Operazione ernia discale
Cari dottori volevo porvi un quesito, è il 7 mese di lombosciatalgia persistente e il mese scorso dopo aver effettuato una RMN è stata riscontratata una ernia postero-laterale dx con marcata impronta sulla superficie ventro-laterale dx del sacco durale e con conflitto disco radicolare con la radice S1 (si parla quindi di ernia del disco L5 S1). Il neurochirurgo, primario di neurochirurgia a novara mi ha indirizzato ad una terapia conservativa in quanto non sussistono deficit neurologici e la sensibilità e la forza sono normali. La terapia è a base di contramal e con infilitrazioni di ozono (indicandomi come i risultati della validità di quest'ultima siano discordi nei vari studi). Ora dopo la prima settimana di farmaci il dolore è praticamente svanito salvo poi ripresentarsi man mano che diminuivo il quantitativo del farmaco. Sono alla terza infiltrazione ma non manifesto miglioramenti evidenti. Persiste il solito dolore lombosciatalgico che accompagna in maniera forte la camminata e si attenua da sdraiato. Il dottore mi ha indicato che se queste terapie non fossero stase benefiche mi sarei dovuto sottoporre a intervento chirurgico e a detta sua non ho di che temere; ora dopo questa lunga descrizione vi pongo due domande, 1)essendo un ragazzo giovane, molto attivo, ci sono possibilità che l'intervento non vada bene e che i dolori continuino o tale quadro è poco probabile,2) aver continuato per tutti questi mesi a trascinarmi questo dolore, anche se senza deficit neurologici, può aver causato un danno irreversibile al nervo. Vi ringrazio per la pazienza.
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L'incognita è sempre dietro l'angolo, ma perchè il diavolo dovrebbe metterci la coda proprio nel Suo caso?
Piuttosto, anche (e proprio) per minimizzare gli eventuali rischi, mi corre l'obbligo di farLe presente che c'è la possibilità di eseguire l'intervento con MINImo rischio con la tecnica chirurgica MINInvasiva.
Questa tecnica, per le caratteristiche che la contraddistingue, permette all'Operatore di percorrere una diversa, e meno irta di pericoli, via di approccio (per l'appunto, quella postero-laterale).
Con la medesima tecnica, e nella stessa seduta chirurgica, è possibile anche liberare le radici nervose dalle sofferenze aderenziali ed anche di ovviare alle microinstabilità che una discectomia comporta.
La pregherei, se non lo avesse già fatto, di leggere gli articoli che, sull'argomento, ho pubblicato nella mia pagina di questo sito.
Per quanto concerne, infine, il timore di irreversibili danni neurologici (alla radice nervosa interessata) già in atto, ritengo che non sia il Suo caso, a questo stato della sofferenza, se risulta la mancanza di alcun deficit motorio o sensitivo.
Cordialmente.
Piuttosto, anche (e proprio) per minimizzare gli eventuali rischi, mi corre l'obbligo di farLe presente che c'è la possibilità di eseguire l'intervento con MINImo rischio con la tecnica chirurgica MINInvasiva.
Questa tecnica, per le caratteristiche che la contraddistingue, permette all'Operatore di percorrere una diversa, e meno irta di pericoli, via di approccio (per l'appunto, quella postero-laterale).
Con la medesima tecnica, e nella stessa seduta chirurgica, è possibile anche liberare le radici nervose dalle sofferenze aderenziali ed anche di ovviare alle microinstabilità che una discectomia comporta.
La pregherei, se non lo avesse già fatto, di leggere gli articoli che, sull'argomento, ho pubblicato nella mia pagina di questo sito.
Per quanto concerne, infine, il timore di irreversibili danni neurologici (alla radice nervosa interessata) già in atto, ritengo che non sia il Suo caso, a questo stato della sofferenza, se risulta la mancanza di alcun deficit motorio o sensitivo.
Cordialmente.
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.8k visite dal 26/01/2018.
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