Disco intersomatico l5-s1 ridotto di spessore
Buongiorno, chiedo un parere sulla mia ultima RM spinale lombosacrale;
ho 43 anni ed è molto tempo che soffro di mal di schiena, (prima i dolori si manifestavano soltanto al mattino) adesso negli ultimi due anni ho avuto un peggioramento progressivo della mia condizione (dolori alla schiena per fortuna non forti ma persistenti durante la giornata e fastidio alle anche e psoas).
Ho già eseguito una Discolisi per trattare l'ernia, alcune infiltrazioni di ozono ed altri trattamenti di fisioterapia senza successo, quindi mi hanno prospettato l'intervento di artrodesi lombare L5-S1.
La mia domanda è questa: L'unica soluzione é per forza l'intervento chirurgico con tutte le problematiche del caso o esistono eventuali trattamenti / interventi mininvasini per rigenerare il disco?
Che strada devo intraprendere per migliorare la mia condizione?
" Note di spondilosi e di artrosi interapofisaria distale.
Il disco intersomatico L5-S1 è ridotto di spessore, mostra segnale inomogeneamente ipointenso in T2 per fenomeni di disidratazione-degenerazione e presenta bulging posteriore associato ad ernia mediana-paramediana sinistra estrusa e lievemente discesa caudalmente lungo il muro posteriore di S1 che impegna lo spazio subaracnoideo anteriore ed in parte il recesso laterale sinistro con condizione di potenziale conflitto con la radice sinistra di S1 e con impronta sul sacco durale.
In L5-S1 il bulging posteriore mostra altresì salienza dei profili postero-laterali con condizione di potenziale conflitto con le radici di L5 d'ambo i lati.
Sulle limitanti somatiche prospicienti di L5 e S1 si apprezza lieve irregolarità marginale e lieve modificazione di segnale in relazione a fenomeni di alterazione degenerativa come da Modic di tipo 2.
Il disco intersomatico L4-L5 mostra bulging posteriore con salienza mediana con impronta sul profilo anteriore del sacco durale e con salienza del profilo postero-laterale sinistro con condizione di potenziale conflitto con la radice sinistra di L4.
Il disco intersomatico L3-L4 mostra lieve bulging posteriore con lieve impronta sul profilo anteriore del sacco durale senza evidenti segni di conflitto disco-radicolare.
Non si apprezzano significative alterazioni del profilo posteriore dei dischi intersomatici D12-L1, L1-L2 e L2-L3.
Il canale spinale mostra ampiezza nella norma, sono apprezzabili note artrosiche intervertebrali posteriori.
Regolare appare l'intensità di segnale della porzione visualizzabile del cono midollare e delle radici della cauda equina.
Non cedimenti-crolli somatici dei corpi vertebrali lombari che mostrano regolare altezza e muro posteriore normoallineato.
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ho 43 anni ed è molto tempo che soffro di mal di schiena, (prima i dolori si manifestavano soltanto al mattino) adesso negli ultimi due anni ho avuto un peggioramento progressivo della mia condizione (dolori alla schiena per fortuna non forti ma persistenti durante la giornata e fastidio alle anche e psoas).
Ho già eseguito una Discolisi per trattare l'ernia, alcune infiltrazioni di ozono ed altri trattamenti di fisioterapia senza successo, quindi mi hanno prospettato l'intervento di artrodesi lombare L5-S1.
La mia domanda è questa: L'unica soluzione é per forza l'intervento chirurgico con tutte le problematiche del caso o esistono eventuali trattamenti / interventi mininvasini per rigenerare il disco?
Che strada devo intraprendere per migliorare la mia condizione?
" Note di spondilosi e di artrosi interapofisaria distale.
Il disco intersomatico L5-S1 è ridotto di spessore, mostra segnale inomogeneamente ipointenso in T2 per fenomeni di disidratazione-degenerazione e presenta bulging posteriore associato ad ernia mediana-paramediana sinistra estrusa e lievemente discesa caudalmente lungo il muro posteriore di S1 che impegna lo spazio subaracnoideo anteriore ed in parte il recesso laterale sinistro con condizione di potenziale conflitto con la radice sinistra di S1 e con impronta sul sacco durale.
In L5-S1 il bulging posteriore mostra altresì salienza dei profili postero-laterali con condizione di potenziale conflitto con le radici di L5 d'ambo i lati.
Sulle limitanti somatiche prospicienti di L5 e S1 si apprezza lieve irregolarità marginale e lieve modificazione di segnale in relazione a fenomeni di alterazione degenerativa come da Modic di tipo 2.
Il disco intersomatico L4-L5 mostra bulging posteriore con salienza mediana con impronta sul profilo anteriore del sacco durale e con salienza del profilo postero-laterale sinistro con condizione di potenziale conflitto con la radice sinistra di L4.
Il disco intersomatico L3-L4 mostra lieve bulging posteriore con lieve impronta sul profilo anteriore del sacco durale senza evidenti segni di conflitto disco-radicolare.
Non si apprezzano significative alterazioni del profilo posteriore dei dischi intersomatici D12-L1, L1-L2 e L2-L3.
Il canale spinale mostra ampiezza nella norma, sono apprezzabili note artrosiche intervertebrali posteriori.
Regolare appare l'intensità di segnale della porzione visualizzabile del cono midollare e delle radici della cauda equina.
Non cedimenti-crolli somatici dei corpi vertebrali lombari che mostrano regolare altezza e muro posteriore normoallineato.
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[#1]
A L5-S1 c'è ancora del materiale erniato, per cui è da ritenere che questo vada rimosso.
Concordo con Lei, circa la perplessità a sottoporsi ad un trattamento chirurgico con utilizzo di strumentazione metallica. I disturbi soggettivi ed oggettivi nel post-intervento possono essere rilevanti e fastidiosi.
Percorrerei in primis la via mininvasiva, non per rigenerare il disco ( procedimento, a tutt'oggi, ancora in fase di non affidabilità ), ma per decomprimere la radice nervosa ed eseguire l'artrodesi intersomatica con esclusivo (esclusivamente) materiale riassorbibile. Se del caso, nell'eventuale abbondante ablazione di materiale discale degenerato, si potrà procedere anche ad osteosintesi, sempre utilizzando esclusivamente il medesimo materiale riassorbibile).
Cordialmente.
Concordo con Lei, circa la perplessità a sottoporsi ad un trattamento chirurgico con utilizzo di strumentazione metallica. I disturbi soggettivi ed oggettivi nel post-intervento possono essere rilevanti e fastidiosi.
Percorrerei in primis la via mininvasiva, non per rigenerare il disco ( procedimento, a tutt'oggi, ancora in fase di non affidabilità ), ma per decomprimere la radice nervosa ed eseguire l'artrodesi intersomatica con esclusivo (esclusivamente) materiale riassorbibile. Se del caso, nell'eventuale abbondante ablazione di materiale discale degenerato, si potrà procedere anche ad osteosintesi, sempre utilizzando esclusivamente il medesimo materiale riassorbibile).
Cordialmente.
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
[#2]
Utente
Buongiorno gentile Dr. Della Corte,
la ringrazio infinitamente della sua cortese risposta.
Non vorrei abusare della sua disponibilità, ma ho alcune cose che non riesco a capire :
- cosa s'intende per "materiali riassorbibili"... dato che il fisiatra e dopo il neurochirurgo non ne hanno minimamente accennato o forse ne ignorano l'esistenza.
- per "osteosintesi" s'intende... inserimento delle viti all'interno delle vertebre attraverso incisioni cutanee di 2 cm; attraverso altre due piccole incisioni cutanee di 1 cm si inseriscono poi all'interno delle viti due barre di collegamento, così da formare una osteosintesi del tutto simile a quella praticata normalmente a cielo aperto, cioè attraverso una lunga incisione cutanea mediana posteriore.
- artrodesi e osteosintesi non sono tecniche somiglianti ?
Grazie di cuore, buon lavoro.
la ringrazio infinitamente della sua cortese risposta.
Non vorrei abusare della sua disponibilità, ma ho alcune cose che non riesco a capire :
- cosa s'intende per "materiali riassorbibili"... dato che il fisiatra e dopo il neurochirurgo non ne hanno minimamente accennato o forse ne ignorano l'esistenza.
- per "osteosintesi" s'intende... inserimento delle viti all'interno delle vertebre attraverso incisioni cutanee di 2 cm; attraverso altre due piccole incisioni cutanee di 1 cm si inseriscono poi all'interno delle viti due barre di collegamento, così da formare una osteosintesi del tutto simile a quella praticata normalmente a cielo aperto, cioè attraverso una lunga incisione cutanea mediana posteriore.
- artrodesi e osteosintesi non sono tecniche somiglianti ?
Grazie di cuore, buon lavoro.
[#3]
Quella che Lei descrive (viti, barre...) è una tecnica che definirei estrema.
Se si usa una tecnica mininvasiva, quindi se non si coinvolgono nell'intervento le strutture portanti della colonna (indebolendole), di norma non è assolutamente necessario ricorrere alla strumentazione di cui Lei ha parlato (quindi, niente effetti collaterali post-intervento legati alla persistenza della protesi metallica lasciata permanentemente in loco).
Sì, sono procedure chirurgiche simili e diciamo che la seconda varia (dalla prima) per una maggiore "estensione" (con l'osteosintesi) dell'attività chirurgica finalizzata alla stabilità della colonna.
Cordialità.
Se si usa una tecnica mininvasiva, quindi se non si coinvolgono nell'intervento le strutture portanti della colonna (indebolendole), di norma non è assolutamente necessario ricorrere alla strumentazione di cui Lei ha parlato (quindi, niente effetti collaterali post-intervento legati alla persistenza della protesi metallica lasciata permanentemente in loco).
Sì, sono procedure chirurgiche simili e diciamo che la seconda varia (dalla prima) per una maggiore "estensione" (con l'osteosintesi) dell'attività chirurgica finalizzata alla stabilità della colonna.
Cordialità.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 9.2k visite dal 29/06/2020.
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