Urgentissimo sospetta malattia autoimmune

78 anni maschio, 20 giorni fa ha avuto sintomi neurologici blocco del lato sinistro del corpo difficoltà a parlare, portato in pronto soccorso tac e risonanza senza evidenze di ictus presente un ematoma subdurale, da prima definito non chirurgico per modesta estensione dell'ematoma 3 giorni dopo invece operato per l'aggravarsi dei sintomi, post operatorio con modesti segni di ripresa 4 giorni dopo spostato dall'intensiva a neurochirurgia 2 giorni modesta ripresa poi di nuovo riaggravarsi delle condizioni nuovamente portato in intensiva, attualmente segni vitali stabili ma solo parzialmente risvegliabile, diverse tac di controllo anche Total body e risonanze magnetiche, tutto "pulito", prelievo del midollo risultanze ad ora non indicano nulla. Hanno fatto molti altri esami e la struttura è una ottima struttura neurochirurgica, ma ci hanno detto francamente che non riescono a capire che problema ha, stanno tentando una cura a base di cortisone alla quale domani aggiungeranno immunosoppressori per possibile causa autoimmune, ma trattasi di "tentativo", continuano a dirci chiaramente che non riescono a capire di che di tratta. La situazione è stabile ma altrettanto chiaramente ci hanno spiegato che il tempo non lavora a nostro vantaggio e il quadro clinico verosimilmente può peggiorare, e non in settimane ma giorni. Un neurologo lo ha definito unico come caso, abbiamo fiducia nei medici che lo seguono, che sono molto preparati, ma data l'eccezionalità (come da loro definito) del caso stiamo cercando di capire come avere una second opinioni, vorremmo averla nel più breve tempo possibile e, nulla togliendo agli altri, dal più bravo che riusciamo a trovare ma non sappiamo come muoverci!! Abbiamo la cartella clinica che quindi può essere eventualmente inoltrata, vi prego aiutateci
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.6k 358
Egregio Utente,
la situazione da lei descritta non trova francamente alcun riscontro nell'esperienza comune della disciplina. La malattia autoimmune non è stata di certo provocata dall'ematoma subdurale ma verosimilmente ne preesisteva e, per interferenza con il meccanismo della coagulazione, può aver causato lo spandimento sottodurale, magari favorito da un trauma di modesta entità. Conosco i colleghi della struttura in cui presumo il paziente sia stato operato e sono certo che si stiano orientando nella maniera corretta. A mio avviso, il problema deve essere inquadrato parallelamente in ambito di immuno-ematologia.
Cordialmente

Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it

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Utente
Utente
Dottore. Colangelo la ringrazio sinceramente per la risposta, penso sicuramente di essere stato impreciso nella descrizione del problema e non è certamente mia intenzione sollecitarvi una diagnosi sulla base di un resoconto lacunoso e senza informazioni cliniche, spero però che ugualmente sia arrivato il senso della mia richiesta, che è semplicemente di capire se, e in che misura, è possibile ottenere una seconda opinione. Partendo dal presupposto che abbiamo incondizionata fiducia nella preparazione e nell'impegno dei medici a cui è affidato, e che mi rendo conto dell'ansia e della frenesia che inevitabilmente coglie i famigliari del malato in questi momenti (quindi verosimilmente anche noi, anche se spero di stare facendone un'adeguata tara), sto cercando di capire in primis se è possibile formalmente ottenere una seconda opinione e, se lo fosse, quale sarebbe il miglior posto o il miglior medico a cui chiederla. Mi pare che in merito , in Italia,, non ci siano ne una prassi ne delle disposizioni chiare. Capisco che nella vita reale ci sono diversi piani sui quali misurare questa richiesta, quanto sia opportuno e producente cercare di indurre a collaborare enti e/o specialisti su un fatto del genere non sono in grado di saperlo e mi rendo conto, anche se spero di no, che oltre ai problemi pratici ci potrebbero essere questioni di ordine personale o professionale che possono ostacolare se non impedire la cosa. Mi sto muovendo con la, forse, ingenua e semplice prospettiva che diverse competenze o orientamenti si possano integrare aumentando la capacità di diagnosi.
p.s. a tutt'oggi non abbiamo una diagnosi, direi ne certa ne incerta, questa sofferenza cerebrale è nei fatti e nei sintomi ma non ha dato riscontro in nessuno degli molti esami a cui è stato sottoposto, i neurologici stanno cominciando un trattamento verso una causa autoimmune.
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Utente
Utente
Scusate, un aggiornamento e un chiarimento, poco fa un medico ci ha detto che, sebbene pare "sfugga" agli accertamenti diagnostici, si sono decisamente orientati verso una causa autoimmune e hanno iniziato una cura a base di immunoglobuline che dovrebbe dare dei riscontri entro i prossimi 5 giorni. Vorrei chiarire che nel messaggio precedente quando dico "ci potrebbero essere questioni di ordine personale o professionale che possono ostacolare se non impedire la cosa" non voglio velatamente alludere a questioni deteriori come superficialità, invidia, presunzione, no mi riferisco a questioni di metodo, attitudine, impostazione personale e professionale, sono
(O almeno spero di essere) un ottimista ben informato e nonostante i tanti casi di malasanità, che non vanno sottovalutati, conservo una visione positivistica, e nel caso specifico sono convinto che chi si sta curando del caso lo stia facendo con grande impegno, professionalità e giudizio.
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