Cicatrice post-operatoria sulla sacca radicolare dopo intervento di ernia discale
Gentilissimi,
sono una donna di 39 anni.
Nel maggio 2008 mi e' uscita un'ernia discale. La TAC di quel periodo diceva: "A L5-S1 ipertrofia artrosica e massicci articolari, ernia discale mediana e paramediana sinistra che comprime il sacco durale e la radice S1 di sinistra."
Il 9 febbraio 2009 sono stata operata di microdiscectomia L5-S1 SN con questa motivazione: "lombosciatalgia SN refrattaria alla terapia farmacologica e riabilitativa ingravescente e per intensità tale da compromettere lo svolgimento delle comuni attività quotidiane".
Purtroppo a distanza di 2 mesi zoppico ancora vistosamente e provo a volte delle fitte molto forti nella zona lombare che non avevo mai sentito prima. Una notte ho anche dovuto chiamare il 118 per i fortissimi dolori che sentivo e sono stata portata in ospedale dove mi hanno iniettato del muscoril. Attualmente prendo delle gocce di contromal per attutire i dolori.
Ho rifatto la TAC e questo è l'esito: "A L5-S1 a sinistra sono visibili segni di discectomia. Patologico tessuto di verosimile tipo fibro-cicatriziale circonda la sacca radicolare S1 di SN. Protusione o piccola ernia discale mediana, con modesta impronta sul sacco durale".
Il mio chirurgo mi ha prescritto una cura di cortisone di 20 giorni ma ha detto che al 90% dovrò essere rioperata per eliminare questa cicatrice. Volevo chiedere se devo proprio essere operata di nuovo. Il mio medico mi ha detto che sarà un intervento e un decorso post-operatorio molto doloroso. Inoltre che probabilità di successo ci sono? Non potrebbe riformarsi di nuovo la stessa cicatrice?
Vi ringrazio moltissimo per la disponibilità.
Spero mi aiutiate perchè ho molto bisogno della schiena per il mio lavoro (sono operaia cartotecnica).
sono una donna di 39 anni.
Nel maggio 2008 mi e' uscita un'ernia discale. La TAC di quel periodo diceva: "A L5-S1 ipertrofia artrosica e massicci articolari, ernia discale mediana e paramediana sinistra che comprime il sacco durale e la radice S1 di sinistra."
Il 9 febbraio 2009 sono stata operata di microdiscectomia L5-S1 SN con questa motivazione: "lombosciatalgia SN refrattaria alla terapia farmacologica e riabilitativa ingravescente e per intensità tale da compromettere lo svolgimento delle comuni attività quotidiane".
Purtroppo a distanza di 2 mesi zoppico ancora vistosamente e provo a volte delle fitte molto forti nella zona lombare che non avevo mai sentito prima. Una notte ho anche dovuto chiamare il 118 per i fortissimi dolori che sentivo e sono stata portata in ospedale dove mi hanno iniettato del muscoril. Attualmente prendo delle gocce di contromal per attutire i dolori.
Ho rifatto la TAC e questo è l'esito: "A L5-S1 a sinistra sono visibili segni di discectomia. Patologico tessuto di verosimile tipo fibro-cicatriziale circonda la sacca radicolare S1 di SN. Protusione o piccola ernia discale mediana, con modesta impronta sul sacco durale".
Il mio chirurgo mi ha prescritto una cura di cortisone di 20 giorni ma ha detto che al 90% dovrò essere rioperata per eliminare questa cicatrice. Volevo chiedere se devo proprio essere operata di nuovo. Il mio medico mi ha detto che sarà un intervento e un decorso post-operatorio molto doloroso. Inoltre che probabilità di successo ci sono? Non potrebbe riformarsi di nuovo la stessa cicatrice?
Vi ringrazio moltissimo per la disponibilità.
Spero mi aiutiate perchè ho molto bisogno della schiena per il mio lavoro (sono operaia cartotecnica).
[#2]
Gentile signora,
concordo con quanto Le ha consigliato il collega dr.Zingale.
Mi permetto di aggiungere alcune precisazioni.
La reazione cicatriziale è un evento naturale, ovvero è l'effetto della riparazione biologica dell'organismo a qualsiasi insulto traumatico. Quando questa si verifica in prossimità di radici nervose, si può avere dolore da irritazione/compressione della stessa radice. Solitamente tali disturbi si attenuano nel tempo fino a scomparire.
Nel Suo caso se i provvedimenti terapeutici, quali quelli consigliati dal collega,non dovessero avere beneficio è possibile prevedere il reintervento.
Giustamente Lei chiede se il nuovo intervento procurerà ulteriori reazioni cicatriziali.
La risposta non può che essere affermativa, ma vi sono diversi criteri tecnici per ridurre al minimo quel rischio che comunque rimane.
Tale rischio va comunque affrontato se vi sono deficit neurologici.
Infatti bisogna valutare se il suo < zoppicare vistosamente > è un effetto del dolore o di una diminuzione della forza muscolare.
Cordialità ed auguri
concordo con quanto Le ha consigliato il collega dr.Zingale.
Mi permetto di aggiungere alcune precisazioni.
La reazione cicatriziale è un evento naturale, ovvero è l'effetto della riparazione biologica dell'organismo a qualsiasi insulto traumatico. Quando questa si verifica in prossimità di radici nervose, si può avere dolore da irritazione/compressione della stessa radice. Solitamente tali disturbi si attenuano nel tempo fino a scomparire.
Nel Suo caso se i provvedimenti terapeutici, quali quelli consigliati dal collega,non dovessero avere beneficio è possibile prevedere il reintervento.
Giustamente Lei chiede se il nuovo intervento procurerà ulteriori reazioni cicatriziali.
La risposta non può che essere affermativa, ma vi sono diversi criteri tecnici per ridurre al minimo quel rischio che comunque rimane.
Tale rischio va comunque affrontato se vi sono deficit neurologici.
Infatti bisogna valutare se il suo < zoppicare vistosamente > è un effetto del dolore o di una diminuzione della forza muscolare.
Cordialità ed auguri
[#4]
Utente
Gentilissimi,
ho fatto la cura con il cortisone ma purtroppo non ho ottenuto risultati.
A distanza di quasi 4 mesi dall'operazione sto peggio di prima di essere operata. I miei sintomi sono principalmente due:
* dolore laterale continuo alla gamba sinistra fino al piede (lo stesso dolore d'ernia che avevo prima di essere operata);
* dopo essere stata seduta o sdraiata per più di mezzora sento un dolore fortissimo ad alzarmi, una sorta di fitta alla schiena che si irradia anche nella gamba destra e che dura ca. 5 minuti. Questo dolore non l'ho mai avuto prima dell'operazione.
Questo è l'esito dell'ultima risonanza con contrasto che ho fatto a fine maggio:
"RM lombosacrale (S/C MDC) esame eseguito con sezioni assiali e sagittali T1 e T2 pesate da D12 a S2, prima e dopo contrasto. Sull'ambito esaminato non sono evidenti significativi disallineamenti vertebrali, le dimensioni del canale rachideo e dei forami di coniugazione sono nei limiti di norma. A L5-S1: a sinistra segni di discectomia con tessuto captante constrasto di tipo fibro-cicatriziale che circonda la sacca radicolare S1. Piccola ernia discale paramediana sinistra, parzialmente migrata causalmente che impronta sul sacco durale. Alterazioni artrosico degenerative delle marginali somatiche affrontate."
Il neurochirurgo che mi ha operato dice che tutto dipende dalla cicatrice che si è formata, la quale andrebbe tolta con un'altra operazione. Però è titubante
a rioperarmi. Dice che è troppo presto per farlo, che è un intervento difficile per lui e doloroso per me e che la cicatrice potrebbe riformarsi di nuovo, ecc.. ecc... Io in questo stato non sono in grado di lavorare (faccio l'operaia cartotecnica e ogni tanto devo piegarmi e sollevare pesi), la mutua sta finendo e io sono veramente disperata sia per il fatto che continuo a soffrire dolori e non sono in grado di fare nulla, neppure i mestieri di casa, sia per il fatto che non so come mi potrò mantenere senza lavoro.
Cosa posso fare?! C'è qualche soluzione al mio problema? Qualche tecnica nuova, infiltrazione, massaggio, ecc...? Se non c'è una cura c'è un medico che può aiutarmi, magari rioperandomi? Vi ringrazio di cuore.
ho fatto la cura con il cortisone ma purtroppo non ho ottenuto risultati.
A distanza di quasi 4 mesi dall'operazione sto peggio di prima di essere operata. I miei sintomi sono principalmente due:
* dolore laterale continuo alla gamba sinistra fino al piede (lo stesso dolore d'ernia che avevo prima di essere operata);
* dopo essere stata seduta o sdraiata per più di mezzora sento un dolore fortissimo ad alzarmi, una sorta di fitta alla schiena che si irradia anche nella gamba destra e che dura ca. 5 minuti. Questo dolore non l'ho mai avuto prima dell'operazione.
Questo è l'esito dell'ultima risonanza con contrasto che ho fatto a fine maggio:
"RM lombosacrale (S/C MDC) esame eseguito con sezioni assiali e sagittali T1 e T2 pesate da D12 a S2, prima e dopo contrasto. Sull'ambito esaminato non sono evidenti significativi disallineamenti vertebrali, le dimensioni del canale rachideo e dei forami di coniugazione sono nei limiti di norma. A L5-S1: a sinistra segni di discectomia con tessuto captante constrasto di tipo fibro-cicatriziale che circonda la sacca radicolare S1. Piccola ernia discale paramediana sinistra, parzialmente migrata causalmente che impronta sul sacco durale. Alterazioni artrosico degenerative delle marginali somatiche affrontate."
Il neurochirurgo che mi ha operato dice che tutto dipende dalla cicatrice che si è formata, la quale andrebbe tolta con un'altra operazione. Però è titubante
a rioperarmi. Dice che è troppo presto per farlo, che è un intervento difficile per lui e doloroso per me e che la cicatrice potrebbe riformarsi di nuovo, ecc.. ecc... Io in questo stato non sono in grado di lavorare (faccio l'operaia cartotecnica e ogni tanto devo piegarmi e sollevare pesi), la mutua sta finendo e io sono veramente disperata sia per il fatto che continuo a soffrire dolori e non sono in grado di fare nulla, neppure i mestieri di casa, sia per il fatto che non so come mi potrò mantenere senza lavoro.
Cosa posso fare?! C'è qualche soluzione al mio problema? Qualche tecnica nuova, infiltrazione, massaggio, ecc...? Se non c'è una cura c'è un medico che può aiutarmi, magari rioperandomi? Vi ringrazio di cuore.
[#5]
Gentile signora,
l'intervento per decomprimere una radice da tenaci aderenze non dovrebbe essere difficile per un neurochirurgo, semmai laborioso.
Nel Suo caso, stando a quanto descritto nel reperto RM, contribuisce alla compressione radicolare anche un frammento di disco residuo.
Il problema delle successive cicatrici, come Le ho detto in precedenza, sussiste, ma, se la clinica lo impone, l'intervento va fatto.
Vi sono, in via sperimentale, dei prodotti anticatriziali da apporre sulle strutture nervose durante l'intervento, che sembra stiano dando ottimi risultati.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, La saluto cordialmente
l'intervento per decomprimere una radice da tenaci aderenze non dovrebbe essere difficile per un neurochirurgo, semmai laborioso.
Nel Suo caso, stando a quanto descritto nel reperto RM, contribuisce alla compressione radicolare anche un frammento di disco residuo.
Il problema delle successive cicatrici, come Le ho detto in precedenza, sussiste, ma, se la clinica lo impone, l'intervento va fatto.
Vi sono, in via sperimentale, dei prodotti anticatriziali da apporre sulle strutture nervose durante l'intervento, che sembra stiano dando ottimi risultati.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, La saluto cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 34.9k visite dal 21/04/2009.
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