Lombalgia cronica post discectomia
Salve, ho 31 anni e mi ritrovo ancora una volta ad utilizzare questo strumento.
Dopo mesi di dolore atroce per un'ernia l4-l5 espulsa, (RM nell'ottobre 2018), nel febbraio del 2019 decido di sottopormi a microdiscectomia.
Inizialmente il dolore riguradava soltanto la gamba, senza lombalgia, con perdita di sensibilità diffusa e incapacità di sollevarmi in punta di piedi (piede dx).
La strategia conservativa (riposo, antiinfiammatori, integratori) mi ha fatto recuperare parzialmente la forza al piede e la sensibilità ma non ha migliorato il dolore alla gamba, al quale si è poi aggiunta la lombalgia.
Dopo l'intervento chirurgico non ho avuta nessun particolare miglioramento, contrariamente a quanto prospettato ho avuto un trend di miglioramento molto lento, forse sovrapponibile a quello antecedente l'operazione, senza però riuscire a riprendermi del tutto.
Dopo la microdiscectomia ho avuto una serie di problemi che non hanno mai trovato risposta.
Ho avuto certamente un ritardo nella cicatrizzazione della ferita chirurgica (risanatasi del tutto dopo 2 mesi e mezzo - non sono diabetico) e nel post operatorio i dolori non sono mai passati, anzi la lombalgia è progressivamente peggiorata.
Mi è stato detto di tutto, anche da diversi specialisti ma non ho mai ottenuto una risposta chiara ed un percorso terapeutico soddisfacente.
Nell'ordine mi hanno parlato di sindrome faccettale, di discite, di sovraccarico, di instabilità, di fibrosi e tanto altro.
Tutte ipotesi che risuanavano nella mia testa come condanne a vita, avanzate da alcuni e poi smentite da altri specialisti.
Ho intrapreso diversi percorsi terapeutici: farmaci, nuoto (> 1 anno), terapia posturale, massoterapia locale, fisioterapia.
Ad oggi è cambiato molto poco e temo soltanto di aver fatto un madornale errore ad operarmi, compromettendo la salute della mia schiena per tutta la vita e costretto a far continuamente ricorso alla chirurgia.
La sciatalgia ad un anno dall'intervento è migliorata ma non è mai scomparsa (dolore al gluteo spesso presente, iposensibilità al piede, senso di fasciatura al piede, continui crampi al polpaccio dx ma forza quasi del tutto recuperata).
La lombalgia invece non mi molla un attimo da quando è comparsa.
Il dolore si preesenta in forma lieve già dal mattino.
Durante la giornata peggiora.
se sto a lungo in piedi peggiora.
Se sto troppo seduto peggiora.
Quando mi alzo dalla posizione seduta sento un dolore fortissimo in zona lombare e sento come se dovessi spezzarmi.
Il dolore spesso non coinvolge soltanto i lombari ma anche i fianchi, raramente l'inguine e spesso il sacro.
Ho continui dolori alle gambe (dx e sx).
Vi scrivo nella più completa disperazione perchè non so come liberarmi di questo assillante problema, vorrei soltanto riappropriarmi della mia vita, della mia età.
Possibile che si tratti di altro?
Tutti continuano a curarmi per l'ernia e non miglioro, e se fosse un'altra la causa?
Possibile che l'intervendo abbia fatto più danno che bene?
Dopo mesi di dolore atroce per un'ernia l4-l5 espulsa, (RM nell'ottobre 2018), nel febbraio del 2019 decido di sottopormi a microdiscectomia.
Inizialmente il dolore riguradava soltanto la gamba, senza lombalgia, con perdita di sensibilità diffusa e incapacità di sollevarmi in punta di piedi (piede dx).
La strategia conservativa (riposo, antiinfiammatori, integratori) mi ha fatto recuperare parzialmente la forza al piede e la sensibilità ma non ha migliorato il dolore alla gamba, al quale si è poi aggiunta la lombalgia.
Dopo l'intervento chirurgico non ho avuta nessun particolare miglioramento, contrariamente a quanto prospettato ho avuto un trend di miglioramento molto lento, forse sovrapponibile a quello antecedente l'operazione, senza però riuscire a riprendermi del tutto.
Dopo la microdiscectomia ho avuto una serie di problemi che non hanno mai trovato risposta.
Ho avuto certamente un ritardo nella cicatrizzazione della ferita chirurgica (risanatasi del tutto dopo 2 mesi e mezzo - non sono diabetico) e nel post operatorio i dolori non sono mai passati, anzi la lombalgia è progressivamente peggiorata.
Mi è stato detto di tutto, anche da diversi specialisti ma non ho mai ottenuto una risposta chiara ed un percorso terapeutico soddisfacente.
Nell'ordine mi hanno parlato di sindrome faccettale, di discite, di sovraccarico, di instabilità, di fibrosi e tanto altro.
Tutte ipotesi che risuanavano nella mia testa come condanne a vita, avanzate da alcuni e poi smentite da altri specialisti.
Ho intrapreso diversi percorsi terapeutici: farmaci, nuoto (> 1 anno), terapia posturale, massoterapia locale, fisioterapia.
Ad oggi è cambiato molto poco e temo soltanto di aver fatto un madornale errore ad operarmi, compromettendo la salute della mia schiena per tutta la vita e costretto a far continuamente ricorso alla chirurgia.
La sciatalgia ad un anno dall'intervento è migliorata ma non è mai scomparsa (dolore al gluteo spesso presente, iposensibilità al piede, senso di fasciatura al piede, continui crampi al polpaccio dx ma forza quasi del tutto recuperata).
La lombalgia invece non mi molla un attimo da quando è comparsa.
Il dolore si preesenta in forma lieve già dal mattino.
Durante la giornata peggiora.
se sto a lungo in piedi peggiora.
Se sto troppo seduto peggiora.
Quando mi alzo dalla posizione seduta sento un dolore fortissimo in zona lombare e sento come se dovessi spezzarmi.
Il dolore spesso non coinvolge soltanto i lombari ma anche i fianchi, raramente l'inguine e spesso il sacro.
Ho continui dolori alle gambe (dx e sx).
Vi scrivo nella più completa disperazione perchè non so come liberarmi di questo assillante problema, vorrei soltanto riappropriarmi della mia vita, della mia età.
Possibile che si tratti di altro?
Tutti continuano a curarmi per l'ernia e non miglioro, e se fosse un'altra la causa?
Possibile che l'intervendo abbia fatto più danno che bene?
[#1]
Egregio signore buonasera, indubbiamente i suoi dubbi sono comprensibili ma purtroppo la chirurgia dell'ernia discale, particolarmente quella lombare, può presentare delle insidie che prescindono dall'operatore. Tutte le cose che le hanno prospettato sono possibili, ma non è detto che siano realii.
Il mio suggerimento è quello di fare una risonanza lombare senza e con mezzo di contrasto in modo da avere un quadro della situazione attuale. Ci tenga aggiornati
Il mio suggerimento è quello di fare una risonanza lombare senza e con mezzo di contrasto in modo da avere un quadro della situazione attuale. Ci tenga aggiornati
Dr. Ettore Sannino
[#2]
Utente
Gentilissimo Dottore Sannino, grazie per la risposta. Ho fatto diverse RM dopo l'intervento, l'ultima qualche mese fa. Il chirurgo ha escluso presenza di fibrosi cicatriziale. Dalle misurazioni fatte ha escluso spondilolistesi o altro. Mi ha consigliato di insistere col nuoto ed il rinforzo muscolare, consigliando di non sottopormianessun altro tipo di intervento alla schiena. Considerando la mia età (soltanto anagrafica mi verrebbe da dire) e la mia situazione mi ha sconsigliato caldamente di fare stabilizzazione. Tesi confermata da un secondo chirurgo.Un terzo neurochirurgo mi ha invece chiaramente detto che se non mi opero non guarirò mai. Mi ha proposto protesi discale e stabilizzazione. Tremo al solo pensiero. Come posso essermi ridotto così alla mia età???? Dalle RM fatte emerge comunque un piccolo residuo dell'ernia che tuttavia non entra in conflitto con strutture nervoso ed una forte infiammazione dei tessuti paravertebrali da L3 ad S3, anche a distanza di un anno dall'intervento. Si può guarire da tutto ciò? Potrò mai tornare a vivere senza dolore? Tutto ciò non è giusto, l'operazione doveva ridarmi la mia vita ed invece me l'ha compromessa persempre. Scusi lo sfogo e la ringrazio anticipatamente se avrà tempo e modo di rispondermi.
[#3]
Egregio signore, bentrovato. La valutazione di un intervento di stabilizzazione vertebrale deve essere molto attenta e deve tenere bene in conto i vantaggi e gli svantaggi che può determinare. Perché mi parla di spondilolistesi? Se ha una sindrome delle faccette articolari, potrebbe provare a fare una termoablazione delle stese, è una metodica relativamente semplice, poco invasiva, richiede poche ore di ospedalizzazione, è ripetibile e, sebbene quasi mai risolutiva, potrebbe darle dei periodi di sollievo. Ho pazienti che la praticano ogni quattro/sei mesi con discreti effetti antalgici.
Prima di arrivare ad una stabilizzazione un buon approccio alla terapia del dolore lombare cronico è assolutamente da seguire. La sua età è un ulteriore buon criterio di esclusione, almeno per ora, per l'intervento di stabilizzazione.
Prima di arrivare ad una stabilizzazione un buon approccio alla terapia del dolore lombare cronico è assolutamente da seguire. La sua età è un ulteriore buon criterio di esclusione, almeno per ora, per l'intervento di stabilizzazione.
[#4]
Utente
Salve dottore,
Mi sono state fatte tante diagnosi, nessuna soluzione proposta ha però mai funzionato. Ho tanta rabbia per essermi ridotto così, maledico l'intervento ogni santo giorno. Non ci si può ridurre così alla mia età. Non è giusto essere costretti a vivere cosi e confidare in terapie palliative più o meno utili. Mi riferisce di una terapia antalgica con discreti benefici, questo è il massimo che posso ottenere? Questo è tutto quello che mi resta da fare per evitare un ulteriore intervento dopo che il primo mi ha irrimediabilmente rovinato la vita? Mi sono operato per tornare quanto prima alla mia vita ed invece mi trovo bloccato in questo incubo senza possibilità alcuna, con l'unica speranza di vivere qualche giorno senza dolore e abbandonare la vita da giovane adulto, quale sono, che mi era stata promessa. Troppi errori, troppe false speranze, troppa fretta di operare.
Mi sono state fatte tante diagnosi, nessuna soluzione proposta ha però mai funzionato. Ho tanta rabbia per essermi ridotto così, maledico l'intervento ogni santo giorno. Non ci si può ridurre così alla mia età. Non è giusto essere costretti a vivere cosi e confidare in terapie palliative più o meno utili. Mi riferisce di una terapia antalgica con discreti benefici, questo è il massimo che posso ottenere? Questo è tutto quello che mi resta da fare per evitare un ulteriore intervento dopo che il primo mi ha irrimediabilmente rovinato la vita? Mi sono operato per tornare quanto prima alla mia vita ed invece mi trovo bloccato in questo incubo senza possibilità alcuna, con l'unica speranza di vivere qualche giorno senza dolore e abbandonare la vita da giovane adulto, quale sono, che mi era stata promessa. Troppi errori, troppe false speranze, troppa fretta di operare.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.4k visite dal 07/07/2020.
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