Secondo intervento di discectomia cervicale?

Buongiorno Dottori.


Vi riporto l'esito della mia ultima RMN:

Esiti di discectomia C5 - C6, con stabilizzazione per via anteriore.

Protrusione mediana del disco intersomatico C2 - C3, con minima impronta sul sacco
durale.

Protrusione circonferenziale del disco intersomatico C3 - C4, con focalità erniaria
mediana - paramediana destra, che esercita impronta sul sacco durale e minima
impronta sul profilo anteriore midollo cervicale.

Protrusione circonferenziale del disco intersomatico C4 - C5, con lieve impronta sul
sacco durale.

A C5 - C6 appuntimento osteofitosico degli spigoli posteriori associato a stenosi
foraminale bilaterale.

A C6-C7 degenerazione del disco intersomatico, con marcata riduzione in ampiezza
dello spazio intersomatico e sinostosi parziale anteriore con osteofitosi margino -
somatica.

A C7 - T1 protrusione circonferenziale del disco intersomatico con impronta sul profilo
anteriore del sacco durale, appuntimento osteofitosico degli spigoli posteriori e stenosi
foraminale C7 - T1 bilaterale, su base degenerativa.

Non alterazioni di segnale intramidollari.


Come leggerete ho gia' effettuato alcuni anni fa un intervento di discetomia a livello C5-C6, con inserimento cage, perfettamente riuscito.

Ora da un paio di anni, in un quadro certamente complesso, e' comparsa una nuova ernia a livello C3-C4 che impronta marginalmente il midollo.
Tengo a precisare che l'ultimo referto di un anno fa parlava di una regressione dell'ernia stessa mentre ora sembrerebbe ancora ripeggiorata.
Negli anni precedenti il Medico che mi aveva gia' operato ha respinto qualsiasi possibilita' di intervento ma ora mi ha prospettato questa possibilita' senza particolare urgenza, diciamo in ottica di prevenzione da futuri peggioramenti.

Tengo a precisare che non ho particolare sintomatologia riguardo a questa ernia discale.

Volevo chiedere pertanto:

1) pur con i limiti di un consulto a distanza si puo' ritenere compatibile un secondo intervento e quali conseguenze/rischi puo' prospettare in funzione del precedente gia' effettuato?

2) il livello "alto" dell'ernia presenta maggiore complessita' operatoria / rischi?

2) E' corretto pensare di intervenire anche in assenza di sintomi attuali (peraltro non si riscontrano al momento segnali di mielopatia)?

3) Il fatto che l'impronta minima sul midollo sia migliorata lo scorso anno potrebbe far sperare in un ulteriore miglioramento progressivo (disidratazione?) o queste situazioni sono destinate solo a peggiorare nel tempo?


Vi ringrazio per il tempo che vorrete dedicarmi.
[#1]
Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
1 e 2: Vi è una maggiore complessità/impegno chirurgico, ma affrontabile.
2 (bis?): In assenza di sintomatologia, non interverrei.
3: Non vi sono elementi per esprimersi, nel caso specifico, nè per una ipotesi nè per l'altra. Tendenzialmente le ernie dovrebbero tendere a coartarsi/disidratarsi.

In caso di un fattore irritativo nuovo a livello radicolare penserei, in prima battuta, a fare un'infiltrazione (prima di ricorrere subito all'opzione chirurgica).
Cordialità

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311

[#2]
Utente
Utente
Grazie Dottore per la cortese risposta.

Se per Lei non e' un problema pensavo di rifare una RMN a distanza di almeno 6/8 mesi dalla precedente e contattarLa per una visita privata. Vorrei capire anche meglio il tema "infiltrazioni".
Se dovessero invece subentrare sintomi persistenti ( dolori alle braccia o spalle o debolezza significativa alle gambe...) e' il caso di vedere prima?
[#3]
Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
A quando risale la rmn più recente?
[#4]
Utente
Utente
30 giugno u.s.
[#5]
Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
In linea di massima, potrebbero andare i sei mesi d'attesa.
Cordialità.
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