Gli spazi subaracnoidei della convessità ed isolchi cerebellari sono modicamente ampliati.
Vorrei la sua opinione in merito alla situazione sopra descritta.
A completamento della situazione clinica le seguenti informazioni: mia mamma è portatrice di diabete tipo 2 di recente riscontro (OGTT), contenuto allo stato attuale con dieta opportuna, ipertensione arteriosa, dislipidemia, trattate farmacologicamente, CHD-IMA-PTCA + stent nel 2005, artrite reumatoide in attuale fase di remissione, non trattata farmacologicamente.
Grazie per una cortese risposta.
[#1]
Gentile utente,
In base agli esami di neuroimaging verosimilmente è in atto una sofferenza cronica dell'encefalo su base vasculopatica.
In effetti sono presenti diversi fattori di rischio vascolare quali diabete mellito, ipertensione arteriosa, dislipidemia, pregresso IMA. In questi casi il miglior trattamento della patologia neurologica consiste in un attento controllo di tutti i fattori di rischio vascolare, in particolare: ipertensione arteriosa, diabete mellito, ipercolesterolemia, sovrappeso, ecc.
Inoltre sarebbe indicato un trattamento antiaggregante (previa esclusione di controindicazioni).
Consiglierei di effettuare un esame completo del sangue con screening per le trombofilie ereditarie nonchè richiedere: ECG, ecocardiografia, ecocolordoppler TSA, visita neurologica, visita cardiologica.
Cordiali saluti.
DOTT. MASSIMO MUCIACCIA
Specialista in Neurologia
Dirigente Medico ASL BARI
www.medicitalia.it/massimo.muciaccia
In base agli esami di neuroimaging verosimilmente è in atto una sofferenza cronica dell'encefalo su base vasculopatica.
In effetti sono presenti diversi fattori di rischio vascolare quali diabete mellito, ipertensione arteriosa, dislipidemia, pregresso IMA. In questi casi il miglior trattamento della patologia neurologica consiste in un attento controllo di tutti i fattori di rischio vascolare, in particolare: ipertensione arteriosa, diabete mellito, ipercolesterolemia, sovrappeso, ecc.
Inoltre sarebbe indicato un trattamento antiaggregante (previa esclusione di controindicazioni).
Consiglierei di effettuare un esame completo del sangue con screening per le trombofilie ereditarie nonchè richiedere: ECG, ecocardiografia, ecocolordoppler TSA, visita neurologica, visita cardiologica.
Cordiali saluti.
DOTT. MASSIMO MUCIACCIA
Specialista in Neurologia
Dirigente Medico ASL BARI
www.medicitalia.it/massimo.muciaccia
DOTT. MASSIMO MUCIACCIA
SPECIALISTA IN NEUROLOGIA
ASL BARI
[#2]
Utente
Ringrazio anche se in ritardo per la consulenza, con preghiera di indicarmi il dettaglio degli esami ematici necessari per effettuare lo screening per le trombofilie ereditarie nonchè ogni quanto tempo sia opportuno eseguire oltre a quelli ematici, gli esami diagnostici indicati nella sua consulenza.
Grazie e cordiali saluti.
Grazie e cordiali saluti.
[#3]
Cara Signora,
consiglierei, oltre agli esami ematochimici di routine, anche TSH, FT3, FT4, sideremia, ferritina, VES, elettroliti, VitB12, Folati; inoltre per quanto riguarda le trombofilie ereditarie: PT, PTT, INR, Fibrinogeno, Antitrombina III, Proteina C della coagulazione, Proteina S della coagulazione, Fattore V Leiden, Prothrombin G20120A, Omocisteina, Lupus Anticoagulant, Anticorpi AntiFosfolipidi. In ogni caso le mie indicazioni devono intendersi soltanto quali suggerimenti; non è possibile infatti seguire un paziente "a distanza" senza visita e colloquio diretto.
Cordiali saluti.
DOTT. MASSIMO MUCIACCIA
Specialista in Neurologia
Dirigente Medico ASL BARI
www.medicitalia.it/massimo.muciaccia
consiglierei, oltre agli esami ematochimici di routine, anche TSH, FT3, FT4, sideremia, ferritina, VES, elettroliti, VitB12, Folati; inoltre per quanto riguarda le trombofilie ereditarie: PT, PTT, INR, Fibrinogeno, Antitrombina III, Proteina C della coagulazione, Proteina S della coagulazione, Fattore V Leiden, Prothrombin G20120A, Omocisteina, Lupus Anticoagulant, Anticorpi AntiFosfolipidi. In ogni caso le mie indicazioni devono intendersi soltanto quali suggerimenti; non è possibile infatti seguire un paziente "a distanza" senza visita e colloquio diretto.
Cordiali saluti.
DOTT. MASSIMO MUCIACCIA
Specialista in Neurologia
Dirigente Medico ASL BARI
www.medicitalia.it/massimo.muciaccia
[#4]
Gentile utente,
come psicologo specializzato in valutazione neuro-cognitiva, le suggerirei, a completamento degli esami strumentali già effettuati, di sottoporre sua madre ad una valutazione neuropsicolgica, ossia ad una valutazione attraverso una serie di test neuro-cognitivi per valutare la presenza o l'assenza di un effettivo decadimento cognitivo.
Un decadimento cognitivo, infatti, si realizza, come dice la parola stessa, in un calo nell'efficienza di alcune funzioni cognitive, quali MEMORIA, ATTENZIONE, PERCEZIONE, RAGIONAMENTO etc.
Valutare ciascuna di queste aree rimane un passaggio importante in quanto fornisce al neurologo delle informazioni che una TAC o una RMN non danno.
Per ulteriori chiarimenti, sono disponibile per altre domande.
Cordiali saluti
Dr. Iglis Innocenti
iglisinnocenti@virgilio.it
come psicologo specializzato in valutazione neuro-cognitiva, le suggerirei, a completamento degli esami strumentali già effettuati, di sottoporre sua madre ad una valutazione neuropsicolgica, ossia ad una valutazione attraverso una serie di test neuro-cognitivi per valutare la presenza o l'assenza di un effettivo decadimento cognitivo.
Un decadimento cognitivo, infatti, si realizza, come dice la parola stessa, in un calo nell'efficienza di alcune funzioni cognitive, quali MEMORIA, ATTENZIONE, PERCEZIONE, RAGIONAMENTO etc.
Valutare ciascuna di queste aree rimane un passaggio importante in quanto fornisce al neurologo delle informazioni che una TAC o una RMN non danno.
Per ulteriori chiarimenti, sono disponibile per altre domande.
Cordiali saluti
Dr. Iglis Innocenti
iglisinnocenti@virgilio.it
Dott. Iglis Innocenti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 22.9k visite dal 09/10/2007.
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Approfondimento su Ipertensione
L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.