Ernia uscita e migrata
Da qualche anno a seguito di sforzi particolari ho avuto dolori e blocchi della zona lombare, sempre curati come infiammazioni o stiramenti da parti dei medici.
Un anno fa alzandomi dalla sedia della scrivania ho sentito un forte dolore alla gamba. Considerato che persistevano dolori alla pianta del piede e alla zona lombare ho effettuato gli esami del caso ovvero una risonanza, il risultato è:
" Rettificata la fidiologia lordosi lombare.
Ernia discale mediana,-paramediana sinistra a livello L5-S1, verosimilmente espulsa e migrata caudalmente ad occupare parzialmente il recesso vertebrale S1 omolaterale
; si associa impronta sul sacco durale. Ridotto di spessore ed alterato lo stesso disco, ipointenso in T2-w, in rapporto a segni di disidratazione.
Nei limiti della norma i reperti a carico delle resatanti unità disco-somatiche lombari.
Nei limiti della norma i diametri del canale vertebrale.
Non si apprezano significative alterazioni di segnale a carico del cono midollare."
Letto cio il medico di base, mi dice che essendo un ernia uscita e migrata diventa vano qualsiasi tipo di approccio alla cura tranne l'operazione del neurochirurgo. Tuttavia mi fa presente che il neurochirurgo solitamente non opera, tranne in casi dove non si possa fare altrimenti, perchè afferma che l'operazione è in una zona delicata ed effettuando un incisione, non si sa come si cicatrizzi la stessa e potrebbe non avere miglioramenti, ma anzi peggioramenti. Mi consiglia quindi uno stile di vita di tipo conservativo fino a quando non rimarrò del tutto bloccato.
Questa panoramica è abbastanza tetra sinceramente, intanto ho prenotato una visita dal neurochirurgo ma se ne parla fra 3 mesi....
Mi chiedo:
- Non esiste altra strada da intrapprendere oltreall'operazione, se una persona ha un ernia uscita e migrata?
- E' veramnte "pericolosa" e scarsa di risultati l'operazione del nuerochirurgo in considerazione delle probabilitòà di successo e margini di miglioramento rispetto alla situazione presente?
Grazie in anticipo per il tempo dedicato.
Un anno fa alzandomi dalla sedia della scrivania ho sentito un forte dolore alla gamba. Considerato che persistevano dolori alla pianta del piede e alla zona lombare ho effettuato gli esami del caso ovvero una risonanza, il risultato è:
" Rettificata la fidiologia lordosi lombare.
Ernia discale mediana,-paramediana sinistra a livello L5-S1, verosimilmente espulsa e migrata caudalmente ad occupare parzialmente il recesso vertebrale S1 omolaterale
; si associa impronta sul sacco durale. Ridotto di spessore ed alterato lo stesso disco, ipointenso in T2-w, in rapporto a segni di disidratazione.
Nei limiti della norma i reperti a carico delle resatanti unità disco-somatiche lombari.
Nei limiti della norma i diametri del canale vertebrale.
Non si apprezano significative alterazioni di segnale a carico del cono midollare."
Letto cio il medico di base, mi dice che essendo un ernia uscita e migrata diventa vano qualsiasi tipo di approccio alla cura tranne l'operazione del neurochirurgo. Tuttavia mi fa presente che il neurochirurgo solitamente non opera, tranne in casi dove non si possa fare altrimenti, perchè afferma che l'operazione è in una zona delicata ed effettuando un incisione, non si sa come si cicatrizzi la stessa e potrebbe non avere miglioramenti, ma anzi peggioramenti. Mi consiglia quindi uno stile di vita di tipo conservativo fino a quando non rimarrò del tutto bloccato.
Questa panoramica è abbastanza tetra sinceramente, intanto ho prenotato una visita dal neurochirurgo ma se ne parla fra 3 mesi....
Mi chiedo:
- Non esiste altra strada da intrapprendere oltreall'operazione, se una persona ha un ernia uscita e migrata?
- E' veramnte "pericolosa" e scarsa di risultati l'operazione del nuerochirurgo in considerazione delle probabilitòà di successo e margini di miglioramento rispetto alla situazione presente?
Grazie in anticipo per il tempo dedicato.
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Gentile Utente,
in caso di ernia espulsa e persistenza della sintomatologia dolorosa per oltre 5-6 settimane nonostante la terapia medica è da considerarsi l'intervento chirurgico i cui risultati sono generalmente buoni e le complicanze ragionevolmente basse.
Cordiali saluti,
in caso di ernia espulsa e persistenza della sintomatologia dolorosa per oltre 5-6 settimane nonostante la terapia medica è da considerarsi l'intervento chirurgico i cui risultati sono generalmente buoni e le complicanze ragionevolmente basse.
Cordiali saluti,
Dr Paolo Perrini
Neurochirurgia Universitaria,
Ospedale "Santa Chiara", Pisa.
perrinipaolo@hotmail.com
www.perrinipaolo.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.9k visite dal 26/01/2009.
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