Esa post aneurisma cerebrale (aiutatemi a capire se x la mia mamma c'è speranza)
Buonasera!
Sono una ragazza di 25 anni a cui una settimana fa esatta è crollato il mondo addosso.
La mia mamma (53 anni compiuti da un paio di settimane) ha iniziato 10 giorni fa a lamentare un forte mal di testa (tanto che non si alzava dal divano). Premetto che lei è fumatrice e soffre da qualche anno di cefalee e pressione alta (ormai relativamente sotto controllo con farmaci). Domenica 8 gennaio, preoccupati, io e mio papà l'abbiamo accompagnata al pronto soccorso dove è rimasta per circa 2 ore ed è stata rimandata a casa con delle vitamine (non le hanno fatto una tac nonostante i sintomi premonitori di rottura di aneurisma ci fossero). Il mattino seguente è corsa a cercare mio padre visibilmente in panico ha iniziato a vomitare e pochi secondi dopo è entrata in coma. Arrivati i paramedici subito è stata trasferita in elisoccorso all'ospedale di Bergamo dove hanno fatto un intervento d'urgenza durato 5h che è andato bene. Per i primi due giorni l'hanno mantenuta sedata per affaticare il meno possibile il cervello che sin dalla prima tac di controllo risultava devastante. Buona parte dell'emisfero dx era ipodenso (ormai praticamente ischemico). A parte questo i suoi parametri sono sempre risultati buoni da 1 settimana a questa parte (pressione intracranica mai sopra 15). La midriasi era rientrata subito dopo l'intervento e l'anisocronia dopo qualche giorno. Non è più sedata da 3 giorni Però non muove gli occhi, non ha reazioni corneali ne sensibilità alla luce. L'unica cosa è che reagisce alla stimolaZione del dolore flettendo le braccia (ho chiesto al dottore che punteggio darebbe sulla scala di Glasgow e dice che sarebbe 1-1-3(X i movimenti)) è da un paio di giorni muove testa, spalle e a volte gambe (noi vogliamo credere che reagisca a stimoli esterni tipo quando la chiamiamo o accarezziamo ma a volte sono anche involontari) però il dottore ci dice che non è necessariamente sintomo di un recupero imminente. Infatti non pensano di provare a staccare le macchine ancora per un po' (anzi vorrebbero passare a intubazione per tracheotomia). Per ora l'obiettivo è quello di ridurre al minimo rischi di vasospasmo per non peggiorare l'area ischemica e che non passi al lato sx che per ora non ha danni. Vorrei sapere
1se con un tipo di trauma del genere che le ha danneggiato parte dell'emisfero dx può essere solo una questione di tempo che inizi quantomeno a reagire attraverso gli occhi
2se visto che è entrata in coma da sola (ma ancora respirava se pur a fatica) c'è possibilità che possa un giorno essere staccata dalle macchine.
3se ha assistito a casi di gente che si è svegliata da traumi che devastano quasi metà emisfero.
4 cosa rischia maggiormente di aver danneggiato irrimediabilmente con danni al lato dx.
Io ho già accettato che (se riuscirà a sopravvivere) avrà danni, so che ci vorrà ancora molto anche solo prima che si svegli. Ma è la mia mamma e io ho bisogno di capire se posso sperare e da dove devo iniziare a cercare segnali che può farcela
Sono una ragazza di 25 anni a cui una settimana fa esatta è crollato il mondo addosso.
La mia mamma (53 anni compiuti da un paio di settimane) ha iniziato 10 giorni fa a lamentare un forte mal di testa (tanto che non si alzava dal divano). Premetto che lei è fumatrice e soffre da qualche anno di cefalee e pressione alta (ormai relativamente sotto controllo con farmaci). Domenica 8 gennaio, preoccupati, io e mio papà l'abbiamo accompagnata al pronto soccorso dove è rimasta per circa 2 ore ed è stata rimandata a casa con delle vitamine (non le hanno fatto una tac nonostante i sintomi premonitori di rottura di aneurisma ci fossero). Il mattino seguente è corsa a cercare mio padre visibilmente in panico ha iniziato a vomitare e pochi secondi dopo è entrata in coma. Arrivati i paramedici subito è stata trasferita in elisoccorso all'ospedale di Bergamo dove hanno fatto un intervento d'urgenza durato 5h che è andato bene. Per i primi due giorni l'hanno mantenuta sedata per affaticare il meno possibile il cervello che sin dalla prima tac di controllo risultava devastante. Buona parte dell'emisfero dx era ipodenso (ormai praticamente ischemico). A parte questo i suoi parametri sono sempre risultati buoni da 1 settimana a questa parte (pressione intracranica mai sopra 15). La midriasi era rientrata subito dopo l'intervento e l'anisocronia dopo qualche giorno. Non è più sedata da 3 giorni Però non muove gli occhi, non ha reazioni corneali ne sensibilità alla luce. L'unica cosa è che reagisce alla stimolaZione del dolore flettendo le braccia (ho chiesto al dottore che punteggio darebbe sulla scala di Glasgow e dice che sarebbe 1-1-3(X i movimenti)) è da un paio di giorni muove testa, spalle e a volte gambe (noi vogliamo credere che reagisca a stimoli esterni tipo quando la chiamiamo o accarezziamo ma a volte sono anche involontari) però il dottore ci dice che non è necessariamente sintomo di un recupero imminente. Infatti non pensano di provare a staccare le macchine ancora per un po' (anzi vorrebbero passare a intubazione per tracheotomia). Per ora l'obiettivo è quello di ridurre al minimo rischi di vasospasmo per non peggiorare l'area ischemica e che non passi al lato sx che per ora non ha danni. Vorrei sapere
1se con un tipo di trauma del genere che le ha danneggiato parte dell'emisfero dx può essere solo una questione di tempo che inizi quantomeno a reagire attraverso gli occhi
2se visto che è entrata in coma da sola (ma ancora respirava se pur a fatica) c'è possibilità che possa un giorno essere staccata dalle macchine.
3se ha assistito a casi di gente che si è svegliata da traumi che devastano quasi metà emisfero.
4 cosa rischia maggiormente di aver danneggiato irrimediabilmente con danni al lato dx.
Io ho già accettato che (se riuscirà a sopravvivere) avrà danni, so che ci vorrà ancora molto anche solo prima che si svegli. Ma è la mia mamma e io ho bisogno di capire se posso sperare e da dove devo iniziare a cercare segnali che può farcela
[#1]
Gentile signora,
comprendo il Suo stato d'animo e mi dispiace, oltre che per la Sua mamma, di non poterLe dare risposte esaurienti a distanza.
Intanto Le posso dire che non c'era alcun sintomo di rottura imminente di un aneurisma, se il sintomo era solo la cefalea, in assenza di quelle determinate caratteristiche che possano far sospettare il sanguinamento di un aneurisma.
Lei non spiega a che tipo di intervento è stata sottoposta, se si è trattata di una emorragia diffusa (cosiddetta subaracnoidea) e in che sede si trovava l'aneurisma.
Inoltre non ci dice se l'ischemia è comparsa dopo l'intervento o prima.
Sono informazioni importanti per capire.
Lo stato clinico attuale sembra molto pesante, ma se è difficile per i medici che stanno seguendo Sua mamma, pronunciare una prognosi, pensi a quanto può essere difficile a distanza.
La tracheostomia sarà senz'altro da fare per una miglior gestione nell'assistenza respiratoria.
Una estesa ischemia, senza ulteriori complicazioni, può dare esito a una paralisi degli arti controlateralmente all'emisfero danneggiato, il cui recupero, se non totale, può essere soddisfacente con la riabilitazione neuromotoria.
La cosa essenziale è che esca dallo stato di coma.
Le faccio sinceramente gli auguri che ciò si possa verificare al più presto.
Cordialmente
comprendo il Suo stato d'animo e mi dispiace, oltre che per la Sua mamma, di non poterLe dare risposte esaurienti a distanza.
Intanto Le posso dire che non c'era alcun sintomo di rottura imminente di un aneurisma, se il sintomo era solo la cefalea, in assenza di quelle determinate caratteristiche che possano far sospettare il sanguinamento di un aneurisma.
Lei non spiega a che tipo di intervento è stata sottoposta, se si è trattata di una emorragia diffusa (cosiddetta subaracnoidea) e in che sede si trovava l'aneurisma.
Inoltre non ci dice se l'ischemia è comparsa dopo l'intervento o prima.
Sono informazioni importanti per capire.
Lo stato clinico attuale sembra molto pesante, ma se è difficile per i medici che stanno seguendo Sua mamma, pronunciare una prognosi, pensi a quanto può essere difficile a distanza.
La tracheostomia sarà senz'altro da fare per una miglior gestione nell'assistenza respiratoria.
Una estesa ischemia, senza ulteriori complicazioni, può dare esito a una paralisi degli arti controlateralmente all'emisfero danneggiato, il cui recupero, se non totale, può essere soddisfacente con la riabilitazione neuromotoria.
La cosa essenziale è che esca dallo stato di coma.
Le faccio sinceramente gli auguri che ciò si possa verificare al più presto.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.9k visite dal 16/01/2017.
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