Ictus ischemico
Buongiorno
Ho 66 anni, a Marzo ho avuto un ictus Ischemico, causato dalla fibrillazione atriale cronica, di cui soffro da circa 20 anni e nonostante ero in terapia anticoagulante con Xarelto 20 mg.
Volevo sapere le aspettative di vita in anni (ho letto su internet massimo 5 anni).
E se un ictus Ischemico può diventare un'emorragia celebrale, grazie mille.
Giancarlo
Ho 66 anni, a Marzo ho avuto un ictus Ischemico, causato dalla fibrillazione atriale cronica, di cui soffro da circa 20 anni e nonostante ero in terapia anticoagulante con Xarelto 20 mg.
Volevo sapere le aspettative di vita in anni (ho letto su internet massimo 5 anni).
E se un ictus Ischemico può diventare un'emorragia celebrale, grazie mille.
Giancarlo
[#1]
Gentile Utente,
non mi risulta che dopo un ictus ischemico l’aspettativa di vita sia massimo di 5 anni.
Le confesso che seguo pazienti con esiti ictali da oltre 30 anni. Il decorso dipende poi da tante variabili come l’entità del danno, le strutture interessate, il tempo impiegato per la diagnosi e le prime terapie, ecc.
Tenga sotto controllo la pressione arteriosa, il colesterolo, la glicemia, abolisca il fumo e pratichi, se possibile, una costante attività fisica, anche semplici e lunghe passeggiate.
In fase acuta-subacuta in alcuni casi si può associare un infarcimento emorragico, in seguito no, a meno che non si verifichi un’emorragia per cause diverse e indipendenti dalla prima ma non legate all'ischemia.
Si faccia seguire serenamente da un neurologo.
Cordiali saluti
non mi risulta che dopo un ictus ischemico l’aspettativa di vita sia massimo di 5 anni.
Le confesso che seguo pazienti con esiti ictali da oltre 30 anni. Il decorso dipende poi da tante variabili come l’entità del danno, le strutture interessate, il tempo impiegato per la diagnosi e le prime terapie, ecc.
Tenga sotto controllo la pressione arteriosa, il colesterolo, la glicemia, abolisca il fumo e pratichi, se possibile, una costante attività fisica, anche semplici e lunghe passeggiate.
In fase acuta-subacuta in alcuni casi si può associare un infarcimento emorragico, in seguito no, a meno che non si verifichi un’emorragia per cause diverse e indipendenti dalla prima ma non legate all'ischemia.
Si faccia seguire serenamente da un neurologo.
Cordiali saluti
Dr. Antonio Ferraloro
[#6]
Utente
Diagnosi di dimissione
Ictus ischemico emisferico da occlusione dell'arteria cerebrale posteriore destra in FA nota già in DOAC, sottoposto ad EVT infruttuosa per migrazione distale del trombo effettuato cambio di DOAC
Precedenti anamnestici e motivo del ricovero
Anamnesi patologica remota:
- FA in Rivaroxaban
- Ipertensione arteriosa
ex tabagista (circa 10aa fa)
Anamnesi patologica prossima: al mattino del 05/03/24, si verificava l'improvvisa insorgenza di parestesie dell'emisoma sinistro, associate ad instabilità della marcia e nausea, con deviazione della rima labiale.
Per tale motivo, veniva condotto in PS PG23, dove eseguiva: - EON: GCS 15, emianopsia sinistra, pupille fisiologiche. Non deficit dei quattro arti, persistenza di parestesie
dell'emisoma sinistro. - CT encefalo + angioCT TSA ed intracranica + CT perfusione: Non emorragie. Iniziale costituzione di lesione ischemica
recente in sede occipito-basale destra in parte del territorio di distribuzione dell'arteria cerebrale posteriore. Strutture mediane in asse. Ventricoli in sede. Subocclusione della biforcazione P2-P3 dell'arteria cerebrale posteriore destra da parte formazione embolica. Non altre steno-occlusioni. Non aneurismi. Area di ipoperfusione nel territorio superficiale di distribuzione dell'arteria cerebrale posteriore di destra con penombra di 65 mL e core di 13 ml Non asimmetrie.
- RX torace: Simmetrica espansione polmonare. Non alterazioni pleuro-parenchimali in atto bilateralmente. Immagine cardiaca proiettivamente di dimensioni ai limiti superiori di norma. - EE: glicemia 155, INR 1.32, restante ndr, in particolare Rivaroxaban in range terapeutico.
Esclusa la rtPA per lesione già costituita in paziente già in DOAc in range terapeutico, veniva piuttosto posta indicazione a trombectomia.
- Panangiografia cerebrale diagnostica per trombectomia meccanica: lo studio preliminare dimostra rivascolarizzazione del segmento P2 dell'arteria cerebrale posteriore di destra, con migrazione distale del trombo in ramo calcarino di cui
non si ritiene indicata la rivascolarizzazione. La CBCT al termine non mostra complicanze emorragiche. Conclusioni Rivascolarizzazione spontanea del segmento P2 -P3 dell'arteria cerebrale posteriore di destra con migrazione distale del trombo.
Inizialmente, veniva ricoverato in TINCH per monitoraggio.
Decorso in TINCH.
All'ingresso in terapia intensiva sveglio, orientato s/t, riferisce netto miglioramento delle parestesie dell'emisoma sinistro. Non deficit motori degli arti.
In data 06/03 eseguita TC encefalo di controllo: l'esame mostra in maniera più evidente area ischemica cortico- sottocorticale in sede temporo-occipitale destra con possibile minimo screzio ematico associato coinvolgente il territorio di distribuzione della a.cerebrale posteriore. Focale ipodensità a carico della porzione postero-laterale del talamo
Ictus ischemico emisferico da occlusione dell'arteria cerebrale posteriore destra in FA nota già in DOAC, sottoposto ad EVT infruttuosa per migrazione distale del trombo effettuato cambio di DOAC
Precedenti anamnestici e motivo del ricovero
Anamnesi patologica remota:
- FA in Rivaroxaban
- Ipertensione arteriosa
ex tabagista (circa 10aa fa)
Anamnesi patologica prossima: al mattino del 05/03/24, si verificava l'improvvisa insorgenza di parestesie dell'emisoma sinistro, associate ad instabilità della marcia e nausea, con deviazione della rima labiale.
Per tale motivo, veniva condotto in PS PG23, dove eseguiva: - EON: GCS 15, emianopsia sinistra, pupille fisiologiche. Non deficit dei quattro arti, persistenza di parestesie
dell'emisoma sinistro. - CT encefalo + angioCT TSA ed intracranica + CT perfusione: Non emorragie. Iniziale costituzione di lesione ischemica
recente in sede occipito-basale destra in parte del territorio di distribuzione dell'arteria cerebrale posteriore. Strutture mediane in asse. Ventricoli in sede. Subocclusione della biforcazione P2-P3 dell'arteria cerebrale posteriore destra da parte formazione embolica. Non altre steno-occlusioni. Non aneurismi. Area di ipoperfusione nel territorio superficiale di distribuzione dell'arteria cerebrale posteriore di destra con penombra di 65 mL e core di 13 ml Non asimmetrie.
- RX torace: Simmetrica espansione polmonare. Non alterazioni pleuro-parenchimali in atto bilateralmente. Immagine cardiaca proiettivamente di dimensioni ai limiti superiori di norma. - EE: glicemia 155, INR 1.32, restante ndr, in particolare Rivaroxaban in range terapeutico.
Esclusa la rtPA per lesione già costituita in paziente già in DOAc in range terapeutico, veniva piuttosto posta indicazione a trombectomia.
- Panangiografia cerebrale diagnostica per trombectomia meccanica: lo studio preliminare dimostra rivascolarizzazione del segmento P2 dell'arteria cerebrale posteriore di destra, con migrazione distale del trombo in ramo calcarino di cui
non si ritiene indicata la rivascolarizzazione. La CBCT al termine non mostra complicanze emorragiche. Conclusioni Rivascolarizzazione spontanea del segmento P2 -P3 dell'arteria cerebrale posteriore di destra con migrazione distale del trombo.
Inizialmente, veniva ricoverato in TINCH per monitoraggio.
Decorso in TINCH.
All'ingresso in terapia intensiva sveglio, orientato s/t, riferisce netto miglioramento delle parestesie dell'emisoma sinistro. Non deficit motori degli arti.
In data 06/03 eseguita TC encefalo di controllo: l'esame mostra in maniera più evidente area ischemica cortico- sottocorticale in sede temporo-occipitale destra con possibile minimo screzio ematico associato coinvolgente il territorio di distribuzione della a.cerebrale posteriore. Focale ipodensità a carico della porzione postero-laterale del talamo
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 1.9k visite dal 21/05/2024.
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Approfondimento su Ictus
Come riconoscere l'ictus? Ischemico o emorragico: scopri le cause, i fattori di rischio e i sintomi. Cure e guarigione: terapie possibili e complicanze.