Dolore schiena e fianco sinistro
In seguito ad un piccolo scivolamento (ma non si sa bene se sia quello il motivo) ha avvertito alla schiena e fianco destro dolore ma non sembrava nulla di che poi è peggiorato nonostante antidolorifici.
Al pronto soccorso dai raggi è emerso:"Cedimento di L2 e iniziale di L3"
Avvallamento della limitante somatici superiore ed inferiore di L2 con deformità a cuneo inferiore del medesimo soma.
Lieve irregolarità del profilo corticale dello spigolo antero superiore del soma L3 che mantiene altezza sostanzialmente conservata.
Conservato l'allineamento del muro somatico posteriore.
Mandata a casa con busto e Elatrex ma il male è peggiorato e il medico ha prescritto prima cortisone e poi Ebyndo ma ancora a distanza di un mese il male è cronico e non accenna a diminuire.
Mia madre con tutti questi farmaci non ha più appetito ed è dimagrita, dai giorni scorsi avverte dolore/bruciore al fianco sinistro non più a destra, un dolore persistente che sembra alleviarsi da sdraiata ma poi ricomincia.
Cosa può essere?
Non le è stata data una cura e nulla, ho paura possa essere qualcosa di grave che si sta trascurando.
grazie
Bene l'analgesico ma direi che la prima cosa da fare è valutare il quadro per stabilire se il disturbo lamentato è da riferire alla condizione vertebrale descritta nel referto radiologico oppure se si tratta di una sindrome meccanica pelvica (sacroiliaca) che con le fratture potrebbe anche non avere nulla a che fare.
Mi auguro che sia stata fatta una RMN per valutare l'attualità della frattura e per avere un termine di paragone con analogo esame successivo.
Pier Francesco Eugeni, MD
Specialista in Neurochirurgia - Chirurgia Spinale
Segreteria: 3296122118 – Portatile: 3208219474 - email: eugeni@inwind
A breve farà la tac. il dolore che riferisce mia madre è proprio all'anca/ fianco/ inguine dice "interno", simile ad un dolore ovarico ( da tanti anni non ha piu utero e ovaie) però ha anche male alla schiena a piegarsi o alzarsi dal letto ecc quindi non capisce da dove provenga...
quello che non capisco è perché prima a destra poi a sinistra...e mi preoccupa che in questo periodo è dimagrita non ha appetito...forse la situazione, i medicinali.
La TAC in un paziente con un sospetto di frattura vertebrale è un esame che, eventualmente, segue e non precede la valutazione RMN.
Il fatto di fare la TAC senza la RMN dipende esclusivamente da motivi economici.
Inoltre, per quanto riguarda le caratteristiche del dolore riferito, quello che lei scrive fa pensare che il dolore di sua madre sia molto probabilmente una sindrome sacroiliaca che, se così fosse, non c'entra nulla con le fratture (che comunque vanno studiate come le ho detto) ma con il trauma che ha riportato.
Pier Francesco Eugeni, MD
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Il muro posteriore si presenta allineato.
Lordosi lombare conservata.
Deformazione a lente biconcava del soma L2 come da cedimento osteo - strutturale e netto addensamento della spongiosa.
Non retropulsione significativa del muro posteriore.
Regolare l'altezza dei restanti somi vertebrali lombari.
Discopatia cronica con multiple protusioni si apprezza a tutti i livelli esplorati in particolare nel settore più caudale con occlusione parziale dei forami di coniugazione di ambedue i lati specialmente a sede L4 -L5 ed L5-S1 in potenziale conflitto.
cosa significa? cosa deve fare?
Premetto che anche in passato non ha mai avuto una schiena perfetta ma senza grandi ripercussioni nella vita quotidiana, un paio di volte all'anno doveva fare qualche puntura di muscoril e feldene e poi stava bene.
Grazie, saluti
Per esserne certi la RMN è l'esame di scelta.
Questo condiziona l'atteggiamento terapeutico riguardo a quel particolare .
Per quanto riguarda il quadro clinico è da valutare direttamente.
Pier Francesco Eugeni, MD
Specialista in Neurochirurgia - Chirurgia Spinale
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È possibile che non c'entri nulla con la frattura vertebrale.
Luna cosa e l'altra sono da riferire al trauma ma sono due cose diverse.
Dovrei valutare clinicamente il quadro.
Per quanto possa sembrare strano, la risposta alle sue domande non è solo nei referti radiologici.
La maggior parte della diagnosi si fa guardando il paziente, sentendo direttamente come descrive i suoi disturbi e visitandolo.
Pier Francesco Eugeni, MD
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A confronto della precedente del 16/6/23:
quadro immodificato coxatrosi bilaterale con sclerosi dei tetti acetabolari ad interlinea conservata.
aspetto degenerativo dei grandi troncaderi in particolare a destra. aspetto addensato delle sincrondrosi sacroiliache. Invariato il resto del quadro
Rachide lombosacrale per morf. vertebrale
minima curvatura sinistro convessa del rachide lombare con rettilinezzazione della fisiologica lordosi . Crollo somatico con deformazione a rocchetto maggiormente evidente rispetto al precedente di Ls con avvallamento anche della limitante somatica superiore e minima retropulsione del margine postero superiore e postero inferiore
altezza dei restanti metameri invariata. in particolare minime irregolarità dello spigolo antero superiore di L3. Diffusa rarefazione tono calcico.
secondo lei esistono cure ? infiltrazione, farmaci o interventi per farla stare meglio?
a chi dobbiamo rivolgerci?
Grazie
È la diagnosi però che non può essere formulata sulla base di dati scritti su referti radiologici.
Da evitare senz'altro è il cortisone per via sistemica o per infiltrazioni dal momento che peggiorare sicuramente il metabolismo osseo facendo aumentare il rischio di muove fratture.
La paziente è da visitare per poter esprimere un parere che sia verosimile.
Pier Francesco Eugeni, MD
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scrivo perchè a distanza di tre mesi mia mamma ancora non sta bene. Ha dolore al fianco coscia destro che le parte dalla schiena, in certi giorni insopporabile quasi da trascinare la gamba, altri giorni un po' meglio.
E' stata dall'ortepedico che gli ha preiscritto Risonanza e ginnastica dopo valutazione fisiatrica.
Referto della risonanza:
L'indagine evidenzia deformazione a lente biconcava del soma L2 con più evidente affondamento della limitante somatica superiore e minima retropulsione del muro posteriore della vertebra in esame che è sede di edema spongioso alla sequenza STIR.
Note di spondilo artrosi a carico dei restanti metameri con canale vertebrale ai limiti inferiori di norma per ampiezza per artrosi dei massicci articolari posteriori.
Tutti i dischi intersomatici risultano disidratati e schiacciati.
A livello L5 -S1 disco bulging centrale senza segni di contatto disco-radicolare. Ristretti i forami di coniugazione. A livello L4- L5 disco bulging circonferenziale, riduzione d'ampiezza dei forami di coniugazione.
Ai livelli di prossimali dischi disidratati con minimo bulging posteriore anche in sede di frattura vertebrale. Evidenza di cisti parapieliche e corticali renali.
Nei limiti il segnale del cono cauda.
Cosa si può fare?E' molto grave? Potrebbe servire la fisioterapia e/o vertebroplastica?
Ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti
I dolori meccanici spino pelvici sono tra i più forti che si possano provare e alle volte sono resistenti alle terapie.
Come le dicevo, la valutazione di un paziente di questo genere, per formulare una diagnosi e ipotizzare una terapia, prescinde dagli esami morfologici.
Bisogna valutarla clinicamente direttamente.
Rimango a sua disposizione.
Pier Francesco Eugeni, MD
Specialista in Neurochirurgia - Chirurgia Spinale
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Il medico a parte ginnastica e integratori non ha prescritto altro e non ha parlato di interventi.
saluti
Sui criteri per i quali una frattura vertebrale deve essere trattata chirurgicamente e su quale tecnica sia opportuno utilizzare (ce n'è più d'una) c'è abbastanza condivisione che, alle volte e per alcune fratture, il relazionare il dolore alla frattura sia un particolare di non secondaria importanza.
Pier Francesco Eugeni, MD
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Inoltre dovrà rifare la tac per vedere se la vertebra non si è ancora saldata e nel caso vertebroplastica ma cmq anche nel caso si fosse saldata le infiltrazioni sono da fare perchè c'è una compressione del nervo.
Pensa che le infiltrazioni possano essere indicate nel suo caso? presentano rischi?
Su due cose mi permetto di dissentire
1) non è la TAC la la RMN che permette di valutare se una frattura non è più attiva
2) in caso CLINICAMENTE sia rilevata una radicolopatia corrispondente per livello ad una frattura la vertebroplastica è proprio l'ultima cosa da fare.
Rilevo che in alcuni istituti di ricovero sia il radiologo o in neuroradiologo ad effettuare la procedura di vertebroplastica ma sono convinto che sia il neurochirurgo a dire se deve, anzi se può, farla.
Sua madre deve essere valutata clinicamente da un neurochirurgo spinale. Se chi effettua il consulto si fa descrivere direttamente i disturbi, la visita e poi vede gli esami è da tenere in considerazione. Se, al contrario, guarda gli esami e, solo in base a quello, decide di fare una determinata cosa, a mio avviso il consulto non è da tenere in considerazione.
Pier Francesco Eugeni, MD
Specialista in Neurochirurgia - Chirurgia Spinale
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