Il mio risveglio precoce generalmente a me non causa grossi problemi

Gentili Medici,
la mia situazione è la seguente: sono in buona salute, faccio una vita molto regolare, una moderata attività sportiva, non sono depressa né ansiosa, non faccio uso di stupefacenti né di alcolici e non ho mai preso alcun tipo di psicofarmaci. Bevo un solo caffè (100% arabica) al mattino appena sveglia.
Eppure, da dieci anni a questa parte soffro di risveglio precoce: vado a letto tra le 23 e le 01.00 ogni sera (senza difficoltà ad addormentarmi) e quando va bene mi sveglio al massimo alle 4 del mattino. Alle volte anche prima, verso le 2.30/3.00.
Stare a letto sveglia senza riuscire a riprendere sonno mi innervosisce, così va a finire che mi alzo e inizio la mia giornata. In piena notte!
Al risveglio, pur se a quelle ore antelucane, sono totalmente reattiva e lucida tanto che spesso inizio subito a lavorare (sono libera professionista con un lavoro creativo che svolgo da casa), e durante la giornata non mi sento né stanca né insonnolita a parte una sonnolenza postprandiale che, quando posso, assecondo con pisolini di un'oretta nel primo pomeriggio.
Eliminare le "pennichelle" non porta a una maggiore durata del sonno notturno (ci ho già provato varie volte!), così colgo questa opportunità di spezzare le ore di veglia anche considerando il fatto che la mia lunga giornata lavorativa si svolge interamente davanti a un computer e "riposare gli occhi" per un po' è un sollievo.
Generalmente mi sento perfettamente bene quando riesco a dormire almeno 4 ore a notte. Sogno ogni volta che dormo anche solo una mezz'oretta, i sogni sono molto vividi e li ricordo spesso al risveglio. Con meno ore di sonno, invece, durante la giornata mi sento un po' "allucinata" e ho difficoltà di concentrazione.
Anzi, quando questo disturbo è iniziato ho anche sofferto proprio di allucinazioni. Era un periodo molto intenso e stressante della mia vita, in cui a causa di una gravissima malattia che aveva colpito mia madre tutta la mia vita subi degli sconvolgimenti nei ritmi e nelle attività quotidiane (anche notturne, perché spesso mia madre aveva bisogno di assistenza appunto notturna), oltre a una grossa dose di angoscia.
Quella fu la fase peggiore del mio disturbo, in quanto dormivo appena un'ora o due a notte e con sonno molto leggero, e dopo qualche mese i miei risvegli notturni iniziarono a essere popolati di allucinazioni in cui il buio della mia stanza si riempiva di "persone" e "visioni" totalmente immaginarie che però a me sembravano reali. Le contemplavo con stupore, consapevole che si trattasse di allucinazioni ma meravigliata dalla loro vividezza.
Le allucinazioni sono durate qualche mese, poi il mio organismo deve essersi "abituato" alla carenza di sonno e non le ho più avute. Per fortuna, perché a quel punto stavo iniziando a spaventarmi!

Non ho mai consultato medici per questo mio disturbo, anche perché escludo a priori l'opportunità di assumere psicofarmaci: ho bisogno di essere al 100% della mia reattività mentale per svolgere al meglio il mio lavoro e non posso permettermi nel modo più assoluto di essere intontita.
Oltretutto tutti i componenti della mia famiglia soffrono di effetto paradosso rispetto ad ansiolitici e sonniferi. Di recente mi è stato somministrato del Valium come parte della sedazione per un intervento dentistico e su di me ha avuto un effetto euforizzante: la sedazione ha funzionato (ho "dormito"), ma sono stata molto irrequieta durante l'intervento, tanto che i medici hanno dovuto tenermi ferma, e poi per il resto della giornata sono stata su di giri e iperattiva.

Il mio risveglio precoce generalmente a me non causa grossi problemi (a patto di riuscire a dormire almeno 4 ore), ma capisco che non è normale alzarsi in piena notte - anche perché poi la giornata "non passa mai". Anche peggio quando mi capita di avere un partner, che mi vede scomparire dal letto ad ore assurde o rimanere lì a girarmi e rigirarmi, disturbandolo.

Scoccato ormai il decimo anno da che sono "allodola", penso sia giunto il momento di fare qualcosa. Sempre che sia ancora possibile.

Il quadro è questo. Cosa potrei fare?

Grazie in anticipo per gli eventuali consigli.



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Dr. Vincenzo Menniti Psichiatra 126 2
Cara utente,
credo che la soluzione migliore al suo problema sia quello di approfondire la problematica in un centro del sonno, dove potrebbe effettuare una visita specialistica e la eventuale registrazione della sua attività cerebrale durante le ore di riposo (polisonnografia) per verificare che l'architettura stessa del sonno sia conservata.
Solo in questo modo potrà verificare se ci sono delle alterazioni, delle carenze o squilibri nel suo ritmo sonno-veglia e nel caso porvi rimedio.
Ogni centro di neurologia, soprattutto nei policlinici universitari, dovrebbe essere dotato di un centro del sonno dove poter effettuare una visita con medici specializzati in questa branca e nel caso procedere con gli esami specifi su citati.

Cordiali saluti
dott. Vincenzo Menniti

[#2]
Utente
Utente
Caro Dott. Menniti,
grazie per l'indicazione.
Saprebbe dirmi come si svolgono questo tipo di indagini? E' previsto un ricovero, e per quanto tempo in media?
Il mio timore è che le ore di sonno continuino progressivamente a ridursi.
Ho sentito parlare degli integratori di melatonina: sarebbero di una qualche utilità nel mio caso, se è possibile dirlo sulla base del quadro che le ho tracciato? Hanno effetti collaterali?

La ringrazio sin d'ora per gli ulteriori chiarimenti che vorrà fornirmi.

[#3]
Dr. Vincenzo Menniti Psichiatra 126 2
Gentile utente,
gli esami di cui parlavo non sono affatto invasivi, consistendo nella registrazione simultanea, attraverso elettrodi posti sul cranio, di più parametri fisiologici durante la notte. Di solito nel corso del test vengono registrati EEG, elettromiografia (per l'attività muscolare), i movimenti di torace e addome, il flusso oronasale, la saturazione di ossigeno nel sangue.
Le informazioni provenienti dall'elettroencefalogramma (EEG) vengono utilizzate, in questo tipo di registrazione, prevalentemente nella differenziazione dei vari stadi del sonno.
Lo svolgimento dell'esame dura una notte.
Per quanto riguarda la melatonina, ho i miei dubbi sull'efficacia della stessa. In letteratura gli ultimi studi forniscono dati riguardo la completa sovrapposizione della melatonina ai placebo nell'apportare migliorie alla qualità del sonno.

Cordiali saluti
dott. Vincenzo Menniti