Depressione resistente nell'anziano
Gent.mo Dottore, mio padre 81enne, soggetto cardiopatico e diabetico, è affetto da un paio d’anni da una forma di depressione che sembra essere particolarmente resistente. I farmaci che sino ora ha assunto sono i seguenti: zoloft, daparox, cipralex, remeron, vellbutrin e prozac. Lo zoloft lo ha assunto per una paio di mesi ma senza alcun risultato, anzi mi sembra di aver notato un peggioramento. Gli altri farmaci sono stati assunti per ca. 1 mese (qualcuno per meno tempo per un aggravemento dei sintomi) ma senza alcun risultato. Il medico curante sostiene che varrrebbe la pena di insistere per almeno 2 mesi con il cipralex dato che a volte l’escitalopram (10 mg./die) ha un tempo di latenza piuttosto lungo prima di dare dei benefici, e tale molecola è quella che sembra dare più garanzie nel trattamento della depressione nei soggetti anziani. Lei cosa mi può dire in merito? Se nei primi giorni di trattamento si verfica un peggioramento dei sintomi è il caso di insistere o questo è un segnale negativo sulla reale efficacia della cura in atto? Cordiali saluti
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Gentile Utente,
è normale che i primi giorni si possa assistere ad un peggioramento clinico per eventuali effetti collaterali che dopo un paio di settimane dovrebbero ridursi fini a scomparire. Nei soggetti anziani la depressione potrebbe essere un sintomo di un problema neurologico organico (per es Parkinson, deterioramento cognitivo senile, ecc). Pertanto Le consiglierei di fare effettuare una visita neurologica con test neuropsicologici per avere un quadro più preciso della situazione.
Cordiali saluti ed auguri
è normale che i primi giorni si possa assistere ad un peggioramento clinico per eventuali effetti collaterali che dopo un paio di settimane dovrebbero ridursi fini a scomparire. Nei soggetti anziani la depressione potrebbe essere un sintomo di un problema neurologico organico (per es Parkinson, deterioramento cognitivo senile, ecc). Pertanto Le consiglierei di fare effettuare una visita neurologica con test neuropsicologici per avere un quadro più preciso della situazione.
Cordiali saluti ed auguri
Dr. Antonio Ferraloro
[#2]
Utente
La visita neurologica è stata fatta (anche più volte) ed è stato escluso il Parkinson. Per quanto riguarda il deterioramento cognitivo senile non dovrebbe esserci nulla di importante tranne qualche piccolo deficit legato comunque all'età. Ritornando all'escitalopram, in base alla sua esperienza, mi conferma che a volte occorrono anche 2 mesi prima di vedere dei risultati?
Ed ancora, ritiene sia utile iniziare con 1/4 o 1/2 di pillola da 10 mg da aumentare ogni 5-6 gg. fino ad arrivare ai 10 mg? La ringrazio. Cordiali saluti
Ed ancora, ritiene sia utile iniziare con 1/4 o 1/2 di pillola da 10 mg da aumentare ogni 5-6 gg. fino ad arrivare ai 10 mg? La ringrazio. Cordiali saluti
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Gentile Utente,
a volte potrebbero essere necessari due mesi di trattamento per avere dei benefici. Per il dosaggio si faccia consigliare dal Suo medico. In linea di massima, se già l'ha fatto in passato, potrebbe inizire con mezza cpr. per poi aumentare a 1 cpr. Ripeto, però, di farsi consigliare dal medico.
Cordialmente
a volte potrebbero essere necessari due mesi di trattamento per avere dei benefici. Per il dosaggio si faccia consigliare dal Suo medico. In linea di massima, se già l'ha fatto in passato, potrebbe inizire con mezza cpr. per poi aumentare a 1 cpr. Ripeto, però, di farsi consigliare dal medico.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.8k visite dal 21/06/2010.
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