Psicosi, disturbi dell'ideazione, deliri possono presentarsi con aumento dosaggio di l-dopa?
Buonasera, scrivo per mio padre 78 anni con diagnosi di Parkinson da 4 anni.
All'esordio della malattia i tipici sintomi motori erano migliorati con l'assunzione di 3 dosi giornaliere di Sirio 100+25, ma circa una settimana dopo l'inizio della terapia la situazione è degenerata dal punto di vista psichiatrico con insorgere di deliri, psicosi con manie di persecuzione, gravi turbe dell'ideazione, insonnia, sogni vissuti, allucinazioni, tanto da indurre la neurologa che lo seguiva ad un wash-out del farmaco, con successiva introduzione di Jumex 5 mg.
Dopo un paio di settimane dalla sospensione del farmaco la situazione si è normalizzata e la malattia è stata tenuta sotto controllo per oltre un anno solo con una somministrazione giornaliera di Jumex.
Dopo un paio di anni dall'esordio, vista la scarsa risposta ed il peggioramento della sintomatologia motoria, la neurologa si è espressa per un nuovo tentativo di introdurre la L-dopa (Madopar) in maniera molto graduale partendo da 1/4 di compressa alla settimana per arrivare ad una cps/die.
Questa volta il farmaco è stato ben tollerato ed in abbinata allo Jumex ha dato ottimi risultati, dopo un anno c.
a. il dosaggio è stato aumentato a 2 cps giornaliere sempre con estrema gradualità.
Arriviamo al mese di novembre '23 quando il nuovo specialista che ha preso in carico mio padre, a seguito di visita di controllo, decide di eliminare lo Jumex e, dopo 2 settimane, introdurre in sostituzione lo Xadago aumentando il Madopar da 2 a 3 somministrazioni giornaliere.
Nonostante i nostri timori, l'adeguamento della terapia non ha dato effetti collaterali ed abbiamo notato un miglioramento nella fluenza verbale e nei movimenti.
circa due settimane fa' al successivo controllo il medico riteneva opportuno aumentare a 4 compresse la somministrazione giornaliere di Levodopa.
Appena 4 giorni dopo si sono ripresentati gli stessi problemi psichiatrici di quattro anni prima, con gravità anche maggiore comprese fughe notturne da casa in preda al terrore di poter essere avvelenato.
Le idee fisse sono identiche a quelle di quattro anni fa e coinvolgono, come in un copione già visto, gli stessi familiari e le stesse paure.
Il medico ha deciso di ridurre la dose e tornare a 3 compresse al giorno.
Ma a due settimane i problemi permangono e sembra che anzi tendano a peggiorare.
Se i problemi sono legati all'aumento così repentino del Madopar (raddoppio della dose in appena 4 mesi) è sufficiente ritornare alla dose tollerata o bisogna eliminare totalmente il farmaco per risolvere i problemi psichiatrici?
E quali sono i tempi per l'eliminazione dell'eccesso di farmaco dall'organismo?
Grazie
All'esordio della malattia i tipici sintomi motori erano migliorati con l'assunzione di 3 dosi giornaliere di Sirio 100+25, ma circa una settimana dopo l'inizio della terapia la situazione è degenerata dal punto di vista psichiatrico con insorgere di deliri, psicosi con manie di persecuzione, gravi turbe dell'ideazione, insonnia, sogni vissuti, allucinazioni, tanto da indurre la neurologa che lo seguiva ad un wash-out del farmaco, con successiva introduzione di Jumex 5 mg.
Dopo un paio di settimane dalla sospensione del farmaco la situazione si è normalizzata e la malattia è stata tenuta sotto controllo per oltre un anno solo con una somministrazione giornaliera di Jumex.
Dopo un paio di anni dall'esordio, vista la scarsa risposta ed il peggioramento della sintomatologia motoria, la neurologa si è espressa per un nuovo tentativo di introdurre la L-dopa (Madopar) in maniera molto graduale partendo da 1/4 di compressa alla settimana per arrivare ad una cps/die.
Questa volta il farmaco è stato ben tollerato ed in abbinata allo Jumex ha dato ottimi risultati, dopo un anno c.
a. il dosaggio è stato aumentato a 2 cps giornaliere sempre con estrema gradualità.
Arriviamo al mese di novembre '23 quando il nuovo specialista che ha preso in carico mio padre, a seguito di visita di controllo, decide di eliminare lo Jumex e, dopo 2 settimane, introdurre in sostituzione lo Xadago aumentando il Madopar da 2 a 3 somministrazioni giornaliere.
Nonostante i nostri timori, l'adeguamento della terapia non ha dato effetti collaterali ed abbiamo notato un miglioramento nella fluenza verbale e nei movimenti.
circa due settimane fa' al successivo controllo il medico riteneva opportuno aumentare a 4 compresse la somministrazione giornaliere di Levodopa.
Appena 4 giorni dopo si sono ripresentati gli stessi problemi psichiatrici di quattro anni prima, con gravità anche maggiore comprese fughe notturne da casa in preda al terrore di poter essere avvelenato.
Le idee fisse sono identiche a quelle di quattro anni fa e coinvolgono, come in un copione già visto, gli stessi familiari e le stesse paure.
Il medico ha deciso di ridurre la dose e tornare a 3 compresse al giorno.
Ma a due settimane i problemi permangono e sembra che anzi tendano a peggiorare.
Se i problemi sono legati all'aumento così repentino del Madopar (raddoppio della dose in appena 4 mesi) è sufficiente ritornare alla dose tollerata o bisogna eliminare totalmente il farmaco per risolvere i problemi psichiatrici?
E quali sono i tempi per l'eliminazione dell'eccesso di farmaco dall'organismo?
Grazie
[#1]
Gentile Utente,
la levodopa può indurre la sintomatologia psichica che riferisce e l’aumento del dosaggio può essere determinante in quanto questi sintomi sono dose-dipendenti.
Probabilmente il neurologo ha consigliato l’aumento del farmaco perché le condizioni cliniche di Suo padre erano peggiorate.
La riduzione del dosaggio a quello iniziale è possibile ma non si può prevedere un'analoga riduzione della sintomatologia in tempi determinati.
I tempi infatti sono molto individuali e variano in base alla condizione clinica per cui deve stabilirli il collega di persona.
Cordiali saluti
la levodopa può indurre la sintomatologia psichica che riferisce e l’aumento del dosaggio può essere determinante in quanto questi sintomi sono dose-dipendenti.
Probabilmente il neurologo ha consigliato l’aumento del farmaco perché le condizioni cliniche di Suo padre erano peggiorate.
La riduzione del dosaggio a quello iniziale è possibile ma non si può prevedere un'analoga riduzione della sintomatologia in tempi determinati.
I tempi infatti sono molto individuali e variano in base alla condizione clinica per cui deve stabilirli il collega di persona.
Cordiali saluti
Dr. Antonio Ferraloro
[#2]
Utente
Grazie Dr. Ferraloro, adesso la situazione è peggiorata perché rifiuta i farmaci, riusciamo a somministrargli solo 2 compresse al giorno di Madopar, non prende più lo Xadago e nemmeno gli altri farmaci che assumeva per altre patologie (aritmie cardiache, iperparatiroidismo, iperplasia prostatica) I problemi possono essere esacerbati da una sorta di effetto rebound dovuto alla non regolarità nell’assunzione dei farmaci?
[#4]
Utente
Desidero aggiornarla sul colloquio avuto con il neurologo che segue mio padre, il quale sostiene che la situazione non sia imputabile al dosaggio del farmaco che, a quasi 2 settimane dalla riduzione, dovrebbe essersi normalizzata quanto ad una sopraggiunta forma di demenza che andrebbe trattata con un neurolettico. Ma è possibile che questa forma sia subentrata così repentinamente in un soggetto che, a parte i deliri, è perfettamente orientato nel tempo e nello spazio e ha una memoria perfetta? Oltretutto si stanno verificando gli stessi identici problemi già avuti 4 anni fa con l’inizio della terapia dopaminergica e che in quel caso scomparvero dopo un paio di settimane dalla sospensione del Sirio. La ringrazio anticipatamente per il parere medico che vorrà fornirmi.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.5k visite dal 20/02/2024.
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