Instabilità (pseudo-vertigini)
Egregio Dottore,
nel ringraziarla anticipatamente per l'attenzione che vorrà riservare al mio quesito, le espongo brevemente il mio caso.
Da un paio di mesi, ormai, convivo con una forma di "destabilizzazione" che forse impropriamente definisco "vertigine" e che si manifesta piu' volte nel corso della giornata. Si tratta di una forma di squilibrio unita a sensazione di ottundimento che mi impedisce di condurre con tranquillità e agio le comuni attività quotidiane.
Premetto che all'insorgenza di questi disturbi (dapprima sporadici, poi pressochè continui nel corso della giornata) ho effettuato una serie di accertamenti diagnostici, suggeriti dal medico di famiglia, presso l'ORL, il cardiologo e l'oculista che hanno escluso ogni anomalia di tipo organico, unitamente agli esami del sangue e della tiroide risultati nella norma.
Proprio all'esclusione di patologie severe, e soffrendo da diversi anni, di dolori di schiena nella fascia lombo-sacrale e alla base del collo, direi di natura muscolare (che si manifestano in contratture e indolenzimenti avvertiti alla base del capo), il medico di famiglia mi ha suggerito di effettuare un RX del rachide cervicale, ipotizzando una connessione con le vertigini di cui sopra.
Per completare il quadro, chiarisco che svolgo un lavoro che mi porta a trascorrere diverse ore (7/8) ogni giorno, seduta davanti ad un PC.
RX alla mano, mi sono rivolta ad un fisioterapista, specialista in riabilitazione posturale, che all'esame del referto radiografico, mi ha diagnosticato un’inversione della lordosi cervicale da trattare con ciclo fisioterapico e opportuna terapia posturale.
Posto che il mio desiderio piu' grande è riprendere una vita sociale normale (le vertigini mi impediscono spesso di condurre una vita di relazione tranquilla, non potendo prevederne l’insorgenza né riuscendo spesso a controllare la (legittima?) ansia che si accompagnano all'insorgenza delle stesse), vorrei esser sicura che una terapia posturale, come quella suggerita, sia effettivamente indicata per il problema di vertigini che mi trascino ormai da tempo.
Le chiederei, in altre parole, se sia questo il corretto approccio al mio problema, o se ritenga invece vi sia necessità di ulteriori accertamenti diagnostici per escludere una patologia piu' severa.
Per concludere, da settembre dello scorso anno per circa 5 mesi, ho assunto un ansiolitico (Compendium) in dose pediatrica (5gg x 3 volte il dì) per risolvere un problema di insonnia/ansia e tachicardia notturna, che associata a stress, nel corso dell'estate, mi aveva portato ad un ecessivo calo ponderale.
La terapia con il Compendium è stata in effetti efficace nel restituirmi un equilibrato ritmo sogno/veglia e nel farmi recuparare i chili persi.
Ad oggi, con una riduzione graduale, non lo assumo praticamente piu', se non all'occorrenza.
Spero di essere stata sufficientemente chiara ed esaustiva e di ricevere al piu' presto il suo parere.
Cordialità.
A.F.
nel ringraziarla anticipatamente per l'attenzione che vorrà riservare al mio quesito, le espongo brevemente il mio caso.
Da un paio di mesi, ormai, convivo con una forma di "destabilizzazione" che forse impropriamente definisco "vertigine" e che si manifesta piu' volte nel corso della giornata. Si tratta di una forma di squilibrio unita a sensazione di ottundimento che mi impedisce di condurre con tranquillità e agio le comuni attività quotidiane.
Premetto che all'insorgenza di questi disturbi (dapprima sporadici, poi pressochè continui nel corso della giornata) ho effettuato una serie di accertamenti diagnostici, suggeriti dal medico di famiglia, presso l'ORL, il cardiologo e l'oculista che hanno escluso ogni anomalia di tipo organico, unitamente agli esami del sangue e della tiroide risultati nella norma.
Proprio all'esclusione di patologie severe, e soffrendo da diversi anni, di dolori di schiena nella fascia lombo-sacrale e alla base del collo, direi di natura muscolare (che si manifestano in contratture e indolenzimenti avvertiti alla base del capo), il medico di famiglia mi ha suggerito di effettuare un RX del rachide cervicale, ipotizzando una connessione con le vertigini di cui sopra.
Per completare il quadro, chiarisco che svolgo un lavoro che mi porta a trascorrere diverse ore (7/8) ogni giorno, seduta davanti ad un PC.
RX alla mano, mi sono rivolta ad un fisioterapista, specialista in riabilitazione posturale, che all'esame del referto radiografico, mi ha diagnosticato un’inversione della lordosi cervicale da trattare con ciclo fisioterapico e opportuna terapia posturale.
Posto che il mio desiderio piu' grande è riprendere una vita sociale normale (le vertigini mi impediscono spesso di condurre una vita di relazione tranquilla, non potendo prevederne l’insorgenza né riuscendo spesso a controllare la (legittima?) ansia che si accompagnano all'insorgenza delle stesse), vorrei esser sicura che una terapia posturale, come quella suggerita, sia effettivamente indicata per il problema di vertigini che mi trascino ormai da tempo.
Le chiederei, in altre parole, se sia questo il corretto approccio al mio problema, o se ritenga invece vi sia necessità di ulteriori accertamenti diagnostici per escludere una patologia piu' severa.
Per concludere, da settembre dello scorso anno per circa 5 mesi, ho assunto un ansiolitico (Compendium) in dose pediatrica (5gg x 3 volte il dì) per risolvere un problema di insonnia/ansia e tachicardia notturna, che associata a stress, nel corso dell'estate, mi aveva portato ad un ecessivo calo ponderale.
La terapia con il Compendium è stata in effetti efficace nel restituirmi un equilibrato ritmo sogno/veglia e nel farmi recuparare i chili persi.
Ad oggi, con una riduzione graduale, non lo assumo praticamente piu', se non all'occorrenza.
Spero di essere stata sufficientemente chiara ed esaustiva e di ricevere al piu' presto il suo parere.
Cordialità.
A.F.
[#1]
Gentile Utente,
l'approccio posturale e fisioterapico potrebbe essere corretto ma più che da un fisioterapista Le consiglio di farsi dare un parere da un fisiatra. Mi pare anche che manchi nel Suo iter diagnostico una visita neurologica che reputerei opportuno effettuarla.
Cordiali saluti
l'approccio posturale e fisioterapico potrebbe essere corretto ma più che da un fisioterapista Le consiglio di farsi dare un parere da un fisiatra. Mi pare anche che manchi nel Suo iter diagnostico una visita neurologica che reputerei opportuno effettuarla.
Cordiali saluti
Dr. Antonio Ferraloro
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.9k visite dal 23/02/2010.
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Approfondimento su Insonnia
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