Ernia discale L5-S1 recidiva

Buongiorno ho 28 anni (altezza 1.79, circa 88kg) e 4 anni fa mi sono sottoposto ad un intervento chirurgico per la rimozione di una ernia discale espulsa L5-S1 dato che la situazione non permetteva soluzione efficaci alternative.

A distanza di anno non ho più sofferto di dolori o problemi legati ad essa fino a pochi settimane fa quando il tutto è ricominciato con dolori alla schiena per poi mutare nel classico dolore acuto e insopportabile su tutta la gamba sinistra fino al piede.
Avendo passato più di un anno e mezzo di attesa per l'intervento conoscevo già bene la tipologia di dolore e ho provveduto subito a farmi scrivere una risonanza magnetica.

Il risultato è stato "A livello L5-S1, in riferiti esiti di pregressa microdiscectomia, si osserva ernia discale posteriore, sottolegamentosa, laterale-intraformaminale sinistra che impronta il sacco durale ed impegna il recesso laterale omolateralmente con compressione delle radici nervoso emergenti."

Ora la prima cosa che mi ha leggermente rincuorato è stato di non leggere la famosa parola "espulsa" che in passato non mi aveva apparentemente lasciato altra scelta che subire l'intervento, tuttavia mi trovo ora a non sapere bene cosa fare.
Rivolgermi ad un ortopedico e tentare con cure alternative, fisioterapia o quant'altro? Oppure tornare dal neurochirurgo per un secondo intervento? Può aver senso operare due volte nel giro di 4 alla stessa ernia?

Attualmente sto seguendo una terapia datami al pronto soccorso di iniezioni di Soldesam ogni 2/3 giorni e due volte al giorno del Palexia 50mg che in teoria dovrebbero aiutarmi a tenere i dolori a livelli sopportabili.
Come ovviamente capita in questi casi, ciò che tutti cerchiamo è di riuscire a poter tornare il prima possibile ad una vita decente e poter lavorare ma al tempo stesso so che non potrò andare avanti con iniezioni di cortisone per troppo tempo.

Chiedo pertanto aiuto a voi su quale potrebbe essere in questo momento a fronte di questa situazione il percorso migliore ed eventualmente una terapia più adeguata.

Grazie mille in anticipo.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.7k 398
Egr. signore,
pur nei limiti della consulenza on-line, sembra trattarsi di una ernia recidiva, il che può succedere anche a distanza di anni.
Che sia espulsa o non espulsa cambia poco ai fini di una indicazione chirurgica perché ciò che fa decidere l'intervento è la sofferenza delle radici nervose e il rischio di compromettere la funzionalità dei muscoli da esse dipendenti.
Vi sono ernie espulse che possono non dare dolore e piccole ernie contenute che comprimendo una radice producono una sintomatologia anche invalidante.

Senza veder le immagini e senza valutare eventuali deficit, pur iniziali, non mi è possibile indicare una terapia.

Perché non avrebbe senso rioperare allo stesso livello un'ernia che procura sintomi?
Se l'ernia c'è o dopo un giorno o dopo 4 anni da un primo intervento, dal punto di vista tecnico non pone alcun problema.

Cordialmente