ernia discale espulsa intraforaminnale dx L5S1

Buongiorno, circa 10 gg fa mi è stata diagnosticata tramite l'esecuzione di una RMN e a seguito di un ricovero dovuto all'insorgere di fortissimi dolori a partire dal gluteo/anca destra fino al piede (localizzandosi principalmente nella zona tibiale) una

ERNIA DISCALE IN SEDE INTRAFORAMINALE DESTRA CON MIGRAZIONE CRANIALE, con associata fissurazione focale dell'anulus fibroso in sede discale posteriore preforaminale omolaterale, in quadro di riduzione degenarativa dell'altezza e del contenuto idrico del disco intersomatico stesso. La lesione determina impegno del forame neurale destro con compressione e dislocazione craniale e posteriore della radice neurale L5 destra. Si segnalano alterazioni degenerative vertebrali con artrosi interapofisaria bilateralmente ed osteofitosi somatica marginale a destra in quadro di lieve deviazione sinistro convessa del rachide lombare.

Inizialmente l'ortopedico che mi ha preso in carico mi ha sconsiglisto di intervenire chirurgicamente in quanto l'intervento sarebbe stato molto invasivo.
Mi ha detto che avrebbe dovuto eseguire una laminectonia e distruggere parte della vertebra ed addirittura dell'articolazione e che alla mia età sarebbe stato meglio evitare una simile procedura.
Dopo 10 gg di ricovero ha cambiato idea, suggerendomi di intervenire il prima possibile per evitare danni permanenti al nervo.
Ho iniziato ad avere un lieve deficit motorio all'alluce dx (se viene tenuto premuto faccio fatica a sollevarlo) ed ho una riduzione dei riflessi nella parte interna del piede.
Ho letto sul vostro sito che esiste però un'altra tecnica chiamata CONTROLATERALE che risulterebbe essere molto meno invasiva di quella propostami che eviterebbe gli spiacevoli effetti collaterali della chirurgia tradizionale, come dolore cronico lombare o ridotta mobilità ( io faccio il massaggiatore e un simile esito sarebbe devastante).
Mi piacerebbe sapere se questa tecnica meno invasiva è applicabile al mio caso.
Vi ringrazio anticipatamente per la risposta.
Cordialmente
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Egr. signore,
non vedendo le immagini probabilmente non sarò esauriente nel rispondere. Comunque ci provo.
Dalla descrizione l'ernia sembrerebbe espulsa e con un frammento migrato verso l'alto rispetto alla fuoriuscita.
In tali casi è perentorio l'intervento chirurgico che non è per nulla invasivo e demolitivo come glielo hanno prospettato.
La tecnica neurochirurgica utilizza la metodica microchirurgica, ovvero l'uso del microscopio operatorio che permette di ridurre l'estensione della via di approccio, senza distruggere nessuna vertebra e nessuna articolare.

La tecnica cui Lei si riferisce non è indicata nel Suo caso.

Disponibile per eventuali ulteriori chiarimenti, invio cordiali saluti
[#2]
Utente
Utente
Egr:Dottor Migliaccio, innanzitutto la ringrazio per la risposta rapidissima. In effetti l'ernia è espulsa e dovrebbe essere posizionata come lei descrive (da ciò che ho cpaito durante i colloqui con i medici).
In effetti il medico che mi ha proposto l'intervento è un ortopedico e non un neurochirurgo, quindi probabilmente la tecnica di laminoartectomia è quella utilizzata dagli ortopedici.
Mi era stato spiegato che essendo L5S1 non c'era altro modo di accedervi se non quello di eliminare un processo spinoso laterale e parte dell'articolazione, con la prospettiva di inserire anche delle viti, se l'intervento fosse risultato più complicato del previsto.
La sua risposta mi rende più sereno rispetto al ricorso alla chirurgia in quanto un intervento così distruttivo, ho letto che potrebbe avere conseguenze drammatiche per il resto della vita, con possibile cronicizzazione delle dolenzie.
mi era stato anche detto che l'ozono terapia nel mio caso non servirebbe. E' d'accordo anche con questa affermazione?
Per il momento la ringrazio di cuore e mi riservo di consultarla di persona-
Cordialità
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
L'ozono terapia men che meno è indicata.
Ovviamente mi rendo disponibile, ma Lei non lasci passare molto tempo prima di decidere di consultare un neurochirurgo