Intervento di microdiscectomia per ernia discale l5-s1 in seguito a deficit motorio e parestesie dol

Gentili dottori,
Sono un uomo di 35 anni e sono qui per raccontarvi il mio calvario e per trovare, eventualmente, delle risposte alle mie domande. Ho una lunga storia di lombosciatalgia per la presenza di grossa ernia lombare L5-S1 diagnosticata tramite risonanza magnetica circa 10 anni fa. Ho convissuto per anni con il dolore che mi ha costretto, nelle fasi acute, all'impossibilità di qualsiasi tipo di movimento per giorni e giorni. L'ultimo episodio si è verificato circa 15 giorni fa in seguito ad un grosso sforzo fisico (ho dovuto affrontare un trasloco). Ho trattato la fase acuta con iniezione di voltaren che mi ha dato un immediato quanto estemporaneo sollievo dal dolore. Terminata la fase acuta peró mi sono accorto di una lieve parestesia al piede destro alla quale non ho dato molto peso credendo che nel giro di qualche ora (o qualche giorno) sarebbe sparita da sola. Da lì in poi, é cominciato il mio calvario. Dopo qualche giorno non solo la parestesia non era sparita ma andava gradualmente accentuandosi, irradiandosi alla parte posteriore della gamba destra, alla zona inguinale destra, al perineo e ai genitali con un forte fastidio al pene. Allarmato da questa situazione ho provato, perdonate la franchezza, a masturbarmi per capire se effettivamente riscontravo un qualche tipo di deficit di potenza sessuale. Il risultato é stato disastroso. Mi sono accorto che non solo sussisteva tale deficit, ma che anche l'eiaculazione risultava difficoltosa ed estremamente fastidiosa. L'orgasmo risultava come attutito e incompleto e sussisteva la sensazione di insensibilità del l'organo genitale. Come se non bastasse, ho cominciato ad avere anche problemi di ritenzione urinaria e deficit di forza del piede destro (con dolore neuropatico associato). Estremamente spaventato, il giorno dopo mi sono precipitato in pronto soccorso e, dopo 24 ore di estenuante attesa, sono stato visto da un neurochirurgo il quale, a seguito di consulto con altri colleghi, ha deciso che era il caso di operare con relativa urgenza. Sono stato sottoposto ad intervento di microdiscectomia circa 5 giorni fa. A detta dei medici l'intervento è andato bene, ma da quando sono stato dimesso ho l'impressione che le cose non abbiano fatto che peggiorare. Il dolore e il deficit motorio al piede e le parestesie sono aumentate di intensità. I problemi urogenitali sono andati di pari passo, nel senso che peggiorano di giorno in giorno. Ovviamente mi é stata prescritta una terapia farmacologica e, dopo un periodo di 3 settimane di riposo, una terapia riabilitativa fisioterapica. Ora, capisco che é trascorso davvero pochissimo tempo dall'intervento e che è troppo presto per tirare delle conclusioni, ma mi premeva chiedervi se é normale che immediatamente dopo l'operazione i sintomi si accentuino invece di regredire e soprattutto se devo credere al fatto che sia andato tutto bene. Qualora fosse necessario posso allegare referti e valutazioni varie. Grazie mille. Cordialmente.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Egregio signore,
per poter rispondere ai Suoi legittimi dubbi è necessario consultare la documentazione clinica, comprese soprattutto le immagini della RM preoperatoria.
Persistendo i disturbi che Lei riferisce, sarebbe il caso di sottoporsi, con urgenza, a esame di RM anche se è trascorso poco tempo dall'intervento.
Ne parli con chi l'ha operato.

Ci faccia sapere

Una buona giornata.
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Utente
Utente
Gentilissimo Dottor Migliaccio,
Intanto La ringrazio infinitamente per la celere risposta.
Purtroppo mettersi in contatto con il chirurgo del pronto soccorso che mi ha operato non è cosa facile. Sono riuscito a mettermi in contatto solo con il reparto di neurochirurgia e mi hanno detto di andare lì domattina alle 8 e mezza. Nell'attesa volevo chiederLe se c'è qualcosa che posso fare per il dolore neuropatico che da ieri sera non mi da tregua. Stanotte intorno alle 2:00 ho assunto una pasticca di tachipirina 1000 che mi era stato consigliato di prendere solo in caso di dolore acuto ma non ha sortito alcun effetto. E poi volevo chiederLe se in base alla sua esperienza è possibile che l'acutizzarsi dei sintomi nei giorni immediatamente successivi all'intervento sia
un campanello d'allarme o se rientri in qualche modo nella normalità. Perdoni la petulanza ma sono davvero spaventato dall'aggravarsi dei sintomi. Certo di una Sua esaustiva risposta, Le porgo cordiali saluti.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
La ringrazio per gli apprezzamenti, ma non posso dare una risposta esaustiva a distanza né prescrivere dei farmaci, tra l'altro proibito dalla Legge.
Domani senta cose Le dice il collega neurochirurgo e poi, se crede, mi faccia sapere.

Cordialmente
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Utente
Utente
Gentile Dottor Migliaccio buongiorno. Come d'accordo La aggiorno sull'esito dell'incontro di stamattina con il neurochirurgo. Tra l'altro sono riuscito a farmi vedere direttamente dal primario di neurochirurgia che so essere uno stimato professionista a livello nazionale. Il dottore mi ha prescritto per la terapia del dolore neuropatico il lyrica 75 mg. Devo assumere una compressa al giorno per 7 giorni e poi implementare a due compresse al giorno fino ad un mese qualora il dolore non cessasse prima. Inoltre ha incrementarono la terapia cortisonica per ulteriori 6 giorni. Mi premeva chiederLe se lei la ritiene una terapia valida per il trattamento del dolore disestesico. Inoltre Le vorrei chiedere se in base alla sua esperienza tale dolore puó comparire come relativamente normale decorso post-operatorio. Un'ultima domanda che mi preme farLe è se il sintomo noto come "anestesia a sella unilaterale" é esclusivo della sindrome della cauda equina o se puó compare anche in seguito a patologia meno invalidante come una radicolopatia da ernia discale. Certo di una sua celere ed esaustiva risposta, La ringrazio e Le porgo cordiali saluti.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Assuma pure la terapia prescritta , ma una RM gliela consiglierei, soprattutto perché Lei riferisce un aggravamento dei sintomi dopo l'ultimo intervento.
Se poi è presente "anestesia a sella unilaterale", che è un sintomo della sindrome della cauda, (emi-sindrome della cauda) l'accertamento è più che urgente.
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Utente
Utente
Gentile dottore grazie per la celere risposta. I chirurghi erano a conoscenza della sintomatologia da anestesia a sella già prima dell'intervento, per questo si sono
decisi per un intervento d'urgenza. Per questo Le chiedevo se tale sintomo è "esclusivo" della cauda o puó comparire anche in altre patologie. Comunque tutto sommato l'unico sintomo ad essersi davvero aggravato é il dolore neuropatico (disestesico) al piede destro. Gli altri dopo l'intervento sono rimasti piú o meno stabili. Forse ho esagerato io nello scorso consulto a considerarli tutti aggravati. Dall'intrervento é trascorsa appena una settimana, puó considerarsi normale la stabilità dei sintomi visto il poco tempo trascorso? Ancora grazie mille.
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Utente
Utente
Salve Dottor Migliaccio. Data la Sua disponibilità mi premeva aggiornarLa sull'evoluzione dei sintomi e se mi è concesso porgerLe ancora qualche domanda. Sembra che le cose stiano lentamente migliorando. La sensibilità è completamente ristabilita nella zona perineale, del gluteo e dell'inguine. Cosa che ragionevolmente mi permette di escludere l'anestesia a sella (scongiurando quindi il rischio di cauda). Sembra che un po' tutto il quadro sintomatologico stia progessivente migliorando. Con l'ausilio del lyrica il dolore neuropatico è decisamente piú sopportabile (anche se ancora persistente). I sintomi che sono rimasti piú o meno stabili sono la ritenzione unrinaria, la disfunzione erettile, i disturbi della sensibilità al piede e alla gamba e il deficit di forza. Volevo chiederLe se tutto questo rientri nella norma ad appena 10 giorni dall'intervento o se crede sia ancora il caso di effettuare una nuova RM. Ringraziandola ancora per la disponibilità, Le porgo cordiali saluti.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
E' difficile rispondere alle Sue domande. Il miglioramento della sensibilità può essere un sintomo di regressione della s.della cauda, ma gli altri deficit non la escludono.
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Utente
Utente
Capisco. Il referto post-operatorio del chirurgo parla di "radicolopatia S1 destra da ernia discale L5-S1 destra, trattata chirurgicamente". Quello che mi premeva sapere comunque é, qualora venisse esclusa la cauda, é normale la stabilizzazione dei sintomi a 10 giorni dall'intervento o avrei dovuto aspettarmi almeno una leggera regressione? Grazie ancora per la disponibilitá e per la celerità delle risposte.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Non so rispondere!
Da quanto dice la s. della cauda è presente.
Ed è difficile dire a distanza se è in fase di regressione.
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Utente
Utente
Salve Dottor Migliaccio. Volevo aggiornarla sulla situazione ad oltre un mese dall'intervento e porgerLe, se possibile, ancora qualche domanda. La situazione sintomatologica è nettamente migliorata. La ritenzione urinaria è quasi completamente rientrata così come tutti gli altri disturbi della zona urogenitale. persistono le parestesie (anche se vanno gradualmente affievolendosi) e il deficit di forza al piede che sto trattando con cicli di fisioterapia. Ad oltre un mese dall'intervento, però, è presente un gonfiore duro interno alla ferita (che è completamente rimarginata), non dolente. Volevo chiederLe se tale gonfiore è da considerarsi di normale decorso post-operatorio o se è il caso di indagarne la causa. Grazie mille, cordialmente.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Il gonfiore non è normale
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Utente
Utente
Salve gentili dottori. Avrei un paio di domande da porre. Sto trattando il deficit di forza al piede (il referto del chirurgo dice: live deficit del popliteo esterno). Da un paio di giorni ho cominciato anche l'elettrostimolazione,che non so per quale motivo inizialmente la terapista non voleva farmi fare. Ora, la domanda è questa: siccome ci sono due tipi di stimolazione, ovvero quella per i nervi e quella per i muscoli, nel mio caso specifico, cosa conviene stimolare? conviene alternare la stimolazione per entrambi (magari un giorno uno e un giorno l'altro) o conviene concentrarsi su uno dei due aspetti? poi volevo chiedere: c'è qualcosa che posso itegrare alla fisioterapia? grazie a chi mi risponderà. cordialmente.
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Utente
Utente
Gentili dottori, volevo chiedere dei pareri a distanza di quasi 3 mesi dall'intervento (circa 80 giorni). Ho cominciato il 3° ciclo di fisioterapia. sono ormai alla 21° seduta. non ho notato sostanziali miglioramenti nel deficit di forza al piede. le parestesie vanno lentamente migliorando, ma ho più o meno le stesse difficoltà di prima a stare sulle punte. mi chiedo: a distanza di 3 mesi non avrei dovuto notare dei sostanziali miglioramenti? o è ancora troppo presto? molti sostengono che possono volerci anche svariati mesi (6 o 7) per cominciare a notare dei sostanziali miglioramenti. da qualche seduta sto integrando agli esercizi anche delle sedute di elettrostimolazione. volevo chiedere, in caso di deficit del popliteo esterno, quali sono i gruppi muscolare che devono essere stimolati? perchè ho come l'impressione che la terapista non ne abbia idea e stimoli gruppi muscolari un po' a caso. Vi sarei grato se poteste fornirmi queste delucidazioni. cordialmente.
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