Il soggetto ha la possibilità

Gentili medici
mio padre, di anni 64, 10 giorni fa è stato colpito da un grave infarto miocardico; giunto in ospedale gli è stata effettuata una iniezione trombolitica e poi è stato trasferito in terapia intensiva coronarica. Nelle prime ore seguenti sembrava abbastanza lucido, poi progressivamente abbiamo notato un deterioramento delle facoltà mentali. Afasia, confusione mentale, disorientamento, perdita della memoria a breve termine e difficoltà a seguire un discorso.Anche i medici in principio pensavano che fosse una condizione temporanea forse dovuta ai farmaci. Dopo 3 giorni i medici si sono insospettiti e gli hanno fatto una TAC, riscontrando varie emorragie cerebrali (tenete conto che io non so dove sono localizzate, posso solo cercare di spiegare quali sono i sintomi). A questo punto hanno sospeso tutti i farmaci anticoagulanti per l' infarto ed eseguito un' altra TAC a distanza di 3 giorni. La TAC ha riscontrato una stabilità dell' emorragia (penso che voglia dire che non è aumentata..spero!).Ho notato che col passare dei giorni ha migliorato nel parlare (i primi giorni non riusciva a formulare una frase con piu di 3 parole), però è sempre molto confuso, arrabbiato (sembra un' altra persona), disorientato, chiede sempre cosa gli è successo, pensa che gli infermieri complottino contro di lui..ecc). La memoria a breve termine sembra compromessa, non ha il senso del tempo. Volevo far notare che nopn presenta deficit di movimento o altre menomazioni fisiche. A questo punto vorrei chiedervi se, interrottasi l' emorragia, quest' ultima tende a riassorbirsi e se il soggetto ha la possibilità di recuperare le facoltà mentali perse. Chiedo a voi perchè nel reparto di terapia intensiva è molto difficile parlare con i medici per più di 2 minuti, visto che stanno sempre correndo per urgenze.
Scusate se sono stato prolisso.
Cordiali Saluti
[#1]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 76.9k 2.4k
Gentile Utente,

non è possibile prevedere il decorso nè se permarranno deficit cognitivi o comportamentali. Infatti tutto ciò dipende da diverse variabili tra cui l'entità delle emorragie, la sede, il tempo di riassorbimento, l'entità del danno a determinate strutture cerebrali.
Il decorso e gli eventuali esiti sono dunque imprevedibili.

PorgendoLe i migliori auguri La saluto cordialmente

Dr. Antonio Ferraloro

[#2]
Dr. Francesco Zenga Neurochirurgo, Microchirurgo 189 7
Gentile utente,
il problema di suo padre è purtroppo una complicanza ben nota della terapia trombolitica.
Da come descrive però il caso sembra che la fase acuta stia passando e che le situazione stia evolvendo positivamente.
<cordiali saluti,

Dr. Francesco Zenga
Medico Chirurgo - Specialista in Neurochirurgia
Città della Salute e della Scienza di Torino, sedi Molinette e CTO

[#3]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Gentili Dott. Ferraloro e Dott. Zenga
vi ringrazio per la celere risposta e vi porgo
cordiali saluti
Infarto

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