Ernia voluminosa l5 s1 cosa fare?
Salve a tutti, ho 31 anni, e da 5 anni soffro di mal di schiena lombare che ho sempre tenuto a bada con palestra.
2anni fa però ho interrotto la palestra e facendo anche lavori pesanti il dolore è divenuto giornaliero.
Nel settembre 2018 faccio RM e scopro di avere una protusione L5 S1, mi viene detto di fare stretching e attività fisica ma il mal di schiena persiste.
A gennaio 2019 ho il primo blocco alla schiena, e dopo un po di Fisio sto meglio.
A gennaio 2020 a parte il solito mal di schiena dopo un po di stretching sento un fastidio dietro la coscia sinistra.
Continuo a fare stretching ma il dolore aumenta e sento anche un dolore al gluteo quando alzo la gamba.
Dopo uno starnuto ho un altro blocco alla schiena che mi passa dopo una voltaren.
Vado da un fisiatra che dopo una visita attenta, non avevo ne mancanza di forza alla gamba né deambulavo, mi prescrive un ciclo di voltaren, tricorin, cerotti capidol, integratori Tiocetile e terapia tecar.
Il giorno prima di iniziare la terapia (08.02) visto che non presentavo molto dolore, ho affrontato 8 ore di guida in cui quasi svenivo dal dolore.
La notte e la mattina dopo il dolore alla sciatica era molto intenso ma dopo un po che camminavo mi diminuiva.
Ho così iniziato la cura e la terapia che dura per 3 settimane, passando il tempo avevo dolore solo la mattina appena sceso dal letto, ma dopo che mi muovevo mi diminuiva.
Il 10.03 prendo il referto della RM quanto segue:
-Spondilo-discoartrosi elettiva L5-S1 con presenza di una voluminosa ernia laterale sinistra con
componente sia estrusa che espulsa che comprime il sacco durale e la radice neurale di S1 omolaterale.
Il canale spinale è ampio; non compressioni patologiche sull'astuccio durale.
In sede il cono midollare, esente da lesioni intrinseche del segnale.
11.03 Vado da un Neurochirurgo che solo vedendo la Rm mi dice di tenermi pronto ad un intervento perché molto probabilmente i dolori sarebbero ritornati e di stare attento ai sintomi della cauda equina.
Visto il periodo di quarantena non potevo fare altro che stare a casa a riposo, come cura mi ha dato Soldesam 4 mg per sei giorni, e dopo 10 gg di pausa, Exinef 90 per 7gg
In tutto questo periodo ho manifestato SOLO mal di schiena lombare, fastidi lievi dietro la coscia e dolore al polpaccio specialmente la mattina appena alzato.
Il Neurochirurgo ora mi ha detto che se continuo così magari, essendo giovane, l'ernia possa disidratarsi e riassorbirsi, se non lo ha già fatto, evitando così l'operazione.
Mi ha così prescritto Exinef 60mg per 7 giorni e Tío Bec Dol per due mesi o più.
Mi ha tranquillizzato molto.
Secondo voi l 'operazione è consigliata a priori visto l' ernia voluminosa?
O visto che adesso il dolore è localizzato solo nel polpaccio vuol dire che mi si sta sfiammando la sciatica ed è in via di guarigione?
Grazie a tutti coloro che risponderanno
2anni fa però ho interrotto la palestra e facendo anche lavori pesanti il dolore è divenuto giornaliero.
Nel settembre 2018 faccio RM e scopro di avere una protusione L5 S1, mi viene detto di fare stretching e attività fisica ma il mal di schiena persiste.
A gennaio 2019 ho il primo blocco alla schiena, e dopo un po di Fisio sto meglio.
A gennaio 2020 a parte il solito mal di schiena dopo un po di stretching sento un fastidio dietro la coscia sinistra.
Continuo a fare stretching ma il dolore aumenta e sento anche un dolore al gluteo quando alzo la gamba.
Dopo uno starnuto ho un altro blocco alla schiena che mi passa dopo una voltaren.
Vado da un fisiatra che dopo una visita attenta, non avevo ne mancanza di forza alla gamba né deambulavo, mi prescrive un ciclo di voltaren, tricorin, cerotti capidol, integratori Tiocetile e terapia tecar.
Il giorno prima di iniziare la terapia (08.02) visto che non presentavo molto dolore, ho affrontato 8 ore di guida in cui quasi svenivo dal dolore.
La notte e la mattina dopo il dolore alla sciatica era molto intenso ma dopo un po che camminavo mi diminuiva.
Ho così iniziato la cura e la terapia che dura per 3 settimane, passando il tempo avevo dolore solo la mattina appena sceso dal letto, ma dopo che mi muovevo mi diminuiva.
Il 10.03 prendo il referto della RM quanto segue:
-Spondilo-discoartrosi elettiva L5-S1 con presenza di una voluminosa ernia laterale sinistra con
componente sia estrusa che espulsa che comprime il sacco durale e la radice neurale di S1 omolaterale.
Il canale spinale è ampio; non compressioni patologiche sull'astuccio durale.
In sede il cono midollare, esente da lesioni intrinseche del segnale.
11.03 Vado da un Neurochirurgo che solo vedendo la Rm mi dice di tenermi pronto ad un intervento perché molto probabilmente i dolori sarebbero ritornati e di stare attento ai sintomi della cauda equina.
Visto il periodo di quarantena non potevo fare altro che stare a casa a riposo, come cura mi ha dato Soldesam 4 mg per sei giorni, e dopo 10 gg di pausa, Exinef 90 per 7gg
In tutto questo periodo ho manifestato SOLO mal di schiena lombare, fastidi lievi dietro la coscia e dolore al polpaccio specialmente la mattina appena alzato.
Il Neurochirurgo ora mi ha detto che se continuo così magari, essendo giovane, l'ernia possa disidratarsi e riassorbirsi, se non lo ha già fatto, evitando così l'operazione.
Mi ha così prescritto Exinef 60mg per 7 giorni e Tío Bec Dol per due mesi o più.
Mi ha tranquillizzato molto.
Secondo voi l 'operazione è consigliata a priori visto l' ernia voluminosa?
O visto che adesso il dolore è localizzato solo nel polpaccio vuol dire che mi si sta sfiammando la sciatica ed è in via di guarigione?
Grazie a tutti coloro che risponderanno
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Il comportamento del Collega Neurochirurgo mi sembra sostanzialmente razionale.
Non credo che l'ernia si sia già "asciugata". La disidratazione richiede di norma un periodo molto più lungo e, comunque, varia da individuo ad individuo.
D'altra parte, se l'ernia è sufficientemente voluminosa, il rischio della cosiddetta "cauda equina" non è solo teorico.
In assenza di disturbi, è una questione di scelta.
Se si sceglie la via attendistica, bisogna stare molto attenti a condurre una vita non "esagerata" preservando la schiena da possibili sforzi e/o traumi che possano alterare un equilibrio instabile fra radici nervose ed ernia.
Cordialità.
Non credo che l'ernia si sia già "asciugata". La disidratazione richiede di norma un periodo molto più lungo e, comunque, varia da individuo ad individuo.
D'altra parte, se l'ernia è sufficientemente voluminosa, il rischio della cosiddetta "cauda equina" non è solo teorico.
In assenza di disturbi, è una questione di scelta.
Se si sceglie la via attendistica, bisogna stare molto attenti a condurre una vita non "esagerata" preservando la schiena da possibili sforzi e/o traumi che possano alterare un equilibrio instabile fra radici nervose ed ernia.
Cordialità.
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 6.1k visite dal 06/05/2020.
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