Letargia e apatia

Gentilissimi dottori,
Sono una dottoranda di 27 anni e con l'arrivo di questa primavera piovosa e complice una diminuzione del carico di lavoro, ho iniziato a sentirmi sempre stanca, o meglio assonnata.
Sarei capace di dormire 12 o 14 ore al giorno contro le 7 dello scorso inverno.

Sono una persona estremamente ansiosa, oserei dire che potrebbe essere una questione patologica e per questa ragione ho ridotto drasticamente i caffè.

Il cambiamento è avvenuto a Pasqua.

Ho anche molto più appetito e desiderio di cibi grassi, mentre generalmente seguo una dieta vegetariana e bilanciata presso un nutrizionista.

Inoltre a causa dell'umidità e della pioggia, spesso sento bruciore alla pelle e dolori alle articolazioni o alla mandibola.

L'umore è stabile, anzi mi sento molto serena e non provo alcun tipo di ansia, come se improvvisamente avessi perso interesse in tutto e questa serenità può essere pericolosa.
Non sento l'impulso di studiare e lavorare.

Tra i 17 e i 22 anni ho seguito una terapia farmacologica per trattare sbalzi d'umore, depressione e comportamenti impulsivi mai realmente diagnosticati (dopo un ricovero diagnosi di disturbo borderline a dimissioni, un medico parlò di disturbo maniaco depressivo, ma non scrisse mai nulla).
Poi mi sono rimessa in sesto e grazie alla terapia psicologica e farmacologica ho avuto problemi molto leggeri, nemmeno definibili problemi: forte ansia che mi porta a studiare e lavorare tutto il giorno alternata a momenti in cui faccio il minimo indispensabile e con fatica: l'umore è sempre stabile, sono sempre serena e non mi metto in situazioni di pericolo.

Non bevo alcol, esco poco, ho costruito una vita semplice di studio, lavoro, affetti e abitudini sane.
Ribadisco che non mi sento depressa, ma fisicamente e mentalmente stanca, apatica, poco interessata al percorso di studi.