Ernia l5-s1 espulsa e degenerazione discale

Buongiorno,
Vi scrivo per avere cortesemente un Vostro parere riguardo il mio problema.
Risultato Rx: "Minima anterolitesi di S1 su L5. Nelle proiezioni eseguite in massima flessione e massima estensione si dimostra lieve incremento della anterolitesi di S1 su L5 in massima flessione.Abbassamento dello spazio discale L5 S1"
Risultato RMN: "A L5 S1 degenerazione del disco interposto con ernia discale espulsa mediana paramediana sn."
Chiaramente tutto questo mi porta ad avere una forte lombosciatalgia che va a colpire zona lombare e gamba sinistra da circa 5 mesi. A volte sembra migliorare ma poi si ripresenta in breve tempo e cmq non mi e' mai passata del tutto, anzi la mattina sono proprio bloccato. Ho fatto alcune visite da neurochirurghi ma piu' che fisioterapia e antiinfiammatori non mi prescrivono.
Ho 30 anni ed ho sempre praticato molto sport soprattutto bodybuilding a buon livello e l'idea di abbandonare per sempre l'attivita' sportiva mi deprime.
In internet ho trovato di tutto, dalla fisioterapia, ai massaggi, all'ozonoterapia, all'autotrapianto di condrociti. In effetti a parte l'autotrapianto sono tutti dei palliativi che non risolvono il problema alla radice ma cercano di ritardare il piu' possibile un eventuale intervento.Ma io sono giovane e voglio risultati piu' concreti. Volevo sapere secondo Voi quale terapia e' piu' adatta al mio caso e se il trapianto potrebbe fare al mio caso, con quali rischi e con quali risultati.
Grazie in anticipo per la Vostra disponibilita'.
Cordiali Saluti.
[#1]
Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247 2
Egregio Signore, sicuramente bisognerebbe vedere le lastre e visitarla per un giudizio definitivo, ma a me sembra che lei potrebbe ben beneficiare di un trattamento in mininvasiva (a questo proposito legga i miei articoli in MinForma), in anestesia locale, per la decompressione delle radici e,quindi,la risoluzione del suo problema.
Non si tratterebbe di un intervento a cielo aperto ma minimamente invasivo con rapporto rischi/benefici sicuramente a favore di questi ulttimi.
Cordialmente

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

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Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Buongiorno,
innanzitutto grazie per la tempestivita' nel rispondere e la cortesia.
Ho letto i Suoi articoli in merito e volevo chiederLe solo un paio di cose: piu' o meno dopo quanto tempo dall'intervento potrei riprendere, diciamo in modo leggero e cauto, l'attivita' sportiva? Dati per appurati i benefici dell'intervento quali sarebbero i rischi da Lei accennati nella risposta al mio caso?
So gia' che il disco non tornea' come prima ma durante l'intervento viene asportata solo la parte erniata od anche il resto del nucleo? In parole povere, il disco operato continuera' a svolgere la sua funzione in futuro, almeno in parte, o sara' per cosi' dire "morto"? Ho sentito diversi pareri dai Suoi colleghi nelle visite effettuate di recente, qualcuno sconsigliava l'intervento a causa dei rischi, altri invece, come Lei, sono stati meno drastici dicendomi solo di aspettare un paio di mesi per poi rifare una RMN di controllo per vedere come si era evoluta l'ernia e casomai operare.
Confesso che sono un po' confuso, probabilmente perche' non conosco ancora esattamente quali rischi si corrono. Spero solo che non siano peggiori dell situazione in cui mi trovo ora, in quel caso si che aumenterebbero i miei timori nei confronti di un intervento.
[#3]
Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247 2
Egregio Signore,l'asportazione si estrinsecherebbe nel forame di coniugazione liberando la radice nervosa da quelle fibroaderenze che,in tutto questo lasso di tempo,sono state determinate in carico alla radice spinale,nel suo caso, dai continui "insulti"dela protrusione/ernia discale. A livello del disco il"lavoro"avrebe luogo sull'anulus nella parte che è degenerata (non sempre è necessario asportare anche il nucleo). In altre parole,il quanto asportare ed il quanto lasciare dipende da quanta degenerazione si trova.La parte non degenerata(quindi sana)viene lasciata in loco perchè svolga la sua funzione ammortizzante anche successivamente all'intervento. Vi è,poi,da aggiungere che la decompressione intraforaminale e la asportazione dell'anulus degenerato(con conseguente diminuzione della pressione intradiscale e rientro della parte protrusa, se sana,quindi ancora utile per la sua funzione)determinano una risoluzione,pressocchè immediata del quadro clinico pre-esistente.
Tutto quanto detto è ben illustrato negli articoli(forse con altre parole).
Per quanto concerne il rischio chirurgico,è evidente che nessuno si fa operare senza necessità ma se c'è più rischio a non farsi operare(aggravamento dei deficit,delle limitazioni di vita,dei dolori...)che a farsi operare, la scelta è obbligata per il meglio specie se vi sono concrete e grandi possibilità di risolvere(o grandemente migliorare) il proprio problema.
Nel nostro caso,al bilancio appena accennato,aggiungiamo,oltre ai rischi generici di ogni intervento,vi è
la possibilità(rara)di infezioni e/o ematomi del campo operatorio. Per quanto riguarda la ripresa dell'attività , bisognerà riparlarne al primo controllo post-operatorio(15gg dopo).

Quanto scritto vale se,dopo averla visitata e visionato le indagini diagnostiche,vi è l'indicazione all'intervento.

Spero di essere stato esaustivo,eventualmente continui a manteremi informato.
Cordialmente e buona notte.
[#4]
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Davvero molto disponibile e chiaro. Grazie
Solo una cosa, ho visto che esercita presso una casa di cura privata, e' convenzionata col SSN o e' totalmente a carico del paziente?
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247 2
Egregio signore,questa informazione lei avrebbe potuto apprendere anche telefonando in Clinica ai numeri che sono segnati in calce; la visita specialistica non è convenzionata.
Se lei dovesse venire,bisognerebbe visionare anche le lastre e poi parlarne.
Cordialmente
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