Risonanza magnetica spondilolistesi
Salve, ho 23 anni e ho cominciato a soffrire di mal di schiena all'età di 8 anni dal momento in cui, per gioco, una mia amica saltò con le ginocchia sulla mia schiena; nonostante io abbia specificato ciò al Medico che mi ha visitata, egli sostiene che come nella maggior parte dei casi, "probabilmente" si tratta di origine congenita.
Nel corso degli anni ho fatto lastre, in cui si evidenzia un progressivo peggioramento dell'anterolistesi di L5 su S1, con riduzione dell'ampiezza dello spazio intersomatico (nelle ultime, risalenti a sette mesi fa, la vertebra era per circa il 50% spostata).
L'unica terapia consigliata è stata ginnastica dolce (che faccio da allora dall'osteopata) ed antidolorifici all'evenienza.
Due mesi fa ho effettuato anche lastre morfodinamiche in cui si evidenzia peggioramento sia in estensione sia in flessione.
In termini di dolore, negli anni, esso si è manifestato saltuariamente ed in seguito a sforzi, invece da 8 mesi a questa parte è diventato costante e parecchio debilitante, impedendomi di sollevare pesi, fare sforzi, camminare a lungo, guidare, e tante altre piccole cose del quotidiano.
Il dolore acuto e fisso lo percepisco proprio dove è localizzato il problema, ma si irradia coinvolgendo il nervo sciatico fino ad altezza ginocchio (provocando fastidio e debolezza delle gambe).
Sto facendo attività fisica specifica presso l'osteopata settimanalmente, ma non sento di trarne alcun beneficio, il dolore continua a esser forte e costante.
Qui di seguito riporto l'esito della risonanza magnetica effettuata il mese scorso: "Anterolistesi di L5 su S1, di primo grado, con verosimile lisi istmica bilaterale.
Alterazione di segnale a banda delle limitanti somatiche contrapposte tipo modic 1, con componente edematosa, in sede L5-S1.
Il disco intersomatico interposto è diffusamente disidratato, in parte ridotto in altezza.
Inoltre dimostra pseudo bulging posteriore ad ampio raggio, con maggior componente in sede para-intraforaminale sinistra ove raggiunge la radice emergente.
Possibile conflitto disco-radicolare.
Nei limiti l'ampiezza del canale vertebrale.
Non alterazioni di segnale della corda midollare delle radici della cauda.
". In attesa della prossima visita neurochirugica, mi piacerebbe ricevere anche una Vostra gentile opinione in merito alla mia situazione, in quanto il dolore continua ad aumentare ed i movimenti diventano sempre più difficoltosi.
Mi chiedo se davvero ginnastica e antidolorifici a oltranza siano la terapia giusta...
Nel corso degli anni ho fatto lastre, in cui si evidenzia un progressivo peggioramento dell'anterolistesi di L5 su S1, con riduzione dell'ampiezza dello spazio intersomatico (nelle ultime, risalenti a sette mesi fa, la vertebra era per circa il 50% spostata).
L'unica terapia consigliata è stata ginnastica dolce (che faccio da allora dall'osteopata) ed antidolorifici all'evenienza.
Due mesi fa ho effettuato anche lastre morfodinamiche in cui si evidenzia peggioramento sia in estensione sia in flessione.
In termini di dolore, negli anni, esso si è manifestato saltuariamente ed in seguito a sforzi, invece da 8 mesi a questa parte è diventato costante e parecchio debilitante, impedendomi di sollevare pesi, fare sforzi, camminare a lungo, guidare, e tante altre piccole cose del quotidiano.
Il dolore acuto e fisso lo percepisco proprio dove è localizzato il problema, ma si irradia coinvolgendo il nervo sciatico fino ad altezza ginocchio (provocando fastidio e debolezza delle gambe).
Sto facendo attività fisica specifica presso l'osteopata settimanalmente, ma non sento di trarne alcun beneficio, il dolore continua a esser forte e costante.
Qui di seguito riporto l'esito della risonanza magnetica effettuata il mese scorso: "Anterolistesi di L5 su S1, di primo grado, con verosimile lisi istmica bilaterale.
Alterazione di segnale a banda delle limitanti somatiche contrapposte tipo modic 1, con componente edematosa, in sede L5-S1.
Il disco intersomatico interposto è diffusamente disidratato, in parte ridotto in altezza.
Inoltre dimostra pseudo bulging posteriore ad ampio raggio, con maggior componente in sede para-intraforaminale sinistra ove raggiunge la radice emergente.
Possibile conflitto disco-radicolare.
Nei limiti l'ampiezza del canale vertebrale.
Non alterazioni di segnale della corda midollare delle radici della cauda.
". In attesa della prossima visita neurochirugica, mi piacerebbe ricevere anche una Vostra gentile opinione in merito alla mia situazione, in quanto il dolore continua ad aumentare ed i movimenti diventano sempre più difficoltosi.
Mi chiedo se davvero ginnastica e antidolorifici a oltranza siano la terapia giusta...
[#1]
Gentile utente,
in linea di massima, in considerazione anche della sua giovane età, direi che è stato corretto affrontare la patologia con un approccio di tipo conservativo. Tuttavia se le radiografie in dinamica mostrano segni di instabilità vertebrale e se la sintomatologia dolorosa è in peggioramento e non risponde alle terapie conservative va presa in considerazione la soluzione chirurgica, ovviamente dopo la visione delle immagini ed un attento esame clinico.
Rimango disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti e La saluto cordialmente
in linea di massima, in considerazione anche della sua giovane età, direi che è stato corretto affrontare la patologia con un approccio di tipo conservativo. Tuttavia se le radiografie in dinamica mostrano segni di instabilità vertebrale e se la sintomatologia dolorosa è in peggioramento e non risponde alle terapie conservative va presa in considerazione la soluzione chirurgica, ovviamente dopo la visione delle immagini ed un attento esame clinico.
Rimango disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti e La saluto cordialmente
dr. Pietro Brignardello
pietrobrignardello@gmail.com
www.pietrobrignardello.it
www.pietrobrignardello.it
[#2]
Buonasera,
si, in caso di decisione per una terapia chirurgica l’intervento da eseguire è quello di artrodesi strumentata della spondilolistesi eventualmente associato ad una decompressione allo stesso livello. In certi casi può anche essere presa in considerazione la tecnica percutanea miniinvasiva senza decompressione ma va valutata in base ai sintomi lamentati e all’esame clinico.
si, in caso di decisione per una terapia chirurgica l’intervento da eseguire è quello di artrodesi strumentata della spondilolistesi eventualmente associato ad una decompressione allo stesso livello. In certi casi può anche essere presa in considerazione la tecnica percutanea miniinvasiva senza decompressione ma va valutata in base ai sintomi lamentati e all’esame clinico.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.6k visite dal 16/01/2020.
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