Cervicobrachialgia
15.01.
2020 20:39:01
Salve, ho 47 anni e conduco una vita sedentaria.
Negli ultimi anni ho avuto episodi di cervicobrachialgia sx con attacchi di cefalea.
A maggio 2019 ho eseguito RMN Cervicale che riporta segni di degenerazione cervico spondilosica con sclerosi corticale.
Disidrosi di alcuni dischi intersomatici (a C3 C4 e da C5 a C7) e concomitanti protusioni endocanalari che a diversi livelli impegnano la banda sub aracnoidea e le rispettive tasche radicolari senza determinare effetti compressivi sul midollo.
A seguito di attacco acuto di cervicobrachialgia, a fine nov.
2019, lamento forte torcicollo, dolori al braccio sx impossibilità di dormire nel letto in qualsiasi posizione.
Visitato dal neurochirurgo seguo la seguente terapia:
Soldesan fiale 4 ml (2 fl die per 3 giorni) e poi 1 fiala al giorno per altri 4 giorni;
Orudis retard 200 mg, una cp die per una settimana;
Sirdalud compresse 2 mg (1 cp die per 2 settimane).
I sintomi diminuiscono molto i primi 3 giorni di terapia, il torcicollo scompare ma il dolore al braccio sx permane.
Dopo 2 giorni dal termine della terapia cortisonica, il dolore al braccio è molto forte.
Vengo visitato da un ortopedico (quasi in emergenza) che mi prescrive:
Deflan compresse 30 mg (2 cp die per 10 gg poi 1 cp.
die per altri 7 gg)
Kardinal cp (2 cp die per 30 giorni)
Expose 100 mg (3 cp die per 20 giorni)
Palexia 50 mg (1 cp ogni 12 ore per 30 giorni)
Eseguo in data 06/12/2019 nuova RMN che riporta:
Appiattimento con accenno ad inversione della lordosi fisiologica.
Conservata ampiezza del canale vertebrale osseo.
Spondilosi con osteofitosi margino somatica.
Ridotto tono idrico dei dischi intersomatici del tratto C2-C7.
C3-C4, piccola ernia posteriore intraforaminale sinistra con reazione osteofitica consensuale.
C4-C5 piccola protusione focale mediana posteriore del disco intersomatico.
C5-C6 ernia posteriore del disco intersomatico paramediana laterale sinistra con impronta sulla doccia liquorale perimidollare anteriore ed impegno della porzione caudale del forame di coniugazione omolaterale.
A livello C6-C7, ampia protusione circonferenziale posteriore del disco intersomatico con impronta sulla doccia liquorale eprimidollare anteriore ed impegno della porzione caudale dei forami di coniugazione.
Non apprezzabilità di alterazioni di segnale a livello del midollo spinale.
Al momento dopo 40 gg di terapia cortisonica (chiaramente scalata durante la terapia) lamento dolori allo splenio del collo, al deltoide, al tricipite e formicolio e parziale insensibilità al solo dito pollice sx.
I dolori sono accentuati la notte.
La fisioterapia (e/o osteopatia) potrebbe determinare un minimo allargamento dello spazio intervertebrale diminuendo la compressione sul nervo?
Potrebbe essere altro oltre alle ernie (patologie del braccio e della spalla)?
Devo eseguire altri accertamenti al braccio e alla spalla?
L'intervento resta l'unica soluzione?
Grazie mille
2020 20:39:01
Salve, ho 47 anni e conduco una vita sedentaria.
Negli ultimi anni ho avuto episodi di cervicobrachialgia sx con attacchi di cefalea.
A maggio 2019 ho eseguito RMN Cervicale che riporta segni di degenerazione cervico spondilosica con sclerosi corticale.
Disidrosi di alcuni dischi intersomatici (a C3 C4 e da C5 a C7) e concomitanti protusioni endocanalari che a diversi livelli impegnano la banda sub aracnoidea e le rispettive tasche radicolari senza determinare effetti compressivi sul midollo.
A seguito di attacco acuto di cervicobrachialgia, a fine nov.
2019, lamento forte torcicollo, dolori al braccio sx impossibilità di dormire nel letto in qualsiasi posizione.
Visitato dal neurochirurgo seguo la seguente terapia:
Soldesan fiale 4 ml (2 fl die per 3 giorni) e poi 1 fiala al giorno per altri 4 giorni;
Orudis retard 200 mg, una cp die per una settimana;
Sirdalud compresse 2 mg (1 cp die per 2 settimane).
I sintomi diminuiscono molto i primi 3 giorni di terapia, il torcicollo scompare ma il dolore al braccio sx permane.
Dopo 2 giorni dal termine della terapia cortisonica, il dolore al braccio è molto forte.
Vengo visitato da un ortopedico (quasi in emergenza) che mi prescrive:
Deflan compresse 30 mg (2 cp die per 10 gg poi 1 cp.
die per altri 7 gg)
Kardinal cp (2 cp die per 30 giorni)
Expose 100 mg (3 cp die per 20 giorni)
Palexia 50 mg (1 cp ogni 12 ore per 30 giorni)
Eseguo in data 06/12/2019 nuova RMN che riporta:
Appiattimento con accenno ad inversione della lordosi fisiologica.
Conservata ampiezza del canale vertebrale osseo.
Spondilosi con osteofitosi margino somatica.
Ridotto tono idrico dei dischi intersomatici del tratto C2-C7.
C3-C4, piccola ernia posteriore intraforaminale sinistra con reazione osteofitica consensuale.
C4-C5 piccola protusione focale mediana posteriore del disco intersomatico.
C5-C6 ernia posteriore del disco intersomatico paramediana laterale sinistra con impronta sulla doccia liquorale perimidollare anteriore ed impegno della porzione caudale del forame di coniugazione omolaterale.
A livello C6-C7, ampia protusione circonferenziale posteriore del disco intersomatico con impronta sulla doccia liquorale eprimidollare anteriore ed impegno della porzione caudale dei forami di coniugazione.
Non apprezzabilità di alterazioni di segnale a livello del midollo spinale.
Al momento dopo 40 gg di terapia cortisonica (chiaramente scalata durante la terapia) lamento dolori allo splenio del collo, al deltoide, al tricipite e formicolio e parziale insensibilità al solo dito pollice sx.
I dolori sono accentuati la notte.
La fisioterapia (e/o osteopatia) potrebbe determinare un minimo allargamento dello spazio intervertebrale diminuendo la compressione sul nervo?
Potrebbe essere altro oltre alle ernie (patologie del braccio e della spalla)?
Devo eseguire altri accertamenti al braccio e alla spalla?
L'intervento resta l'unica soluzione?
Grazie mille
[#1]
Egregio Paziente,
dal suo resoconto anamnestico appare alquanto evidente che la sua cervico-brachialgia sia riportabile ad una condizione di conflitto disco-radicolare che dovrebbe essere ulteriormente valutata nel suo aspetto diagnostico. Le suggerisco di eseguire un esame elettromiografico all'arto superiore sinistro, che metterà in evidenza il reale grado di compromissione della radice spinale coinvolta. Non è detto che l'intervento di asportazione del disco erniato sia l'unica prospettiva, ma è impossibile che la fisioterapia -pur di grande utilità- possa apportare modifiche anatomiche a carico del forame di coniugazione.
Cordialmente
dal suo resoconto anamnestico appare alquanto evidente che la sua cervico-brachialgia sia riportabile ad una condizione di conflitto disco-radicolare che dovrebbe essere ulteriormente valutata nel suo aspetto diagnostico. Le suggerisco di eseguire un esame elettromiografico all'arto superiore sinistro, che metterà in evidenza il reale grado di compromissione della radice spinale coinvolta. Non è detto che l'intervento di asportazione del disco erniato sia l'unica prospettiva, ma è impossibile che la fisioterapia -pur di grande utilità- possa apportare modifiche anatomiche a carico del forame di coniugazione.
Cordialmente
Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it
[#2]
Utente
Buona sera Dottore, innanzitutto volevo ringraziarla per i sui consigli e chiarimenti. Eseguiro' quanto prima l'Emg. Nel frattempo a causa di un forte aumento pressorio causato dalla terapia cortisonica, mi sono sottoposto a visita cardiologica e ho interrotto tutte le terapie (cortisone, fans e antidolorifici). Purtroppo, pur non avvertendo contratture muscolari, ho un forte dolore radicolare che si accentua di notte, quando guido e quando inclino il capo all'indietro. Potrei fare qualcosa per alleviarlo? Non essendoci compromissione midollare, oltre al dolore, ci sono altri rischi dovuti allo schiacciamento delle radici nervose?
Quali potrebbero essere le prospettive terapeutiche ? Grazie infinite
Quali potrebbero essere le prospettive terapeutiche ? Grazie infinite
[#3]
Innanzitutto la ringrazio per la lusinghiera valutazione che ha espresso. Un giudizio più attendibile sul rischio legato al conflitto disco-radicolare, che presumibilmente è in atto, e sulle prospettive terapeutiche alternative potrebbe essere modulato dopo aver eseguito l'esame che le ho suggerito. Lei, comunque, comprende bene che il criterio che guida ogni decisione scaturisce sempre e solo dalla valutazione clinica diretta.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 7.6k visite dal 28/01/2020.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.