Il bruciore al piede non si è

Poiché da tre anni, dopo un attacco acuto di cruralgia, avevo un costante bruciore al piede dx (bordo interno del piede, alluce, altre dita del piede, pianta del piede), dopo aver tentato tutte le cure possibili e immaginabili (fisioterapia, ozonoterapia, agopuntura) ho deciso di sottopormi a un intervento chirurgico per ernia a L4-L5, così come indicava la risonanza magnetica, che indicava un conflitto radicolare. Il chirurgo che mi ha operato ha detto di non aver riscontrato particolari problemi, aggiungendo che anche il disco L5-S1 non ha più alcun nucleo polposo.
Adesso, dopo quindici giorni dall'intervento, il bruciore al piede non si è per nulla attenuato, anzi, in certi momenti, posso affermare che è peggiorato. Il chirurgo mi ha detto di avere pazienza, che entro altre due- quattro settimane il dolore dovrebbe sparire. Non ho ragioni per dubitare della sua professionalità e competenza, se non ci fosse appunto questo peggioramento, accompagnato da altri dolori, meno intensi, al quadricipite, e al polpaccio. I miei timori, forse infondati, sono diversi. Ne elenco un paio. Primo: che il disco L3-L4, dove c'è una protrusione, contribuisca a peggiorare il quadro. Due: che i due dischi L4- S1, non avendo alcun ammortizzatore, confliggano comunque con una radice nervosa. Vi sarei grato se mi poteste dare qualche indicazione. Grazie.
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Dr. Andrea Seghedoni Neurochirurgo, Medico di medicina manuale, Perfezionato in medicine non convenzionali 229 14
Egregio paziente

Da quanto lei ha descritto, in maniera precisa, si deduce che la causa del suo bruciore era proprio un conflitto tra il nervo L5 e l'ernia asportata.
Una volta risolta la compressione causata dall'ernia, la radice nervosa inizia, lentamente, a ripararsi.
Come primo beneficio, dopo un intervento di microdiscectomia, scompare il dolore acuto, poi, nel tempo, si attenuano le problematiche disestesiche ( riguardanti la sensibilità, cioè formicolii-bruciori-ovattamenti ).
I tempi di recupero per le problematiche sensitive, come è il suo bruciore, richiedono sempre tempi abbastanza lunghi ( qualche mese)

Il fatto che lei senta il bruciore piu aumentato può essere dovuto al fatto che, al momento, il nervo sia infiammato dallo stress chirurgico, o da un po di sangue che si è raccolto in sede e lo comprime. In ambo i casi, la situazione migliora gradualmente col tempo.
Se la situazione non dovesse migliorare, si può provare con un ciclo di Vit B.

Riguardo agli altri dischi la tranquillizzo: non sono la causa del dolore al piede. Possono però dare effettivamente dei disturbi al rachide ( lombalgia) e, saltuariamente, alle radici nervose ( ma che determinano dolore o formicolio non al piede, ma in altre zone)
La terapia, per queste problematiche, sarà prettamente conservativa. Si mantenga fisicamente attivo, pratichi con regolarità nuoto, controlli il peso e vedrà che manterrà il rachide ad un buon livello di funzionamento.

Un saluto

Dr. Andrea Seghedoni,
neurochirurgo
www.andreaseghedoni.com

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Utente
Utente

Gentile dott. Seghedoni,

la ringrazio per la sua risposta che, considerati questi giorni di festa, non speravo così pronta e dettagliata. In effetti, mi ha tranquillizzato, visto che questo bruciore al piede di cui parlavo nel mio messaggio non vuol saperne di attenuarsi, e anzi, come le dicevo, è decisamente peggiorato. La mia preoccupazione, ammetto eccessiva, oltre a una immaginazione che “lavora male”, era dovuta all’illusione che il bruciore cessasse pochi giorni dopo l’intervento, o quanto meno si attenuasse. Accennavo poi al discorso dei dischi perché il problema si presenta in tutta la sua fastidiosissima evidenza non appena, la mattina, mi alzo in piedi, e peggiora nel corso della giornata, quando mi siedo o provo a camminare. Ma adesso pazienterò, e, come da lei suggerito, farò una cura a base di vitamina B.
Grazie ancora, e cordialissimi saluti per la sua disponibilità.
Andrea
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Dr. Andrea Seghedoni Neurochirurgo, Medico di medicina manuale, Perfezionato in medicine non convenzionali 229 14
Non c'è di che.

Volevo solo ricordarle l'importanza, una volta che si sarà ripreso dal'intervento ( di solito 4 settimane) di praticare una regolare attività fisica.

Di nuovo
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Utente
Utente
Gentile dottor Andrea Seghedoni,

è passato un mese esatto da quando esposi il mio problema a Mediciitalia, e lei ebbe la gentilezza di rispondermi. Da quel giorno, purtroppo, la situazione non è granché migliorata. Vi sono stati, è vero, alcuni momenti in cui mi è parso che la sintomatologia regredisse, ma il giorno dopo ero di nuovo daccapo, anzi, ultimamente – parlo di una decina di giorni fa – ho accusato un netto peggioramento. Mi sono allora fatto visitare dal neruochirurgo che mi ha operato, il quale, dopo avermi sottoposto a una accurata visita, ha escluso ogni complicazione e ha detto in sostanza che, a suo parere, il motivo del bruciore al piede e alla schiena è dovuto soltanto alla radice L5 ancora molto infiamata, per cui mi ha prescritto ancora per 15 giorni Orudis 200 mg. retard e per 30 giorni Lyrica, due volte al giorno. Purtroppo, queste cure non mi hanno fatto molto effetto, sicché il chirurgo mi ha prescritto una risonanza magnetica.
Ciò che vorrei chiederle è questo: siccome la risonanza non la farò prima di due–tre settimane, ha senso, secondo lei, oltre a praticare del nuoto, sottopormi a un ciclo di massaggi, più tens o ultrasuoni? Oppure fare delle mobilizzazioni del rachide lombare, visto che esso è davvero molto rigido? O ancora, combattere l’infiammazione con punture paravertebrali di ozono? Devo ammettere che in questi ultimi due giorni la situazione è lievemente migliorata, credo per via dell’uso delle scarpe MBT, che non so se lei conosce, ma consentono di mantenere una postura più corretta.
Le sarei grato se mi rispondesse. Intanto la saluto cordialmente.
Andrea
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Dr. Andrea Seghedoni Neurochirurgo, Medico di medicina manuale, Perfezionato in medicine non convenzionali 229 14
Un saluto

Mi dispiace, non ho potuto risponderle prima in quanto non mi sono connesso per lungo tempo.

Al momento le posso solo dare un saluto e augurarmi che le sue tribolazioni per quel nervo siano passate; o per lo meno ridotte.


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Utente
Utente

Gentile dottor Seghedoni,

la ringrazio per avermi comunque risposto, anche se con ritardo, del resto giustificatissimo. La mia situazione purtroppo non è affatto migliorata. Continuo ad avvertire un gran mal di schiena-rigidità – in certi momenti, ho l’impressione che me l’abbiano segata –, e formicolio–bruciore alla pianta del piede dx. Ho fatto una RMN, il cui esito è questo che riporto:

ESITI DI INTERVENTO DI ASPORTAZIONE DI ERNIA DISCALE a L4–L5 Dx. Attualmente è presente rimaneggiamento postchirurgico con tessuto fibrovascolare che interessa le regioni epidurale e il tratto prossimale della radice di L5.
La precocità del follow-up non consente di esprimere giudizi sul rale stato del focolaio chirurgico e sulla eventuale presenza di recidive o residui nucleari. Esiste in realtà un piccolo focolaio ipointenso nel contesto della cicatrice, meglio visibile dopo il contrasto, sulla cui natura è difficile esprimere un giudizio di certezza.
Invariato il resto.

Il neurochirurgo che mi ha operato, dopo aver esaminato la RMN, ha detto che l’intervento è perfettamente riuscito, e che l’esito cicatriziale sparirà col tempo. Nel frattempo mi ha prescritto un ciclo di 10 punture paravertebrali di ozonoterapia, dopodiché fisioterapia di tipo Mezieres.
Io ho cominciato uno e l’altra ma, visto che i miei dolori non accennavano a sparire, ho di nuovo scritto su Medicitalia, e un altro medico che, come lei, mi aveva risposto, il dottor Massimiliano Pulidori, si è preso a cuore il mio caso, tanto che ha richiesto via mail le immagini della RMN, dopodiché mi ha detto che, a suo parere, non c’è recidiva ma soltanto esito cicatriziale, e che il disco L5 S1 è molto mal messo, avendo una degenerazione MODIC di tipo II, il che non so cosa voglia dire, ma non mi suona molto bene.
Il dottor Pulidori mi ha comunque proposto di sottopormi a una procedura di neurolisi endoscopica e discolisi con 02 03, il che dovrebbe permettermi di risolvere la mia sintomatologia. Quando ho letto della degenerazione MODIC di tipo II, le confesso che, pur essendo ignorante in materia, ho pensato subito a un possibile intervento si stabilizzazione dinamica.
Ad ogni modo, come ho avuto modo di scrivere al gentilissimo dottor Pulidori in una mail, credo che fra pochissimi giorni gli chiederò un appuntamento e andrò da lui, a Firenze, a fare una visita e a mettermi in lista per l’intervento. Qui, nella mia città, a Genova, non mi fido più di nessuno, mentre su MediciItalia ho trovato grandissima disponibilità e competenza. Mi auguro che a queste qualità si aggiunga una grande bravura, poiché non le nascondo che un po’, anzi parecchio timore di non venirne fuori, c’è.
Fino a qualche anno fa ero abituato a correre e a nuotare, e a stare seduto molte ore davanti al computer, visto che i miei interessi mi obbligano a far questo. Mentre recentemente, quando ho provato a nuotare, la situazione è peggiorata parecchio, e se sto seduto più di mezz’ora, i dolori cominciano a tormentarmi.
Questo, a grandi linee, il quadro della situazione. Mi scusi se mi sono un po’ dilungato.
Grazie ancora per il suo interessamento. Un suo parere sarà comunque ben accetto.
Cordiali saluti.
Andrea

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Dr. Andrea Seghedoni Neurochirurgo, Medico di medicina manuale, Perfezionato in medicine non convenzionali 229 14
Caro paziente.

Io mi fermo qua. Lei sta male nonostante l'intervento eseguito, ha gia sentito piu di um medico... è un paziente col quale deve parlare solo che poi si prenderà carico del suo problema. Dare indicazioni via mail trova il tempo che trova, mentre visitare, parlare, toccare la persona dà molte piu informazioni.
Pareri incompleti via mail possono solo peggiorare la confusione che lei, giustamente, ha.
Un saluto ed in bocca al lupo per tutto.