Le cose vanno sicuramente meglio

Salve a tutti.

A Marzo ho avuto il mio primo attacco di panico dovuto alla somma di una serie di fattori di natura psicologica. Sono tutt'ora in cura da una psicologa e le cose vanno sicuramente meglio di prima anche se a volte l'ansia mi assale all'improvviso. Sono uno studente universitario e sto scrivendo la tesi per la laurea. A volte, forse per il fatto che sto via dalla mattina alla sera e per tanti altri pensieri legati alle mie paure e all'ansia da tesi, mi sento ansioso, fatico a stare fermo, muovo le braccia, la mascella per sgranchirmi i muscoli facciali.
Premetto che ho fatto gli esami dell'elettrocardiogramma e del sangue subito dopo l'attacco di panico che ho avuto, ma andavano tutti bene. Il dottor emi ha trovato leggermente bassi i folati e la vitamina B, per questo motivo da circa Maggio sto facendo una cura con Acido Folico e Benexol.
Circa 2 mesi dopo il primo attacco di panico, un giorno mi è venuta una fitta alla sommità del capo, una fitta molto forte, tanto che per mezzo secondo ho perso l'equilibrio (ero seduto su una sedia) e stavo per cadere. Per questo motivo mi sono spaventato molto, sono andato al prontosoccorso a fare degli accertamento. Il medico mi ha fatto delle prove neurologiche di base "chiudi gli occhi e sta in piedi fermo, chiudi gli mocchi e da sdraiato alza i palmi a rovescio e tienili così per un pò senza abbassare le braccia, ..." RISULTATO: tutto ok. Mi hanno rifatto le analisi del sangue, ma erano ancora a posto.
Ultimamente va meglio, anche se a volte mi sento una sorta di ragnatela che mi prende la parte sopra della testa... una ragnatela estesa, non concentrata in un solo punto.
La cosa che più mi spaventa, però, è la sensazione che ho avuto ultimamente 2-3 volte. Mi è capitato che finite le lezioni, credo il venerdì al termine della settimana, alle 17.30, mi alzassi dalla sedia per tornare a casa... dopo un pò che camminavo ogni tanto mi sentivo una sensazione strada dietro la testa, e subito dopo come se perdessi le forze e dovessi svenire... Camminavo ma avevo questa sensazione di svenimento, di vertigine. Questo mi ha un pò spaventato perchè mi è successo poche volte. Non so se credere che sia uno delle decine di sintomi dello stress (fino ad ora ho provato tachicardia, dolore al petto, sudorazione, sensazione di vertigine, scariche nervose, nausea, mal di testa) o se fosse qualcosa di diverso. Purtroppo io spesso penso di avere una malattia da quando ho avuto questo problema e sono in continua pena per la mia salute. La cosa "strana" è che dormo tranquillo e quando mi sveglio la mattina sto bene solitamente. Mi rendo però conto che tutt'ora faccio fatica a credere di non aver niente a causa dei sintomi che ogni tanto provo. Diciamo che non riesco a credermi.
Cosa può essere il problema da me evidenziato?
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile utente,
vorrei chiederle se ha parlato con la sua psicologa di questi sintomi, dal momento che gli accertamenti medici non hanno evidenziato alcun problema organico.
So bene che in situazioni come la sua l'ansia può creare un'infinità di sintomi e provocare ulteriori preoccupazioni per lo stato di salute fisica: il soggetto ansioso può faticare ad ammettere o ad accettare completamente che i propri disturbi hanno cause psicologiche, immaginando periodicamente cause organiche anche quando i medici le escludono - e negando quindi la natura psicologica dei problemi, a volte più impegnativa da comprendere e da trattare.
Questo può essere il motivo per il quale lei fatica a credere del tutto di non avere patologie organiche, che magari percepisce come più rassicuranti perchè immagina che possano essere tranquillamente curate con qualche farmaco e senza dover lavorare su altri aspetti della sua esistenza.
Il rischio del concentrarsi eccessivamente sul corpo, e di interpretare i suoi segnali come sintomi di patologie organiche benchè i medici lo escludano, è lo sviluppo di forme ipocondriache, che rappresentano appunto la negazione della natura psicologica dei disturbi anche di fronte all'evidenza.
Le consiglio vivamente di esporre questi suoi dubbi alla psicologa che la sta seguendo, proprio per evitare di fissarsi eccessivamente sui sintomi fisici, e di mantenere sempre una comuncazione aperta con la collega perchè possa aiutarla al meglio.

Saluti e auguri,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Utente
Utente
Lei ha ragione dottoressa, forse la paura è più grande di me, dei problemi reali che ho, ma a volte prende il sopravvento e mi distrugge facilmente.
Ci sono giorni in cui sto bene, alternati a giorni in cui ho i più svariati sintomi.
Vorrei raccontarle brevemente il problema quando e come è sorto. A Gennaio di quest'anno, dopo circa 12 anni senza fare esami del sangue, mi sono recato presso una struttura per fare gli esami poichè il mio medico mi disse che era meglio fare un controllo dopo tutto quel tempo senza esami anche se, in realtà, non stavo male e non accusavo alcun malessere. Facendo gli esami ho riscontrato 3 valori fuori soglia, le ALT transaminasi ed altri 2 valori che ora non ricordo, tutti legati al fegato. Stupidamente ho cercato su internet che cosa volessero dire quei valori ed ho trovato le cose più impensabili e paurose del mondo, tipo epatite C, cirrosi epatica, tumore del fegato, ecc.
Mi sono spaventato molto, poi ho fatto vedere le analisi al mio medico il quale mi ha detto di non preoccuparmi che probabilmente era solo un fattore dovuto ad aver mangiato pesante, fritti o dolci nei giorni precedenti (i valori in realtà erano poco al di sopra della norma).
Io però non ci credevo e continuavo a cercare e a spaventarmi. In parallelo a ciò sono accadute altre cose, un percorso psicologico sulla morte. E da li è partito tutto, avevo l'ansia di avere una malattia poichè mio padre è anche portatore sano di Epatite C. Pensavo di averla presa o di aver qualcosa di grave.
A Marzo, come già detto, mi è venuto il primo attacco, molto probabilmente dovuto all'ansia accumulata di avere una malattia e di poter morire. Le settimane dopo sono stato veramente male, soprattutto le prime 2 settimane. Un pò alla volta pensavo passasse, solo che non mi spiegavo per quale motivo, passando il tempo, c'erano dei giorni nei quali stavo male quasi come i giorni immediatamente successivi alla prima crisi di panico. Nella mia mente penso "se la cura psicologica e di gocce omeopatiche L72 funziona, dovrei migliorare sempre di più e non stare a volte bene a volte male". Per cui la paura della malattia continuava, convinto di avere qualcosa in più dell'ansia.

Riportando il discorso al caso in oggetto, penso tutt'ora di avere qualcosa di grave anche se, fortunatamente, molto meno frequentemente di prima. Ho letto articoli anche sull' ictus e sull'ischemia perchè quando mi vengono quegli attacchi alla testa ho paura di avere un'aneurisma o cose simili. Prima avevo dolore al cuore e avevo paura dell'infarto.
Possibile che l'ansia abbia tutti questi sintomi e sia così altalenante? Cioè un giorno magari sto "benissimo" e il giorno successivo ho capogiri, fitte al cuore, senso di soffocamento? Mi sembra troppo strano un comportamento così del mio organismo.

Per rispondere alla sua domanda, ho parlato alla mia psicologa (con cui oltretutto incontro domani) di questi sintomi; lei mi ha detto che sono una risposta naturale del mio organismo allo stress. Mi ha anche detto che molto probabilmente ne proverò anche di nuovi, poichè quando il mio organismo capisce che la mia mente sa come gestire uno sfogo di stress, egli cerca un'altra via per farmi capire che devo affrontare il problema e non girarci attorno.

Lei cosa ne pensa?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Non si deve ulteriormente preoccupare nel vedere che i sintomi non si presentano tutti i giorni perchè questo è normale nelle situazioni in cui i sintomi sono provocati dall'ansia.
Anzi, questo deve rassicurarla sul fatto che, come le ha detto il medico, non ha patologie fisiche, dal momento che se avesse una malattia o alterazioni funzionali significative del fegato i disturbi sarebbero in linea di massima costanti.

Per sua sfortuna si sono combinati una serie di fattori che l'hanno fatta preoccupare: i valori leggermente alterati dopo anni di nessun controllo medico, la condizione di suo padre, il contatto con la morte (è morto qualcuno a lei molto vicino?).

Non so se prima di questa situazione lei fosse già un soggetto ansioso, ma anche se non lo fosse stato tutti questi fattori sarebbero stati sufficienti ad innescare una reazione ansiosa.
Cercare risposte in internet di solito è controproducente quando si limita alla rassegna dei sintomi collegati alle diagnosi, perchè senza una valutazione dell'entità dei sintomi stessi da parte di un medico si rischia facilmente di convincersi di essere affetti da gravi patologie.
Prima di questa combinazione di eventi lei non presentava sintomi riconducibili al fegato, nè li ha sviluppati in seguito, quindi penso proprio che da questo punto di vista possa stare tranquillo e non pensare neanche di avere patologie che colpiscono altri organi, perchè il medico se ne sarebbe accorto.

Abbia fiducia nella sua psicologa e anche un po' di pazienza, perchè occorre del tempo per sistemare queste situazioni.
Il fatto che lei stia già meglio è positivo, e vedrà che un po' alla volta riuscirà a recuperare la tranquillità.
Non è poi detto che svilupperà altri sintomi, ma la collega ha fatto bene a presentarle questa possibilità perchè è comunque presente.

Per quanto riguarda le gocce L72 può essere che gli effetti che ha su di lei siano limitati, perciò potrebbe rivolgersi a un omeopata e valutare se non le possono essere utili altri prodotti di quel tipo.
La reazione è sempre individale, perciò solo provando vedrà se qualche altro prodotto su di lei ha effetti migliori.

Spero di aver risposto a tutte le sue domande e che si senta un po' più tranquillo!
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Utente
Utente
Salve dottoressa, le scrivo nuovamente per aggiornarla sulla situazione.
Per quel che riguarda il "problema" che le avevo accennato posso dirle che è leggermente migliorato, nel senso che mi è capitato di avvertire di rado quella sensazione di cui parlavo l'altra volta. Ogni tanto avverto comunque senso di astenia o leggera debolezza. A volte mi sento distratto, come se fossi in un altro mondo per qualche secondo, come se non connettessi benissimo. Cerco di sciogliere i muscoli della mandibola perchè spesso li sento contratti, anche se non ne capisco il motivo.

Una cosa che ho notato da una decina di giorni a questa parte è il senso di nausea che mi prende a volte dopo i pasti. Qualsiasi cosa io mangi, in alcune situazioni avverto questo senso di nausea misto alla sensazione di stomaco vuoto, immediatamente dopo i pasti. Questa sensazione dura magari anche mezz'ora o un'ora o anche di più a volte; poi magari scopare e torna al pasto successivo. Non sono mai stato allergico ad alcun tipo di alimento ed ho fatto tutti i test allergologici del caso da piccolo.
Potrebbe essere un problema sempre legato all'ansia?


Per rispondere alle sue domande che mi ha posto le dico che fortunatamente recentemente non è morto alcun mio parente o alcuna persona a me vicina. L'unica cosa è che mi sono spaventato molto vedendo quei valori alterati dalle analisi del sangue.
Domani ho l'incontro con la psicologa: ora ne stiamo facendo uno ogni 2 settimane.

La ringrazio per le risposte che mi sta fornendo; in un qualche modo mi sento più rassicurato.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Le chiedevo dell'eventuale morte di qualcuno a lei vicino perchè ha scritto "In parallelo a ciò sono accadute altre cose, un percorso psicologico sulla morte. E da li è partito tutto, avevo l'ansia di avere una malattia poichè mio padre è anche portatore sano di Epatite C.".
Meglio così!

Se sente i muscoli facciali indolenziti/contratti potrebbe trattarsi di bruxismo: si è accorto di stringere i denti di giorno o di notte?
Di solito questo accade quando una persona è stressata o sta accumulando rabbia, che scarica in questo modo di giorno o di notte (o in entrambi i momenti).

Per quanto riguarda la digestione il motivo potrebbe essere una gastrite da sottoporre comunque al medico specie nel caso continuasse, per chiedergli una diagnosi e verificare che non ci siano altri aspetti da considerare (ad es. può darsi che in questo periodo lei non digerisca i grassi o altri cibi).

Si ricordi sempre che la mente può somatizzare in qualunque modo il proprio disagio, e che quindi anche se lei ha provato molti sintomi diversi non significa che anche ulteriori sintomi non siano psicosomatici.

Le consiglio vivamente di far presente alla sua psicologa che ha sentito l'esigenza di cercare rassicurazione scrivendo a questo sito, è importante che non si muova senza farglielo sapere perchè potrebbero insorgere (o aggravarsi) dei problemi di fiducia fra di voi.
Mi permetto poi di suggerirle di aumentare la frequenza delle sedute perchè 2 al mese sono davvero poco in rapporto alla sua ansia.

Le parli anche di questo: non so per quale motivo vi vedete così poco, ma credo che sarebbe utile rivedere questo aspetto del percorso psicologico che sta svolgendo, altrimenti lei può non sentirsi sufficientemente supportato e cercare risposte in altre sedi proprio per questo.
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Utente
Utente
Inizialmente le sedute erano 1 a settimana ma lei ha ritenuto di portarle ad 1 ogni 2 settimane a partire da Agosto circa, ovvero 5 mesi dopo il primo attacco di panico.
Le ho detto che a volte sento il bisogno di cercare risposte da qualche parte poichè lei mi ha detto che di risposte non può darmene perchè se anche mi dicesse ogni volta che sto bene a livello organico, non le crederei comunque. Purtroppo per la mia sensibilità sento davvero il bisogno di trovare qualcuno che mi rassicuri anche se, in fin dei conti, ho sempre il timore di avere qualcosa di serio.

Mi sembra davvero così incredibile che la mente possa farmi di colpo venire l'ansia, la tachicardia, la paura di morire e l'ipocondria che a volte mi fa stare davvero male e mi fa pensare, a 24 anni, di avere magari 1 ora di vita o cose simili. Vivo periodi altalenanti: 3 giorni sto abbastanza bene poi, quando inizio a stare bene magari mi viene un pò di ansia per non so quale motivo e mi spavento di nuovo... e via dicendo.
Non riesco a trovare quella stabilità continua che forse sto iniziando a cercare ossessivamente, con lo sbaglio, magari, di concentrarmi troppo su quello e quindi di ottenere l'effetto opposto.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
E' vero che la dottoressa può ripeterle 1000 volte che lei è sano senza convincerla, ma il lavoro terapeutico deve svolgersi anche ad altri livelli.
Sa dirmi di quale orientamento teorico è la sua psicologa?
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Utente
Utente
Cosa intende esattamente?
Quali tipologie ci sono? Magari ne sono a conoscenza ma non so che vengono indicate con quel nome.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Legga questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Ci sono molte differenze fra le psicoterapie a seconda della formazione teorica dello psicologo, può darsi che il percorso che sta seguendo non sia adatto a lei e che non possa esserle utile oltre ai risultati già conseguiti.
[#10]
Utente
Utente
Buonasera Dottoressa.
Le auguro ovviamente un buon anno e mi scuso ancora se le faccio "perdere" del tempo per rispondere alle mie domande.
Ho provato a leggere e ad interpretare il lavoro che la psicologa sta facendo insieme a me, in modo da poterle dare una risposta.
A me risulta che la terapia che stiamo seguendo sia di tipo TCC.
Posso dirle che inizialmente le sedute erano 1 volta a settimana e dopo circa 4 mesi gli incontri sono diminuiti ad 1 volta ogni 2 settimane e tutt'ora hanno questa frequenza.

Comunque, in genere, la seduta è del tipo che lei mi chiede come sto, come è andata la settimana (o le due settimane passate) e poi da li in genere io parlo, le dico cosa ho sentito, quando mi sentivo un pò in ansia, se mi è venuto un nuovo sintomo che mi ha fatto preoccupare ecc. E lei cerca di scavare nelle cose. Ad esempio parlando della mia famiglia mi ha chiesto a volte "ma che cosa ti dà davvero fastidio di separarti da tuo padre quando va a lavorare via? perchè ti da fastidio la separazione?" e un pò alla volta ha individuato le mie difficoltà principali: la paura della scelta in quanto volglio cercare di tenere tutto insieme e di non scontentare nessuno anche se, alla fine, scontento me stesso; la paura della seperazione dai miei genitori, alimentata anche dalla mia ragazza che preme perchè stiamo soli.
Diciamo che cerca di scoprire le soluzioni ai problemi, di aiutarmi a vedere le cose in modo diverso. Ad esempio mi ricordo che una volta parlammo del fatto che sarei dovuto andare a ritirare i referti degli esami del sangue, una delle cose che mi ha scatenato tutto il mio problema. E lei mi disse "Ma preferiresti che gli esami avessero esito positivo o negativo? Perchè se hanno esito positivo (nel senso che stai bene) allora non sai spiegarti i tuoi sintomi e magari ti spaventi, anche se ti tranquillizza il fatto di vedere tutti i valori nei parametri. Se invece vedi che hanno esito negativo allora dai colpa a quei valori sballati per il fatto che ti senti a volte svenire, a volte il mal di testa, a volte i formicolii, a volte le fitte al cuore o il male ai reni o al fegato." Ed io non seppi rispondere.



Comunque, staccandomi un attimo dal discorso ora ho un altro bel problema da affrontare. La mia ragazza preme molto per andare 3 giorni in Toscana nella mia casa di villeggiatura (partire il 6 Gennaio). Io e lei da soli!
Penso che sarebbe la cosa più bella che una coppia vorrebbe fare, stare da soli, in pace, in tranqullità e godersi l'intimità. Io inizialmente volevo andare, solamente che poi, pensandoci, la cosa un pò mi spaventa. A volte dico "E se mi succede qualcosa che siamo li solo io e lei? Sono lontano da casa, non ho li i miei genitori, che faccio?"
Ho paura ad andare giù per quei motivi. Ho paura che possa accadere qualcosa e non riuscire a gestire la situazione. Come faccio a quel punto?
Ho un bel problema da affrontare, spero di trovare presto una risposta ed una soluzione.
[#11]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Mi pare che lei sia attualmente ancora molto ansioso, e francamente mi chiedo se il percorso che sta seguendo faccia o meno al suo caso.
La frequenza delle sedute continua ad apparirmi piuttosto scarsa considerando come lei si sente, ma non posso esprimere giudizi non conoscendo la situazione di persona.

Resta una sua scelta quella di continuare questo percorso, o di cambiare: rifletta sui risultati fin qui raggiunti e sul rapporto con la sua psicologa (si fida di lei? le sembra che lei sia ancora d'aiuto?), e si chieda se le sembra una soluzione migliore insistere per sottoporsi ad una frequenza maggiore di sedute o cambiare strada.

E' in ogni caso importante che lei parli di questo con la dottoressa, in modo tale da poter chiedere e ottenere spiegazioni e prendere una decisione ponderata.

Le auguro buon anno,
[#12]
Utente
Utente
Buongiorno.
Vorrei aggiornare la mia situazione di salute rispetto allo stato del gennaio 2011.
Durante questi anni ho continuato a seguire il percorso psicologico intrapreso e devo ammettere che non ho più avuti attacchi di panico di intensità rilevate.

Devo dire, però, che nell'ultimo periodo è tornato un fenomeno che avevo già evidenziato nel primo post, ovvero una forte fitta alla testa. Durante questi anni della mia vita mi sono laureato in ingegneria, ho iniziato un percorso di dottorato di ricerca 1 anno fa ed ora, da 4 mesi a questa parte, sto lavorando presso un'azienda come stagista. Quindi diciamo che qualche leggero cambiamento ammetto che ci sia stato. La sera spesso torno a casa dal lavoro con un po' di ansia. Mi rendo conto anche al lavoro che non riesco a stare fermo (faccio un lavoro in ufficio progettazione e quindi sto spesso al computer). Ho spesso dei tic nervosi (alzo le spalle e le abbasso, sgranchisco la mascella, mi gratto il naso, batto i piedi a terra compulsivamente, ...).
Due giorni fa, dopo oltre 3 anni dal primo messaggio mandato qui, mi è tornata una fitta nella parte posteriore della nuca che mi ha creato uno stordimento improvviso, esattamente come l'altra volta. Questa volta è stata leggermente meno intensa dell'altra volta, ma comunque molto forte, nel senso che per un attimo è come se mi avessero attaccato i cavi della batteria al cervello e mi avessero scaricato addosso di colpo una scarica elettrica. Subito dopo mi sono ripreso. Questa scarica è accaduta 3 giorni fa. Ora, da 2 giorni, ho un mal di testa leggero ma costante che mi prende prettamente la parte anteriore della nuca (tempie...) che si attenua quando prendo la tachipirina (ne prendo 2 bustine da 500mg al giorno). Sono stato dal medico e mi ha detto per eliminare ogni dubbio di fare una RM senza contrasto all'encefalo. Dovrei prenotare oggi la RM. Gli ho anche detto che passando tanto tempo al computer spesso la sera mi sento le spalle indolenzite ed il collo sta sempre tirato; da quando sono al computer spesso tengo anche gli occhi "stretti" come se ci fosse il sole e facessi fatica a vedere per la luce intensa ed inoltre ogni tanto torno a casa con gli occhi che bruciano.
Il fatto è che non so se quelle fitte sono imputabili a fenomeni psicosomatici o se sono problemi fisiologici dovuti ad esempio alla cervicale. Posso inoltre dire che spesso la zona posteriore della nuca mi sembra molto più sensibile di quella anteriore o superiore, nel senso che se mi passo quegli oggetti per massaggiare la testa o comunque anche nel passarmi la mano sento una sorta di sollettico dopo un po'. Inoltre dopo la scarica o comunque dopo quella sensazione di sollettico ogni tanto mi viene freddo ed un po' di tremore. Mi rendo inoltre conto che da quando ho avuto il primo attacco di panico spesso parlo velocemente e mi mangio le parole dalla velocità con cui le dico.

Io ovviamente, paranoico come sono, ho un po' paura che sia qualcosa di fisiologico, tipo aneurisma o cose similari, vista l'intensità della scarica che mi è venuta (ricordo che la prima volta la scarica che mi venì sulla sommità della nuca mi fece quasi cadere dalla panchina sulla quale stavo seduto).

Durante questi anni non ho più utilizzato medicine ansiolitiche, ma solo qualche goccia di prodotti omeopatici e sedute psicologiche.

Ci tengo inoltre a dire che nel limite del possibile cerco di camminare 30min-40min al giorno. Non riesco a farlo tutti i giorni ma almeno 3-4 volte a settimana si. Il mio lavoro dura dalle 8.00 alle 17.00, ma spesso appena tornato dal lavoro vado a fare ripetizioni sino all'ora di cena. A quel punto, dopo cena, spesso mi metto al computer per guardare email ecc fino a quando non vado a dormire (mediamente all'1 del mattino).

Grazie per le risposte che mi darete e scusate le mie paranoie, ma ammetto che ho davvero paura di questo fenomeno.
[#13]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Caro Utente,

rileggendo il suo consulto vedo che in precedenza era in Terapia Cognitivo-Comportamentale: per quanto è stato in cura?
Che risultati aveva conseguito?
Il percorso era stato interrotto da lei o perchè era stato giudicato guarito?
[#14]
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa.

Sono stato in cura per 1 anno e mezzo e devo dire che ho ottenuto risultati molto buoni. L'ansia, soprattutto al rientro dalle giornate di studio/lavoro, spetto compariva comunque, ma riuscivo a gestirla senza grossi problemi.
A fine anno la dottoressa che mi seguiva (inizialmente facevamo 1 incontro settimanale. Nel momento di fase acuta, ovvero quando ha iniziato a smascherare alcune cose che tenevo dentro e che potrebbero aver provocato l'attacco di panico, il numero degli incontri era salito a 2 settimanali per circa 1 mese. Poi siamo tornati ad un incontro mensile e gli ultimi 2 mesi dell'anno abbiamo fatto 1 incontro ogni 15 giorni.) ha cambiato sezione ASL e quindi ho iniziato l'anno con una nuova dottoressa, con la quale ho continuato per circa 8 mesi con cadenza ogni 15 giorni.

Ero stato giudicato apparentemente guarito, nel senso che a suo giudizio avrei dovuto lavorare personalmente su alcuni dettagli, ma bene o male mi ero reso conto dei problemi emersi in sede di consulto.
[#15]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
" La sera spesso torno a casa dal lavoro con un po' di ansia. Mi rendo conto anche al lavoro che non riesco a stare fermo (faccio un lavoro in ufficio progettazione e quindi sto spesso al computer). Ho spesso dei tic nervosi (alzo le spalle e le abbasso, sgranchisco la mascella, mi gratto il naso, batto i piedi a terra compulsivamente, ...)"

E' possibile che i risultati della TCC, per quanto in quel momento "molto buoni" (che però coincidevano con la sua capacità di "gestire" l'ansia e non con la scomparsa dell'ansia stessa), non abbiano retto nel tempo e che i cambiamenti che sono avvenuti nella sua vita abbiano lasciato riemergere l'ansia che si manifesta non solo nei pensieri, ma anche dal punto di vista motorio nei tic e nell'impossibilità di stare fermo (iperattività).

Le suggerirei di riprendere il lavoro su di sè con un metodo diverso, rivolgendosi ad uno psicoterapeuta di orientamento differente (come ad esempio quello psicodinamico) per indagare più a fondo le cause del suo malessere e risolverlo possibilmente del tutto, senza accontentarsi semplicemente di "gestire" l'ansia quando compare ma cercando di fare in modo che non compaia più.
[#16]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

in qualità di psicoterapeuta specializzata in psicoterapia cognitivo-comportamentale mi permetto di intervenire in questo consulto.

Ha fatto molto bene la prima psicoterapeuta che ha visto a distanziare le sedute ogni 15 gg e Le spiego il perché.
Lei scrive: "Purtroppo per la mia sensibilità sento davvero il bisogno di trovare qualcuno che mi rassicuri anche se, in fin dei conti, ho sempre il timore di avere qualcosa di serio."
E' chiaro che Lei, come tutte le persone ansiose, cerca rassicurazioni: dal medico, in internet, dalla psicologa, ecc... Ma è un grave errore di metodologia fare più sedute o alimentare le richieste di rassicurazioni del pz in terapia cognitivo-comportamentale, tant'è che Lei per primo nota molti miglioramenti.
In altre parole il pz non deve certo diventare dipendente dal terapeuta, ma distanziando le sedute passa anche il messaggio che certamente il pz può farcela. Infatti mi pare di capire che la situazione sia decisamente migliorata.

Inoltre, una cosa importante che il pz sperimenta e che a mio avviso può essere spiegato o anticipato è proprio il fatto che dopo la fine della psicoterapia (ma anche durante la terapia stessa) capiterà CERTAMENTE al pz di provare nuovamente ansia. E' del tutto normale.

Come immagino Le abbia spiegato anche la terapeuta, l'ansia è un'emozione del tutto utile. Il problema per l'ansioso è che è incapace di leggerla correttamente e riuscire a collegarla allo stato mentale interno. Per cui un dolore al petto è un infarto, e così via. Di solito nella terapia cognitivo-comportamentale c'è tutta una parte di rieducazione proprio sulle emozioni con prescrizione di compiti a casa. Tutto questo immagino sia stato fatto, dico bene?

In ogni caso, è chiaro che ora Lei ha imparato a distinguere tutto ciò: davanti ad un nuovo lavoro, una sfida, ecc... è ovvio e sano che compaia l'ansia.
Vuol dire che tutto sta funzionando bene!
Anche prima di un esame all'università sentiva crescere l'ansia, ma probabilmente era in grado di leggerla in maniera più accurata.

Quindi è impossibile che l'ansia non compaia più: tutti noi sentiamo tutte le possibili emozioni ogni giorno a seconda di ciò che accade attorno a noi ma anche dentro di noi e quelle paure di cui ci ha parlato sopra ne sono una chiara dimostrazione.

Piuttosto credo sia il momento di mettere in pratica tutto ciò che ha imparato durante il percorso effettuato. Che cosa ne pensa?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#17]
Utente
Utente
Grazie delle risposte, dottoresse Flavia e Angela.
Inizio con il dire che da quando ho scritto il messaggio, qualche giorno fa, ogni giorno presento leggera cefalea con annessa sensazione di nausea che va e viene. Sintomi che se non ricordo male provai anche a seguito del mio primo attacco di panico di 4 anni fa, anche se non in maniera così duratura.
Vi ringrazio molto per le risposte che mi avete dato e che mi danno la forza di non pensare sempre e solo al peggio.

Io mi abbatto subito quando sto male e penso purtroppo davvero a qualcosa di serio. Sento ogni giorno di persone che scoprono tumori dall'oggi al domani e questo mi fa davvero spaventare. Mi fa subito pensare male e credere che pure io possa avere qualcosa di quel tipo, anche perché io non mi capacito del perché debba venermi all'improvviso una fitta simile o un mal di testa per 4 giorni senza un apparente motivo. Il problema è quello: non trovo un nesso logico tra il malessere che provo e che cosa l'abbia generato. Non riesco a trovare qualcosa per dire "ah, si. Mi fa male il muscolo perché mi sono stirato a giocare a basket.". In questo caso mi dico "mi è venuta la fitta all'improvviso. Perché? Per quale motivo, visto che non ho fatto cose diverse dalla mia quotidianità e che non mi sentivo agitato al momento?". Di conseguenza, non riusciendo a darmi una spiegazione logica, penso subito a qualcosa di latente nel mio corpo, qualcosa di grave che possa innescare questi malesseri.
Io VORREI capire come affrontare le preoccupazioni date dai malesseri, ma non ho gli strumenti giusto, non so come fare se non pensare subito a qualcosa di fisico correndo dal medico per chiedere un consulto. E poi mi dico "e se stavolta ho veramente qualcosa e do colpa all'ansia sbagliando ed accorgendomi poi che effettivamente avevo qualcosa?".


"Piuttosto credo sia il momento di mettere in pratica tutto ciò che ha imparato durante il percorso effettuato. Che cosa ne pensa?"
Penso che sia TREMENDAMENTE giusto e TREMENDAMENTE bello se riuscissi a farlo. Ma in che modo posso vedere qualcosa di "positivo" nel mio malessere?


"Le suggerirei di riprendere il lavoro su di sè con un metodo diverso, rivolgendosi ad uno psicoterapeuta di orientamento differente (come ad esempio quello psicodinamico) per indagare più a fondo le cause del suo malessere e risolverlo possibilmente del tutto, senza accontentarsi semplicemente di "gestire" l'ansia quando compare ma cercando di fare in modo che non compaia più."
Si, forse servirebbe cambiare metodo o comunque acquisire più strumenti con i quali imparare a VIVERE, senza farsi sopraffare dalle paure.
[#18]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Io mi abbatto subito quando sto male"
Beh, questo era anche fin troppo chiaro! :-)

Il problema principale invece, a mio avviso, è questo: "Non riesco a trovare qualcosa per dire "ah, si. Mi fa male il muscolo perché mi sono stirato a giocare a basket.". ..."
Come Le ho scritto sopra, infatti, il problema dell'ansioso è proprio questo.
Posso chiederLe se nella psicoterapia che ha fatto Le è stato insegnato come fare per riconoscere e modulare le Sue emozioni?
[#19]
Utente
Utente
Buonasera dottoressa.

No, ammetto che non mi è stato detto chiaramente e neppure fatto capire come poter riconoscere e modulare le mie emozioni.
Sinceramente non saprei neppure che cosa significhi in dettaglio ciò che ha scritto. Ci sono certe volte che mi accorgo di essere agitato, ma molte altre no e forse è il sommarsi di questa ansia "nascosta" giorno dopo giorno che mi crea queste esplosioni di malessere fisico (fitte, ecc...).

La situazione attuale è che il mal di testa mi è passato, ma la sensazione di ragnatela dietro la nuca e di fitte improvvise no.
[#20]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Non so che dirLe, perché questo (cioè il fatto di imparare a riconoscere e modulare le emozioni, ecc...) è il primo step in una psicoterapia cognitivo-comportamentale, perché un problema importante per l'ansioso è l'alessitimia, cioè l'incapacità di tradurre in parole le proprie emozioni e i propri stati d'animo, dopo averli riconosciuti.
E' chiaro che in seconda battuta si lavora anche sulle convinzioni che generano e mantengono il problema, non so se questo sia stato fatto.

Legga qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4335-la-psicoterapia-cognitivo-comportamentale-non-rimuove-le-cause-del-problema.html

viene descritta la psicoterapia cognitivo-comportamentale.

In ogni caso, poiché ritiene di non aver imparato tutto ciò, che è invece imprescindibile per poter gestire ansia e altre emozioni, io Le suggerisco di riprendere il percorso fatto, magari sarà sufficiente un numero molto basso di sedute per mettere a fuoco quello di cui stiamo parlando qui.

Cordiali saluti,
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