Ernia lombare L5S1
Gentile Dottore, sono una ragazza di 24 anni lavoro come infermiera. A causa di uno sforzo lavorativo ho cominciato ad accusare circa 2 mesi un dolore sordo alla gamba sx senza interessamento della schiena ma che con il passare dei giorni si faceva più forte tanto che mi costringe a rimanere a letto perché è l'unico modo per non sentire dolore. Intanto ho preso medrol cortisone per so è voltare/muscoli I.M senza avere alcun migliorento. Ho effettuato una risonanza magnetica : Riduzione del segnale in T2 dei dischi intersomatici L4 L5, L5S1 per fenomeni disidratativi. In corrispondenza dello spazio L5S1,su protusione fiscale posteriore ad ampio raggio, voluminosa ernia discale paranerodiana-laterale sinistra che impronta e comprime la radice di S1 di sinistra. A livello di L4 L5 protusione discale posteriore mediana e pre-foraminale destra. Alcune protusioni discali posteriori dorsale distali. Vorrei chiedere un vostro parere se la mia situazione richiede intervento chirurgico o potrei provare con una terapia conservativa? Grazie
[#1]
Due mesi sono già un considerevole periodo per poter dire quale debba essere il trattamento per una tale compressione; soprattutto se teniamo presente che già si è sottoposta a trattamenti alternativi (farmacologici).
Tuttavia, in assenza di deficit motori, Le consiglierei di indossare un corsetto semirigido durante la stazione eretta ed eseguire delle infiltrazioni (da due a quattro, massimo) in paraspinosa, in corrispondenza del forame di coniugazione al passaggio lombo-sacrale.
Se anche tali trattamenti non dovessero sortire gli effetti sperati, sarà gioco forza pensare all'intervento chirurgico.
Cordialmente.
Tuttavia, in assenza di deficit motori, Le consiglierei di indossare un corsetto semirigido durante la stazione eretta ed eseguire delle infiltrazioni (da due a quattro, massimo) in paraspinosa, in corrispondenza del forame di coniugazione al passaggio lombo-sacrale.
Se anche tali trattamenti non dovessero sortire gli effetti sperati, sarà gioco forza pensare all'intervento chirurgico.
Cordialmente.
Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311
[#5]
Cara Utente, considerata la Sua giovane età e la sua professione, se possibile tenderei ad evitare la chirurgia. Anche perché dalla Sua richiesta mancano all'appello alcuni dati fondamentali: -ha eseguito una adeguata Visita Specialistica? -ha fatto un esame elettromiografico degli arti inferiori?
In linea di massima concordo con quanto già suggeritoLe dal Collega Della Corte, con alcuni piccoli "distinguo": -attenzione all'ausilio del corsetto, la cui utilizzazione potrà essere presa in considerazione solo ed unicamente durante lo svolgimento del Suo (gravoso) lavoro: non lo indossi per periodi prolungati, perché tali supporti "mettono a riposo" la muscolatura che sostiene e supporta il rachide, peggiorando, alla lunga, la situazione; -già che sta indagando sulla Sua situazione, esegua anche un esame RX in carico della colonna e del bacino nonché una banale ma utilissimo esame baropodometrico: non ha idea di quante patologie disco-somatiche siano causate da un problema posturale! E l'essere umano non vive sdraiato...
-Assolutamente d'accordo che allo stato attuale le "manipolazioni" possano essere controindicate, resta un esteso margine di utilità di osteopatia e chiropratica nel post-terapia (medica, chirurgica o interventistica che sia): come in tutte le professionalità, esistono eccellenti chiropratici ed osteopati, intermedi ed improvvisati o francamente inattendibili. Ma questo, lo sappiamo bene, esiste anche tra i Chirurghi, i Radiologi Interventisti ed i Clinici....
-Tra la terapia medica e l'approccio chirurgico esiste una vasta scelta di possibilità intermedie: dalle "infiltrazioni" citate dal Collega, alla Nucleolisi discale TC o RX guidata, al trattamento TC o RX guidato delle Articolazioni interapofisarie, alla Neuromodulazione RF-pulsata....
Tutte tecniche e metodiche di appannaggio della Radiologia interventistica, che si eseguono ambulatorialmente o in regime di D.H. e che non controindicano o precludono, in caso di insuccesso o successo parziale, il successivo approccio chirurgico.
In linea di massima concordo con quanto già suggeritoLe dal Collega Della Corte, con alcuni piccoli "distinguo": -attenzione all'ausilio del corsetto, la cui utilizzazione potrà essere presa in considerazione solo ed unicamente durante lo svolgimento del Suo (gravoso) lavoro: non lo indossi per periodi prolungati, perché tali supporti "mettono a riposo" la muscolatura che sostiene e supporta il rachide, peggiorando, alla lunga, la situazione; -già che sta indagando sulla Sua situazione, esegua anche un esame RX in carico della colonna e del bacino nonché una banale ma utilissimo esame baropodometrico: non ha idea di quante patologie disco-somatiche siano causate da un problema posturale! E l'essere umano non vive sdraiato...
-Assolutamente d'accordo che allo stato attuale le "manipolazioni" possano essere controindicate, resta un esteso margine di utilità di osteopatia e chiropratica nel post-terapia (medica, chirurgica o interventistica che sia): come in tutte le professionalità, esistono eccellenti chiropratici ed osteopati, intermedi ed improvvisati o francamente inattendibili. Ma questo, lo sappiamo bene, esiste anche tra i Chirurghi, i Radiologi Interventisti ed i Clinici....
-Tra la terapia medica e l'approccio chirurgico esiste una vasta scelta di possibilità intermedie: dalle "infiltrazioni" citate dal Collega, alla Nucleolisi discale TC o RX guidata, al trattamento TC o RX guidato delle Articolazioni interapofisarie, alla Neuromodulazione RF-pulsata....
Tutte tecniche e metodiche di appannaggio della Radiologia interventistica, che si eseguono ambulatorialmente o in regime di D.H. e che non controindicano o precludono, in caso di insuccesso o successo parziale, il successivo approccio chirurgico.
Dr. Casimiro Simonetti
http://www.villastuart.it/i-nostri-medici/dottor-casimiro-simonetti?rq=simonetti
[#7]
Per la Sua giovane età.
Per la possibilità (bassa, ma esistente) di complicanze sempre esistenti in qualunque intervento chirurgico.
Per la necessità di una convalescenza ed una riabilitazione successive
Ma soprattutto perché nel frattempo, ossia negli ultimi 30 anni, sono state messe a punto tante ed efficacissime metodiche interventistiche che in una elevata percentuale di patologie discali sortiscono una efficacia pari se non superiore a quella della chirurgia, non sono gravate da complicanze, sono ripetibili, non precludono un approccio chirurgico in caso di insuccesso, non richiedono degenza né convalescenza.
http://www.si-infiltra.com/muscolo-scheletrica/
http://www.villastuart.it/medico_Casimiro_Simonetti
Per la possibilità (bassa, ma esistente) di complicanze sempre esistenti in qualunque intervento chirurgico.
Per la necessità di una convalescenza ed una riabilitazione successive
Ma soprattutto perché nel frattempo, ossia negli ultimi 30 anni, sono state messe a punto tante ed efficacissime metodiche interventistiche che in una elevata percentuale di patologie discali sortiscono una efficacia pari se non superiore a quella della chirurgia, non sono gravate da complicanze, sono ripetibili, non precludono un approccio chirurgico in caso di insuccesso, non richiedono degenza né convalescenza.
http://www.si-infiltra.com/muscolo-scheletrica/
http://www.villastuart.it/medico_Casimiro_Simonetti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.7k visite dal 24/03/2017.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.