Degenerazione discale lombare

Buongiorno, ho 51 anni e già da diversi anni soffro di dolori lombari ricorrenti dovuti principalmente al tipo di lavoro che svolgo infatti sono commessa in supermercato ortofrutta dove si movimentano continuamente pesi vari. In passato con la fisioterapia e anche osteopatia sono riuscita a risolvere in parte questi dolori ma da un anno a questa parte il dolore è diventato cronico e tutte le terapie provate non hanno dato risultati. . Ho consultato due diversi neurochirurghi ed entrambi , dopo aver descritto i miei sintomi e visionato rx e risonanza mi hanno entrambi detto che l'unica cosa risolutiva è l'intervento di artrodesi ai livelli l4 l5 e l5 s1 che sono entrambi molto ridotti di spessore.l'intervento proposto è con accesso posteriore e posizionamento di cage fra l5 s1, viti e barre. Mi hanno assicurato che l'intervento risolverà quasi del tutto il problema ma la mia grande paura è che nella fase del post intervento subentrino altre problematiche o dolori di natura diversa .,In passato mi avevano detto che sarebbe stato meglio rimandare avanti nel tempo questo intervento anche per evitare dei sovraccarichi agli altri livelli dei dischi, ma penso che anche continuare così probabilmente peggiorerebbe la situazione visto che fino adesso tutte le cure alternative non hanno dato nessun miglioramento. La mia domanda è proprio questa: fare l'intervento a breve o cercare di tirare avanti così? Il dolore che ho al mattino è simile a quello di due tenaglie che stringono all'altezza dei glutei da entrambi i lati ma di più sul lato destro, dolore che poi nell'arco della giornata un pò si riduce col movimento dei muscoli e anche grazie a un farmaco Palexia che prendo ogni giorno , alla sera dopo una giornata in piedi al lavoro sento dolore alla fine della zona lombare.Vi cito alcuni passi della RM perche possiate darmi un consiglio: quadro di patologia degenerativa somatica e discale. Ridotti e ipointensi i dischi da L2 ad S1.Particolarmente riassorbiti quelli in L4l5 ed L5-S1.In queste sedi alterazioni dell'intensità di segnale delle limitanti, con importante edema della spongiosa e di parte dei corpi vertebrali in L5-S1. In L2-L3 modesto building più accentuato a sin., in L3-L4 discreto building e minuta fissurazione dell'anulus in sede intraforaminale sin., in L4-L5 protruzione circonferenziale più accentuata in sede intraforaminale sin. con apparente conflitto radicolare. in L5-S1 protrusione circonf. del disco con ampi osteofiti laterali che impegnano parzial. i forami neurali.Artrosi dei massicci articolari posteriori con piccole falde liquide in sede interapofisaria, Non stenosi del canale vertebrale, normale morfologia e intensità di segnale del cono midollare e delle radici della cauda. Vi ringrazio in anticipo e spero che la vostra opinione possa aiutarmi a prendere questa decisione importante e definitiva, Il tipo di dolore che ho rimane confinato, almeno per adesso, ai glutei ma non coinvolge gli arti inferiori.
[#1]
Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
Non c'è dubbio che un'eventuale stabilizzazione (tipo "classica maniera" con barre, viti, gabbiette intersomatiche...) può, e di solito comporta, l'insorgere di altre problematiche alla schiena (problematiche anche importanti, alcune delle quali citate nella Sua richiesta di consulto).
Fermo restando che, senza visitare il paz. e senza visionare le immagini rmn, si può rispondere solo in linea di principio, ritengo che una valida alternativa, nel Suo come nel caso di molti altri, debba essere la stabilizzazione con tecnica mininvasiva senza utilizzare strumentazione metallica ma utilizzando solo pasta d'osso sintetico riassorbibile nel giro di qualche mese.
Se vuol saperne di più, vada nella mia pagina personale di questo stesso sito e legga gli articoli che ho scritto anche sull'argomento.
Se ha piacere, dia pure ulteriori notizie.
Cordialità.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311

[#2]
Utente
Utente
Grazie per la sua risposta a breve ma vorrei chiederle quali sono nello specifico queste problematiche del dopo intervento"classico", visto che il chirurgo che mi ha proposto l'intervento si è dimostrato molto sicuro sull'esito positivo della cosa e mi ha detto di stare tranquilla che la fase del dolore post-intervento di risolve anche con l'aiuto della riabilitazione dopo qualche tempo. Lei capisce che sono due risposte molto diverse , visto che lei invece parla di problemi anche seri. Io a chi devo credere? E' vero che devo porre rimedio a questo dolore cronico che mi limita in tante cose però non vorrei mai peggiorare le cose anche perchè è un intervento definitivo, indietro non si torna. Inoltre quale potrebbe essere il motivo per cui lui non mi ha parlato di questa diversa soluzione , dato che gli ho espresso i miei dubbi? Ho letto il suo articolo e ho capito che l'accesso avviene lateralmente e in anestesia solo locale, con un taglio di max 1 cm e senza strumenti metallici, quindi se ho capito bene si fondono insieme due o più livelli usando questo osso sintetico al posto della cage, senza però ricreare la giusta posizione e distanza della vertebra che è scesa sull'altra, cioè si saldano così come sono.Ma nel tempo questo sistema offre lo stesso grado di robustezza ai carichi cui è soggetta questa zona della schiena? Ho letto di una tecnica chiamatataXlif,è la stessa o la sua è ancora differente? La ringrazio e se può mi risponda.
[#3]
Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
No. E' un'altra cosa ancora. Molto meno invasiva (se ha letto i miei articoli) è la tecnica di cui Le ho parlato.
Tuttavia, io non La ho vista nè ho esaminato le indagini; quindi,non ho gli elementi che il mio Collega ha avuto.
Resto un po' perplesso nel sentire che non Le sono stati esposti i possibili effetti collaterali....A volte, non si approfondisce l'argomento per "ritrosia" o per voler esorcizzare una eventuale possibilità collateralePer e-mail, non si può dire di più.
Cordialità.