Emorragia capsulo-nucleare con edema esteso

Buongiorno dottori,
Mia suocera di 59 anni è stata colpita 15 giorni fa da ictus emorragico. Tempestivamente soccorsa, è arrivata in ospedale incosciente e con paralisi lato sinistro. Dopo 2 ore di terapia, in una fase semicomatosa riusciva a rispondere alle domande e a muovere con difficoltà il lato sinistro. Decidono di spostarla in terapia intensiva, per garantire neuroprotezione in quanto soggetto critico. La tac mostrava emorragia 3×5 cm capsulo-nucleare non operabile in quanto in profondità. In coma farmacologico, dopo 8 giorni effettuano tracheotomia e tentano il risveglio, ma una nuova tac mostra un "edema" bilaterale esteso intorno all emorragia con spostamento della mediana. Pertanto, la risedano, anche in virtù di uno stato agitativo, e continuano ad oggi con terapia per contrastare l edema. Il paziente è un soggetto obeso ma tutti i parametri dicono che sono nella norma ( pressione 130/80 e febbre che sale la sera fino ad un massimo di 38 ma non sempre). La terrano così fino alla prossima tac prevista fra qualche giorno.
Noi siamo in ansia per l edema che si è formato e soprattutto perché dopo 15 gg di trattamento non migliora neanche un po e siamo preoccupati per i danni che questa situazione può portare. Vorremmo un vostro parere in merito alla terapia da effettuare in questi casi ( lasics e mannitolo è quello che fanno) e se può capitare che sotto terapia l edema non si riduce.

Grazie mille
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Gentile signora,
credo che Sua suocera sia seguita adeguatamente in Terapia Intensiva. Per tentare di ridurre l'edema i farmaci cui si riferisce sono quelli indicati, ma anche altri provvedimenti come la sedazione e l'intubazione per la respirazione assistita.
A volte l'edema può non ridursi, ma su tale evenienza nessuno può pronunciarsi e tanto meno noi, a distanza,

Cordialità ed auguri
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Utente
Utente
Grazie per l attenzione dedicata e la tempestività. Ma qualora l edema non dovesse migliorare, si continua con la terapia intensiva per lungo tempo? L emorragia seppur minimamente sembra in regressione, ma la presenza dell edema contribuisce al danneggiamento delle cellule perché crea comunque una compressione? L altro dubbio è infatti se la presenza prolungata di un edema esteso danneggia allo stesso modo se ad essere esteso fosse invece un nucleo sanguigno.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Un edema può procurare dei danni certo, ma è presto per dirlo.
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Utente
Utente
Buongiorno dott.re,
Volevo aggiornare il consulto per riportare lo stato del paziente e chiedere un parere sui tempi di risveglio.
Sono 25 giorni che è ricovarata in terapia intensiva e inizia ad esserci qualche piccolo segnale positivo. Attualemente continua la terapia con antiedemigeni ed analgesici ma non è sedata. In un primo momento, ha reagito con un innalzamento eccessivo di pressione. Poi, giorni a seguire:
1) la febbre non le sale più da almeno 5 gg consecutivi. Non sapendo darle indicazioni sulla causa della febbre che ha avuto per 20 gg, la stabilizzazione della temperatura corporea puo essere un segnale che l edema si sta riducendo? L ultima tac risale a 9 gg fa;
2) la pressione è più o meno buona. Da un paio di giorni quando entrano i familiari e la chiamano lei apre gli occhi e rivolge lo sguardo in direzione della voce. Se le chiedono di muovere le palpebre o un dito lei lo fa. Appena sente le voci dei parenti le si alza la pressione, in maniera non preoccupante. Al momento non parla, può essere associato al fatto che ha ancora una dose eccessiva di sedativi che non sono stati ancora smaltiti? So che dipende dai casi, ma quanto tempo può volerci affinché una persona con elevato peso corporeo smaltisca una dose di sedativi somministrati per 20 gg?
Specifico che l ultima tac non mostrava segni di lesioni cerebrali alla sfera linguistica ovvero cognitiva. Però da allora sono passati 9 gg.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Sembra che ci sia un lento ma significativo miglioramento.
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