Le tasche radicolari

Ho 49 anni e ho un’ernia discale recidiva. La mia storia clinica è la seguente:
nell’ottobre del 1989 sono stato operato da un ortopedico di E.D. L4 L5 c/o il CTO di Roma.
Convivendo con l’alternarsi di periodi in cui sono riuscito a svolgere regolarmente le attività quotidiane, ad altri in cui ho trovato difficoltà, dovute al dolore, nello svolgerle. Purtroppo nell’estate del 2006 tale situazione è degenerata: persistenza di dolore alla gamba sx, con postura sfalzata, che mi impediva qualsiasi movimento. Effettuata una RNM il 12/9/06 con il seguente responso: presenza di vertebra di transizione del tratto lombo sacrale; l’ultimo spazio ipoplasico viene assunto come L5 - S1. In L4 L5 esiti di intervento chirurgico per ED; il disco presenta ipointensità di segnale in T2 per fenomeni disidratavi; si apprezza ernia discale recidiva mediana che impronta al sacco durale e contatta marginalmente le tasche radicolari di L5. Iniziali segni di spondilosi. Successivamente per cercare una soluzione ho interpellato un neurochirurgo. Dopo avermi visitato mi ha prescritto i seguenti esami: RNM del rachide lombo-sacrale L4 L5 sx recidiva, medio laterale sx, TAC L3 S1. Terapia per il dolore: 15 gg di riposo per cura con synactlen Defat fiale, oridus R compresse, antra 20 mg compresse, ljrica 75 mg capsule. Risultato RNM del 16/2/08: immodificata rispetto alla precedente del 12/9/06. La TAC del 20/2/08 ha evidenziato: sacralizzazione L5, non alterazioni discali al livello L2 L3. A livello L3 L4 si documenta protrusione circinferenziale del disco. A livello L4 L5 esiti di emilaminectomia sx, presente ernia mediana posteriore, parzialmente calcificata sottolegamentosa che impegna entrambi i forami di coniugazione maggiormente a dx. Manifestazione di artrosi somato marginale ed interapofisaria, con ipertrofia dei massicci articolari. Nella norma l’ampiezza del canale rachideo.
Il neurochirurgo opta per l’intervento chirurgico effettuato il 20/03/08. Descrizione: ernia discale L4 L5 dx operato in precedenza al livello L4 L5 sx. Approccio mirato controllo scopino, microinteremilaminectomia L4 L5 dx in canale stenotico per ipertrofia osteoligamentosa, flavectomia sotto la race di L5 voluminosa ernia duro elastica, che viene asportata, discectomia, emostasi sutura.
Mi è stato prescritto come terapia post operatoria, nuoto dorsale che per mia colpa non ho eseguito. Sono stato bene fino ad Ottobre 2008, periodo in cui ho sostenuto un grosso sforzo fisico che probabilmente mi ha riportato alla situazione pre operatoria. Ho interpellato un altro neurochirurgo il quale mi ha prescritto: piscina riabilitativa, massaggi presso osteopatia, più una cura a base di cortisone protrattasi per 20 gg con riposo. A distanza di 30 gg durante i quali ho effettuato per 3 volte settimana piscina riabilitativa, e una volta a settimana seduta con l’osteopata, presentandosi la necessità di riprendere il lavoro (impiegato/8 ore sedute) non ho riscontrato alcun miglioramento, anzi l’osteopata ha riscontrato una degenerazione del nervo della gamba dx e mi ha consigliato come soluzione farmacologia Gabapentim Teva 300 mg e vitamine Alanerv.
Io non ne posso proprio più, non riesco più a riposare, a stare seduto, a guidare logorandomi anche sotto il profilo psicologico. A parte le mie leggerezze in alcune situazioni in cui ho disatteso le indicazioni ricevute, ho cercato in tutti i modi se non di risolvere quanto meno di migliorare la mia situazione anche attraverso l’uso più o meno continuo di antidolorifici. Vorrei sapere a questo punto se la soluzione può essere ricercata esclusivamente in un nuovo intervento chirurgico o in soluzioni terapeutiche alternative o interventi non invasivi. Nella speranza di una vostra risposta, ringraziandovi vi porgo distinti saluti.

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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Egr. signore,
non è certo qualche nuotata di meno che non L'ha preservata dal perdurare dei sintomi.
Fermo restando che non posso darLe un parere definitivo, non potendo quanto meno visionare le immagini delle RM e TC, e ritenendo che la soluzione per una soddisfacente guarigione sia possibile, mi par di capire che parte dei Suoi sintomi possano riferirsi a una possibile instabilità vertebrale.
Nel caso di ciò si trattasse, sarà necessario un intervento di artrodesi, ossia bloccaggio delle vertebre responsabili, la cui tecnica e procedura va però indicata dopo un attento studio del Suo caso.

Cordiali saluti