Ernia a disco
Salve, sono nuova a MEDICITALIA, ma sono preoccupata per mia madre, perciò vi scrivo per suo conto.
50 anni e normopeso.
Dieci anni fa ha scoperto, dopo essere rimasta bloccata con la schiena, un'ernia al disco in posizione L5S1, in seguito alla quale ha zoppicato per ben otto mesi. I vari specialisti in neurochirugia le avevano consigliato ozonoterapia e infitrazioni, ma non l'intervento , essendo ormai il nervo già leso.
In seguito alle terapie sopra citate, dopo gli otto mesi, ha condotto una vita normale e dignitosa, quando improvvisamente a luglio di quest'anno ha cominciato a percepire formicolii alla gamba sinistra, in corrispondenza del polpaccio per lo più, seguiti a bruciori e lei sostiene come sensazioni di elettricità. La sensazione di insensibilità si è protratta anche alla pianta del piede. Ad oggi, di mese in mese, le parestesie sono in aumento e il polpaccio si è notevolmente assottigliato.
Dopo i dovuti accertamenti, comprese le elettromiografie e risonanze, avendo escluso SLA E DISTROFIE, si è giunti alla conclusione che l'ernia sia peggiorata. Mi confermate che può essere dovuto a questo problema ? In tal caso, a cosa va incontro? Quanto preoccupa questo assottigliamento e da cosa dipende? Notiamo che il processo degenera sempre più, ora ha difficoltà anche a camminare, zoppicando evidentemente, ma non avverte acuirsi di dolori alla schiena, situazione questa che i medici hanno ritenuto per lo meno anomala.
Poiché inoltre due mesi fa in seguito all'assunzione di un farmaco, già più volte preso sin da piccolina , ( rocefin ) è andata in shock anafilattico e soltanto con l'adrenalina e il cortisone del 118 si è ripresa, ha sospeso il dicloreum per prendere semplici integratori alfalipoici, come il tionik.
Il farmaco sembrava darle sollievo almeno nei sintomi, ma dopo una ventina di giorni ha ricominciato a avvertire prurito e eruzioni cutanee in luoghi diversi del corpo e in momenti di volta in volta differenti, tanto che è stata costretta a sospendere il tionik e assumere il bentelan quando le reazioni erano insopportabili. Dopo mezz'ora dall'assunzione di bentelan, anche gli sfoghi sembrano andare via visivamente e il prurito affievolirsi, ma riprende ormai con sempre più frequenza, nonostante aver sospeso ormai da 10 giorni il tionik.
Ci chidevamo se può essere dovuto questo episodio al tionik e se vi è in tal caso un sostituto alternativo che possa aiutarla nella sua patologia.
La gamba la disturba molto, ma i medici sembra abbiano paura a somministrarle qualsiasi tipo di farmaco.
Se non fosse dovuto al tionik potrebbe continuare nell'assunzione nonostante i fastidi cutanei?
Consigliate l'ipotesi di un intervento? Grazie mille e scusate infinitamente.
50 anni e normopeso.
Dieci anni fa ha scoperto, dopo essere rimasta bloccata con la schiena, un'ernia al disco in posizione L5S1, in seguito alla quale ha zoppicato per ben otto mesi. I vari specialisti in neurochirugia le avevano consigliato ozonoterapia e infitrazioni, ma non l'intervento , essendo ormai il nervo già leso.
In seguito alle terapie sopra citate, dopo gli otto mesi, ha condotto una vita normale e dignitosa, quando improvvisamente a luglio di quest'anno ha cominciato a percepire formicolii alla gamba sinistra, in corrispondenza del polpaccio per lo più, seguiti a bruciori e lei sostiene come sensazioni di elettricità. La sensazione di insensibilità si è protratta anche alla pianta del piede. Ad oggi, di mese in mese, le parestesie sono in aumento e il polpaccio si è notevolmente assottigliato.
Dopo i dovuti accertamenti, comprese le elettromiografie e risonanze, avendo escluso SLA E DISTROFIE, si è giunti alla conclusione che l'ernia sia peggiorata. Mi confermate che può essere dovuto a questo problema ? In tal caso, a cosa va incontro? Quanto preoccupa questo assottigliamento e da cosa dipende? Notiamo che il processo degenera sempre più, ora ha difficoltà anche a camminare, zoppicando evidentemente, ma non avverte acuirsi di dolori alla schiena, situazione questa che i medici hanno ritenuto per lo meno anomala.
Poiché inoltre due mesi fa in seguito all'assunzione di un farmaco, già più volte preso sin da piccolina , ( rocefin ) è andata in shock anafilattico e soltanto con l'adrenalina e il cortisone del 118 si è ripresa, ha sospeso il dicloreum per prendere semplici integratori alfalipoici, come il tionik.
Il farmaco sembrava darle sollievo almeno nei sintomi, ma dopo una ventina di giorni ha ricominciato a avvertire prurito e eruzioni cutanee in luoghi diversi del corpo e in momenti di volta in volta differenti, tanto che è stata costretta a sospendere il tionik e assumere il bentelan quando le reazioni erano insopportabili. Dopo mezz'ora dall'assunzione di bentelan, anche gli sfoghi sembrano andare via visivamente e il prurito affievolirsi, ma riprende ormai con sempre più frequenza, nonostante aver sospeso ormai da 10 giorni il tionik.
Ci chidevamo se può essere dovuto questo episodio al tionik e se vi è in tal caso un sostituto alternativo che possa aiutarla nella sua patologia.
La gamba la disturba molto, ma i medici sembra abbiano paura a somministrarle qualsiasi tipo di farmaco.
Se non fosse dovuto al tionik potrebbe continuare nell'assunzione nonostante i fastidi cutanei?
Consigliate l'ipotesi di un intervento? Grazie mille e scusate infinitamente.
[#1]
Gentile ragazza,
la storia di Sua madre avrebbe un pò dell'assurdo se tutto quello che ci racconta dovese essere vero.
Vediamo di caprci qualcosa:
Gli viene diagnosticata un'ernia del disco in L5-S1 in prossimità della quale nascono le radici nervose che "vanno" a formare i nervi degli arti inferiori che "fanno funzionare" i muscoli .
Non avendo a disposizione le immagini non posso pronunciarmi se l'intervento andava eseguito già allora.
Ma se Lei ci dice che <zoppicava vistosamente> (verosimilmente perché aveva dolore o anche una diminuzione della forza muscolare), mi chiedo come chi l'ha avuta in cura per ben otto mesi non abbia fatto nulla di serio per curarla.
Poi Lei dice che, giunta all'osservazione di neurochirurghi (quindi dopo otto mesi), questi non hanno ritenuto indicato l'intervento perché il nervo, schiacciato dall'ernia, era danneggiato.
Sarebbe interessante sapere su quale base sia stata formulata questa diagnosi. Furono fatte delle elettromiografie?
Quand'anche ciò fosse vero, aver lasciato comunque la compressione, certamente la funzionalità del nervo non poteva migliorare, mentre la sua decompressione (danneggiato o no) avrebbe evitato ulteriori aggravamenti.
E questi aggravamenti, sempre secondo il Suo racconto, si sono verificati: l' <assottigliamento> (ipotrofia) del polpaccio sta a dimostrarlo.
Sono stati prescritti e fatti assumere farmaci inutili che non hanno apportato alcun beneficio (e non potevano apportarlo), permettendo che il danno alla radice (e al polpaccio) si aggravasse.
Lei scrive ancora che Sua mamma zoppica vistosamente, <ma non avverte acuirsi di dolori alla schiena, situazione questa che i medici hanno ritenuto per lo meno anomala.>
Anomala? E perché mai? Il mal di schiena può essere regredito o diminuito per vari motivi, ma la sintomatologia più eclatante è che il nervo è sofferente e i muscoli della gamba interessati stanno perdendo la loro funzionalità
Ora, a distanza e senza una valutazione clinica, non posso confermare (seppur intuibile) la necessità di intervenire chirurgicamente che, qualora questa ci fosse, la possibilità di un recupero funzionale della gamba, in un tempo più o meno lungo con cicli di fisioterapia, potrebbe essere concreta.
Cordialmente
la storia di Sua madre avrebbe un pò dell'assurdo se tutto quello che ci racconta dovese essere vero.
Vediamo di caprci qualcosa:
Gli viene diagnosticata un'ernia del disco in L5-S1 in prossimità della quale nascono le radici nervose che "vanno" a formare i nervi degli arti inferiori che "fanno funzionare" i muscoli .
Non avendo a disposizione le immagini non posso pronunciarmi se l'intervento andava eseguito già allora.
Ma se Lei ci dice che <zoppicava vistosamente> (verosimilmente perché aveva dolore o anche una diminuzione della forza muscolare), mi chiedo come chi l'ha avuta in cura per ben otto mesi non abbia fatto nulla di serio per curarla.
Poi Lei dice che, giunta all'osservazione di neurochirurghi (quindi dopo otto mesi), questi non hanno ritenuto indicato l'intervento perché il nervo, schiacciato dall'ernia, era danneggiato.
Sarebbe interessante sapere su quale base sia stata formulata questa diagnosi. Furono fatte delle elettromiografie?
Quand'anche ciò fosse vero, aver lasciato comunque la compressione, certamente la funzionalità del nervo non poteva migliorare, mentre la sua decompressione (danneggiato o no) avrebbe evitato ulteriori aggravamenti.
E questi aggravamenti, sempre secondo il Suo racconto, si sono verificati: l' <assottigliamento> (ipotrofia) del polpaccio sta a dimostrarlo.
Sono stati prescritti e fatti assumere farmaci inutili che non hanno apportato alcun beneficio (e non potevano apportarlo), permettendo che il danno alla radice (e al polpaccio) si aggravasse.
Lei scrive ancora che Sua mamma zoppica vistosamente, <ma non avverte acuirsi di dolori alla schiena, situazione questa che i medici hanno ritenuto per lo meno anomala.>
Anomala? E perché mai? Il mal di schiena può essere regredito o diminuito per vari motivi, ma la sintomatologia più eclatante è che il nervo è sofferente e i muscoli della gamba interessati stanno perdendo la loro funzionalità
Ora, a distanza e senza una valutazione clinica, non posso confermare (seppur intuibile) la necessità di intervenire chirurgicamente che, qualora questa ci fosse, la possibilità di un recupero funzionale della gamba, in un tempo più o meno lungo con cicli di fisioterapia, potrebbe essere concreta.
Cordialmente
[#2]
Utente
Salve dottore, la ringrazio per la risposta tempestiva. Purtroppo la storia da me racconta é tutta vera, 10 anni fa, diverso neurochirurghi che l’hanno visitata, sulla base di elettromiografie, hanno consigliato di aspettare per l’intervento perché ormai ‘ il danno era già stato fatto, la riuscita dell’intervento non era certa e non ci sarebbe stata alcuna conseguenza peggiore di quella’, dissero. Ma le conseguenze si sono verificate dopo. All’inizio, dopo otto mesi da quel giorno ,grazie a infiltrazioni e ozonoterapia si è rimessa, camminava tranquillamente e avvertiva solo dolore alla schiena. Ma ora che sono passati 10 anni il problema si ripresenta con le caratteristiche che le ho menzionato. Per altro, ormai sconsigliano ogni tipo di terapia farmacologica per via del suo shock anafilattico. Il suo medico di base aveva intenzione di prescriverle un certo Lyrica. Lei ritiene possa funzionare? A proposito del tionik, poi, pensa il farmaco possa averle creato questa specie di orticaria che la disturba? Non ha nessuna utilità per la sua patologia? Io la ringrazio tanto; ad ogni modo , risolto il problema dell’allergia da un Allergologo, forse sarà meglio consultare un altro neurochirurgo ij zona, ancora mille grazie
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.3k visite dal 01/12/2017.
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L'allergia è una reazione immunitaria eccessiva di fronte a una sostanza (allergene) innocua per molti. Gli allergeni più frequenti e le forme di allergie.