Richiesta parere su peggioramento sintomi in paziente con parkinsonismo in terapia con jumex

Buongiorno,

Vorrei chiedere un parere riguardo alla situazione di mio padre, un uomo di 68 anni con parkinsonismo che assume Jumex 10 mg e Iskidrop 10 gocce mattina e sera, in cura da circa due anni.
Da circa 3/4 giorni ha avuto un episodio di stitichezza severa per cui ha utilizzato clisteri di glicerina +bustine riuscendo poi a evacuare.
Tuttavia, da quel momento, sono comparsi gli stessi sintomi che aveva all’inizio della malattia e prima di iniziare la cura, come allucinazioni, confusione mentale, rigidità e uno stimolo molto frequente di urinare che non riesce a controllare (ogni 10 minuti soprattutto di notte), lamenta di lieve bruciore durante la minzione che ora sembra essere quasi passato, è una febbre a 37.
Tutti i sintomi di notte si aggravano.


E mi chiedevo se questo recente scompenso intestinale o probabile infezione alle urine possa aver temporaneamente influenzato l’efficacia del farmaco jumex, portando a un peggioramento dei sintomi.
Abbiamo già provveduto a fare un esame delle urine e siamo in attesa dei risultati.


Di seguito elenco alche ultima risonanza magnetica eseguita, 2 anni fa.


Nelle sequenze a TR lungo si documenta iperintensità di segnale della sostanza bianca periventricolare, cui si
associano multiple aree
iperintense, in parte confluenti, localizzate a livello dei gangli della base e nel contesto delle
corone radiate e dei centri semiovali bilateralmente, associate a note involutive parenchimali.
Tali aree sono da
riferire ad esiti di sofferenza tissutale su base cerebro-vascolare ischemica.

Le sequenze pesate in diffusione non hanno messo in evidenza lesioni ischemiche di recente insorgenza.

Quarto ventricolo normale ed in sede; il sistema ventricolare sovratentoriale appare lievemente dilatato, in asse sulla
linea mediana.

Modesta dilatazione degli spazi sub-aracnoidei della base e del mantello.


Sarebbe inoltre possibile avere un consiglio su come procedere?
Grazie mille per la disponibilità.


Cordiali saluti,
[#1]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 76.8k 2.4k
Gentile Utente,

uno stato infettivo può accentuare una sintomatologia parkinsoniana, questo aggravamento può essere transitorio o permanente.
Se i sintomi dovessero persistere può essere indicata una modifica della terapia, magari associando levodopa ma deve parlarne col neurologo se ci sono le condizioni.

Cordiali saluti

Dr. Antonio Ferraloro

[#2]
Utente
Utente
Gentile Dottore,

la ringrazio per la risposta precedente. Abbiamo effettuato l’esame delle urine, che è risultato negativo per infezioni. Su indicazione del dottore, abbiamo eseguito anche un’ecografia addominale, dalla quale è emerso che mio padre ha una vescica sovradistesa con circa 600-700 cc di urina residua.
Inoltre, gli esami del sangue hanno rilevato un’infezione in corso, con valori elevati di PCR e VES.

Volevamo chiedere se questo problema di ritenzione urinaria potrebbe aver contribuito al recente peggioramento dei suoi sintomi, e se possa aver portato ad un accumulo del jumex nel corpo aumentato gli effetti del farmaco.

Inoltre, esistono farmaci per trattare il parkinsonismo che possano aiutare anche nella gestione della ritenzione urinaria? Oppure sarebbe indicato un supporto con altre terapie per migliorare lo svuotamento della vescica?

La ringrazio anticipatamente per il suo parere e per il tempo dedicato.

Cordiali saluti,
[#3]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 76.8k 2.4k
La ritenzione urinaria spesso è un sintomo non motorio della malattia di Parkinson ed è ovviamente un fattore di rischio per infezioni.
Si possono utilizzare famaci per migliorare questa condizione, raramente funzionano gli antiparkinsoniani, nella maggior parte dei casi si utilizzano farmaci specifici che però deve indicarli lo specialista, neurologo o urologo.

Cordiali saluti

Dr. Antonio Ferraloro

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