Un certo conforto professionale, tornare
Sono una ragazza laureata in lettere abilitata all'insegnamento per la scuola secondaria; per motivi vari però svolgo una professione diversa. Tuttavia nel tempo libero aiuto i figli dei miei amici nei compiti. Da qualche settimana sto seguendo nei compiti delle vacanze un bambino che ha ferquentato la seconda elementare. La mamma lo ha portato da me perchè per motivi di salute ha fatto 50 giorni di assenza ed ha dunque mostrato delle difficoltà nel recepire alcuni argomenti, come l'uso dell'acca e le divisioni in colonna.
Dopo tre giorni di esercizi però mi è capitato di notare una eccessiva lentezza nella lettura, altenata a fasi di rapidità cui segue la mancata comprensione del testo; a livello ortografico non si evidenziano errori particolarmente gravi.Durante la lettura è frequente lo scambio di b-d-p-q; f-v; a-e; m-n. Le parole lunghe sono lette per intuizione e talvolta escono termini privi di significato, ma non se ne rende conto. Se gli si fa leggere di nuovo la parola sbagliata, si corregge solo al terzo tentativo. Salta righe e parole; sottrae o aggiunge sillabe; confonde deztra e sinistra anche subito dopo avergliele indicate; non sa dire in fila mesi e giorni della settimana; ha scritto in sequenza...37,38,39,04,41,24,43...; ho informato la madre del problema suggerendo di parlarne con la pediatra. Lei mi ha detto che in effetti anche la maestra aveva notato questi scambi di lettere, ma li aveva attribuiti alle numerose assenze da scuola; tali assenze unite ad una certa svogliatezza del bambino sarebbero per la maestra e per la mamma le uniche cause delle difficoltà da me rilevate. Io invece temo si tratti di dislessia; vorrei un vostro parere per poter così, con un certo conforto professionale, tornare a suggerire un controllo medico per questo bambino, così che gli si possa garantire un percorso di apprendimento adeguato, non perda l'attrazione per l'apprendimento e non si sottovaluti. Grazie.
Dopo tre giorni di esercizi però mi è capitato di notare una eccessiva lentezza nella lettura, altenata a fasi di rapidità cui segue la mancata comprensione del testo; a livello ortografico non si evidenziano errori particolarmente gravi.Durante la lettura è frequente lo scambio di b-d-p-q; f-v; a-e; m-n. Le parole lunghe sono lette per intuizione e talvolta escono termini privi di significato, ma non se ne rende conto. Se gli si fa leggere di nuovo la parola sbagliata, si corregge solo al terzo tentativo. Salta righe e parole; sottrae o aggiunge sillabe; confonde deztra e sinistra anche subito dopo avergliele indicate; non sa dire in fila mesi e giorni della settimana; ha scritto in sequenza...37,38,39,04,41,24,43...; ho informato la madre del problema suggerendo di parlarne con la pediatra. Lei mi ha detto che in effetti anche la maestra aveva notato questi scambi di lettere, ma li aveva attribuiti alle numerose assenze da scuola; tali assenze unite ad una certa svogliatezza del bambino sarebbero per la maestra e per la mamma le uniche cause delle difficoltà da me rilevate. Io invece temo si tratti di dislessia; vorrei un vostro parere per poter così, con un certo conforto professionale, tornare a suggerire un controllo medico per questo bambino, così che gli si possa garantire un percorso di apprendimento adeguato, non perda l'attrazione per l'apprendimento e non si sottovaluti. Grazie.
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Gentile Professoressa
è un po' difficile dare una risposta. In ogni caso dal suo racconto emerge un multifattorialità del problema del bimbo che lei segue, nel senso che potrebbe essere parzialmente legato alle numerose assenze che Lei riferisce. Sembra comunque essere un disturbo della lettoscrittura e pertanto le consiglio di invitare i genitori del piccolo a consultare uno specialista in Audiologia e Foniatria che potrà porre una corretta diagnosi ed eventualmente avviarlo ad un trattamento riabilitativo.
è un po' difficile dare una risposta. In ogni caso dal suo racconto emerge un multifattorialità del problema del bimbo che lei segue, nel senso che potrebbe essere parzialmente legato alle numerose assenze che Lei riferisce. Sembra comunque essere un disturbo della lettoscrittura e pertanto le consiglio di invitare i genitori del piccolo a consultare uno specialista in Audiologia e Foniatria che potrà porre una corretta diagnosi ed eventualmente avviarlo ad un trattamento riabilitativo.
Dr. Arcadio Vacalebre
[#2]
Gentile utente,
le difficoltà che ha riportato (omissioni, aggiunte, sostituzioni e lentezza nella lettura, difficoltà nella comprensione di un testo, errori nella scrittura dei numeri) potrebbero essere l'espressione di un Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA). D'altra parte, anche le prolungate assenze potrebbero aver influito sui processi di apprendimento, rallentandoli; tenga presente che durante i primi anni di scolarizzazione (fino ai 7-8 anni) c'è un'elevata variabilità inter-individuale nei tempi di acquisizione degli apprendimenti di base (lettura, scrittura e calcolo). Pertanto, è bene concedere al bambino almeno 2 anni di scolarizzazione prima di formulare una diagnosi di DSA. Concordo comunque con il collega: dovrebbe invitare i genitori del bambino a consultare uno specialista (psicologo o neuropsichiatra infantile) che potrà formulare una corretta diagnosi e suggerire l'intervento più adeguato (ri-abilitativo e/o didattico).
Buon lavoro
le difficoltà che ha riportato (omissioni, aggiunte, sostituzioni e lentezza nella lettura, difficoltà nella comprensione di un testo, errori nella scrittura dei numeri) potrebbero essere l'espressione di un Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA). D'altra parte, anche le prolungate assenze potrebbero aver influito sui processi di apprendimento, rallentandoli; tenga presente che durante i primi anni di scolarizzazione (fino ai 7-8 anni) c'è un'elevata variabilità inter-individuale nei tempi di acquisizione degli apprendimenti di base (lettura, scrittura e calcolo). Pertanto, è bene concedere al bambino almeno 2 anni di scolarizzazione prima di formulare una diagnosi di DSA. Concordo comunque con il collega: dovrebbe invitare i genitori del bambino a consultare uno specialista (psicologo o neuropsichiatra infantile) che potrà formulare una corretta diagnosi e suggerire l'intervento più adeguato (ri-abilitativo e/o didattico).
Buon lavoro
Dott. Sandro Ciufici - Psicologo
Servizio per i Disturbi dell'Apprendimento, Università di Chieti
s.ciufici@medicitalia.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.3k visite dal 19/07/2010.
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Approfondimento su DSA: Disturbi Specifici dell'Apprendimento
DSA (Disturbi Specifici dell'Apprendimento): come si riconoscono e come attivare i BES (Bisogni Educativi Speciali) secondo la Legge 107/2010.