Parere su terapia per vasculopatia cerebrale

Gentili medici,
a mio padre (che è un ottantaseienne con vasculopatia cerebrale cronica di tipo multinfartuale, con atrofia cerebrale e parkinsonismo vascolare), sono stati prescritti Nimotop 30mg (1 compressa al giorno, lontano dal cibo), Plavix 75mg (1 compressa dopo pranzo) e Pantoprazolo 20mg (1 compressa a digiuno). Vorrei sapere se queste tre medicine possano confliggere tra di loro. In secondo luogo, tali farmaci, devono essere presi per molto tempo. Non potrebbero causare, a lungo andare, effetti indesiderati gravi? Sinceramente, sono molto preoccupato.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Perché ci fa questa domanda? Il medico che ha prescritto quei farmaci per caso non è un medico?
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Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Buonasera, dottore!
Le mie domande dipendono dal fatto sia che il paziente è molto anziano sia che i medici non sono infallibili. Quando obietto ad un medico che un certo farmaco ha temibili effetti indesiderati elencati sul foglietto illustrativo, ascolto sempre la stessa risposta: “questi effetti vengono menzionati per noi medici, non per pazienti ansiosi; se dico che il farmaco va bene, va bene. Il medico sono io.” Eh, ma il padre è il mio. Ecco perché cerco conferme. Non ho piena fiducia nei medici in cui m’imbatto. Invece, la convergenza di più giudizi mi rassicura. Cordialmente
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Egr. signore,
se un farmaco non fosse pericoloso ovvero non avesse rischi ed effetti collaterali, non sarebbe un farmaco efficace.
La molecola di un farmaco è una sostanza attiva che deve raggiungere il bersaglio da curare e questo può avere dei rischi.
Ovviamente nel foglietto illustrativo per legge devono essere elencati tutti gli effetti che il farmaco può dare, in funzione della dose, del tempo di assunzione ecc.
Anche sui pacchetti di sigarette c'è scritto che il fumo fa morire: è sì un rischio, ma anche viaggiare in auto è un rischio, ma si viaggia in macchina lo stesso sia per necessità che per diletto.

Farmaci innocui al 100% non esistono. L'aspirina (come anche il Plavix) sono farmaci a rischio emorragico anche gravissimo, ma ciò non impedisce di prescriverli perché la non assunzione creerebbe maggior danno.

Infine, certo i medici non sono infallibili, ma almeno ne converrà, qualcosa in più dei pazienti ne sanno o no?
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Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Egregio dottore,
voglio esprimerle la mia sincera gratitudine per la sua gentile e gradita risposta. Mi permetta di evidenziare che, qualora mi reputassi uguale o superiore ai medici, non domanderei rassicurazioni. Voglio essere franco fino alla fine: ho letto, mi pare su un vecchio numero dell’Espresso, che i pazienti curati con più superficialità dai medici sono proprio gli anziani. E ho avuto una conferma di ciò dalla mia esperienza; uno stimato primario ha assegnato a mio padre un farmaco che gli ha procurato solo problemi.
L’impegno di professionisti come lei è un prezioso alleato contro il fatalismo di chi, vedendo un anziano mal ridotto, sembra dire “è già tanto che continui a vivere”.
Un cordiale saluto.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Caro signore,
non conosco quell'articolo, ma non penso che sia come Lei afferma.
In un Paese in cui l'età media si attesta tra gli 80 e gli 85 anni facendo dell'Italia la nazione in Europa con più anziani , le cui politiche porgono molta più attenzione che in passato agli over 70, stride con quanto Lei riporta.
Soni i Paesi Nordici (Svezia, Norvegia per es.) che tendono a non spendere risorse per chi ha superato quell'età.

Detto questo, è possibile che anche nella classe medica ci siano individui che si comportano con scarsa professionalità e deontologia medica, ma è un problema individuale che, nel caso, va perseguito dalla Legge.
Non conosco il problema di Suo padre, ma ci sono dei casi di persone molto anziane per le quali una terapia può essere dannosa se la si attua e, in certi casi, si parla di accanimento terapeutico che non riguarda soltanto il mantenere in vita una persona con i macchinari, ma anche somministrare farmaci che si sa non porterebbero a nessun beneficio.

"E' già tanto che continua a vivere" è una bruttissima frase che può sconcertare, ma a volte può essere anche di conforto e di rassegnazione per un parente che, giustamente e per amore, non accetta la realtà.

Per quanto riguarda la Sua domanda iniziale, premesso che per Legge il medico non può prescrivere farmaci a distanza e senza visitare la persona, Le posso dire, in generale (quindi non necessariamente applicabile a Suo padre) che i farmaci prescritti non hanno effetti collaterali di rilievo, fatta eccezione per il Plavix che va assunto con controlli periodici della coagulazione.


Una buona giornata