Seconda Recidiva ernia del disco
Buonasera,
sono una ragazza di 28 anni. 8 anni fa ho scoperto di avere una discopatia tramite RM: ernia discale intraforaminale L5-S1, canale rachideo di ampiezza inferiore su base congenita, rigidità lombo sacrale, scoliosi sinistro-convessa ad ampio raggio. Feci esaminare il referto ad un ortopedico che mi diede delle iniezioni di cortisone e un farmaco antinfiammatorio per bocca, terapia che non sortì alcun effetto.
Per anni ho fatto modesta attività fisica e osteopatia ma non ho mai risolto il problema: dolore lombare, sciatalgia, parestesie. Nel 2014 ho avuto un episodio acuto che mi ha impedito di camminare per una settimana.
Questi episodi si sono ripetuti sporadici per anni, tra alti e bassi, Nel gennaio 2018 è cominciato il peggioramento ... schiena sempre più rigida, dolore lancinante, gamba che era una scossa elettrica continua e che cominciava a mostrare i primi segni di ipostenia e parestesia: mancanza di forza, difetto della dorsiflessione,assottigliamento dell'arto e sarcopenia generale (parecchi Kg persi in pochi mesi), necessità di deambulazione con stampella. A giugno 2018 ho eseguito una nuova RM che denotava un peggioramento del quadro clinico.
Sono stata visitata da un neurochirurgo che però non ha voluto operare.
Dieci giorni dopo vengo ricoverata presso il P.S. per improvvisa mancanza di sensibilità all'arto sinistro che mi provoca una caduta a terra durante il lavoro (ripreso molto faticosamente tra alti e bassi).
Eseguono una TAC che evidenzia un ulteriore peggioramento dell'ernia, con conseguente espulsione di materiale.
Vengo operata ad agosto con microdiscectomia secondo Caspar.
Dall'intervento non ho mai notato alcun miglioramento, anzi, ad ottobre si ripresenta una franca sciatalgia che mi costringe a riprendere in mano la stampella. Una nuova RM evidenzia il quadro di una recidiva con assottigliamento dello spazio intersomatico del disco L5-S1.
Vengo operata a gennaio per una seconda microdiscectomia. Secondo il chirurgo, sarebbe stato altamente improbabile incorrere in una seconda recidiva.
Per un mese e mezzo o due ho sofferto di grandi dolori lombari, come se la parte bassa della schiena fosse di cemento;ho sentito scosse continue lungo la gamba che mi sono state definite "nella norma". Da circa due mesi si è ripresentato il dolore sciatico e continue scosse all'altezza del disco incriminato, talmente forti da togliere il fiato. Ho eseguito giovedì scorso una RM che riporta testuali parole: PERDITA LORDOSI LOMBARE, RIDOTTO SPAZIO INTERSOMATICO L5-S1, A L4-L5 BULGING DISCALE AD AMPIO RAGGIO CON INIZIALE IMPEGNO POSTEROLATERALE A DESTRA, A L5-S1 PICCOLA FOCALITA' ERNIARIA PARAMEDIANA POSTEROLATERALE SINISTRA DETERMINA MODESTO IMPATTO SUL SACCO DURALE IN ASSOCIAZIONE AD IMPEGNO ERNIARIO PREFORAMINALE BILATERALE E INTRAFORAMINALE A DESTRA.
Mi piacerebbe comunque ascoltare un altro parere riguardo a future ipotesi terapeutiche poiché la mia qualità di vita sta peggiorando giorno dopo giorno.
Grazie.
sono una ragazza di 28 anni. 8 anni fa ho scoperto di avere una discopatia tramite RM: ernia discale intraforaminale L5-S1, canale rachideo di ampiezza inferiore su base congenita, rigidità lombo sacrale, scoliosi sinistro-convessa ad ampio raggio. Feci esaminare il referto ad un ortopedico che mi diede delle iniezioni di cortisone e un farmaco antinfiammatorio per bocca, terapia che non sortì alcun effetto.
Per anni ho fatto modesta attività fisica e osteopatia ma non ho mai risolto il problema: dolore lombare, sciatalgia, parestesie. Nel 2014 ho avuto un episodio acuto che mi ha impedito di camminare per una settimana.
Questi episodi si sono ripetuti sporadici per anni, tra alti e bassi, Nel gennaio 2018 è cominciato il peggioramento ... schiena sempre più rigida, dolore lancinante, gamba che era una scossa elettrica continua e che cominciava a mostrare i primi segni di ipostenia e parestesia: mancanza di forza, difetto della dorsiflessione,assottigliamento dell'arto e sarcopenia generale (parecchi Kg persi in pochi mesi), necessità di deambulazione con stampella. A giugno 2018 ho eseguito una nuova RM che denotava un peggioramento del quadro clinico.
Sono stata visitata da un neurochirurgo che però non ha voluto operare.
Dieci giorni dopo vengo ricoverata presso il P.S. per improvvisa mancanza di sensibilità all'arto sinistro che mi provoca una caduta a terra durante il lavoro (ripreso molto faticosamente tra alti e bassi).
Eseguono una TAC che evidenzia un ulteriore peggioramento dell'ernia, con conseguente espulsione di materiale.
Vengo operata ad agosto con microdiscectomia secondo Caspar.
Dall'intervento non ho mai notato alcun miglioramento, anzi, ad ottobre si ripresenta una franca sciatalgia che mi costringe a riprendere in mano la stampella. Una nuova RM evidenzia il quadro di una recidiva con assottigliamento dello spazio intersomatico del disco L5-S1.
Vengo operata a gennaio per una seconda microdiscectomia. Secondo il chirurgo, sarebbe stato altamente improbabile incorrere in una seconda recidiva.
Per un mese e mezzo o due ho sofferto di grandi dolori lombari, come se la parte bassa della schiena fosse di cemento;ho sentito scosse continue lungo la gamba che mi sono state definite "nella norma". Da circa due mesi si è ripresentato il dolore sciatico e continue scosse all'altezza del disco incriminato, talmente forti da togliere il fiato. Ho eseguito giovedì scorso una RM che riporta testuali parole: PERDITA LORDOSI LOMBARE, RIDOTTO SPAZIO INTERSOMATICO L5-S1, A L4-L5 BULGING DISCALE AD AMPIO RAGGIO CON INIZIALE IMPEGNO POSTEROLATERALE A DESTRA, A L5-S1 PICCOLA FOCALITA' ERNIARIA PARAMEDIANA POSTEROLATERALE SINISTRA DETERMINA MODESTO IMPATTO SUL SACCO DURALE IN ASSOCIAZIONE AD IMPEGNO ERNIARIO PREFORAMINALE BILATERALE E INTRAFORAMINALE A DESTRA.
Mi piacerebbe comunque ascoltare un altro parere riguardo a future ipotesi terapeutiche poiché la mia qualità di vita sta peggiorando giorno dopo giorno.
Grazie.
[#1]
Gentile signora,
a distanza non è possibile inquadrare correttamente il Suo caso, ma stando ai sintomi che riferisce, la situazione non è da sottovalutare.
Bisogna vedere le immagini ultime e quelle che hanno condotto agli interventi, eventualmente procedere con ulteriori approfondimenti al fine di porre indicazione alla terapia più idonea.
Non lasci trascorrere molto tempo ancora, in quanto il rischio di peggioramento clinico va tenuto presente.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, invio cordiali saluti
a distanza non è possibile inquadrare correttamente il Suo caso, ma stando ai sintomi che riferisce, la situazione non è da sottovalutare.
Bisogna vedere le immagini ultime e quelle che hanno condotto agli interventi, eventualmente procedere con ulteriori approfondimenti al fine di porre indicazione alla terapia più idonea.
Non lasci trascorrere molto tempo ancora, in quanto il rischio di peggioramento clinico va tenuto presente.
Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, invio cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 7.2k visite dal 21/05/2019.
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