Ernia discale e lombosciatalgia
Buongiorno carissimi medici,
accusando da dicembre 2018 un dolore sempre più ingravescente tra la parte bassa della schiena(inizialmente unica parte dolente ma con entità del dolore sopportabile), il gluteo sinistro e giù fino al polpaccio, dopo il fallimento di terapia con blandi antinfiammatori e voltaren e muscoril, ho effettuato visita neurochirurgica in cui, oltre alla prescrizione di una rmn lombosacrale per valutare l'entità della probabile ernia ipotizzata dal medico specialista in sede di visita, mi è stata data la seguente terapia: soldesam una fiala da 4mg per 7gg; Targin 5mg una compressa mattina e sera per 6 gg;normast 600 mg mattina e sera per un mese...allo stato odierno(finita terapia con soldesam e targin, ancora in atto terapia con normast) il dolore persiste ed è forte,dilaniante quasi.
Ho appena avuto il referto della risonanza che è il seguente:" Indagine eseguita con sequenze FSE,T1,T2 e STIR. Il cono midollare è in sede(L1) con segnale normale. Emisacralizzazione sinistra di L5. Grossolana ernia mediana-paramediana sinistra del disco L4L5, ridotto in altezza; l'ernia deforma il sacco e comprime la radice all'origine. Nei limiti gli altri dischi intersomatici. Il disco L5S1 è sottile."
Considerando che la sintomatologia non accenni a regredire e il referto della risonanza che cosa mi consigliereste di fare? aspettare altro tempo, perchè il quadro si attenua col tempo, provare altre terapie farmacologiche e non(si accettano tutti i generi di consigli)o andare ad intervento chirurgico di dischetomia? Ovviamente aspetto di andare al controllo dal neurochirurgo che mi ha dato la terapia e prescritto la risonanza per stabilire il da farsi e, se è vero che ho paura dell'intervento(qui a Palermo non si parla un gran bene di interventi di questo tipo,ahimè) chiedo il vostro gentile parere
accusando da dicembre 2018 un dolore sempre più ingravescente tra la parte bassa della schiena(inizialmente unica parte dolente ma con entità del dolore sopportabile), il gluteo sinistro e giù fino al polpaccio, dopo il fallimento di terapia con blandi antinfiammatori e voltaren e muscoril, ho effettuato visita neurochirurgica in cui, oltre alla prescrizione di una rmn lombosacrale per valutare l'entità della probabile ernia ipotizzata dal medico specialista in sede di visita, mi è stata data la seguente terapia: soldesam una fiala da 4mg per 7gg; Targin 5mg una compressa mattina e sera per 6 gg;normast 600 mg mattina e sera per un mese...allo stato odierno(finita terapia con soldesam e targin, ancora in atto terapia con normast) il dolore persiste ed è forte,dilaniante quasi.
Ho appena avuto il referto della risonanza che è il seguente:" Indagine eseguita con sequenze FSE,T1,T2 e STIR. Il cono midollare è in sede(L1) con segnale normale. Emisacralizzazione sinistra di L5. Grossolana ernia mediana-paramediana sinistra del disco L4L5, ridotto in altezza; l'ernia deforma il sacco e comprime la radice all'origine. Nei limiti gli altri dischi intersomatici. Il disco L5S1 è sottile."
Considerando che la sintomatologia non accenni a regredire e il referto della risonanza che cosa mi consigliereste di fare? aspettare altro tempo, perchè il quadro si attenua col tempo, provare altre terapie farmacologiche e non(si accettano tutti i generi di consigli)o andare ad intervento chirurgico di dischetomia? Ovviamente aspetto di andare al controllo dal neurochirurgo che mi ha dato la terapia e prescritto la risonanza per stabilire il da farsi e, se è vero che ho paura dell'intervento(qui a Palermo non si parla un gran bene di interventi di questo tipo,ahimè) chiedo il vostro gentile parere
[#1]
Egr. signore,
stando alla descrizione del referto della RM e al dolore che Lei descrive lancinante, l'ernia sarebbe da togliere e anche con una certa sollecitudine.
Non credo sia prudente lasciar trascorrere altro tempo nella speranza che i sintomi si attenuino.
Nel frattempo la compressione dell'ernia sul sacco durale puù creare maggiori danni.
Cordialmente
stando alla descrizione del referto della RM e al dolore che Lei descrive lancinante, l'ernia sarebbe da togliere e anche con una certa sollecitudine.
Non credo sia prudente lasciar trascorrere altro tempo nella speranza che i sintomi si attenuino.
Nel frattempo la compressione dell'ernia sul sacco durale puù creare maggiori danni.
Cordialmente
[#2]
Utente
Grazie, dott. Migliaccio...
Sono in lista d'attesa per effettuare l'intervento ma da un paio di giorni il dolore è molto diminuito( ieri era quasi sparito, oggi è un po' più forte, ma comunque, sopportabilissimo e non invalidante)... Come è possibile ciò? Prima non si attenuava nemmeno con quella terapia farmacologica di attacco e adesso si attenua? Secondo lei, alla luce di ciò, potrei pensare di evitare l'intervento e vedere come evolva, oppure non me lo consiglia? Io sono molto confuso a questo punto...
Sono in lista d'attesa per effettuare l'intervento ma da un paio di giorni il dolore è molto diminuito( ieri era quasi sparito, oggi è un po' più forte, ma comunque, sopportabilissimo e non invalidante)... Come è possibile ciò? Prima non si attenuava nemmeno con quella terapia farmacologica di attacco e adesso si attenua? Secondo lei, alla luce di ciò, potrei pensare di evitare l'intervento e vedere come evolva, oppure non me lo consiglia? Io sono molto confuso a questo punto...
[#3]
Una eventuale decisione di soprassedere all'intervento, va valutata solo attraverso la visita medica.
Bisogna ricordare che la regressione del dolore non sempre è indice di guarigione, mentre può essere un campanello d'allarme sull'incipiente danno alla radice nervosa che, danneggiata, non conduce più la sensazione del dolore a livello cosciente.
Bisogna ricordare che la regressione del dolore non sempre è indice di guarigione, mentre può essere un campanello d'allarme sull'incipiente danno alla radice nervosa che, danneggiata, non conduce più la sensazione del dolore a livello cosciente.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.3k visite dal 19/06/2019.
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