Perdita di sensibilità ai piedi a seguito di sforzo.

Buongiorno.
Sono già stato operato tempo fa, discectomia L4-L5 e L5-S1 per ernie discali.
L'intervento non ha dato subito i risultati sperati (anzi) ma grazie ad una lunga e faticosa ripresa e terapie quali l'ozonoterapia e il nuoto erano ormai un paio di anni che potevo ritenermi abbastanza in salute.
Purtroppo il 31 luglio scorso la caduta improvvisa di un oggetto molto pesante e l'istintiva reazione a sorreggerlo per evitare che cadesse danneggiandosi mi ha provocato un dolore breve ma intenso alla schiena che, devo dire, passato quasi subito dopo.
Purtroppo però il mattino seguente mi sono svegliato con la gamba sinistra completamente addormentata ed era una sensazione che non provavo più da tanto, e sono molto preoccupato oltre che profondamente pentito.
Preciso di non avere alcun dolore alla schiena, cammino dritto e volendo mi piego senza alcun problema, c'è solo questa fastidiosa parestesia a sinistra, come se il nervo fosse stato schiacciato o lo fosse ancora, molto strano poi il fatto che quando sono a letto il fenomeno aumenta e soprattutto si sposta a sinistra e a destra in base alla mia posizione.
Ho provato con antinfiammatori e perfino con qualche infiltrazione di ozono dal medico che mi ha curato la prima volta e dopo i primi apparenti miglioramenti ieri sera la gamba mentre passeggiavo si è addormentata completamente dandomi la sensazione di camminare sull'ovatta.
A questo punto penso sia successo qualcosa di veramente "serio" e l'assenza di dolore non mi conforta più, sicuramente dovrò fare un RM ma nel frattempo chiedo, in assenza totale di dolore lombare, un'ernia eventualmente espulsa, con materiale discale "libero" (è questo il mio sospetto), è mai possibile che non provochi dolore ma solo parestesie tra l'altro altalenanti? Potrebbe trattarsi piuttosto di una infiammazione locale che a seguito della temporanea compressione ora coinvolta il nervo sciatico provocando il fenomeno?
Se invece la RM confermasse l'espulsione di materiale discale (prego non sia così), visto che sono già stato operato, quale speranza ho di risolvere questo problema visto che l'allora chirurgo mi disse chiaramente che solo un pazzo avrebbe rimesso mano li dov'era già stato effettuato un intervento? Sono condannato per sempre? Quali rischi corro?
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.6k 358
Egregio Utente,
dal suo resoconto appare abbastanza evidente che lei stia presentando un deficit di tipo sensitivo da verosimile coinvolgimento radicolare. Quale ne sia la patogenesi è da accertarsi con la RM; più di una ipotesi potrebbe essere formulata (come ad esempio aderenze periradicolari o anche una recidiva erniaria) per cui non sarebbe una cattiva idea eseguire parallelamente alla RM anche un esame elettromiografico agli arti inferiori.
Cordialmente

Dott. Mauro Colangelo, Neurochirurgo/Neurologo
maurocolang@gmail.com
www.colangeloneurologo.it

[#2]
Utente
Utente
Salve dottore e grazie per la sua risposta.
Ho eseguito nel frattempo un esame neurologico il cui esito è l'evidente perdita di sensibilità periferica limitata (o più accentuata) alle sole estremità del piede sinistro, con varie sensazioni anomale (come formicolii o punture) che coinvolgono l'intero piede.
Nessuna diminuzione nella forza al momento, nessuna sciatalgia che si possa definire tale.
L'ipotesi di chi mi ha visitato è che oltre allo schiacciamento percepito durante lo sforzo, ci sia tutt'ora una compressione che insiste su qualche radice verosimilmente legata ad edema, ottimisticamente si rifiuta per ora di considerare la presenza di ernia discale, "non staresti così" ha detto e spero tanto abbia ragione.
Resta sempre molto strano il fatto che girandomi nel letto, le percezioni anomale si trasferiscano o coinvolgano l'altro piede, e in maniera anche piuttosto rapida, mentre non ho alcun beneficio (o quasi) dall'uso anche prolungato della panca gravitazionale.
Per ora mi hanno fatto trattare con tre fiale di cortisone e vitamine B1+B6+B12 che ancora assumo, inoltre (di testa mia) sto associando la L-Acetilcarnitina in bustine (ne ricordo i benefici avuti in passato anche se non immediati ne miracolosi).
Sto cercando di praticare nuoto (almeno una volta a settimana) e devo dire che ne ricavo un apprezzabile beneficio generale, comunque poco duraturo.
Per ora mi è stato detto di attendere l'esito di questa curetta.
Al termine di questa fase, meglio se con l'esito di una RM, aggiornerò questo consulto.
Grazie ancora.
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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.6k 358
Mi informi pure dell'esito.
Cordiali saluti
[#4]
Utente
Utente
Salve dottore.
E' già passato un po di tempo e a parte l'elettromiografia ho la storia clinica e la RM.
Tutto questo periodo l'ho trascorso tra alti e bassi, in alcuni momenti ho pensato addirittura si fosse risolto perché la sensibilità pareva parzialmente tornata.
Poi ho cominciato ad avere delle sensazioni di punte di spillo e addirittura di bruciore, come sui carboni ardenti.
A quel punto mi è stato dato il Lyrica e Neuraben a cui ho affiancato il Nicetile (già preso in passato).
Sintomi attenutati ma sempre presenti.
Ho quindi fatto la RM.
---REFERTO:
"Rettilineizzata la fisiologica lordosi lombare.
Esiti chirurgici nel tratto L4-S1.
Ernia discale posteriore mediana e paramediana sinistra, a livello dello spazio intersomatico L4-L5 che
impronta la superficie ventrale del sacco durale.
Ernia discale posteriore mediana e paramediana sinistra, a livello dello spazio intersomatico L5-S1 che
impronta la superficie ventrale del sacco durale.
Assenza di ulteriori significative immagini da riferire a protrusioni discali o ernie.
Segni di degenerazione dei dischi intersomatici L4-L5 e L5-S1.
Canale vertebrale di ampiezza regolare.
Note di artrosi somatica ed interapofisaria.
Cono midollare a L1."
---FINE---
Domattina stessa ho intenzione di prenotare una elettromiografia.
Poi un Week End intenso di lavoro al computer ed è cominciata la "debolezza all'arto sinistro" ed è comparsa parestesia all'arto destro, prima esente da evidenti problemi.
Sono stato quindi consigliato di fare un consulto neurochirurgico, il che avrebbe significato quasi certamente il ritorno sul lettino operatorio, a quel punto mi sono rivolto ad un luminare della terapia del dolore che aveva risolto tempo fa i miei sintomi post-operatori con un recupero direi più che soddisfacente.
Pare io abbia un frammento di ernia (L5-S1) a sinistra che comprime totalmente il nervo a sinistra, il frammento è parzialmente staccato a quanto ho capito e non si tratterebbe di materiale discale poiché il disco è praticamente vuoto (tutto nero) ma si tratterebbe del materiale residuo (verosimilmente l'anulus devo concludere) che sarebbe stato danneggiato dalla fortissima compressione e che avrebbe causato praticamente il collasso del disco (se non già presente prima).
A destra nulla di evidente dalla RM ma non spiegherebbe la comparsa della parastesia al piede destro (L4-L5 comprime un poco ma pare ci sia ancora spazio).
La cosa che mi ha sorpreso è che abbia dato per scontato che la perdita di sensibilità resti (la compressione alla parte sensitiva pare dunque non risolvibile?).
Al momento ha intenzione di praticare Ozono paravertebrale (ma che vi assicuro, in fase di somministrazione, la sensazione arriva fino alla punta dell'alluce) ma non so se questa tecnica sia in grado di risolvere il mio particolare problema (frammento).
Inoltre temo per i tempi (una infiltrazione a settimana) e di conseguenza per eventuali danni alla mielina e di dover convivere con i "carboni ardenti" fino alla mia fine, anche questa "progressiva" diminuzione di forza non è rassicurante.
Poi in base agli esiti è probabile che decida di praticare una o più l'infiltrazioni sotto controllo radiografico (spero indicato nel mio caso).

DOMANDE:
Esistono delle tecniche per "rimuovere" quel frammento senza "aprire" necessariamente la schiena?
Esistono tecniche percutanee per "riempire" quello spazio intervertebrale e distanziare così di qualche millimetro o centimetro sufficiente a decomprimere il nervo e a dargli il tempo necessario per il recupero (se ancora possibile)?
L'intervento classico Invece può essere oggettivamente la strada più idonea? Considerando poi che io ho già subito un intervento, che ho aderenze, esiti di intervento, quali rischi si corrono? Quali i tempi effettivi di ripresa nel caso scegliessi questa strada?
[#5]
Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo 6.6k 358
Egregio Utente,
dare una risposta alle sue più che legittime domande implica avere visione diretta delle immagini della RM nonché un riscontro clinico diretto. Quel che posso consigliarle è di eseguire un BUON esame EMG e di recarsi quindi da un Neurochirurgo che si faccia carico di tutta la problematica.
Cordiali saluti