Per dott ferrarolo

Gentile dott Ferrarolo in un precedente consulto lei mi ha risposto così e mi ha chiuso il consulto non dandomi modo di replicare.


"ha già chiesto agli specialisti di competenza, uno psichiatra ed un farmacologo-psichiatra, ed ha ricevuto le risposte del caso, la reiterazione delle domande è già un sintomo di natura ossessiva".


Ho ripetuto le domande forse anche a causa del disturbo ossessivo ma se quest'ultimo mi induce a farle non credo che sia giusto sbarrarmi il consulto come se scrivessi col gusto di importunare.
Se la malattia induce a fare ciò non è bello vedersi chiudere la porta in faccia in questo modo, mi fa sentire indegno di ricevere risposte.


Al di là di questo volevo chiederle gentilmente se secondo lei ho delle colpe per essere ossessivo oppure se è la malattia che induce questo.
Perché se è la malattia, sottolineo quanto detto in precedenza.
Se ci sono delle colpe risapute, potrebbe, in linea generale, dirmi quali sono questi comportamenti sbagliati che portano ad essere ossessivi?
Cioè non capisco se sono io a fare l'ossessivo o se subisco la cosa.
Mi scuso
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 76.2k 2.3k 21
Gentile Utente,

mi scuso se ha interpretato in maniera diversa la chiusura del consulto, è stato soltanto un modo per non alimentare le Sue ansie ed ossessioni, infatti rispondere più volte ad un sintomo ossessivo equivale a cronicizzarlo.
Un esempio evidente è proprio il Suo che chiede due pareri relativi alla stessa questione nel mese di maggio di quest'anno, riceve le due risposte ma a luglio pone nuovamente la stessa domanda. Se avesse oggi un'ulteriore risposta tra un periodo di tempo reitererebbe la stessa domanda, purtroppo il meccanismo mentale è questo, anche se a Lei, ovviamente, sembrerà poco logico e razionale. Quindi non è "una porta chiusa in faccia", non lo faremmo mai senza un valido motivo.
Riguardo la seconda parte del Suo consulto, è ovvio che Lei non abbia alcuna "colpa", è la malattia che induce questi atteggiamenti e Lei li subisce.
Accondiscendendo queste situazioni non Le daremmo un buon servizio con il rischio di cronicizzare il Suo disturbo o addirittura di accentuarlo. E' questo il motivo per cui alcuni consulti vengono chiusi (anche quelli alla ricerca di continue rassicurazioni che comunque non rappresentano il suo caso) per evitare di entrare in un circolo vizioso che reca solo un danno al paziente.
Sicuro della Sua comprensione La saluto cordialmente.

Dr. Antonio Ferraloro

[#2]
Utente
Utente
Mi scusi dottore mi dispiace. Ma è un disturbo tremendo. Mi verrebbe da chiederle se è più ansiolitica la fluvoxamina o la paroxetina ma poi così facendo entro nel solco dell’ossessione. Il fatto è che avendo avuto pareri opposti riguardo ai due farmaci da parte di due psichiatri, col MMG che dice la sua, ho questo dubbio che forse è anche legittimo ma io proprio a causa delle ossessioni faccio fatica a capire quando è giusto che chieda oppure quando non devo farlo. Perché ragionando come se non ci fosse il doc, essendo che 2 medici mi hanno detto 1) che fluvoxamina è più ansiolitica 2) che paroxetina è più ansiolitica infatti funziona sul panico, sembrerebbe sensato chiedere un altro parere qui a voi che siete molto esperti. Poi però sapendo del doc anche io ho remore nel domandare. Ma è per cercare di avere l’effetto migliore per me dai farmaci. Visto che soprattutto la paroxetina da certi fastidi nel toglierla (e nel fare metti togli) altrimenti li proverei e capirei qualche mi dá l’effetto migliore. Ma hanno anche l’handicap di fare effetto dopo tempo.
Mi scusi ancora dottore non volevo essere scortese. Grazue
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 76.2k 2.3k 21
Infatti non ho visto nessuna scortesia da parte Sua.
Tornando al problema, Lei deve affidarsi ad uno psichiatra e seguire le sue indicazioni terapeutiche, la medicina funziona così, non è il paziente che deve "sciegliere" il farmaco più adatto in base a quanto legge in Rete o chiedendo altri pareri, in quest’ultimo caso infatti spesso potrebbe trovare pareri discordanti.
Un medico sceglie un farmaco in base a tanti elementi, non necessariamente a quelli che può pensare il paziente, (è più ansiolitico o meno ansiolitico, più sedativo o meno sedativo, ecc.).
Ci possono essere tante sfumature che il medico può cogliere tramite il colloquio col paziente, anche gesti, modalità di linguaggio, ecc. per cui poi la scelta del o dei farmaci è in funzione di queste altre variabili.

Cordialmente

Dr. Antonio Ferraloro

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Utente
Utente
Gentilissimo dottore, grazie.

Quando le cose funzionano bene lei ha perfettamente ragione. C'è da dire infatti che io, a dire la verità, mi ero affidato solo allo psichiatra che però ho dovuto cambiare e al mio mmg. Ora ho una seconda psichiatra e anche una nuova mmg. Ho dovuto cambiare a causa della morte. Adesso vengono enfatizzate cose un po' differenti rispetto al collega precedente. Sicuramente trarrei giovamento da tutti i 3 farmaci proposti dai dottori (ossia sertralina paroxetina e fluvoxamina) ma ognuno me ne suggerisce in particolare uno per aspetti che vede peculiari. Addirittura trovandone scorretti altri e facendomelo notare con una smorfia del viso. Anche questo in linea di massima trovo corretto, ci può stare insomma.

Le mie esigenze sono:
essere un po' brillante per lo studio e per la depressione (e per questo mi è stato proposto un farmaco)
(ristabilire il sonno e l'appetito (altro farmaco)
ansia e ossessioni (terzo farmaco)

Però in altre cose trovo proprio la contraddizione ed è per questo che provavo a chiedere a voi che avete grande esperienza. Cioè mi è stato detto sia che paroxetina è più ansiolitica (dicendo che è anche efficace in attacchi di panico) sia che fluvoxamina è più adatta a chi ha problemi di ansia. Al di là del mio disturbo io qui ci vedo una contraddizione. Mi sono anche state dette cose come: si parte dalla sertralina e se non funziona si va alla fluvoxamina. Poi però sono stato messo in guardia sui dosaggi alti per il fegato. Insomma c'è chi non vuole darmi la fluvoxamina e chi non vuole darmi proprio quella. Credo che mi serva un farmaco da potere prendere a dosaggio medio/alto/massimo per un tempo indefinito. E mi stavo un attimo informando perché fare i cambi è un calvario. Adesso sono al minimo con la paroxetina (20mg) ma prima di salire con questa molecola valutavo il fatto se fosse il caso di provarne altre. Ma lo valutavo perché mi è stato detto che fra i dosaggi bassi e alti c'è una certa differenza perché poi subentrano effetti attivanti e non ansiolitici. A me invece l'effetto attivante sembrava una buona cosa se viene inteso come disinibente e ansiolitico. Se però, come a quanto pare sembra, è inteso in altro modo, forse no. Insomma quello che chiederei qui a voi non è tanto l'assegnazione a questo o a quel farmaco, ci mancherebbe, ma un attimo una caratterizzazione dei 3 farmaci o meglio quali sono gli aspetti più peculiari che ha uno più dell'altro. Non lo chiedo per fare l'ossessivo
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Utente
Utente
Salve gentile dottore so che non è un forum religioso ma mi interesserebbe molto sentire le sue parole visto anche il lavoro che fa e la tanta gente che ha visto non solo sul lavoro ma in vita. Ho parlato con un prete e mi ha detto che se soffro di questi disturbi è volontà di Dio. Io non ho capito come devo sentirmi dopo una risposta del genere
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 76.2k 2.3k 21
Gentile Utente,

qui si danno solo risposte scientifiche, quando è possibile.
Altre questioni si dibattono in altre sedi.

Dr. Antonio Ferraloro