Ernia discale espulsa, laterale sn, con associata discopatia a livello l4-l5

Circa 10gg fa durante la notte ho iniziato ad accusare fortissimi dolori in prossimità dell'anca sx. Provando dal alzarmi il dolore è aumentato non permettendomi di camminare, per arrivare in bagno ho dovuto gattonare.
La cosa strana è che la sera prima non avevo disturbi di alcuni tipo. Nelle settimane precedenti invece avevo avuto dei saltuari disturbi dietro al ginocchio sx e talvolta dei mal di schiena della durata di non più di due gg che passavano spontaneamente oppure applicando un pò di voltaren crema.
Dopo un ciclo di 10 iniezioni a base di miorilassante, toradol e cortisone (quest'ultimo determinante introdotto a partire dalla terza iniezione) il dolore acuto sembra essere scomparso. Ora permane un deficit nell'alzare il dorso del piede sinistro che non mi permette di stare sul tallone. Onestamente non ricordo se questo deficit era presente anche all'inizio del disturbo, anche se direi più no che sì.

Ad una settimana circa dall'inizio del disturbo ho fatto una RMN il cui referto è il seguente:
"Il canale vertebrale presenta morfologia e dimensioni normali.
Ernia discale espulsa, laterale sinistra, con associata discopatia degenerativa localizzata a livello L4-L5 con moderato effetto compressivo sulla tasca radicolare sinistra di L5 e sulla porzione laterale sinistra del sacco durale. Protrusione discale mediana con associata discopatia degenerativa a livello L5-S1 che non determina effetti compressivi significativi sulla faccia ventrale del sacco durale."

Ora che il dolore acuto è scemato mi muovo discretamente con un bustino lombare potendo anche uscire senza grossi problemi, mi sto organizzando per una visita da un neurochirurgo e nel frattempo avrei qualche domanda:
- Si consiglia riposo assoluto a letto indipendentemente dal fatto che non senta dolore oppure è possibile deambulare con un corpetto che sostiene la parte lombare della colonna come sto facendo?
- E' possibile eseguire degli esercizi di stretching molto leggeri per allentare le pressioni sul nervo e distendere i muscoli della schiena?
- Il deficit lamentato è necessariamente indicativo di intervento chirurgico oppure c'è possibilità che la cosa si risolva spontaneamente? Se si in che tempi?
- E' possibile che tale deficit permanga anche dopo aver rimosso la compressione?


Grazie anticipatamente
[#1]
Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
E' difficile dire se spontaneamente, sia pur lentamente, il deficit in atto possa risolversi.
Di norma il deficit tende a permanere anche perchè, mi sembra di capire, che la compressione, soprattutto quella a L4-L5, tenda a permanere; quindi la sofferenza radicolare rimane invariata, e quanto più dura la compressione, tanto meno c'è la possibilità di una regressione, sicuramente spontanea, ma soprattutto anche con un'asportazione chirurgica.
Voglio dire che l'indicazione ad intervenire mi appare cogente, anche se si tiene presente che la forza compressiva sui nervi si può aggravare estendendosi anche ad altre radici nervose arrivando all'altro arto, passando per i nervi che regolano le funzioni sfinteriali e di potenza.

Pur non avendoLa mai vista, nè aver mai visto le immagini rmn, penso che una valutazione specialistica/interventistica sia urgente.
Se ha piacere, dia pure ulteriori notizie.
Auguri cordiali.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: La Madonnina Milano-02/50030013
Le Betulle Appiano Gentile (Co) 031/973311

[#2]
Utente
Utente
Grazie,

quindi mi pare di capire riposo assoluto fino a consulto da organizzare prima possibile.
[#3]
Utente
Utente
Salve,

dall'ultimo aggiornamento ho consultato due specialisti in neurochirurgia che hanno confermato la necessità di intervenire dopo un ultimo tentativo con terapia a base di cortisone della durata di 10gg.
Attualmente riesco a camminare avendo smesso gli antinfiammatori e non rilevo un peggioramento del deficit.

Devo operarmi nei prossimi giorni, e mi trovo ad dover scegliere tra due approcci differenti degli specialisti che ho consultato:

Nel primo caso oltre a rimuovere l'ernia L4-L5 ben definita nella RMN si intende esplorare il nervo seguendo il suo corso verso il basso con impatto nella zona L5-S1. Questo ovviamente significa un intervento maggiormente invasivo con la garanzia di non lasciare nulla al caso avendo la certezza che il nervo sia completamente libero.

Nel secondo caso non si vede questa necessità di esplorare il nervo lungo il suo corso perché sintomo e deficit sono ben compatibili con l'ernia diagnosticata in L4-L5. Eventuale necessità di attività maggiormente invasive verrebbero presi in considerazione in fase operatoria.

Vorrei un vostro parere in merito.

Grazie
[#4]
Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 7.1k 247
Pur non conoscendo il Suo caso se non per quanto indicato per via e-mail, mi sento di suggerirLe la via meno invasiva possibile.
In linea di principio, prima si fa il trattamento chirurgico meno traumatico possibile; poi, se le cose proprio non vanno, si penserà a qualcosa di più importante. Tenga presente che un intervento maggiore comporta, comunque e sicuramente, maggiori effetti collaterali negativi.
Auguri cordiali e faccia pure sapere.
Cordialità.