Paroxetina - terapia di mantenimento
Prima Vi racconto brevemente la mia storia. Mai avuto in vita mia episodi di depressione FINO al Gennaio 2009 quando inizia il mio calvario. PREMESSA: Nell'Agosto del 2008 perdo un figlio dopo poche ore la nascita (malattia congenita) e mia moglie rischia dopo il parto di morire per emorragia (placenta previa accreta). Nel Dicembre del 2008 (la notte di natale) mio padre per una angioplastica andata male rischia seriamente di morire ma per fortuna (dopo circa 1 mese di osp.) tutto torna alla normalità. Io inizialmente non accuso i colpi subiti POI alla Fine di Gennaio 2009 inizio ad accusare disturbi mai avuti in passato: mal di testa strani sempre più frequenti e poi insopportabili, paura di uscire di notte, attacchi di panico mentre faccio la fila alle poste o al supermercato, assenza totale di fame, tachicardia la sera, insonnia, fino a terrore di fare la doccia.... Un disastro. Inizialmente non capisco cosa mi succeda, faccio esami del sangue etc. non risulta nulla, anche il mio medico di famiglia non decifra il mio problema... A fine marzo, smetto di lavorare, ero finito. Mia moglie capisce e mi porta di corsa dal neurologo a fine marzo 2008. Mi prescrive la PAROXETINA (oltre allo Xanax all'occorrenza). Dunque: assumo la paroxetina (20mg/dì) per 4 mesi complessivi (3 mesi pieni poi l'ultimo a scalare). Smetto a fine luglio 2009 di prenderla PER MIA INIZIATIVA (stavo bene). Fine DICEMBRE 2009: ricompaiono i disturbi (stavolta va leggermente meglio, sono assenti i disturbi di panico). Riprendo la paroxetina (20mg al dì) per 4 mesi (3 mesi pieni poi l'ultimo scalare). Smetto cioè di assumere le compresse a fine aprile 2010 sempre PER MIA INIZIATIVA (stavo bene). Settembre 2009: idrope ad un orecchio con comparsa di acufene: ne consegue 1 mese di stress fisico e mentale (cura cortisonica + flebo glicerolo, sotto osservazione in ospedale, poi risonanza fortunatamente negativa per scongiurare il neurinoma). Sto bene per circa 2 mesi poi a Fine Dicembre 2010 ricompaiono i soliti disturbi (stavolta vanno ancora leggermente meglio rispetto alle prime 2 volte, sono assenti i disturbi di panico e i disturbi di stomaco, mi prende solo la testa). Ricomincio a prendere il SEREUPIN il 2/01/2011 e ad oggi sono quindi 6 giorni che sto assumendo (per la 3° volta) il SEREUPIN. Veniamo alle domande. Vorrei risposte dannatamente precise perché il mio neurologo è sempre troppo vago. 1) Le mie cadute/ricadute (siamo alla 3°) dipendono dal fatto che le prime 2 volte ho assunto il SEREUPIN per SOLI 4 mesi (di mia iniziativa) mentre avrei dovuto fare una terapia di mantenimento più lunga? 2) Se così fosse, quanto tempo deve durare la terapia di mantenimento per evitare che si abbiano ricadute future? Esistono degli studi in proposito? Se sì mandatemi qualche link dove possa documentarmi. GRAZIE
[#1]
Gentile Utente,
1. 4 mesi sono insufficienti per avere una completa remissione della sintomatologia una volta sospeso il farmaco. NON è corretto fare automedicazione in quanto poi si possono avere le ricadute di cui Lei parla.
2. Non è possibile generalizzare sulla durata di queste terapie perchè variano da soggetto a soggetto e soltanto lo specialista può sapere quando e se ridurre o sospendere il farmaco. In linea generale i tempi minimi sono non inferiori a sei mesi ma spesso nella pratica tali tempi sono molto aumentati potendo anche arrivare a qualche anno. Ripeto, dipende da soggetto a soggetto.
Un farmaco deve essere prescritto dal medico e deve essere sospeso sempre dal medico.
Cordiali saluti
1. 4 mesi sono insufficienti per avere una completa remissione della sintomatologia una volta sospeso il farmaco. NON è corretto fare automedicazione in quanto poi si possono avere le ricadute di cui Lei parla.
2. Non è possibile generalizzare sulla durata di queste terapie perchè variano da soggetto a soggetto e soltanto lo specialista può sapere quando e se ridurre o sospendere il farmaco. In linea generale i tempi minimi sono non inferiori a sei mesi ma spesso nella pratica tali tempi sono molto aumentati potendo anche arrivare a qualche anno. Ripeto, dipende da soggetto a soggetto.
Un farmaco deve essere prescritto dal medico e deve essere sospeso sempre dal medico.
Cordiali saluti
Dr. Antonio Ferraloro
[#2]
Utente
Grazie mille per le risposte "puntuali". Approfitto della vostra cortesia per 2 ultimi quesiti:
1) A me pare che i miei problemi NON siano legati (perlomeno a livello CONSCIO) ad aspetti "mentali" ovvero
non ho mai avuto pensieri negativi nei confronti della vita, assenza di voglia di vivere; per esempio pure alla
"novità" inizialmente spaventosa dell'arrivo delll'acufene ad un orecchio che mi ha colpito in settembre ho saputo reagire molto bene e l'ho praticamente superato, poi dopo 2 mesi è arrivato il disturbo. E' come se tendessi sempre a somatizzare con qualche mese di ritardo lo stress vissuto prima. Però il disturbo/depressione sembra essere il risultato dello stress cioè per intederci non mi sono mai sentito un "depresso mentale" ma solo fisico...è come se inspiegabilmente mi cali all'improvviso la serotonina cioè è come se ci fosse dietro solo un discorso chimico...
Può essere così oppure c'è SEMPRE (anche a livello INCONSCIO) una componente mentale che poi determina il calo di serotonina? E quindi se fosse così avrei comunque bisogno anche di un supporto "psicologico" (psichiatra/psicologo) per superare il problema?
---------
2) E' vero che l'assunzione di paroxetina può dare problemi di fertilità maschile (tipo..cambia la mobilità dello sperma) o addirittura può provocare eventuali danni al feto se la partner femminile rimane incinta? O sono solo leggende metropolitane?
GRAZIE ancora
1) A me pare che i miei problemi NON siano legati (perlomeno a livello CONSCIO) ad aspetti "mentali" ovvero
non ho mai avuto pensieri negativi nei confronti della vita, assenza di voglia di vivere; per esempio pure alla
"novità" inizialmente spaventosa dell'arrivo delll'acufene ad un orecchio che mi ha colpito in settembre ho saputo reagire molto bene e l'ho praticamente superato, poi dopo 2 mesi è arrivato il disturbo. E' come se tendessi sempre a somatizzare con qualche mese di ritardo lo stress vissuto prima. Però il disturbo/depressione sembra essere il risultato dello stress cioè per intederci non mi sono mai sentito un "depresso mentale" ma solo fisico...è come se inspiegabilmente mi cali all'improvviso la serotonina cioè è come se ci fosse dietro solo un discorso chimico...
Può essere così oppure c'è SEMPRE (anche a livello INCONSCIO) una componente mentale che poi determina il calo di serotonina? E quindi se fosse così avrei comunque bisogno anche di un supporto "psicologico" (psichiatra/psicologo) per superare il problema?
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2) E' vero che l'assunzione di paroxetina può dare problemi di fertilità maschile (tipo..cambia la mobilità dello sperma) o addirittura può provocare eventuali danni al feto se la partner femminile rimane incinta? O sono solo leggende metropolitane?
GRAZIE ancora
[#3]
Gentile Utente,
1.L'intimo meccanismo che scatena la depressione non è completamente conosciuto. Probabilmente i fattori causali sono molteplici e non sempre documentabili. Per quanto riguarda l'ipotesi biochimica, c'è sempre questa condizione dietro i vari aspetti della depressione e degli altri eventi che Lei menziona. Un supporto di tipo psicologico sarebbe senz'altro utile.
2. La paroxetina potrebbe dare disfunzioni sessuali ma non sono stati evidenziati problemi sulla fertilità.
Qualche studio ha evidenziato dei problemi sul DNA degli spermatozoi ma la maggioranza degli studi non li riporta.
Cordialmente
1.L'intimo meccanismo che scatena la depressione non è completamente conosciuto. Probabilmente i fattori causali sono molteplici e non sempre documentabili. Per quanto riguarda l'ipotesi biochimica, c'è sempre questa condizione dietro i vari aspetti della depressione e degli altri eventi che Lei menziona. Un supporto di tipo psicologico sarebbe senz'altro utile.
2. La paroxetina potrebbe dare disfunzioni sessuali ma non sono stati evidenziati problemi sulla fertilità.
Qualche studio ha evidenziato dei problemi sul DNA degli spermatozoi ma la maggioranza degli studi non li riporta.
Cordialmente
[#4]
Utente
Vorrei chiarezza. Quindi il fatto che qualche studio ha evidenziato dei problemi sul DNA degli spermatozoi implica SOLAMENTE che potrebbero esserci eventuali problemi remoti di fertilità oppure eventuali problemi remoti di anomalie genetiche trasmesse all'eventuale feto? Perchè se così fosse allora ovviamente abbandoneremo l'idea di avere altri figli.
Grazie.
Grazie.
[#5]
Gentile Utente,
è uno studio limitato a pochi pazienti e probabilmente l'eventuale anomalia si potrebbe ripercuotere sul bambino.
Sui grandi numeri ciò non è stato confermato.
Praticamente è come un vaccino, per es. antimorbillo, che sui grandi numeri è consigliabile ed ha evitato complicanze serie postinfettive, ma sul singolo caso potrebbe avere degli effetti collaterali importanti su chi lo riceve. La Medicina è costellata da queste situazioni.
Cordialità
è uno studio limitato a pochi pazienti e probabilmente l'eventuale anomalia si potrebbe ripercuotere sul bambino.
Sui grandi numeri ciò non è stato confermato.
Praticamente è come un vaccino, per es. antimorbillo, che sui grandi numeri è consigliabile ed ha evitato complicanze serie postinfettive, ma sul singolo caso potrebbe avere degli effetti collaterali importanti su chi lo riceve. La Medicina è costellata da queste situazioni.
Cordialità
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 16.7k visite dal 07/01/2011.
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