A l1-l2 severa ernia posteriore mediana determina marcata compressione del sacco durale in
Gentile dottore
Sono un giovane di 43 anni , che svolge attività lavorativa sedentaria e trascorro alcune ore della giornata in auto, agli inizi del mese di Novembre 2008 ho avuto un forte dolore alla schiena zona lombale che mi limitava notevolmente la normale attività fisica giornaliera.
Dopo alcuni giorni di riposo forzato seduto su di una sedia e a letto e dopo circa 5-6 giorni di terapia a base di muscoril in fiale e antinfiammatori , ho eseguito una RSM in data 19/11/2008 con il seguente esito:
Canale spinale modicamente ridotto
Normale aspetto del cono midollare e della cadua
A L1-L2 severa ernia posteriore mediana determina marcata compressione del sacco durale in assenza di evidenti segni di sofferenza del cono midollare
A L3-L4 ernia posteriore mediana – paramediana sinistra determina conflitto meccanico con l’emergenza radicolare di L4
A L4-L5 protrusione discale posteriore armonica che determina conflitto sacco radicolare bilaterale
A L5-S1 ernia posteriore mediana – paramediana sinistra ascolla il LLP e comprime il sacco durale e la porzione emergente della radice S1
Successivamente ho eseguito un esame elettromiografico con il seguente esito:
Sofferenza neurogena di grado medio nei territori muscolari innervati dalla radici L3-L4-L5 di destra e S1 bilateralmente.
Alla fine del mese di nov 2008 ho iniziato una terapia per circa 7-8 giorni di cortisone intramuscolo solumedrol ad alto dosaggio mattina e sera .
Il dolore comincio a scemare e quindi ho iniziato alcune sedute da un ostopata e sedute di tecar terapia, laser a scansione, ionoforesi , elettroforesi e ginnastica funzionale per circa 10 giorni.
Ad oggi il dolore all’arto inferiore dex , in particolare fronte coscia è in parte diminuito, ma accuso ancora le seguenti sofferenze:
- dopo circa 20-30 passi accuso un dolore nella zona del ginocchio dex lato esterno come un bruciore
- ridotta possibilità di stare in piedi per lungo tempo
- diminuita forza del muscolo della coscia dex
- modesta riduzione della sensibilità della gamba dex
- leggera postura del tronco in avanti in fase di deambulazione
di contro non accuso alcun dolore nella zona lombale, nei muscoli del gluteo e nei muscoli posteriori della coscia dex
Di recente ho effettuato una visita da un neurochirurgo che mi consiglia l’intervento di microchirugia sull’ernia localizzata in L5-S1.
Gentile dottore ore le chiedo :
- conviene ancora tentare delle terapie alternative all’intervento chirurgico ?
- l’intervento chirurgico risolve solo il problema del dolore ?
- se non mi opero a quali complicanze funzionali e neurologiche potrei andare incontro ?
- effettuando l’intervento chirurgico posso ritornare a rifare una vita normale ed iniziare sotto controllo una modesta attività fisica ?
- devo tenere conto di operare successivamente le restanti ernie ?
- sarebbe opportuno indagare anche sulle eventuali ernie cervicali ?
sicuro di cortese riscontro della presente le porgo distinti saluti
per risposta gamotis@tin.it
trapani , 13/01/2008
Sono un giovane di 43 anni , che svolge attività lavorativa sedentaria e trascorro alcune ore della giornata in auto, agli inizi del mese di Novembre 2008 ho avuto un forte dolore alla schiena zona lombale che mi limitava notevolmente la normale attività fisica giornaliera.
Dopo alcuni giorni di riposo forzato seduto su di una sedia e a letto e dopo circa 5-6 giorni di terapia a base di muscoril in fiale e antinfiammatori , ho eseguito una RSM in data 19/11/2008 con il seguente esito:
Canale spinale modicamente ridotto
Normale aspetto del cono midollare e della cadua
A L1-L2 severa ernia posteriore mediana determina marcata compressione del sacco durale in assenza di evidenti segni di sofferenza del cono midollare
A L3-L4 ernia posteriore mediana – paramediana sinistra determina conflitto meccanico con l’emergenza radicolare di L4
A L4-L5 protrusione discale posteriore armonica che determina conflitto sacco radicolare bilaterale
A L5-S1 ernia posteriore mediana – paramediana sinistra ascolla il LLP e comprime il sacco durale e la porzione emergente della radice S1
Successivamente ho eseguito un esame elettromiografico con il seguente esito:
Sofferenza neurogena di grado medio nei territori muscolari innervati dalla radici L3-L4-L5 di destra e S1 bilateralmente.
Alla fine del mese di nov 2008 ho iniziato una terapia per circa 7-8 giorni di cortisone intramuscolo solumedrol ad alto dosaggio mattina e sera .
Il dolore comincio a scemare e quindi ho iniziato alcune sedute da un ostopata e sedute di tecar terapia, laser a scansione, ionoforesi , elettroforesi e ginnastica funzionale per circa 10 giorni.
Ad oggi il dolore all’arto inferiore dex , in particolare fronte coscia è in parte diminuito, ma accuso ancora le seguenti sofferenze:
- dopo circa 20-30 passi accuso un dolore nella zona del ginocchio dex lato esterno come un bruciore
- ridotta possibilità di stare in piedi per lungo tempo
- diminuita forza del muscolo della coscia dex
- modesta riduzione della sensibilità della gamba dex
- leggera postura del tronco in avanti in fase di deambulazione
di contro non accuso alcun dolore nella zona lombale, nei muscoli del gluteo e nei muscoli posteriori della coscia dex
Di recente ho effettuato una visita da un neurochirurgo che mi consiglia l’intervento di microchirugia sull’ernia localizzata in L5-S1.
Gentile dottore ore le chiedo :
- conviene ancora tentare delle terapie alternative all’intervento chirurgico ?
- l’intervento chirurgico risolve solo il problema del dolore ?
- se non mi opero a quali complicanze funzionali e neurologiche potrei andare incontro ?
- effettuando l’intervento chirurgico posso ritornare a rifare una vita normale ed iniziare sotto controllo una modesta attività fisica ?
- devo tenere conto di operare successivamente le restanti ernie ?
- sarebbe opportuno indagare anche sulle eventuali ernie cervicali ?
sicuro di cortese riscontro della presente le porgo distinti saluti
per risposta gamotis@tin.it
trapani , 13/01/2008
[#1]
Gentile signore,
Non avendo a disposizione le immagini strumentali eseguite, mi è un po' arduo esprimere un giudizio soprattutto sulla indicazione chirurgica.
Da quanto sembra però emergere dal reperto e dai sintomi che riferisce, a me pare che l'ernia responsabile sia quella a livello L1-L2, piuttosto che quella a L5-S1.
Ma ci sono molte incongruenze che non è possibile valutare a distanza. Manca per esempio la descrizione dello spazio L2-L3 (che va sempre considerato anche se negativo) e la sofferenza delle 2 radici S1, descritta all'esame EMG, sembrerebbe clinicamente muta.
Comprenderà quindi che non è facile risponderLe.
Se l'intervento è indicato, esso sarà necessario e, nella maggior parte dei casi, risolutivo.
E' possibile che nella Sua situazione debbano essere asportate più di un'ernia, ma, come Le dicevo, queste sono decisioni molto importanti che può prendere solo lo specialista che avrà studiato attentamente il caso clinico.
Ci tenga informati
Non avendo a disposizione le immagini strumentali eseguite, mi è un po' arduo esprimere un giudizio soprattutto sulla indicazione chirurgica.
Da quanto sembra però emergere dal reperto e dai sintomi che riferisce, a me pare che l'ernia responsabile sia quella a livello L1-L2, piuttosto che quella a L5-S1.
Ma ci sono molte incongruenze che non è possibile valutare a distanza. Manca per esempio la descrizione dello spazio L2-L3 (che va sempre considerato anche se negativo) e la sofferenza delle 2 radici S1, descritta all'esame EMG, sembrerebbe clinicamente muta.
Comprenderà quindi che non è facile risponderLe.
Se l'intervento è indicato, esso sarà necessario e, nella maggior parte dei casi, risolutivo.
E' possibile che nella Sua situazione debbano essere asportate più di un'ernia, ma, come Le dicevo, queste sono decisioni molto importanti che può prendere solo lo specialista che avrà studiato attentamente il caso clinico.
Ci tenga informati
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